Arrival - Film (2016)

Arrival
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Arrival
Anno: 2016
Genere: fantascienza (colore)
Note: E non "The arrival". Soggetto dal racconto "Storia della tua vita", incluso nell'antologia di racconti "Storie della tua vita" (Stories of Your Life) dello scrittore statunitense di fantascienza Ted Chiang.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Le potenzialità della fantascienza al cinema sono ancora in gran parte da esplorare, se consideriamo la forza evocativa dei moderni effetti speciali. Villeneuve ci prova, abbandona ogni tentazione action e punta sul fascino dell'ignoto, dell'alieno tutto da interpretare che si piazza come in INDEPENDENCE DAY con le sue gigantesche astronavi a presidiare alcune zone del pianeta (dodici, per la precisione) e tace; almeno finché l'eroina del caso (Adams), studiosa di lingue, non viene chiamata per stabilire un incontro ravvicinato “del terzo tipo” con i misteriosi eptapodi. Madre di una figlia morta per un tumore, separata, diventa il tramite...Leggi tutto ideale per una comunicazione a prima vista impossibile, con alieni che si esprimono attraverso cerchi di "fumo" disegnati nell'aria. C'è da studiare un sistema di intercomunicazione e non è proprio cosa facile. Anzi, al di là di Louise nessuno crede sia davvero cosa fattibile in tempi brevi, dopo giorni trascorsi nel difficile esercizio interpretativo. Sarà il collega (Renner) di Louise a capire che la parola chiave potrebbe essere "tempo" e... Grande lavoro di regia, un po' come lo fu per il Nolan di INTERSTELLAR, per un Villeneuve sempre più meditativo, che alza le ambizioni e si confronta con la fantascienza più vera, quella che nel rapporto con esseri extraterrestri non può fermarsi allo scontro fisico puro e semplice. C'è naturalmente molto di più in ARRIVAL, principalmente l'idea di porre il linguaggio al primo posto, grimaldello capace di forzare la barriera d'incomprensione tra due specie diversissime. Un po' l'evoluzione moderna del finale immaginato dagli incontri spielberghiani: non più il suono come ponte però, nemmeno quello della voce, ma la visualizzazione di una lingua, legata ai concetti su cui si basa. La soluzione è di quelle che lasciano un po' l'amaro in bocca, semplicistica nel suo assunto e troppo facile nella messa in scena dell'ultima parte, resa magniloquente e avvolgente dalle musiche e gli sguardi, dai lenti movimenti di macchina e gli scenari aperti ma pur sempre limitata a una sola idea, non certo nuova ed esplicitata in modo volutamente confuso. E anche i progressi verso la comprensione del linguaggio non sono raccontati seguendone i passaggi importanti ma solo nei loro risultati effettivi, escludendoci da quella che sembrava la vera chiave di lettura primaria. Ci si può comunque crogiolare nella languida messa in scena di Villeneuve, nella splendida resa di soluzioni visive semplici eppure affascinanti, nella recitazione coinvolta di una Amy Adams in perfetta simbiosi col suo personaggio. Non è poco, anche se poi si ha la sensazione che i titoli destinati a fare la storia del genere siano altri.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/09/16 DAL BENEMERITO TAXIUS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 22/01/17
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Capannelle 23/01/17 01:23 - 4394 commenti

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Un racconto sull'importanza vitale della comunicazione, che offre momenti toccanti grazie al lavoro di regia, visivo e sonoro. E che plasma un ruolo perfetto per la bravura della Adams. E' però ripetitivo nella parte centrale e presta il fianco alle critiche per certi risvolti troppo semplicistici o tendenti al mistico. Appare più sfilacciato rispetto ai precedenti lavori di Villeneuve ma è coraggioso per come imposta il classico blockbuster di fantascienza su uno sfondo perdurante di riflessione esistenziale su noi stessi.

Taxius 2/09/16 01:17 - 1656 commenti

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Non è il solito film sugli alieni, quindi non ci si deve aspettare un'americanata in stile Independence day. Il ritmo è piuttosto lento e fino all'ultimo non si intuisce quali siano le vere intenzioni degli inquietanti visitatori. Il vero protagonista è "il dialogo" e il tentativo di instaurare un rapporto tra due mondi che non sanno come comunicare tra di loro, metafora sulle incomprensioni che lacerano il genere umano. Il film parla anche di romanticismo ma, questo, è dosato bene e non appesantisce la visione. A tratti commovente.
MEMORABILE: I due alieni soprannominati Gianni e Pinotto.

Nancy 12/01/17 01:49 - 774 commenti

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La fantascienza vera sono gli esseri umani, ci dice Villeneuve con questo film, che pone in ballo molti temi, anche filosofici, sulla natura dell'essere umano e sposta il focus dai soliti problemi scientifici al linguaggio, che poi è la più grande invenzione dell'uomo. Non deludono né gli alieni né i momenti di tensione che ci sono tutti, la Adams è certamente la protagonista più azzeccata nella sua espressività più varia; ciò che delude è, come era stato per Interstellar, il finale dai richiami un po' troppo... familiari.
MEMORABILE: Gli eptapodi.

