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Titolo originale: Anchiporuno
Anno: 2016
Genere: drammatico (colore)
Regia: Sion Sono
Note: Aka "Anti-porno", "Anti-Porn". Proiettato al XXIV film festival di Torino nella sezione "After Hours".
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/11/16 DAL BENEMERITO COTOLA
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- Un film straordinario, quasi perfetto!:
Schramm - Davvero notevole!:
Bubobubo, Mickes2 - Mediocre, ma con un suo perché:
Cotola
Ennesimo film folle e delirante targato Sion Sono: tra corpi nudi, sesso, famiglie deviate con relativi (ed ovvii traumi al seguito), metacinematografia e molto altro, ce n'è per tutti i gusti. In mezzo ci sono "considerazioni" sulla donna, sul suo corpo muliebre e sui rapporti tra i sessi. Ma neanche il regista pare prendersi sul serio. Ciofeca? Ni', ma dura poco ed ha un ritmo che non tira mai lo sbadiglio. E di sicuro c'è un gusto per le inquadrature, le scenografie e l'uso dei cromatismi che dimostrano che il regista il talento ce l'ha. Il tutto accompagnato da musica classica.
Why don’t you play in Heaven? Sion Sono se la domanda e se la risponde con un bel why not?, irrigando tutto di genio e sfarzo anche a corto raggio. Muove le sue matrioske-tetris in un dedalo escheriano, cerchio pervertito a spirale duchampiana, gorgo che tutto inghiotte/estroflette, prediligendo l’enigmania, la sfingea e delfica via del koan e del geroglifico, in un metacosmico turbinio chiasmatico dove estetica e morte, sesso e arte, libertà e dolore sono l’uno Dr.Jekill e Mr Hyde dell’altro. Un pianeta di ultraterrena bellezza, Lasciarci il cuore è proprio il minimo. Applausi interminabili.
Sognare di fuggire da un paese-uomo cloaca, rotolandosi in un mare di colori che sommati assieme danno ancora un marrone patriarcato: "cacare e pisciare" è bello, a meno che lo stimolo permanente non sia quello del rigetto - verso la vita propria e altrui, i tabù sessuali, i limiti dell'identità sociale, sangue e corpi sudici. La metacinematografia su tutto: una troupe tutta maschile, perennemente insoddisfatta, o una sega circolare che tenta di irrompere dall'alto. E se fosse tutta solo una sceneggiata isterica, à la Nastas'ja Filippovna?
MEMORABILE: Il rovesciamento dei ruoli sotto la Sonata al chiaro di luna di Beethoven; Le acconciature femminili; La catartica e coloratissima scena finale.
L’Inland empire di Sion Sono. Grosso guazzabuglio meta-cinematografico tra il sogno e l’incubo a occhi rigorosamente spalancati. Un film arcobaleno che fagocita e rigetta sotto forma di liquame tutto quello che può in un condensato impazzito di 75’ nel quale non ci si dimentica di tener conto dei personaggi in un continuo ribaltamento di prospettiva che lascia interdetti e al contempo affascinati. "Una carezza in un pugno", deriva plastica e impazzita, riluttanza ad accettarsi, idiosincrasia sessuale che converge in disperata perversione.
MEMORABILE: Tutte le incursioni di musica classica; Il primo (geniale, improvviso come un lampo) ribaltamento.
Sion Sono HA DIRETTO ANCHE...
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- ...danyta non so in che rapporti sei con sion sono, ma questo va oltre ogni raccomandare. sion sono perde sempre più ogni bussola, ormai quelli del suo cinema sono punti scardinati, per film sempre più fuori scala anche quando si punta l'obiettivo dentro l'ombelico (siamo in pratica a una sghemba sorta di why don't you play in hell? 2.0, se possibile mille volte più scapocciato e imprevedibile). io me ne sono, per dirti proprio il minimo, perdutamente innamorato. e cosa non è, tra l'altro e tra l'oltre, la fotografia: viene fatto con l'esasprazione cromatica quello che un fisico nucleare può fare con 40 kg di uranio arricchito e un po' di esplosivo convenzionale. il finale poi è qualcosa che se me lo stronchi stavolta lo scappellotto supersonico te lo do' io! :D
l'invito al viaggio e al recupero è ovviamente esteso a tutti, specie ai fan del regista, che si conferma detonatore del genio anche sulla brevissima gittata, alla faccia di chi gli ha sempr rimproverato, me tra questi, eccessiva propensione alla prolissità.Ultima modifica: 2/12/18 16:44 da Schramm - x Schramm
Con Sono mi è andata male-male ma anche bene-bene. Vedutolo, ti saprò relazionare.
