Doll's game - Film (2003)

Erotico patinato e un po' spinto inserito in un vaghissimo contesto thriller che, di tanto in tanto, affiora tra una scena pruriginosa e l'altra. La pellicola ha il solo vantaggio - evidentemente pensato per un pubblico maschile - di mostrare una carrellata di situazioni piccanti e di curve mozzafiato avvalorate da una deliziosa lingerie. Incredibile come nel 2003 si potessero ancora concepire dei porno-soft "alla Ninì Grassia" (già allora, nei Novanta, per certi versi incomprensibili). Salvo le bellezze femminili, un film quasi terribile.

Softcore di desolante piattezza prodotto da Lorenzo Onorati girato in Serbia al risparmio, reso ancora più lugubre dalla piatta fotografia tipica di questi film girati in video. Lo svolgimento è prevedibile (non è così difficile comprendere la conclusione della vicenda) e anche le scene erotiche, che dovrebbero essere il succo di prodotti del genere, sono talmente scadenti da non risultare nemmeno un minimo solleticanti. Tra questo film e le televendite 899 che compaiono da mezzanotte in poi sulle TV locali non c'è poi tanta differenza...

La domanda che mi sono fatto dopo il primo quarto d'ora, prima di decidere se continuare la visione o no, è stata "per quale tipo di pubblico viene pensata questa roba?". Una genialata che inframmezza senza troppo criterio scene di persone seminude che si contorcono e una storia che non sono sicuro di essere riuscito a capire. Una vacuità semantica e una freddezza della fotografia patinata ne fanno un prodotto ordinario, la cui visione non arricchisce punto ed è, a mio modesto parere, assolutamente inutile.

Uno di quei film difficilissimi da recensire, poiché la trama (chiamiamola così) non è altro che una scusa per mettere insieme una serie di scene e situazioni pseudo erotiche che nulla hanno a che fare con la sensualità e, cosa ben più grave, col cinema. Qui è, infatti, tutto a livelli assolutamente infimi e impresentabili, per cui spendere altre parole sarebbe inutile: si perderebbe solo tempo. Nemmeno per fini onanistici.

Sciroccata amante delle bambole tornerà ad innamorarsi di una giovane diventata nel frattempo la pupa di un boss. Fino a tre quarti della durata non si capisce dove si andrà a parare data una sceneggiatura che prende direzioni senza approfondirle e inserisce momenti erotici per allungare il brodo. Girato al risparmio e recitato male, fa sembrare gli ultimi Tinto Brass dei capolavori. Unico momento di nota la svolta thriller che, data la pochezza, sembra rivalutare un’operazione da voyeur.

Prodotto dal noto Lorenzo Onorati e girato nonsisabenedove con un manipolo di "attrici" di varie nazionalità, un tardissimo softcore con venature psycho-thriller che sembra echeggiare la lezione di analoghi sottoprodotti italici di fine '80/primi '90. La qualità è terrificante, dalla confezione amatoriale stile porno anni 2000 fino alla recitazione improponibile, il tutto contornato da una sequela di carrellate di modelle siliconate, scene di sesso noiosissime e una ost che ruba successi anni '90 (Prodigy) o vira su una dance/house datatissima.

Atroce sottoprodotto di un’Italia di inizio anni 2000 girato in digitale, recitato dolorosamente e doppiato da far star male chi ascolta. La storia? Una specie di bambola che causerebbe eventi spiacevoli (?). In realtà questa specie di storiella serve solo per creare intrighi-amorosi sessuali con riprese che esaltano copule nude di attrici ungheresi mai viste prima e che non vedremo mai più. Il tentativo di Colibazzi di passare dal porno da cassetta al thriller è fallimentare. Produce il vecchio e redivivo Onorati.