Xamini 20/01/17 10:28 - 1244 commenti

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Chi conosce Villeneuve, sa cosa aspettarsi: un thriller vestito da scifi, in cui a fare la parte del leone non sono tanto gli effetti o gli spasmi da (brutto) action quanto il sense of wonder da un lato e il ritmo dall'altro. L'autore sceglie un racconto di fantascienza, lo declina in un approccio realistico, lo decostruisce e gioca con i suoi pezzetti, incastonandoli a meraviglia secondo un crescendo di tensione che mostra qualche incrinatura forse solo superata la metà (il primo tempo sparisce in un attimo). Forse non originalissimo, ma lo è la sua firma. Non ne sbaglia uno.

Kinodrop 22/01/17 00:49 - 2908 commenti

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Un'equipe di specialisti è ingaggiata per entrare in comunicazione con alieni eptapodi discesi sulla terra e per capirne le intenzioni. A questo tema dall'approccio scientifico si sovrappone una vicenda personale e familiare con sprazzi di paranormalità che non sempre si incastra con la gravità del momento; si aggiungono inoltre questioni di politica internazionale e dispiegamenti di forze. Per questo, nonostante le alte qualità a livello visivo/sonoro, il risultato è disomogeneo, specie per le intrusioni sentimentalistiche (soprattutto nel finale).
MEMORABILE: Il monolite sospeso; Gli eptapodi "Tom & Jerry" e il loro "alfabeto"; Il finale tinteggiato di buonismo; Il marito "perduto" e "ritrovato".

Domino86 22/01/17 10:04 - 607 commenti

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Non essendo un'amante del genere mi sono accostata al film in maniera scettica ma devo dire con piacere di essermi ricreduta. Salti temporali, forme di vita aliene e linguaggi nuovi da esplorare e comprendere portano i protagonisti a vicissitudini più umane che fisiche, diversamente da come spesso accade in questo filone.

Daniela 23/01/17 10:08 - 12606 commenti

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Come Spielberg e Zemeckis, V. declina il tema dell'incontro con gli alieni come un problema di comunicazione: comprendere gli altri è un modo per ampliare (letteralmente) i nostri orizzonti e quindi comprendere meglio noi stessi. E se è vero che imparare una lingua porta ad una rimodulazione dell'architettura cerebrale, cosa può succedere se il lingua appresa non è lineare ma circolare? Fantalinguistica per un film imperfetto come un cerchio con sbavature, ma suggestivo e stimolante come un rebus che pone tante domande senza suggerire facili risposte.
MEMORABILE: Le astronavi sospese sparse per il globo; La scrittura con i getti di inchiostro delle "piovre" aliene

Galbo 25/01/17 05:55 - 12372 commenti

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Diretto discendente del più nobile cinema americano di fantascienza, il film di Denis Villeneuve rifugge dalla spettacolarità a favore di un approccio maturo e per quanto possibile realistico, che non può non partire dal linguaggio come forma essenziale di comunicazione. Memorabile il personaggio femminile (una grande Amy Adams, che relega gli altri attori al ruolo di elegante riempitivo), che compie un continuo percorso circolare tra presente e passato che rappresenta alla fine la chiave di volta per la comprensione della vicenda.

Rambo90 25/01/17 22:53 - 7659 commenti

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Fantascienza usata solo come scenario, per raccontare una bellissima storia sull'uomo e la sua esistenza, la sua capacità di affrontare il dolore alternandolo con momenti di felicità. Un film girato molto bene, senza tempi morti o fasi inutili, con una regia capillare che non tralascia niente al caso e una Adams straordinaria che guida un bel cast (Renner e Whitaker pure bravi) e fa trasparire tutte le emozioni del suo personaggio. Bella colonna sonora, effetti speciali non sempre all'altezza ma sufficienti allo scopo. Ottimo.

Saintgifts 26/01/17 00:00 - 4098 commenti

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Non importa se alcuni passaggi non sono tanto chiari o se le armate delle varie potenze mondiali appaiono ridicole di fronte alle monumentali navi spaziali. La suggestione che Villeneuve riesce a creare e il tema di fondo della comprensione e del dialogo prima dell'azione sconsiderata sono sufficienti perché il film faccia il suo dovere di catturarci per un paio di ore regalandoci emozioni e riflessioni. Amy Adams dà un apporto decisivo alla qualità del lavoro con un'interpretazione molto sentita, ma anche con il suo intelligente fascino.
MEMORABILE: La Adams si toglie la tuta anti contaminazioni.

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Puppigallo 27/01/17 23:39 - 5250 commenti

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Buona fantapelliccola, che si avvale di attori in parte (i due protagonisti) e della giusta colonna sonora, ma che risulta piacevole anche per lo studio delle creature dal punto di vista comunicativo (si potrebbe definire psico-grafico). Le varie visite agli ospiti galattici permettono allo spettatore di immedesimarsi nella protagonista, che si scervella per decodificare ciò che gli esseri le mostrano (gioco a somma zero) con una singolare e riuscita tecnica polpica. Più che degli alieni, visto anche il finale, verrà svelato il di lei mistero temporale.
MEMORABILE: I logogrammi (la possibile non correlazione tra ciò che dicono e ciò che scrivono); La "verità" sul significato di canguro, come espediente.

