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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La versione becera di ANIMAL HOUSE, ma becera al punto che il Bluto di Belushi ci fa la figura del lord inglese, al confronto dell'omologo Cicciobello (in originale J.J. “Gross-Out” Gumbroski) di questi Pi Kappa Delta. Gente che apre il film mostrando il sedere fuori dai finestrini dell'auto dedicando generose flatulenze agli sventurati passanti (l'interminabile scena iniziale), che vive in un tugurio ridotto a una caserma abbandonata a se stessa dove Cicciobello cucina sbattendo gli spaghetti sul muro per vedere se sono al dente... Si stendono in terra, girano con la bambola gonfiabile sottobraccio, bevono decine di lattine di birra al giorno...Leggi tutto e scoreggiano senza pietà. Soprattutto Cicciobello naturalmente (che vi associa anche una lunga sinfonia di rutti), il quale non appena legge del primo “Festival della Scureggia” con 500 dollari in palio fa due più due e si candida come vincitore, assistito dai suoi sodali. Il Festival occuperà dieci minuti conditi da peti di ogni sorta divisi tra concorrenti maschili e femminili; tra queste ultime pure Bucky Sgaratoski (Gold), la ex di Cicciobello (che lei amorevolmente chiama “Culetto”), poi presenza fissa anche alle tragiche feste del gruppo, variante questa volta meno oltranzista del toga-party di landisiana memoria. Non mancano il bravo ragazzo che s'iscrive alla confraternita senza troppo sapere (gli insegnano subito il “trucco” per poter bere quanta birra si vuole: dito in bocca e vomitata immediata), il vendicativo direttore dell'università (Fitzgerald), l'associazione studentesca di “fighetti” cui viene rubata la statua di Dioniso (col suo “sacro fallo”), la verginella che si scoprirà massaggiatrice... il tutto condito da volgarità di ogni sorta cui il regista Ken Wiederhorn (due anni prima autore dell'OCCHIO NEL TRIANGOLO, da qui in avanti più propenso al demenziale) dà comunque una forma accettabile, superiore alle aspettative. Certo bisogna prepararsi a un'immersione totale nella rozzaggine più sguaiata, alla discesa in un abisso dove risuonano i rumori meno nobili del corpo, a una ricerca del politically incorrect a ogni costo, a un umorismo di grana grossissima (che dire dei due che restano incastrati l'uno nell'altra in ambulanza durante un coito?). Con in più l'inserimento curioso (tra le “bestie” del Pi Kappa Delta) di un indiano appartenente alla tribù degli arrapados, cui si deve l'improvvisa svolta (con rivincita) del finale: notevoli le sue danze tribali da sballato cui manca più d'una rotella. Qualche nudo femminile d'ordinanza ma poca roba: gli obiettivi sono altri. Innegabile la somiglianza anche fisica tra Cicciobello e Bluto Blutarsky, ma la personalità strabordante del secondo era naturalmente altra cosa. Che si voli ad altezze bassissime (più o meno ad altezza deretano) è comunque un dato di fatto...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/12/16 DAL BENEMERITO MARCOLINO1 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 8/07/18
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Marcolino1 25/12/16 19:22 - 553 commenti

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Togliendo le prime e le ultime cinque lettere del titolo si ottiene una parte anatomica fonte inesauribile di flatulenze che nel film abbondano a dismisura, tanto da far concorrenza ad Alvaro Vitali e compagnia coatta, superandone brillantemente le performance. L'opera, rip-off di Animal house, propone una sorta di pornografia iperbolico-comico-scatologica di tutti i prodotti disgustosi che fuoriescono dagli orifizi del corpo umano. Traspare un messaggio umanitario ecologista anticolonialista pro-indiani.
MEMORABILE: La gara dei peti; Il sistema rivoltante per bere birra a dismisura; Il ragazzo vergine e l'altrettanto "pura" fidanzata che si rivelerà una escort.

Rambo90 13/05/22 13:59 - 7679 commenti

I gusti di Rambo90

Animal House dei poveri, senza né capo né coda ma che soprattutto non riesce proprio a far sembrare simpatici i suoi personaggi, presi dall'ossessione di prodursi in peti e bere birra (addirittura vomitano per berne ancora). L'inizio fa anche ridere, ma anche la becera goliardia stufa senza una meta, con tanti subplot abbandonati per strada e una sciatteria registica aggravata dal terribile doppiaggio italiano. Il simil Belushi si impegna tantissimo, e infatti ha lui la parte del leone.

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