Nuovo capitolo della saga horror più celebre e celebrata degli Anni Novanta, apprezzata per una volta anche da molti critici esterni al genere. Per chiudere la trilogia l'autore principale - lo sceneggiatore "cool" Kevin Williamson - si riserva solo la produzione lasciando il campo libero a Wes Craven il quale, finalmente libero dai fastidiosi richiami ossessivi alla citazione e al riciclo mascherato di ogni stereotipo horror, confeziona un'opera più simile al suo NIGHTMARE - NUOVO INCUBO, nella quale però i continui rimandi tra la sceneggiatura reale e quella del film nel film ("Stab 3")...Leggi tutto sono meno invasivi e lasciano più spazio al thriller vero e proprio, che si avvale di un soggetto non nuovo ma almeno intrigante: il killer questa volta riporta alla luce un periodo oscuro nella vita di Maureen Prescott, la madre della perseguitata abituale Sidney (Neve Campbell), con implicazioni hollywoodiane nel cinema (horror, naturalmente) di serie B. I protagonisti sono ancora Neve Campbell, David Arquette (Linus) e Courteney Cox Arquette (la giornalista scrittrice Gale Weathers), con Wes Craven che punta più al terrore classico che alla pseudo-parodia. Le concessioni alle trovate "alla Williamson" (tipo "ecco le regole di ogni trilogia horror") sembrano omaggi posticci, perché la storia è da thriller puro e il film ne guadagna, abbandonando quasi del tutto i pretestuosi ammiccamenti ai “nemici del genere", l'ironia sciocca da teenager, per rituffarsi nel cinema che tanto ha dato a Wes Craven. Il quale, da parte sua, conferma un'estrema padronanza della macchina da presa e una profonda conoscenza dei meccanismi del terrore. Una parziale rinascita. Banale ma..
Kevin Williamson, supportato da Ehren Kruger (The Ring, The Ring 2, The Skeleton Key), pone in essere una sceneggiatura di certo interesse, quasi metacinematografica, ma sviluppata in maniera pedestre dal regista, intento solo a depauperare una serie prolifica (economicamente). Il risultato finale è decisamente irritante, per via della potenzialità intrinseca al soggetto, sminuita dalla regia screanzata e dalle interpretazioni al limite del parodistico: non a caso sarà ispiratore di pellicole "caricaturali", tipo Scary Movie...
Ultimo (Sul serio?) capitolo della serie che rilanciò la carriera appannata di Wes Craven. E in fase calante come qualità. Se il primo era un film eccellente, il secondo già
mediocre, questo è del tutto trascurabile, pessimo. La storia non ha molto da dire e si limita a scopiazzare i film precedenti. I personaggi sono diventati pure macchiette e le scene gore sono di quarta e anche quinta categoria. Tolti la Campbell, Arquette, Schreiber e Henriksen, il resto del cast è decisamente mediocre. Trascurabile.
Giunto al terzo capitolo della sua saga, Craven si ripete stancamente senza inventiva ed originalità mostrando di aver perso anche quell’ironia (e autoironia) che aveva palesato nei primi due capitoli. Il film, infatti, è piuttosto scontato e prevedibile, compresa la soluzione finale, mentre gli spaventi e la tensione sono davvero ridotti ai minimi termini. Esornative e qualunquiste anche le, sporadiche, considerazioni sul genere.
Ufficialmente capitolo conclusivo, anche se in America sta per uscire Scream 4. Colpi di scena piuttosto blandi, violenza nella media, personaggi storici sopravvisuti due capitoli fatti fuori, identità del colpevole abbastanza ridicola. Un minimo di atmosfera nel finale, ma il film arriva scarsamente alla sufficienza. Doveva finire al primo capitolo.
Capitolo (per ora) conclusivo della saga di Scream, questo firmato da Wes Craven è senza dubbio l'episodio più "citazionista" della serie a partire dall'inizio alquanto riuscito e suggestivo (morti su un set cinematogfrafico ispirato proprio ai fatti di Scream). Purtroppo il resto del film non mantiene le incoraggianti premesse e si presenta all'insegna della prevedibilità di sceneggiatura con personaggi ormai vuoti e privi di interesse. Occasione sprecata.
