Mia cugina Rachele - Film (1952)

Orfano, Philip è stato allevato amorevolmente dal cugino di molti anni più anziano. Quando questi, durante un soggiorno in Italia, muore improvvisamente dopo essersi sposato con una donna conosciuta a Firenze, Philip sospetta della vedova... Tratto da un romanzo di du Maurier come Rebecca, ricorda il film di Hitchcock nell'ambientazione e nell'atmosfera, avvolta dal mistero derivante dall'ambiguità del personaggio interpretato da de Havilland. Esordio hollywoodiano fortunato per Burton, impetuoso e passionale (oltre che un poco bischero). Bello l'epilogo che lascia qualche punto interrogativo.

Tratto da uno dei più celebri romanzi di Daphne du Maurier, un melodramma in costume in cui, manco a dirlo, a farla da padroni sono l'ossessione amorosa e l'alone di mistero che circonda la figura femminile. La regia non vola troppo alto (Koster non era nulla più che un onesto mestierante) ma il film scorre piuttosto bene, arricchito da atmosfere noir e scenografie azzeccate e dalle ottime prove di Burton (debutto hollywoodiano e subito nomination all'Oscar) e soprattutto della De Havilland, la cui ambiguità non si risolve neppure nel finale.

Noir con sensazioni da romanzo gotico in cui l'interesse per la narrazione sale seguendo i sospetti per le intenzioni di una donna dal fare ambiguo, che però deludono un po' nel finale aperto, mentre l'inizio è ottimo. Notevole il lavoro fatto dal direttore artistico nella ricostruzione delle scenografie della vecchia casa inglese sulla scogliera, dove si svolge gran parte della vicenda, ma anche nella breve parte fiorentina. Olivia de Havilland Interpreta bene l'equivoca Rachele; Richard Burton da parte sua dà vita a un giovane impulsivo, ingenuo e quasi folle.

Un giovane e inesperto rampollo indaga sulla morte del suo cugino-mentore e rimane stregato dalla di lui vedova, dedita alla preparazione di strane, misteriose tisane. Il film poggia sulle ambiguità di una storia che può essere letta secondo criteri opposti, forte di una Olivia de Havilland dai modi torpidamente accattivanti. Di contro troviamo un affascinante Richard Burton in un'interpretazione esemplare di uomo tormentato e folle. Alcuni elementi narrativi depongono per una storia tutt'altro che trasparente.

Chi è la fascinosa cugina Rachel, vedova novella: un angelo senza età caduto dal cielo o una fredda, spietata calcolatrice arrivista? Il finale lascia aperta ogni interpretazione. Deliziosa trasposizione dell'altrettanto delizioso romanzo di Daphne du Maurier. Olivia de Havilland radiosa e impenetrabile, Richard Burton un po' frescone e impetuoso - ma è tutto a favore del personaggio, vittima della sua giovane età e del grande gioco dell'amore, e gli si perdona tutto. Ambientazioni fascinose in Cornovaglia, bianco e nero smagliante. Un piccolo cult.