Didda23 26/01/17 10:37 - 2424 commenti

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Villeneuve si conferma abilissimo nella messa in scena, con una padronanza registica davvero ragguardevole; peccato che la sceneggiatura - foriera di concetti interessanti come la funzione del linguaggio nella socialità - sia oltremodo complicata e in talune circostanze molto nebulosa. Un film che lascia parecchi punti in sospeso e che necessiterebbe di una seconda visione, fatto che per il sottoscritto è un difetto non da poco. Resta, nonostante tutto, un'opera curiosa, con spunti di inequivocabile valore e la Adams in un ruolo a lei congeniale.
MEMORABILE: Il primo ingresso nell'astronave aliena; L'evoluzione della concezione spazio-temporale nel personaggio della Adams.

Rebis 27/01/17 10:59 - 2331 commenti

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Ricordare ovvero conoscere, ri-conoscere: la memoria ritorna al presente ripercorrendo a ritroso il futuro. Ed è à rebours anche il film di Villeneuve: umanista ed estatico, classico e trascendente, porta a compimento il connubio tra fantascienza e melò che Nolan aveva solo sognato; perché Arrival si insedia nel linguaggio, riparte dalla comunicazione per riformare la nostra percezione come ri-conoscenza e com-passione. Le astronavi dominano l'impianto visivo: cattedrali silenziose, luoghi di ricongiunzione, in cui l'anima si purifica dal dolore. L'intensità di Amy Adams lascia il segno.

Deepred89 30/01/17 00:33 - 3701 commenti

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Fantascienza ricca di stimoli intellettuali ma non all'altezza delle smisurate ambizioni, che prima apre vertiginosi spiragli sul tema del linguaggio e poi li banalizza con tavolette grafiche invisibili, messaggi alieni ben poco evocativi (sia quelli visivi che quelli sonori) e discutibilissimi sottotitoli rivelatori. Lutti familiari, eroismi a gravità zero, esplosioni, mostri tentacolati: nulla che infastidisca, ma per una volta si sarebbe preferito un approccio più silenzioso e autoriale. Finale passabile, che poco aggiunge e poco toglie.

Noncha17 7/02/17 17:00 - 87 commenti

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Anche se potrebbe apparire strano, siamo più dalle parti del tipo di fantascienza concepita da Tarkovsky (vedasi l'entrata in scena della protagonista e le sue visioni). Parallelamente abbiamo uno svolgimento più lineare - tipico della cinematografia "americana" - ripetutamente stoppato da una sorta di filosofia quasi-zen che aiuterà a calmierare un po' tutti. E quindi, come già accadeva in Blade runner, tutto può essere rapportato a una fase onirica del personaggio principale...
MEMORABILE: Le mani del "creatore" sotto forma di eptapodi; La suspense prima dell'esplosione; La mini-capsula; Il "dono" come risposta.

Josephtura 1/02/17 17:35 - 188 commenti

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Villeneuve disegna un film di fantascienza "mistica". La storia è affascinante, nell'ambito di quelle con paradossi temporali forse anche straordinaria. E' una vicenda amara, nella sua conclusione in cui si vorrebbe insegnare che il viaggio vale più della destinazione. Mi sembra che nelle descrizioni della solitudine Villeneuve abbia preso una propria evidente personalità. Un po' forzato il ruolo - e le battute - di Jeremy Renner. Peccato che il film sia comunque un po' lento.
MEMORABILE: Chi è questa bambina?

Cotola 4/02/17 00:20 - 8998 commenti

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Fantascienza adulta, matura e seria: la storia non sarà un granché in quanto ad originalità, almeno per certi versi, ma lo è il modo di raccontarla e di innervare al suo interno un tema intrigante e complesso come quello del linguaggio e della comunicazione. E non mancano suggestioni [le doti (profetiche?) della protagonista] e coinvolgimento per quello che accade. Un film molto buono con qualche difetto: in primis il finale che arriva un po' troppo ottimista e sbrigativo e qualcuno potrebbe lamentarsi di una certa ellitticità di alcuni elementi (su tutti: la decifrazione del linguaggio).

Tomastich 4/02/17 10:16 - 1255 commenti

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Un quasi-capolavoro. Denis Villeneuve prende uno dei racconti più toccanti di Ted Chiang e costruisce la sua storia universale fatta di linguaggio e di teorie sulla concezione del tempo attraverso una lingua nuova, la lingua degli alieni. Film immenso per pacatezza, eleganza e messaggio micro e macro. Più che all'Oscar andrebbe candidato al Nobel per la pace.

