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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Doveva essere il rilancio per Leonardo DiCaprio, superdivo per le teenager di fine millennio esploso con TITANIC e per molti già bruciato nel giro di un paio d'anni. Un film che non doveva essere un semplice PARADISE o LAGUNA BLU col bel faccino di DiCaprio a sguazzare nell'acqua dell'Isola dei sogni. No, perché il regista è Danny Boyle, quello di TRAINSPOTTING, uno che coi giovani ci sa fare. E infatti THE BEACH vorrebbe essere qualcosa di più dei soliti filmetti per ragazzine; con...Leggi tutto parti anche molto dure, del sangue, un tremendo attacco di squali (se ne vedono solo le conseguenze, ma sono di un realismo agghiacciante), storie di armi e di droga. Il problema è che la storia proprio non sta in piedi: comincia come la classica caccia all'isola del tesoro (in cui il tesoro non è rappresentato da talleri e dobloni ma dall'avventura per raggiungere l’ignoto) per trasformarsi poi in una specie di SIGNORE DELLE MOSCHE, con adulti un po' frivoli al posto dei bambini. A volte pare quasi di vedere uno di quei vecchi film con Bud Spencer e Terence Hill che armeggiano con gli indigeni nel perduto paradiso verde. E nessuno deve sapere di noi, mai date in giro la mappa... Poi però, dal momento che DiCaprio ha degli obblighi da rispettare con le sue fans, non può non scapparci l'amplesso. Prima con una e poi con l'altra, tanto per gradire. Storielline futili quanto il soggetto, cui si vorrebbe dare spessore attraverso chissà quali insegnamenti etici. Ma lasciamo perdere. Meglio allora PARADISE: suonava più sincero! Boyle si sveglia solo nel finale, con un po' di suspense artificiosa e il pazzo Robert Carlyle (quello di TRAINSPOTTING e FULL MONTY) a suggerire strane idee al protagonista. Ma ormai è troppo tardi e il montaggio rovina comunque tutto.

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Galbo 10/10/07 14:19 - 12392 commenti

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Film parecchio pretenzioso, questo di Boyle: il regista mette troppa carne al fuoco disseminando il film di citazioni ma non riuscendo ad effettuare la necessaria sintesi. Il film pertanto non si capisce dove voglia andare a parare tra apologhi new-age ed indagine al microscopio su una comunità chiusa (e patinata) destinata all'inevitabile implosione. Abbastanza bravo Di Caprio (anche se a volte spaesato), francamente insopportabile la Swinton, alle prese con un film non nelle sue corde.

Lovejoy 27/12/07 17:11 - 1823 commenti

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Deprimente film d'avventure che a tratti raggiunge il punto di non ritorno del trash assoluto (vedasi sopratutto la scena in cui Di Caprio si tramuta in videogioco, con tanto di segnalazione dei punti sullo schermo). Boyle dirige svogliatamente una vicenda dove tutto è prevedibile, dalla storia ai dialoghi, passando per i personaggi. E gli attori non sono da meno. Di Caprio è in evidente stato confusionale; la Swinton è insopportabile e la Ledoyen di positivo ha il fatto che è carina. Bravo Carlyle ma ha poco spazio. Del tutto trascurabile.

LEX 30/01/08 18:17 - 49 commenti

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Lo rivedo esclusivamente per assaporare quel momento: la crudezza e la violenza rossa, conseguenze dell'attacco micidiale di uno squalo... uno schiaffo in faccia allo spettatore che si stava crogiolando nelle bellezze della natura, nell'illusione della fuga dalla vita reale, negli occhi azzurri del solito arrogante Di Caprio... Quella scena ti sveglia da un torpore che accompagna tutto il film, da una storiella tanto irreale quanto noiosa... Mi piace quella sensazione di buio che, improvvisamente, ti prende... il resto è ben poca cosa. Grazie.

Capannelle 5/03/08 10:47 - 4411 commenti

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Trama che nasce thriller, prosegue avventura, assume tinte rosa (che vuoi c'è Di Caprio) poi tinte splatter e pure 5 minuti da autentico videogioco. Detto così sembra una vaccata ma in realtà il pout-pourri funziona e regala la giusta tensione. Di Caprio è bravo e le sue effusioni limitate al minimo sindacale. La Swinton esagerata ma funzionale alla storia. Se il videogioco c'entra come i cavoli a merenda, l'alternarsi di momenti tesi e di relax (ma con le logiche di gruppo che montano) sull'isola mi hanno preso. Modello Lost.
MEMORABILE: L'attacco degli squali

Ciavazzaro 5/12/08 15:23 - 4770 commenti

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Se penso che per realizzare questo film hanno devastato un paesaggio naturale (disbocamenti vari) mi viene da piangere... Tanta è la pochezza del girato che DiCaprio e soci avrebbero meritato di finire in pasto agli squali! Orrido oltremodo. Inguardabile thriller-avventuroso.