Il film continua a prendere la piega presa da Scream 2, ossia non più quella dello slasher, ma del giallo. Il film ne guadagna senz'altro, dando una conclusione alla storia di fondo della trilogia (cosa è successo a Maureen Prescott?). Purtroppo questo capitolo lambisce il ridicolo in più di una scena (il killer che tira il coltello in fronte a Linus, la scena del detector e molte altre), avvicinandosi pericolosamente al parodistico (del resto poco dopo uscirà Scary Movie). Sangue minimo, suspence discreta. Lo ricordavo peggio comunque.
MEMORABILE: La sparatoria sull'armadio dalle ante doubleface.
Arrivati al terzo episodio la serie mostra un po' la corda; rimangono molte trovate brillanti, ben fatta la parabola metacinematografica, ma l'ironia si annebbia, le vicende si arrotolano su loro stesse. Intendiamoci, il film rimane di buona fattura, Craven non ha perso la mano, ma tutto ormai sa un pò di già visto. La trilogia nel suo complesso rimane un fondamentale del cinema horror.
L'ho rivisto ieri e ne sono rimasto deluso. Intendiamoci, la sceneggiatura (non più affidata a Williamson) è già vista ma ben congegnata, il finale è teso e certo riuscito, ma è tutto il resto a non convincermi. Sarà che a me non piacciono le contaminazioni horror-commedia, ma in più di una scena sembra di assistere ad uno dei tanti "scary movie" parodistici. Ci mette anche del suo Craven, che dimostra mestiere in certe scene davvero tese ma poi offre una regia piatta e poco felice. Molto meglio il primo capitolo e l'ultimo.
MEMORABILE: L'aggeggino per cambiare la voce... lo voglio!
Forse l'episodio migliore. Intendiamoci, non è un buon film, ma almeno non è sterile quanto gli altri e per qualche scena (soprattutto nel finale) si salva. Purtroppo gli attimi di terrore sono quasi inesistenti e i momenti di divertimento involontario sono ben presenti. Fortunatamente il movente ha almeno una raison d'etre. Mediocre!
Indubbiamente più action thriller che horror, al terzo episodio la saga inizia a mostrare qualche cedimento pur restando un buon intrattenimento. La fusione fra personaggi di "Stab" e personaggi reali ormai è del tutto compiuta e questo porta freschezza e humor, mentre il continuo rimando al primo film e all'omicidio della madre di Sidney può risultare ripetitivo. Comunque ci sono un ritmo incalzante, belle scene di omicidi e un confronto finale davvero imperdibile. Buona la prova dell'ormai consolidato terzetto di protagonisti.
MEMORABILE: L'inseguimento sul set della casa di Sidney.
Col cambio di sceneggiatore la storia ci guadagna e non poco: qui vengono approfondite le figure dei protagonisti, in particolar modo di Sidney, entrando finalmente in una storia che strizza l'occhio più al thriller a tinte forti che al canonico slasher. Meno citazioni e più fatti, anche meno esagerazioni, soprattutto rispetto al secondo capitolo e un finale a sorpresa che funziona. Solo ci si chiede: ma in quanti hanno deciso di indossare la maschera di Ghostface per i loro fini?
MEMORABILE: Lo smascheramento finale di Ghostface.
Ormai rinunciatario a ogni suspance, Craven prova a rivitalizzare il suo Scream con continui richiami agli episodi precedenti e al mondo hollywoodiano in genere, non rendendosi conto che la sostanza rimane però invariata. L'assassino esce ormai come i cavoli a merenda, l'evoluzione della storia è sempre la stessa, il finale stiracchiatissimo non suscita il minimo interesse. L'unica cosa che cambia è la pettinatura della Cox. Probabilmente era il caso di fermarsi al primo episodio.