Lou 17/03/17 18:19 - 1119 commenti

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La fantascienza di Villeneuve è apprezzabile in quanto intimista e meno basata sugli effetti speciali spettacolari tipici del genere. Di fronte all'arrivo degli alieni sulla Terra, a bordo dei loro strani gusci sospesi, l'attenzione si concentra sul personaggio positivo di Louise, l'intensa Amy Adams, che si batte meritoriamente per comprendere il linguaggio ed evitare il ricorso alla violenza. Risulta però poco comprensibile e affrettato lo sviluppo finale, frutto delle capacità predittive indotte dalla circolarità del linguaggio.

Giùan 21/03/17 09:53 - 4528 commenti

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Insisto nella convinzione che Villeneuve dovrebbe distillare un talento che invece preferisce "spendere" in opere; Arrival ne è una chiara testimonianza, di innegabile spessore autoriale ma slegato e parcellare. Così a mancare in questo "monolito" di fantascienza adulta non son certo le splendide invenzioni scenografiche (l'astronave) e metalinguistiche (la scrittura "aliena"), ma un amalgama drammaturgico che dia sostanza a quello che risulta un "trucco" temporale che sobilla il patetismo dello spettatore. Splendida Adams, succedaneo Renner.

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Redeyes 18/04/17 08:00 - 2442 commenti

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Fantascienza come sfondo per una bella storia. Villenueve ha carattere e doti e ne ha preso coscienza. Capisco il bell'impianto e una notevole Adams, ma purtroppo fatico anche a sostenere uno svolgimento spesso faticoso e nebuloso. In questa macchina perfetta mal colloco questi alieni in stile Simpsons, che mugolano e poco più. Il linguaggio è un dono che, però, giunge con ripetute incongruenze di sceneggiatura e un passato eccessivamente cupo. La mia tavoletta Mahjong direbbe: pretenzioso.

Myvincent 19/04/17 08:46 - 3721 commenti

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Un po' come La cosa da un altro mondo aggiornato ai giorni nostri e con un'ipotesi interpretativa più pacifista, racconta di un plurimo sbarco dei fantomatici alieni sulla terra. L'idea originale è nello sviluppare una modalità comunicativa con loro, scevra da modelli legati al genere umano. A parte il ritmo un po' lento, si fa apprezzare per le soluzioni narrative per niente banali e per una Amy Adams sempre all'altezza delle situazioni.
MEMORABILE: Gli UFO a forma di grossi polipi con tanto di tentacoli.

Il ferrini 3/05/17 01:37 - 2337 commenti

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Se il tema della comunicazione con gli alieni non fosse stata affrontata da Spielberg molto prima e molto meglio si potrebbe dire che siamo di fronte a un film interessante e se le gigantesche piovre aliene in CGI non le avessimo già viste grazie a Gareth Edwards, diremmo pure che è innovativo. Se i cinesi e i russi non fossero per l'ennesima volta i comunisti brutti e cattivi che non vedono l'ora di tirare bombe potremmo perfino stupirci, stesso dicasi se non ci avessero infilato a forza la solita bambina malata. Si salva la Adams e poco più.

Ira72 10/05/17 10:55 - 1305 commenti

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Più originale di altri film analoghi, senza però essere poi così originale. Molti, purtroppo, i luoghi comuni presenti nella sceneggiatura, già visti e rivisti in tanti film americani che contrappongono il proprio buonismo alla crudeltà russa e/o cinese, l'inevitabile storia romantica tra i due protagonisti e il dramma della bambina incurabile. La Adams è comunque una certezza e riscatta non poco quanto sopra. Il ritmo è piuttosto lento, ma la regia accurata e di classe. Nulla di memorabile ma nemmeno una ciofeca.

Jandileida 12/05/17 10:41 - 1558 commenti

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La fantascienza, si sa, offre la possibilità di provare a capire dove va l'umanità e il confronto con "l'alieno" spesso è un squarcio sulla nostra anima. Il solco in cui si inserisce Villeneuve è quindi già ben tracciato: lasciati ad altri gli scoppi e le bombe, qui si prova a dialogare. Ed è proprio questa la parte migliore del film, con la scoperta reciproca degli alfabeti e delle strategie comunicative. Le derive malickiane e pure un po' new age à la Cohelo lasciano invece il tempo che trovano. Ritmo tendente al lento ma il solido cast regge bene.

Piero68 9/10/17 10:14 - 2955 commenti

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Da salvare l'idea e i primi 20-30 minuti, sicuramente vincenti. Ma quando poi la sceneggiatura prova ad andare in profondità cercando persino di inserire pensieri filosofici e metafisici sullo scorrere del tempo, non solo il tutto diventa noia allo stato puro, ma addirittura, in qualche caso, rasenta il ridicolo involontario. Senza un perché il personaggio di Renner e con un Whitaker molto al di sotto dei suoi standard. Buoni alcuni effetti ma comunque sempre fini a loro stessi. Questa volta Villeneuve, regista talentuoso, non convince fino in fondo.