Supercruel 4/02/09 03:50 - 498 commenti

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Pessimo pastrocchio. Boyle fagocita e mastica svariati generi e li sputa in una struttura informe e poco digeribile. Il film è sempre in bilico, non prende mai una direzione precisa e finisce per essere pretenzioso e irritante. Ogni tanto affiora qualche spunto interessante (lo squalo) ma è ben poco rispetto alla confusione globale che regna sovrana. Spezzo una lancia a favore dell'inserimento della sequenza-videogame: non c'entra una cippa ma è un tocco talmente assurdo da essere simpatico.

Piero68 5/01/11 08:40 - 2957 commenti

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Floppone incredibile per uno dei registi più eclettici e promettenti del panorama internazionale. La sceneggiatura fa acqua (è proprio il caso di dirlo) da tutte le parti, il cast gira male e la regia è spesso incerta sul da farsi. Si salvano ovviamente la stupenda fotografia e la colonna sonora. Boyle sceglie il Di Caprio versione "pupo cresciuto" e sbaglia. Se il personaggio principale avesse avuto un altro taglio forse il film sarebbe ruscito meglio.

Pinhead80 28/05/11 12:11 - 4758 commenti

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Difficile capire dove volesse arrivare il regista con questo film. Una versione moderna e rivisitata del Signore delle mosche? Oppure celebrare un inno all'avventura e alla scoperta di se stessi attraverso il viaggio esotico? Bah, quello che ne è uscito, a mio parere, è un tremendo pasticcio dal sapore insipido. Si salvano la colonna sonora e qualche bella fotografia da cartolina, il resto si dimentica facilmente. Inutile.

Daniela 13/06/14 10:44 - 12662 commenti

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Turisti occidentali in Thailandia, in cerca di avventura e dell'isola che non c'è, scoprono che la prima può essere pericolosa e che la seconda è un paradiso hippie di dubbia beatitudine... Paesaggi stupendi ma film talmente sballato da fare quasi tenerezza, se non fosse per l'irritante presunzione paraboleggiante: fasullo come il look dei naufraghi in fuga dalla civiltà ma non dai dettami della moda, con personaggi che suscitano la stessa empatia di un trapano dentistico e trovate che vorrebbero essere stilose, risultando invece puerili. Passo falso di Boyle, destinato a non restare l'unico
MEMORABILE: Lo scherzo stupidissimo durante la traversata a nuoto, che ti fa desiderare per i due francesini una morte rapida ma non necessariamente indolore

Magnetti 17/11/14 16:40 - 1103 commenti

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La parola che riassume bene il mio pensiero sul film è PASTROCCHIO, con l'aggravante della pretenziosità di fare la figata del momento, di voler essere a tutti i costi cool. Tolte le indubbie qualità tecniche e le buone riprese rimane quasi un senso di irritazione per una vicenda priva di credibilità. La Swinton era l'attrice giusta per quel tipo di personaggio ma è stata "impiegata" male. Di Caprio OK. Segnalo l'impressionante scena delle ferite da morso di squalo: la cosa più riuscita del film.

Danny Boyle HA DIRETTO ANCHE...

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Nando 3/01/15 08:53 - 3814 commenti

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Una comunità hippy su un'isola thailandese dedita a loro rituali con situazioni talvolta stereotipate e altre interessanti. Pellicola che mostra elevate pretese artistiche ma talvolta si avviluppa su stessa mostrando qualche lacuna. Appropriato Di Caprio mentre la Swinton mostra un isterismo esagerato. Lussureggianti le ambientazioni.

Orson 5/12/15 20:13 - 122 commenti

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Il film ha un ottimo incipit a Bangkok, con ambientazioni e un Di Caprio credibili e prosegue fino alla prima metà con un buon pathos narrativo. Poi a un certo punto la storia si inceppa e prende una brutta involuzione ripiegandosi su se stessa: Di Caprio inizia a fare cose senza senso (da quando decide di sfidare i narcotrafficanti), Boyle svacca con inserti nonsense (il videogioco) e non si capisce più cosa diavolo il film stia raccontando. Si arriva così fino alla fine senza che a nessuno freghi più niente di niente. Peccato.

Azione70 13/04/16 10:45 - 167 commenti

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Bello a metà. Storia intrigante, location strepitosa, buona (e a suo modo folle) interpretazione di Di Caprio. Il plot narrativo tuttavia non mantiene un ritmo costante, con conseguenti cali di tensione (ad esempio la fase dell'isolamento di Di Caprio dalla comunità della "spiaggia"). Stesso discorso per le musiche (belle), utilizzate a volte in modo poco coerente con il contesto scenico.