La saga continua e alla terza tappa minimizza gli eccessi da blockbuster giovanilistico chiarendo, non senza una certa sensibilità psicologica, fatti e personaggi all’origine del capostipite. Tornano altresì la medesima struttura del prologo, il gioco delle autocitazioni, rimandi tra fiction e realtà - qui financo strumenti metalinguistici per rivelare i lati burrascosi e oscuri di Hollywood – e malizie thrilling tipicamente alla Craven, specie quelle in cui il killer interagisce con le vittime tramite la sceneggiatura metafilmica o, al telefono, assumendo una voce identica alla loro.
MEMORABILE: Il killer nascosto tra i costumi di scena; la videocassetta di Randy; la casa ricostruita in studio; Sidney che stringe la mano al killer morente.
Fedele alla formula dei precedenti episodi, il terzo capitolo della serie non si distingue per originalità ma si impone (momentaneamente) lo scopo di chiudere la trilogia. Quale miglior occasione che approfittare dello spazio creativo dato dal cinema nel cinema? Eccoci trasportati ad Hollywood all'interno del set del film ispirato agli omicidi del primo Scream. Il cambio d'aria serve a mescolare un po' le carte ma sostanzialmente le frecce all'arco di Craven restano le stesse: omicidi veloci efferati ed ironici. Consigliato solo dopo la visione.
Terzo capitolo nella saga dell'uomo mascherato post-litteram, che si fa notare per i ritmi velocissimi e la trama solo in apparenza confusa. Pare di assistere a un film in fast forward. Ansiogeno e curatissimo, mescola azione, horror e pseudo-drammi mettendo il tutto a servizio dell'aspetto più commerciale, con risultati né positivi né negativi.
Giunta al capitolo finale (almeno fino al 2011), la trilogia si mangia letteralmente la coda: il nuovo Ghostface prende di mira il cast del film ispirato ai delitti di Woodsboro. Craven non lesina sull'ironia metafilmica, sfiorando in alcuni punti la parodia ma imbastendo comunque degli omicidi efferati. Sfortunatamente, la trama non è all'altezza degli eventi del primo film, ai quali si ricollega raccontando la vera storia della madre di Sidney. Oltre al trio protagonista, spiaccano solo Henriksen e Schreiber. Discreto ma non necessario.
Craven fa tris e la sua mano è più riconoscibile che mai (l'incubo di Sidney col fantasma della madre alla finestra, la sceneggiatura metacinematografica alla Nuovo incubo, Sidney a tu per tu con il killer nella casa set, il serpente durante lo zapping in tv), anche se il finale è tirato per le lunghe, la violenza minima e indolore, gli omicidi da tv movie, il movente del killer e la storia di Maureen Prescott attrice di horroretti alquanto farlocchi e poco credibili. Geniale l'incipt tipicamente craveniano, così come l'ultima immagine che chiude il film.
MEMORABILE: L'incubo di Sidney dello spettro della madre, torna il Craven onirico finalmente!; Sidney rincorsa dal killer per tutta la casa set; Henriksen sgozzato.
Se già il secondo episodio era evitabile, pur avendo ancora qualche cartuccia da sparare (almeno a livello di puro entertainment), qui si raschia veramente il fondo del barile. Come già nel precedente la sceneggiatura è di un pretestuoso irritante e il meccanismo del classico "whodunit" è disonesto; la risoluzione finale poi è quanto di più patetico di possa credere. Si salvano la confezione professionale e una bella scena (lo scontro nella casa-set), il resto è solo per fan sfegatati della saga, anche se rischiano di rimaner delusi pure loro.
Il terzo episodio è peggiore del secondo (e non era facile). Guardandolo si ha sempre di più la sensazione di un'operazione commerciale in cui l'esercizio di ricostruire la storia originale viene vanificato dal resto della pellicola: le scene di suspense sono sempre di meno e meno intense rispetto ai precedenti episodi; la storia tra Riley e Weathers e la loro continua presenza inizia a astancare; il cast di "Squartati 3" è odioso, così come il killer "supersovrumano" e gli atteggiamenti dei protagonisti in pericolo. Molto male.