Thedude94 9/10/17 23:13 - 1084 commenti

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Splendida interpretazione della Adams, che riesce allo stesso a mantenere alta la tensione e a farci emozionare genuinamente. La sceneggiatura è ottima, la regia pure, così come magnificenti sono le scenografie e gli effetti visivi e sonori. La fotografia alterna bene colori scuri e brillanti; le prove degli attori di supporto sono sufficienti, ma la protagonista ha tutto il film dalla sua parte. Villeneuve si conferma su alti livelli.

Black hole 10/10/17 16:07 - 143 commenti

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Non mi ha convinto. La vicenda umana di Louise è indubbiamente toccante ma la costruzione fantascientifica vera e propria non decolla nonostante il sottile equilibrio tra ricordo e déjà vu che non dà allo spettatore l'esatta percezione del "quando" e del "dove". Il desiderio di fondere il dolore per la perdita, la voglia di comunicare anche per comprendere meglio ciò che ci portiamo dentro, dall'infinito cosmico all'infinitesimale della nostra essenza, non ha prodotto un risultato del tutto riuscito, a cominciare dalla "controparte" aliena.

Tarabas 17/10/17 14:31 - 1878 commenti

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Due visioni sono servite per capire che l'impatto emotivo del film non rischiava di ottundere il mio giudizio. Quell'impatto era - ed è - il fondamento del mio giudizio sul film. Il passaggio chiave della trama è oggettivamente debole, ma mai come in questo caso fermarsi lì sarebbe pedanteria inutile e dannosa. La storia è potente e profonda, la messa in scena intensa, elegante, emozionante. Alcuni dettagli sono poco convincenti, alcune scene "chiamano" l'effetto, ma questo è un film dallo spessore non comune in una confezione d'alta classe.
MEMORABILE: Il montaggio delle scene con la piccola Hannah è meraviglioso.

Hackett 24/10/17 07:56 - 1865 commenti

I gusti di Hackett

Figlio diretto di una nuova concezione della fantascienza inaugurata da Interstellar ma in fondo sempre esistita e insita nel cinema del passato (dal miglior Spielberg a film come Contact), questo film parte dal pretesto di indagare nei luoghi più remoti dello spazio profondo per finire invece a esplorare le intimità più nascoste dell'animo umano: insicuro, fragile, desideroso ma spaventato dall'idea di conoscere il futuro. Film realizzato con classe; immagini splendide e un montaggio efficace.

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Pumpkh75 7/12/17 14:31 - 1735 commenti

I gusti di Pumpkh75

Interessa poco discutere del talento registico di Villeneuve o della bravura indiscussa della Adams, degli strepitosi effetti speciali o dello scopo e della missione di altri mondi. Quel che resta della visione è una potenza emozionale pura e cristallina, distruttiva e consolatoria, enigmatica e quasi primordiale: mi bastano gli occhi gonfi di lacrime, il cuore sballato, i pensieri ondeggianti. I tempi cambiano, così come le sensibilità: massimo onore se è il cinema a rivelarlo alla coscienza. Il mio io, intimamente, è grato.

Pinhead80 27/12/17 15:15 - 4715 commenti

I gusti di Pinhead80

I film di Villeneuve obbligano a un certo sforzo mentale per poterne capire appieno il significato. Anche Arrival non fa eccezione, ma il finale riesce in qualche modo a sbrogliare l'intricata matassa spazio-temporale in cui il regista ci aveva sapientemente imbrigliato. L'incomunicabilità tra le parti è sempre la causa della maggior parte delle incomprensioni umane, figuriamoci cosa può accadere quando di fronte troviamo una specie aliena. La fattura come al solito è ottima e gli interrogativi si sprecano.

Enzus79 4/02/18 10:34 - 2863 commenti

I gusti di Enzus79

Bel film di fantascienza, che nonostante sia abbastanza lento è apprezzabile sotto molti punti di vista. Evidentemente riconducibile a film spielberghiani (Incontri ravvicinati) di Zemeckis (Contact) e Interstellar, la storia è comunque coinvolgente con il suo filo logico. Ottima l'interpretazione della Adams (che si conferma una delle migliori attrici oggi in circolazione).

Paulaster 19/07/18 11:16 - 4373 commenti

I gusti di Paulaster

Gli alieni arrivano per comunicare. Interessante il focus sul linguaggio, anche se si scontra con inevitabili forzature (i sottotitoli) ed equivoci per favorire la bellicosità umana. Anche la faccenda del prevedere il futuro ha gli stessi difetti (la chiamata al presidente cinese). Chiusura con immagini alla Malick dove il motivo dell'abbandono del marito sembra di minore importanza. Comunque gran confezione nella quale Villeneuve sa ricreare ottimi ambienti fantascientifici.
MEMORABILE: L'esempio della parola "canguro".

Jdelarge 19/11/18 20:04 - 1000 commenti

I gusti di Jdelarge

Un'ottima idea, filmata in maniera a tratti molto interessante, non viene valorizzata troppo dagli effettivi sviluppi della trama, che si perdono in una verbosità eccessiva che non trova una corrispondenza adeguata con lo svolgimento della storia, la quale passa da una situazione complessa a un'altra senza che vengano fugati i dubbi che le molte parole sollevavano. Fotografia e sonoro di qualità, ma il resto è mediocre, con grande rammarico.