Il ferrini 20/04/16 23:45 - 2357 commenti

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Con tutto l'impegno possibile non si riesce a capire cos'avesse intenzione di girare il regista; un thriller? Un film d'avventura? Un horror? Non si sa. Quello che si sa è che a parte la colonna sonora di Angelo Badalamenti resta davvero poco da salvare; di certo non il messaggio vagamente new age che il film cerca di veicolare. Fortunatamente, nel finale, Robert Carlyle risolleva un po' l'andazzo di questo indigesto cacciucco e comunque nel cacciucco - ditelo a Boyle - lo squalo non ci va.

Xamini 30/07/17 18:49 - 1252 commenti

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Danny Boyle partorisce un film ben eclettico, capace di anima thriller (tema che non viene mai a mancare, grazie alle musiche di Badalamenti), momenti di avventura e delirio onirico alla Apocalypse Now/Il cacciatore. In fin dei conti si potrebbe riassumere come un viaggio anche e soprattutto interiore di un turista (di una prospettiva) occidentale alle radici della civiltà e/o della psiche. Un insieme che include anche momenti apparentemente senza senso (il videogioco), con una recitazione a volte sopra le righe, ma che per qualche ragione ho trovato gradevole.
MEMORABILE: La piccola burla durante la traversata; il delirio finale

Buiomega71 4/09/21 01:06 - 2910 commenti

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Boyle si tuffa in un delirio che sta tra Peter Pan, Noa-Noa e Maladolescenza e destabilizza l'esotismo tipico delle isole paradisiache. Ne esce un film sballato, zeppo di fascino, che inizia nella confusione turistica di Bangkok per poi addentrarsi in cieli notturni stellati, incubi e paranoie da viet-movie, impressionanti e sanguinosi attacchi squaleschi con derive gore (la lunga scia di sangue sulla spiaggia bianca) e trappole in stile Ultimo mondo cannibale. Crudeltà (lo svedese con la gamba maciullata lasciato solo a morire) e picchi visivi da rasentare il meraviglioso.
MEMORABILE: Il massacro dei quattro turisti appena arrivati sull'isola; La scena di sesso tra la Swinton e Di Caprio; Di Caprio a tu per tu con lo squaletto.

Noodles 16/09/22 16:57 - 2227 commenti

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L'uomo il paradiso non riesce proprio a tenerselo stretto. Sembra questa la morale di un film a cavallo tra l'avventura e il thriller, impreziosito da spettacolari scenari ma rovinato da una certa ricerca della citazione filosofica che lascia il tempo che trova e una confezione forse un po' troppo patinata. Di Caprio ancora acerbo e sopra le righe ma funzionale al ruolo. Oltre alla fotografia è da segnalare anche il crudo verismo di alcune scene (gli effetti dell'attacco dello squalo su tutti). Non male, ma risente dell'eccessiva carne al fuoco e di un vago senso di finto. Potabile.
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  • Curiosità Ciavazzaro • 31/07/09 12:16
    Scrivano - 5591 interventi
    Ewan Mc Gregor era la prima scelta del regista, ma venne sostituito da Di Caprio dalla produzione.

    Fonte: Imdb
  • Musiche Samuel1979 • 31/07/12 19:48
    Addetto riparazione hardware - 4188 interventi
    In una sequenza, un attore imbraccia una chitarra e suona il noto brano "Redemption Song"
  • Curiosità Raremirko • 5/01/14 02:01
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    * I pochi minuti girati in stile videogioco (quelli dove Di Caprio vaga per la giungla) sono basati sul videogioco Banjo-Kazooie per Nintendo 64, e più che altro il titolo viene richiamato per lo stile dei caratteri usati.

    * Il videogioco per Game Boy che Di Caprio usa in certe sequenze è invece Rampage world tour.

    Fonte: IMDB
  • Discussione Piero68 • 24/01/18 10:37
    Contratto a progetto - 241 interventi
    Ho sempre pensato che contestualizzato in un altro periodo il film avrebbe potuto funzionare di più.
    Cioè agli inizi del III millennio una comune di quel tipo lascia il tempo che trova ed è abbastanza anacronistica. Ma magari se l'ambientazione fosse stata sul finire degli anni 60, la cosa avrebbe assunto un sapore completamente diverso e, forse, più credibile.

