Lo spunto era buono: nei licei d’America non esistono solo le goliardiche associazioni studentesche di ANIMAL HOUSE, ma anche associazioni segrete ben più importanti e di ben diverso potere, assimilabili a quelle che da noi vengono chiamate logge massoniche. Nella fantascienza questo tipo di congreghe sono molto comuni (anche nell’horror a dire il vero, e finiscono spesso col generare orge demoniache e cannibaliche), mentre nel cinema di grande consumazione sono rimaste alla finestra. THE SKULLS prova a inserire il tema in un action-thriller di poche pretese, che parte bene, sa creare l'atmosfera giusta ma finisce presto...Leggi tutto per creare troppa confusione per colpa di una sceneggiatura fumosa che vorrebbe mettere troppa carne al fuoco. Siamo comunque dalle parti di quella che si può definire “americanata”, con dialoghi risaputi, colpi di scena prevedibili, un'affrettata love story (lei è dolcissima, ma ha una parte antipatica), inseguimenti e scontri in automobile, videotape incriminatori, cerimonie d’iniziazione. In pratica il classico film americano di fascia media, che gode come sempre di una confezione (musiche comprese) molto professionale capace di nascondere onorevolmente le grosse lacune. Poco convincenti i protagonisti, con Joshua Jackson (passato da poco al cinema dopo aver interpretato il solito serial giovanile - in questo caso DAWSON'S CREEK) nei panni dell'eroe buono che, non essendo bello, dovrebbe almeno risultare simpatico, mentre invece si atteggia a divo senza averne i numeri. Indovinato il cast di contorno con vecchie glorie come William Petersen, Craig T. Nelson e altri. La sede dei “Teschi” è comunque suggestiva, la parola “war” che vi troneggia grande sullo sfondo non poco inquietante.
Thriller complottista ambientato nel mondo delle società segrete universitarie. Dopo un inizio accattivante dovuto anche al tema abbastanza curioso, la pellicola si perde all'insegna dei soliti luoghi comuni del cinema mainstream statunitense (azione, amicizia, inghippi, tradimento, love-story, bellezza e potere) con un risultato finale che non si erge al di sopra della mediocrità.
Massoneria e potere. Il film si basa sull'assunto che proprio negli ambienti universitari d'elite si annidino i reclutatori massonici attirando luciferini i giovani pronti a tutto per il successo. Ma come in ogni patto con il diavolo c'è il rovescio della medaglia... e qui si annidano i meccanismi thriller di un film mediocre ma allo stesso tempo guardabile e coinvolgente soprattutto per chi, come il sottoscritto, poco sa di logge segrete.
Un thriller che non resterà di sicuro nella storia ma comunque abbastanza godibile, in particolare nella parte finale. La regia di Cohen è monocorde e il ritmo non granché, ma gli attori e in particolare il bravo Joshua Jackson, l'indimenticato Pacey Witter di Dawson's Creek, e il veterano Craig T. Nelson, sono perfetti nei rispettivi personaggi. Non un capolavoro ma vedibile.
Insomma ,di sette segrete nei college se ne è parlato già molto e anche troppo. Joshua Jackson cerca di togliersi il ruolo indelebile di adolescente che si è preso interpretando la storica (e pessima aggiungo io) serie Dawson Creek. In questo caso non c'e horror (giusto delle bare come metodo per entrare nella "cripta), solo noia e un finale ridicolo... Non commentabile positivamente.
Discreto thriller di produzione americana ambientato nell'oscuro e torbido mondo delle sette segrete che trovano proseliti tra gli universitari. Il film appare ben realizzato grazie ad un sapiente uso della suspance e dei colpi di scena. Buona ambientazione e cast azzeccato con un Joshua Jackson convincente, affiancato da validi caratteristi. Godibile.
Magari lo spunto era interessante, ma il risultato è patetico come la loggia segreta, segretissima (mica scherzi, chi prova a mettere il naso dentro senza essere invitato fa una finuccia), con la sede in un palazzetto che gli manca solo l'insegna al neon e poi siamo a posto quanto a segretezza. Joshua Jackson si vede che si impegna, poverino, ma è espressivo quanto un calzascarpe e meno utile, Walker bellino ed insulso, le vecchie volpi Nelson e Petersen fanno quel che possono, ma non scansano il ridicolo di un finale assurdo. Da evitare.
Devo dire che francamente mi aspettavo molto di più da questo film, vista l'idea di base molto intrigante. E invece la delusione è stata grande dopo aver constatato la leggerezza dell'opera, priva di verve e molto scontata. Gli attori ce la mettono tutta, ma è lo sviluppo della sceneggiatura e deludere. Sceneggiatura che è riuscita anche nel difficile compito di mitigare le interessanti e inquietanti atmosfere che aleggiavano sull'opera. Un'occasione mancata.
Il classico plot su una setta segreta (qui in ambientazione universitaria) approda a un racconto zeppo di balorde insulsaggini e situazioni ridicole: una storia piuttosto stupida (e incomprensibile e fumosa nei contenuti) viene farcita di elementi presi a casaccio da altri universi, e incastrati qui con lo scopo di moltiplicare meraviglia, azione, avventura. L’impressione della vaccata è attenuata da una regia con buona sensibilità spettacolare: cosa che non basta a rendere minimamente decente un film inconsistente e inutile.
Pretestuoso filmetto sulle società segrete universitarie con attori scialbi quanto il plot principale. La classica élite supersegreta che tuttavia sarebbe all'occhio di tutti e tutti la conoscono. Una piccola menzione per Petersen, ma il suo ruolo è talmente marginale che non fa affatto la differenza. Da dimenticare senza rimpianti.
In una setta segreta se vi entri devi essere disposto a rispettare tutte le regole che essa impone. Uscirne non è facile. Discreto thriller un po' improbabile, ma dal ritmo serrato, interpretato da giovani e promettenti attori tra cui il compianto Walker. Punto debole, la regia incide poco e fa quanto basta. Finale sciocco.
Modesto filmetto giovanilistico che pare una declinazione de-horrorizzata degli slasher universitari del periodo (non a caso condivide con Urban legend certi set e pure il Joshua Jackson di Dawson's Creek). Cast nutrito e confezione patinata. Uno script a dir poco inverosimile, personaggi banalissimi e colpi di scena poco significativi decretano la mediocrità del risultato complessivo. A ogni modo, grazie al ritmo svelto e a qualche attimo di suspense (ovviamente la tensione e l'atmosfera paranoide restano all'acqua di rose), la noia non è di casa. Fuori luogo il finale moralista.
MEMORABILE: L'iniziazione dei nuovi adepti; La gabbia delle confessioni; Lo scontro diretto coi poliziotti corrotti; L'inseguimento in auto; Il duello finale.
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DiscussioneDaniela • 11/02/10 18:02 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Il nome di Walker - qui nel ruolo del miglior amico del protagonista - è Paul e non Phil
Finora non ha dato prova di essere un grande attore, ma qualche dote ce l'ha, come si può apprezzare nella foto qui sotto:
DiscussioneZender • 11/02/10 18:13 Capo scrivano - 47728 interventi
Ahah, d'accordo Daniela. In effetti era un erroraccio...