Schramm 5/01/19 16:52 - 3490 commenti

I gusti di Schramm

Villeneuve ricodifica la sci-fi 2001 volte tanto (l’ovolite dal chissà quando, sibillino ma non muto, che cortocircuita soma e sema, lingua e linguaggio, amore e morte, kronos kairos e aion) trapiantandola sul rendez-vous come l’avrebbe immaginato la Socìetas Raffaello Sanzio e spalmando tutto di crema dopo-Solaris; ma la superba pantomima di Stanley e/o Andrej ha un prezzo – proibitivo, anche. Se poi si ruzzola voluttuosi per le rampe del manicheismo geopolitico e della new age il banco chiude. C’è quell’intonare “e piovre piovre sul nostro amor!" a rilanciare, che fa socchiudere un occhio.

Modo 13/04/19 00:45 - 948 commenti

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Film di fantascienza interessante e "maturo" in cui la semantica è a stretto rapporto con gli eventi futuri e passati. Un approccio con gli alieni singolare e a tratti suggestivo. Capovolgere lo spazio temporale è sempre un'arma a doppio taglio, ma in questo caso il regista riesce a svincolarsi senza troppi fuochi pirotecnici. Vengono messi a nudo i sentimenti profondi tra madre e figlia, con un finale un po' leggerino (come del resto era accaduto anche a Nolan in Interstellar). Ottima nella parte Amy Adams, il resto del cast nella norma.

Gabigol 29/06/19 07:26 - 569 commenti

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Il linguaggio è testimone del percorso di un gruppo, crea barriere tra diversi e si configura come chiave di volta nella recezione della realtà. Il presupposto di Arrival è di quelli potenti (ben supportato da Ted Chiang con la controparte cartacea); se poi si introduce la circolarità del tempo, sembra che si possano toccare vette inarrivabili. Purtroppo non è così: il tema ha una portata così ampia che il vedere tutto risolversi con paradossi temporali e sfera privata ha un che di insoluto, di troppo ridimensionato. Bella esperienza, comunque.
MEMORABILE: La preparazione che precede il primo contatto, emozionante; "Chi è questa bambina?".

Anthonyvm 19/11/19 18:20 - 5612 commenti

I gusti di Anthonyvm

Una favola matura, delicata e coinvolgente, affascinante come ogni film di fantascienza che si rispetti. Villeneuve parte da uno dei più gettonati presupposti della sci-fi (l'arrivo di alieni sulla Terra) per lanciare un messaggio confortante e positivo, esaltando la comunicazione e la comprensione quali strumenti contro le guerre e i pregiudizi. Ci si perde un po' nel finale, con paradossi temporali e riflessioni intime sull'amore che, per qualche superficialità di troppo, non sembrano perfettamente armonizzate col resto. Comunque da vedere.
MEMORABILE: Lo sguardo della Adams quando si trova faccia a faccia con gli alieni; Gli eptapodi, curiosi calamaroni aracnidei; Il "flashback" con colpo di scena.

Rufus68 16/12/19 23:25 - 3818 commenti

I gusti di Rufus68

Villeneuve confonde la pretestuosa complessità con la profondità metafisica. La profondità non è mai attinta; la complessità, invece, mai dominata artisticamente, si rivela solo un vago guazzabuglio: a tratti magari suggestivo (specie nel primo quarto d'ora), ma alla lunga frastornante per l'evidente gratuità dei passaggi (il)logici (i salti temporali, la catena di comando). Adams leggera per il ruolo, impalpabili gli altri. Non manca la mocciosa.

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Bubobubo 23/03/20 18:02 - 1847 commenti

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L'uroboro dell'esistenza: ciò che è stato in passato scivola già verso il futuro, palesandosi fugacemente in un presente che non cessa mai di scomparire. Così la sua rappresentazione linguistica. Cambierebbe forse qualcosa se, invece di limitarsi a evocare molteplicità di spaziotempi, il linguaggio li ricomprendesse per sua costituzione? Sapir-Whorf a parte, il tema è inedito e intrigante. Manca, paradossalmente, il giusto risalto: il focus della narrazione è, evidentemente, sulla protagonista (ottima Adams) e sulle sue scelte. "Solo" buono.
MEMORABILE: Anche se ancillare ai fini ultimi del soggetto, meritava un adeguato minutaggio il processo di decodificazione del linguaggio alieno.

Pigro 9/07/20 09:39 - 9623 commenti

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Decolla come un poema emozionale di Malick e approda come un rebus temporale di Shyamalan (con qualche buco di senso): nel mezzo, la fascinazione di un incontro possibile tra umani disorientati e alieni calamareschi, sul filo ardito dell’interpretazione linguistica. Proprio il confronto semantico e il notevole tocco visivo e registico fanno volare il film, riuscendo a risucchiare lo spettatore nei gangli di un enigma assoluto, che porta in secondo piano il pur interessante significato (la ricerca del dialogo come chiave della convivenza).