    In fondo quella dell'isola è una vera e propria comunità hippie
  • Discussione Buiomega71 • 4/09/21 10:42
    Consigliere - 25998 interventi
    Imperfetto, sballato, indeciso su che genere assestarsi, ma pervaso da un fascino che rapisce, da scorci visivi meravigliosi (bastino almeno il guardar le stelle di notte sulla spiaggia, la scena d'amore in acqua, tra Di Caprio e la Ledoyen, illuminata dai plancton e la lunga scia di sangue sulla spiaggia cristallina), da una narrazione schizzata (tipica dell'autore di Trainspotting) che passa dalla confusione turistica di una caotica Bangkok, al viaggio iniziatico verso l'isola che non c'è (chiari i riferimenti al mito di Peter Pan), mutandosi nelle comuni isolate che stanno tra Wicker man (curioso come l'impostazione "matriarcale" della Swinton, che praticamente è l'ape regina della comunità, verrà ripresa da Neil LaBute nel sottostimato remake del cult di Hardy nella figura di Ellen Burstyn) e Mangiati vivi, per poi sfociare nel delirio incubotico e nel cuore nero di tenebra di Apocalypse Now (citato palesemente a inizio film, con alcune immagini del capolavoro di Coppola che passano su di uno schermo cinematografico), tra trappole alla Ultimo mondo cannibale, riferimenti al Cacciatore (la roulette russa sui generis officiata dal capo dei coltivatori di marjiuana, Di Caprio allucinato e immerso nella follia con bandana rossa come Christopher Walken o Carlyle dal look simil Robert De Niro prigioniero dei vietcong nel must ciminiano) e un massacro , tra la distesa di "erba" , dei quattro giovani turisti (un pò imbecilli) appena sbarcati sull'isola, che lascia il segno per spietatezza e fulminante violenza.

    Boyle non rinuncia alla sua impronta autoriale ( Carlyle sembra uscito da Trainspotting, la mappa come i piani criminosi di Piccoli omicidi tra amici, il videogame pupazzoso come il finale di Una vita esagerata, i postumi terrificanti di un attacco squalesco che sfociano nel gore, anticipando il gusto sanguinoso e horror del Boyle di 28 giorni dopo), mischia new age, le derive esoticheggianti alla Laguna blu, la società ricostruita sul paradiso perduto e impervio che non porta a nulla di buono (Il signore delle mosche prima, Noa Noa dopo e nel mezzo Maladolescenza), il tipico film di avventure modello Castaway,le storielle d'amore (la francesina), la controcultura hippie e il romanzo di formazione.

    Non esente da picchi di notevole crudeltà (lo svedese, con la gamba in cancrena dopo il letale morso dello squalo, abbandonato nella foresta e lasciato a morire dopo che i suoi lamenti infastidivano il resto della comunità), da momenti che oscillano tra il genio e la sregolatezza (Di Caprio, sott'acqua, a tu per tu con lo squaletto), dalla apparente glacialità della Swinton che si scioglie in poco larvata ninfomania (con Di Caprio sulla terra ferma a fare le spese per la comunità e poi scaldando il letto, con i due che ci danno dentro tra le tende del baldacchino e la Swinton che usa Di Caprio come un toy boy), a sequenze che, all'inizio, possono apparire umoristiche, ma lasciano un senso di disagio e inquietudine (il dente strappato con una pinza), alla minaccia costante che l'Eden non sia propriamente il paradiso descritto e Boyle che, in un attimo onirico/delirante , ha il tempo di citare un cult movie generazionale come Se..., nel momento in cui uno sballato, gasato e completamente fuso Carlyle si mette a sparare, nella sua squallida  e lercia stanza d'albergo, con una mitragliatrice, attraverso la finestra, sia ai passanti che agli abitanti dell'isola messi in fila sulla spiaggia.

    Di Caprio (comunque bravissimo) fa un pò da richiamo teenageriale, ma Boyle va ben oltre che un semplice film per ragazzine/i in fregola divistica, innescando un meccanismo che si barcamena tra follia, utopia e ferocia, ricerca di sè e sogni infranti, molto più profondo e provocatorio di quanto non si creda. Alla sua uscita nelle sale arrivarono le impietose recensioni di Ciak e Film tv, soprattutto il primo, decretandolo un "colpo di sonno" per regista e Di Caprio allora in auge.

    Cosa non è, poi, l'estasiatica fotografia di Darius Khondji

    Tesissimo il pre finale tra la Swinton armata di pistola e Di Caprio con emorragia sottocongiuntivale, un pò meno la chiusa "lieto fine" con riverberi alla Fuori orario

    Tra i migliori lavori di un Boyle (di cui la forte personalità registica si mangia anche il divismo di un pur ottimo Di Caprio) che aveva ancora voglia di sperimentare, con la sua ottica schizoide lontana da ogni convenzionalità.

    Seconda stella a destra questo è il cammino, e poi dritto fino al mattino...


    Ultima modifica: 4/09/21 20:40 da Buiomega71