Se il migliore resta il secondo, il terzo lo attacca da vicino! Il numero del fax è impagabile, ed è il non plus ultra la VHS di Randy (anche perché ciò che dice vale per qualsiasi trilogia, non solo per l'horror). Abbiamo poi una Sidney che prova sentimenti contrastanti per il compendiatore appunto di questa trilogia, che proprio nulla ha lasciato al caso e una Carrie Fisher che fa una comparsa che più tagliente non avrebbe mai potuto essere. Inutile Wes, sei un genio, ma quella virata da regista mediocre nel quarto non me la dovevi fare. Non era da te...
MEMORABILE: La doppia vita e soprattutto le foto di Maureen.
Tolti i primissimi minuti si sprofonda nella noia totale... tutto il film è un pallido contorno alle uniche scene interessanti, cioè quelle in cui compare l'assassino. Gli omicidi sono ben girati e la suspence non manca, ma finisce lì. Già all'epoca non se ne sentiva la necessità, ma addirittura ha generato poi ogni sorta di seguiti.
Giunti al terzo capitolo, che in un primo momento avrebbe dovuto essere anche l'ultimo, la storia non si schioda dal solito cliché della serie: sorta di metacinematografia mista a citazionismo e autocitazionismo da parte di Craven. Meno male che a tirare su la cifra di questo ennesimo mezzo flop c'è un cast ben nutrito che va oltre ai soliti volti della saga: Henriksen, Dempsey, la Fischer, Schreiber. Ma la sceneggiatura ristagna e per la terza volta Craven riesce a perdersi in un bicchiere d'acqua. Abbastanza insulso il finale.
Sicuramente il peggiore della serie. Il meccanismo metacinematografico ormai ha estenuato, i siparietti semi-comici sono indigeribili e inopportuni (il punto più basso: quando passano Jay e Silent Bob), alcuni personaggi sono veramente inseriti a forza (Jenny McCarthy), la galleria di volti noti stanca, la vicenda di vendetta e frustrazioni varie è troppo tirata. Craven sembra poco convinto dell'operazione e tira a campare (incipit a parte che è, come in tutti gli episodi, la parte migliore del film). Sarà un po' meglio il 4.
Era arduo reinventarsi per la seconda volta, ma Wes Craven utilizza un espediente già utilizzato nel suo Nightmare 7: quello di narrare le gesta dei protagonisti nei pressi di un set cinematografico in cui si svolgono le riprese di un film ispirato alle vicende viste nei capitoli precedenti. Contorto? Forse, ma è un giochino che riesce bene, specie per gli appassionati e i lavoratori del cinema. Date le nuove regole si potrebbe considerare un prodotto più originale rispetto al secondo capitolo e riesce in parte a stupire, dall'altra a deludere.
Si prosegue ancora sulla scia metacinematografica, intersecando i diversi livelli come scatole cinesi. Per fortuna questa volta quella componente giovanilistica ebete e fastidiosa che aveva caratterizzato i precedenti episodi viene meno. Anche il citazionismo diminuisce e per la piega che stava prendendo è un bene. Qualche eco del vecchio Craven è appena percettibile e il finale, lungo anche qui, è buono. La durata complessiva è sempre esagerata e se vogliamo anche ingiustificata per un film del genere, discreto ma nulla più.
Un bel gioco dura poco; e già il secondo capitolo mostrava qualche debolezza rispetto all'originale. Il terzo è già di troppo: a parte un ottimo incipit (che tutto sommato sono la parte migliore di ogni film della saga), la storia si trascina in maniera volenterosa ma poco verosimile, con retroscena forzati che cercano in tutti i modi di dare nuovo materiale su cui lavorare. Come slasher a sé non è pessimo, la mano professionale di Craven si vede e i personaggi ormai sono simpatici un po' a tutti. Non basta, però. Brutta resa dei conti finale.
MEMORABILE: Il videomessaggio post-mortem di Randy; Le apparizioni spettrali della madre di Sidney.
Quello che sembrava l'atto finale di quella che sembrava una trilogia, mostra inevitabili segnali di stanchezza. L'idea del film nel film rischia di aumentare la confusione e l'espediente di riesumare il passato della madre di Sidney appare un po' forzato. In compenso la componente giovanilistica viene rimpiazzata da un umorismo più consapevole, i delitti bene o male funzionano, il cast non demerita e il ritmo è sempre sostenuto. Va assolutamente visto dopo i due precedenti, con i quali condivide anche una durata un filino eccessiva.