Silvestro 8/04/21 23:17 - 357 commenti

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Un film di fantascienza a suo modo originale, sicuramente non perfetto (in certi punti è  troppo lento e interlocutorio), ma per alcuni aspetti accattivante. Il valore aggiunto sta senz'altro nel finale, che dà una luce differente all'intera opera. Insomma, nel complesso una pellicola non indimenticabile ma che ha una sua dignità e alcuni punti di grande interesse.

Giapo 11/05/22 10:57 - 242 commenti

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Film fantascientifico dalla tematica filosofica affascinante ma che non è rappresentata in modo credibile, con il risultato di generare più confusione che coinvolgimento. Confonde anche la narrazione che, oltre a soffrire di una considerevole lentezza (ormai un marchio di fabbrica del buon Villeneuve), si concentra per lunghi tratti sul mistero della decifrazione del linguaggio per poi risolvere la questione in modo semplicistico. Rimane un buon esercizio di stile, con un finale riuscito e commovente, ma che non convince fino in fondo.

Faggi 22/05/23 22:28 - 1548 commenti

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Fantascienza incentrata sulla sospensione emotiva e sul problema della comunicazione tra umani e alieni. Si avranno enigmi di ardua decifrazione. Il film ha fascino e mistero e riesce, specie in tutta la prima parte, a incuriosire notevolmente. Colpiscono certe soluzioni figurative (le astronavi, gli esseri extraterrestri nel loro ambiente, il tipo di contatto linguistico). Buona la musica.

Teddy 24/05/23 03:17 - 808 commenti

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Dentro l’involucro del nuovo, sterilizzato cinema fantastico, l’immagine cupa ma avvolgente di una dimensione “altra”, tra voragini emotive e profondità subliminali. Non perfettamente calibrato nel ritmo, è comunque un film di indubbio fascino, accattivante sia sul piano della comunicazione che su quello della messinscena. Indimenticabile la Adams, il cui volto è un infinito cielo di sensazioni.

MAOraNza 2/01/24 23:30 - 243 commenti

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Stupefacente e commovente. Villeneuve ha appreso e rielaborato la visione spielberghiana e confeziona un film veramente notevole, con uno stile magico e credibile. Gli "alieni" arrivano, sospesi tra l'onirico e il reale, cercano di comunicare, offrono una soluzione che non viene subito compresa dai "potenti" della Terra. Ci vuole la delicatezza di una strepitosa Amy Adams a rendere la visita extraterrestre qualcosa di diverso dall'Independence Day cui siamo abituati. Una riflessione profonda sul senso della vita. Grandi fotografia e sonoro (candidati agli Oscar).

Medicinema 6/01/24 22:59 - 122 commenti

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Chi si aspetta scontri ed esplosioni ha sbagliato pellicola: Villeneuve propone un'opera verbosa, buia, lenta, quasi teatrale, con pochi veri interpreti da affiancare ai "gusci" e ai misteriosi alieni a sette piedi (eptapodi). Si ritorna quasi a una fantascienza delle origini, in cui a farla da padroni sono il rapporto uomo-alieno e il messaggio di fondo veicolato da questa interazione, che qui sottolinea un'umanità diffidente, poco riflessiva e collaborativa. Un purista della fantascienza lo apprezzerà, non indicato se si ha intenzione di spegnere il cervello.
MEMORABILE: L'arrivo dei gusci, improvviso e glaciale.
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  • Discussione Poppo • 1/02/17 00:23
    Galoppino - 465 interventi
    Zender ebbe a dire:
    Daniela ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Zender & Daniela :

    https://www.davinotti.com/film/epoch/3832


    Beccato: Grazie!!!!!
    Pensa, l'avevo tanto rimosso da non ricordare che era un roccione quello in locandina e non un'astronave.

    Non son certissimo che sia questo. Io la ricordavo proprio precisa o quasi. Probabilmente però mi sbaglio io e sarà questo.



    All'inizio di Prometheus c'è questa immagine
    http://i.imgur.com/Pb7BP.jpg
  • Discussione Daniela • 1/02/17 01:18
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    Grazie Poppo del suggerimento, effettivamente questa immagine è molto più simile alla navi spaziali di Arrival di quanto non sia il roccione di Epoch, anche se è proprio la locandina di quest'ultimo film (una mezza ciofeca ad essere benevoli) che tentavo invano di ricordare.
    Ultima modifica: 1/02/17 01:21 da Daniela
  • Discussione Poppo • 1/02/17 11:08
    Galoppino - 465 interventi
    L'immagine sopra non è esattamente un fotogramma dal film Prometheus, ma nelle scene iniziali del film di Scott vediamo un immenso disco (astronave degli Ingegneri) sopra la vallata/cascata, mettersi in verticale; il tutto dura solo pochi secondi (come molte delle magnifiche immagini di Prometheus...) ed è peraltro accompagnato da un sonoro roboante che ricorda, in qualche maniera, la sonorizzazione "aliena" di Arrival.

