Le vie della violenza - Film (2000)

Le vie della violenza
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Passato alla regia dopo aver vinto l'Oscar per la sceneggiatura con I SOLITI SOSPETTI, Christopher McQuarrie confeziona un noir pulpeggiante di nessun interesse, studiato a tavolino per compiacere chi si vedrà pronto a gridare al miracolo alla prima citazione da Peckinpah (evidentissimi i richiami nel finale) e al primo dialogo capace di andare oltre la banalità più trita. Certo, a tratti salgono dal nulla scene scritte con ottimo mestiere e interpretate al meglio da un cast notevole (James Caan e Benicio Del Toro non deludono i fan), ma nel suo complesso THE WAY OF THE GUN si complica inutilmente già dopo una ventina di minuti, mettendo...Leggi tutto in fila decine di colpi di scena che vorrebbero lasciare stupefatti e che invece sortiscono l'unico effetto di dare un aspetto artificiale e inutilmente confuso al plot. Attorno al rapimento di una puerpera (la solita icona del pulp di matrice tarantiniana Juliette Lewis, una vera lagna, sempre con la mano sul pancione) da parte di due giovani allo sbando (Ryan Phillippe e Benicio Del Toro) comincia a muoversi un sottobosco di sicari e gangster tra i quali spicca la figura del “veterano” Joe Sarno (James Caan): sparatorie, agguati, sangue e considerazioni filosofiche come da copione, ma il genio e i perfetti meccanismi tarantiniani sono un miraggio. Spogliati della mano di un autore che sappia valorizzarli, i copioni così si avvolgono su se stessi trascinandosi sempre più faticosamente col passare dei minuti e finendo presto col far tramontare l'interesse dello spettatore, assuefatto da tempo a simili giochini.

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Giapo 26/04/07 13:43 - 246 commenti

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Film a metà strada tra road movie e western che rievoca gli eccessi peckinpahniani per pessimismo, crudeltà e violenza visiva. Una storia sopra le righe i cui eccessi stancano e tolgono credibilità a una storia nemmeno troppo originale e, sebbene la visione sia meritevole per i riferimenti al grande cinema di genere (Leone e Peckinpah appunto, con un retrogusto di Tarantino), il film si segue con un certo distacco e indifferenza.

Blutarsky 25/09/07 17:45 - 360 commenti

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Bel tentativo di realizzare un western moderno, con un storia solida e ben sceneggiata e dialoghi al di sopra della media del genere che riescono a dare spessore psicologico ai personaggi. La prima ora farebbe quasi gridare al capolavoro per la storia coinvolgente, gli improvvisi scoppi di violenza e la recitazione perfetta del (notevole) cast. Nella seconda parte McQuarrie invece fatica un po’ a tirare le fila dei forse troppi personaggi e risolve la situazione lasciando più spazio all’azione. Qualche sbavatura, ma rimane un gran film.

Patrick78 6/02/09 09:09 - 357 commenti

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Film dal ritmo altalenante girato dallo sceneggiatore de I soliti sospetti che vorrebbe richiamare i classici di Sam Peckinpah e tentare di ibridarli con qualche tarantinismo di troppo abbastanza ridicolo. Salvabile il variegato cast con Del Toro vero mattatore della situazione. Meno lungaggini avrebbero sicuramente giovato. A testimoniare la passione cinefila del regista vi è il fatto che i due protagonisti del film portino i veri cognomi (Parker e Longbaugh) di due famosi fuorilegge: Butch Cassidy e Sundance Kid. Risultato finale dimenticabile.

Galbo 12/02/09 05:55 - 12392 commenti

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Diretto dal regista (all'esordio) Christopher McQuarrie, premio Oscar per la sceneggiatura de I soliti sospetti, Le vie della violenza è un western metropolitano fortemente debitore al cinema di Sam Peckinpah (e in parte di Quentin Tarantino). La pellicola è certamente ben realizzata con alcuni limiti, il primo tra tutti l'incapacità del regista di mantenere un ritmo adeguato per tutto il film; buono il cast. Altalenante.

Capannelle 5/10/15 23:30 - 4411 commenti

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Abbastanza probante arrivare alla fine a furia di citazioni, nonsense logici e bimbi in procinto di nascere. McQuarrie tenta l'approccio al cinema colto ma affastella solamente motivi su motivi, indeciso tra il grottesco e il pulp, proponendo personaggi poco ispirati e monolitici, inutili sottotrame e una confezione tecnica di scarso livello (fotografia televisiva e sound ripetitivo). Si salvano qualche battuta e il finale.

Alex1988 2/04/16 20:23 - 728 commenti

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Occasione mancata per l'esordio alla regia dello sceneggiatore premio Oscar. Il prologo iniziale fa pensare a un'ennesima variazione del cinema di Tarantino; andando avanti, la storia si fa sempre più peckinpahniana, ma al film manca il giusto ritmo. Comunque, non così male. Discreta la disperata sparatoria finale.

Daniela 26/06/20 08:58 - 12662 commenti

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Tarantino si nasce, magari si diventa, ma non ci si improvvisa, ed invece è proprio quello che fa McQuarrie, già celebrato sceneggiatore, con questo affastello di situazioni improbabili, personaggi al limite, violenza fumettosa, citazioni cinefile a pioggia, tutto ruotante attorno ad un pargolo che non vuol nascere e, quando nasce, lo fa nelle peggiori condizioni possibili. Qualche buon momento c'è ma gli eccessi fini a se stessi vengono a noia. Altalenanti le prove del cast: il migliore è Caan per classe innata, i peggiori Philippe cuor di panna e Lewis che cammina come una papera. 
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