La saga, che riprenderà nel 2011, inizia a mostrare la corda. Il film è ben girato e soprattutto ben montato, specialmente nelle scene d'azione, ma gli espedienti sono già stati tutti sfruttati e la noia è in agguato. Quel che manca, principalmente, in questo terzo film, è la tensione costante del primo e del secondo capitolo, che erano meno gialli e più thriller. Patrick Dempsey ha dei testi imbarazzanti ("Qual è il tuo horror preferito?" "La mia vita") ed è totalmente fuori parte. Cameo della "principessa Leila". Da vedere per completezza.
Ad un certo punto, un personaggio già defunto nel film precedente ricorda le tre regole vigenti nei capitoli finali delle trilogie horror: il killer non può essere ucciso con mezzi ordinari, tutti (protagonisti compresi) possono morire, gli spettri del passato torneranno in pista. Tutto molto bello, peccato manchi la quarta: inventarsi qualcosa di nuovo, dato che qui non si va oltre l'auto-referenzialità ipercitazionista e l'effetto parodistico di un assassino mascherato da urlo di Munch che continua a buscarne tante prima di ammazzare con scarsa fantasia le sue vittime.
Craven prepara gli gnocchi ma gli esce un purè: buona la suggestione di creare una trilogia dentro la trilogia con i personaggi nei panni dei personaggi ma la realizzazione è piana e molle, con la totale e ingiustificata assenza di sangue e con il movente di Ghostface che stavolta è così surreale che proprio non si regge in piedi. Campbell, Arquette e Cox sembrano realmente stanchi del ruolo, Dempsey è né carne né pesce. Il più debole della serie: si sente l’assenza allo script del vituperato Williamson.
Un n. 3 che si risolleva di qualche punto rispetto alla piattezza del capitolo precedente grazie a un intreccio thriller finalmente un minimo eleborato e ad alcune riuscite trovate registiche e di scrittura, tra autocitazioni ai due atti craveniani della saga di Nightmare e curiosi injoke metanarrativi (tra i produttori un certo Harvey Weinstein). Rimangono il problema di un ritmo non esaltante e il tentativo di rispondere alle allora già popolari parodie con delitti e agguati sempre più grotteschi e fracassoni, che cozzano con un soggetto più maturo e stratificato dei precedenti.
Terzo capitolo delle saga, vede i protagonisti sopravvissuti ai tragici eventi del passato essere nuovamente sotto scacco dell'assassino mascherato che non vuole saperne di lasciarli in pace. Rispetto al passato rimangono inalterati ritmo e suspense, ma ciò che viene a mancare è certamente l'originalità. Le uccisioni si susseguono una dopo l'altra senza soluzione di continuità sino al più classico degli epiloghi a cui ci ha abituato la saga. Il rischio, come sempre, è quello di fare un po' di confusione tra i personaggi, ma la tensione rimane alta sino alla fine.
Inizialmente previsto come il terzo e ultimo capitolo della saga (ma Craven tornerà sul luogo del delitto una decina di anni dopo), "Scream 3" riprende l'ossessiva matrice del cinema "whodunit" spostando, ancora una volta, l'attenzione sul metafilm. Ambientato in buona parte sul set del film ispirato agli omicidi di Woodsboro, è divertente solo a tratti e, in questo caso, l'omicida e le sue motivazioni sono un po' tirate per i capelli. Cast sempre nella media, battesimo del fuoco per Dempsey e una serie di divertenti cameo non bastano a salvare questo pout-pourri insipido.
Capitolo che inizialmente doveva essere il gran finale della trilogia. Craven dirige un sequel ormai prevedibile (infatti si può capire dopo cinque minuti come vada a finire) e che riprende le dinamiche dei primi due film, ma con deboli spaventi e stanchi tocchi d'ironia. Sicuramente non è un pessimo sequel e sui sottotesti politici Craven non delude mai, ma qui le dinamiche sono spinte ai limiti dell'assurdo e il tutto è giustificato in modo sciocco e macchinoso. Inoltre la fotografia non è ottima come nei capitoli precedenti.
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DiscussioneRaremirko • 29/05/13 20:27 Call center Davinotti - 3862 interventi
mmmm, sai che non lo ricordo così speranzoso?
Come fa la porta ad aprirsi da sola poi?
Secondo me era un tocco inquietante, come a dire "no, le cose non sono ancora finite"
Raremirko ebbe a dire: mmmm, sai che non lo ricordo così speranzoso?
Come fa la porta ad aprirsi da sola poi?
Secondo me era un tocco inquietante, come a dire "no, le cose non sono ancora finite"
Sai che un quarto capitolo apocrifo c'era già?
E' il pessimo Final stab di DeCoteau...
Vabbè, per me DeCoteau vale come il due di picche (senza offesa), indi per cui ...
SPOILER
La porta si apre per una folata di vento. Anch'io avrei creduto ad un finale aperto (come nel Craven migliore), ma il sorriso disteso di Sidney me lo ha subito cassato...Ora che l'incubo è finito, la porta può restare aperta (e non per nulla Sidney NON attiva il dispositivo di sicurezza accanto alla porta).
FINE SPOILER
Nessun tocco inquietante, ma una chiusa ideale piuttosto rasserenante per chiudere (quella che allora) doveva essere solo una trilogia.
DiscussioneRaremirko • 30/05/13 20:03 Call center Davinotti - 3862 interventi
Ok, capito.
Aggiungo solo che un film palesemente girato per procurarsi i soldi per poter girare poi il film con la Streep, non è che sia proprio il massimo dell'ambizione...
Dai Buio, aspetto anche il commentone per Scream 4.
Aggiungo solo che un film palesemente girato per procurarsi i soldi per poter girare poi il film con la Streep, non è che sia proprio il massimo dell'ambizione...
Dai Buio, aspetto anche il commentone per Scream 4. Forse, però il film con la Streep (La musica del cuore), viene prima di Scream 3
Stasera mi guardo il quarto, poi saprò dire...
DiscussioneRaremirko • 31/05/13 20:38 Call center Davinotti - 3862 interventi
Madò Buio non ti irritare, ho fatto una gaffe, va beh, però mi sembrava di ricordare bene il fatto che Scream 3 Craven l'avesse girato per procurarsi soldi per un altro film.
Raremirko ebbe a dire: Madò Buio non ti irritare, ho fatto una gaffe, va beh, però mi sembrava di ricordare bene il fatto che Scream 3 Craven l'avesse girato per procurarsi soldi per un altro film.
Io irritato????? Bhà...
Credo sia una notizia farlocca, visto che passeranno ben 4 anni prima che giri un altro film (Cursed)
Scrivere che La musica del cuore viene prima di Scream 3 è offensivo?
Più che altro un dato di fatto...
Fatemi capire dove sarei "irritato" a questo punto...
DiscussioneRaremirko • 31/05/13 21:07 Call center Davinotti - 3862 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: Raremirko ebbe a dire: Madò Buio non ti irritare, ho fatto una gaffe, va beh, però mi sembrava di ricordare bene il fatto che Scream 3 Craven l'avesse girato per procurarsi soldi per un altro film.
Io irritato????? Bhà...
Credo sia una notizia farlocca, visto che passeranno ben 4 anni prima che giri un altro film (Cursed)
Non ricordo proprio dove la sentii, magari potrei pure sbagliarmi.
in parte confermo quando dici che certe parti smebrano da tv movie
DiscussioneFauno • 22/04/14 13:03 Contratto a progetto - 2742 interventi
Zender, nella penultima riga c'è un una senza u. FAUNO
DiscussioneZender • 22/04/14 13:50 Capo scrivano - 47698 interventi
Non posso mai correggere prima che sia scritta la data di uscita del commento, Fauno. Se me lo dici prima non posso farlo e poi finisce che me ne dimentico.
DiscussioneFauno • 22/04/14 22:00 Contratto a progetto - 2742 interventi