    Ora che ci penso anche la misteriosa sonda "cetacea" in Star Trek IV ha diverse cose in comune col fagiolone di Arrival: la classica forma a sigaro o allungata che appartiene all'immaginario ufologico come opposizione al disco, il suono stile "canto di balena", la superficie scura, etc...
    Ultima modifica: 1/02/17 11:11 da Poppo
  • Curiosità Zender • 28/02/17 14:30
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Oscar 2017 come miglior montaggio sonoro (Sylvain Bellemare).
  • Discussione Capannelle • 22/03/17 14:03
    Scrivano - 3471 interventi
    Mi riconosco nella recensione di Giuan, che certamente riconosce il valore del regista, e gli chiedo se con quel "distillare" intende dire che Villenueve sta realizzando troppi film o che cosa.
  • Discussione Giùan • 24/03/17 00:26
    Controllo di gestione - 241 interventi
    Grande Capa, son intanto decisamente felice di poter condividere l'opinione su questo film con uno degli utenti che più ammiro e rispetto del nostro amato sito. Sì in effetti confermo che, dopo il picco raggiunto con Prisoners, a Villeneuve sarebbe forse convenuto ponderare più a lungo i suoi successivi progettI. E se Arrival segna decisamente un passo avanti rispetto al velleitario Sicario, nondimeno mi pare evidente come al film sarebbe giovato un piò consistente periodo di "posa"
  • Discussione Tarabas • 17/10/17 14:39
    Segretario - 2069 interventi
    Daniela ebbe a dire:

    Per quanto riguardo il film di Villeneuve, l'ho apprezzato molto. Tu osservi che "lascia più dubbi che certezze", io ho scritto ieri nel mio commento "pone tante domande senza suggerire facili risposte". Mi pare allora che, indipendentemente dai rispettivi pallini, concordiamo sul fatto che sia un film problematico, di quelli che richiedono da parte dello spettatore attenzione e pazienza.


    Concordo, così come concordo con Didda sulla debolezza del passaggio chiave della trama.
    Tuttavia, ho visto questo film come un'esperienza soprattutto emotiva, queste debolezze le perdono volentieri, soprattutto di fronte a un film coraggioso per il tema e per lo svolgimento.

    Molto bello l'articolo postato da Daniela: grazie, Doppio Zero spesso regala perle.
    Ultima modifica: 17/10/17 14:48 da Tarabas
  • Discussione Schramm • 4/01/19 19:40
    Scrivano - 7693 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Kanon ebbe a dire:
    Zender & Daniela :

    https://www.davinotti.com/film/epoch/3832


    Beccato: Grazie!!!!!
    Pensa, l'avevo tanto rimosso da non ricordare che era un roccione quello in locandina e non un'astronave.


    a me a caldo è parso assai più un fungo atomico!

    comunque questo è il villeneuve per me meno convincente del lotto. mi trovo sintonico con tutti gli appunti negativi mossi su scheda e con i commenti più tipeidi. mi ritiro per deliberare i perché e percome.

    la sola cosa di cui lo ringrazio davvero tanto è di avermi rispolverato un brano di max richter che ho amato molto e non riascoltavo da 13 anni. epperò strappacore a tutti i costi e vincofacile abbinato a questo contesto.

    andrà meglio col sicario? ma soprattutto: sono l'unico ad averci visto un presuntuoso, incosciente e più che parzialmente fallimentare tentativo di ricodifica di 2001 e solaris?!
    Ultima modifica: 4/01/19 19:41 da Schramm
  • Discussione Capannelle • 5/01/19 19:04
    Scrivano - 3471 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    la sola cosa di cui lo ringrazio davvero tanto è di avermi rispolverato un brano di max richter che ho amato molto e non riascoltavo da 13 anni. epperò strappacore a tutti i costi e vincofacile abbinato a questo contesto.
    La colonna sonora e l'interpretazione della Adams sono in effetti le due calamite più potenti per rivederlo. Sul resto si può discutere.

    Sono convinto che con Sicario andrà meglio.
  • Discussione Schramm • 6/01/19 13:00
    Scrivano - 7693 interventi
    a me la sola cosa che ha davvero convinto (e salvato il film da una supplementare severità di giudizio) è il modo in cui viene rappresentato l'incontro, specie il primo: tutto ieratica rarefazione, non solo formale, ma anche comunicativa - brillante l'idea di usare seppie king size per un linguaggio neografemico fondato sul principio circolare anziché lineare: un circolo che perverte a spirale il senso, il tempo, la comunicazione e di conseguenza la spazialità aristotelicamente intesa. è un momento dove tutto va in crisi, spostandosi di 180°.

    il resto (il cripto-ricapitolare 2001 e solaris, la manichea gestione geopolitica della situazione, l'interstellarità che si sfarina in burletta new age da due soldi) mi pare gli sia sfuggito maldestramente di mano, oscillando tra un algido intellettualismo (anche troppo calcolato) e una ruffianeria che spancia nel pacchiano.
    Ultima modifica: 6/01/19 15:43 da Schramm