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MMJ Davinotti jr
Anno: 2000
Genere: commedia (colore)
Regia: Enrico Coletti
Note: Aka "Bibo x sempre"
APPROFONDIMENTI: Intervista a Conchita Puglisi
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L'IMPRESSIONE DI MMJ
Ci aveva già provato Renato Pozzetto in UN POVERO RICCO a vivere Milano da barbone. Ma gli era andata meglio: in regia c'era Pasquale Festa Campanile, che aveva saputo trarne una favola moderna impreziosita dal tocco surreale dell’attore, meno presuntuosa e ben più vivace. In BIBO PER SEMPRE Teocoli (che continua a funzionare meglio in televisione) prova ad impegnarsi in una commedia agrodolce in pieno stile "nuova Italia", tutta musiche ruffiane, voce fuori campo e insopportabili quanto frustrati afflati poetici (nel cast c'è perfino Luis Sepúlveda a fare il barbone saggio e navigato). Il...Leggi tutto più noto trasformista-imitatore dei Novanta si scrive con Tonino Guerra un copione su misura, che porta in scena un personaggio (il divo delle telepromozioni Bibo Cedrelli) modellato smaccatamente su se stesso, cercando forse di convincerci che in fondo anche le star nella vita privata sono un po’ come noi: litigano con la moglie (Anna Galiena, in una delle sue performance più infelici), malsopportano i figli ingenerosi e sul lavoro fanno le bizze. E allora ecco il desiderio di fuggire dalla realtà e ripararsi in un mondo diverso, in apparenza più spensierato. Ma è solo per un paio di giorni, perché poi il dovere ti chiama e devi tornare ai tuoi impegni. Inaspettatamente la parentesi "barbona" è molto breve rispetto alla vita "normale" (una mezz'oretta), ma poco spazio viene lasciato anche alle imitazioni: giust’appena Clinton all'inizio, un flash di Celentano, Maldini-Albertini-Galliani in chiusura per qualche secondo. Ottimi invece i travestimenti da Nosferatu e da Gobbo di Notre Dame, ma sembrano solo piccole parentesi dovute, brevissime. Arriva in soccorso il simpatico Marco Della Noce, perennemente "fumato" come vuole da sempre il suo personaggio, pronto a spezzare la monotonia con interventi gratuiti ma divertenti.
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ChiudiTITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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- Quello che si dice un buon film:
Mco - Mediocre, ma con un suo perché:
Alexcinema - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Marcel MJ Davinotti jr., Sibenik, Nando - Gravemente insufficiente!:
Panza
Se Teocoli voleva dimostrare di non saper reggere un film intero, quale occasione migliore di questa? Nel pieno della carriera televisiva il nostro eroe decide che è il momento di sbattere la faccia su qualcosa di più grande di lui e... ci riesce in pieno! Vecchio Teo, è più facile far ridere con sketch di sei minuti, una spalla addestrata a dovere e la maschera sulla faccia, eh?
MEMORABILE: Qualche gemma nel finale, quando compaiono i personaggi che hanno reso grande Teocoli (uno dei migliori, se non il numero uno, tra gli imitatori)!
Un presentatore acclamato desidera fuggire dalla realtà patinata di Milano e cerca una fuga tra i bassifondi della metropoli. Teocoli, ottimo imitatore e showman ineccepibile, si cimenta in questa pellicola ruffiana in cui cerca il tono malinconico coadiuvato da musiche scontate e trend emozionale. Il risultato lascia a desiderare perché Teo e il cinema non sono molto affiatati.
Schiavo delle sue macchiette, Bibo prova al contempo una morbosa attrazione per la vita senza regole di barboni e disadattati. Tenta di emularne la quotidianità, con esiti non del tutto felici. Ma questo viaggio introspettivo ed esteriorizzante conduce Teocoli a mostrare forse anche qualche lato del suo vero essere, tanta è la comunanza con il personaggio interpretato. Si è davvero contenti sotto un ombrello che ripara dalla pioggia di soldi ma non dalle tempeste dell'animo? Filmetto che tale non è, vale la pena studiarlo e goderne.
MEMORABILE: L'incontro con Della Noce e la "gita" in motorino...
Dal lato meramente comico non ci siamo proprio: Teocoli è perennemente in preda a faccette e battute urlate che non fanno ridere e lo fanno scambiare per un guitto qualsiasi. Anche le sue sparute imitazioni che fanno capolino qua e là non salvano la situazione facendoci rimpiangere la sua conduzione di "Mai dire gol". L'elemento "serio" è invece troppo melenso e superficiale (stupisce trovare in sceneggiatura Tonino Guerra), quasi da fiction televisiva moderna. In tutto ciò anche l'assenza di una solida regia ha le sue colpe.
Commedia tanto ambiziosa quanto confusionaria, che nel suo intento di ironizzare amaramente sull'infelicità del tipico borghese riesce ad essere soltanto un pallido remake de Un povero ricco, con Teocoli perennemente indeciso tra la gag facile e un'introspezione drammatica, quest'ultima decisamente poco convincente. A rendere ancora più ambiguo il tutto, improvvisi e inutili ricorsi a scene surreali. Della Noce macchietta perenne e compiaciuta (e potenzialmente fastidiosa), Sepùlveda mal sfruttato. Una delle primissime apparizioni di Ale e Franz.
MEMORABILE: Molti cinefili potrebbero gradire il tributo al comico "scavezzacollo" Harold Lloyd nell'incubo surreale di Bibo.
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- L'uomo che osserva Marisa (Galliena) mentre è a cena con Bibo (Teocoli) è il produttore discografico Rudy Zerbi:
Sull'articolo di giornale che riguarda Bibo appare anche Felice Caccamo, uno dei più famosi personaggi di Teo Teocoli:
