Il caso Yara - Corto (2016)

Il caso Yara
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Anno: 2016
Genere: corto/mediometraggio (colore)
Note: Aka "Yara". Produzione originale Sky Italia. Documentario sul caso rdi Yara Gambirasio.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 20/07/16 DAL BENEMERITO GUGLY
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Gugly 20/07/16 09:28 - 1185 commenti

I gusti di Gugly

Analisi di un delitto che ha sconvolto l'Italia; peccato che in cinquanta minuti scarsi vengano rievocati sei anni di indagine e non emerga la peculiarità della stessa (ovvero migliaia di prelievi di DNA per scoprire il cosiddetto Ignoto1)... La voce narrante della Sarzanini è piuttosto fastidiosa come ridicolo è il suo vagare per i luoghi della vicenda; il recentissimo esito processuale a carico dell'unico imputato è attaccato in modo posticcio e si vede. Troppo concentrato, ci volevano almeno due puntate; perché tanta fretta?
MEMORABILE: L'infinita distesa del campo di Chignolo, luogo in cui la povera vittima è stata ritrovata per caso.

Piero68 21/07/16 12:37 - 2955 commenti

I gusti di Piero68

Francamente non capisco l'esigenza di un prodotto del genere e per di più siffatto. Nel Paese principe dei programmi di approfondimento di cronaca nera e delitti un documentario così limitato, rispetto all'offerta televisiva generale, lascia più dubbi che certezze. La visione non è giustificata nemmeno se si è completamente a digiuno della vicenda, visti i tanti buchi narrativi lasciati dalla produzione. Sconsigliato.

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  • Discussione Gugly • 21/07/16 10:57
    Portaborse - 4710 interventi
    Per chi non conoscesse la vicenda oggetto del documentario (invero narrata molto sinteticamente), qui un valido riassunto

    http://viapoma.altervista.org/forum/viewtopic.php?f=4&t=4&p=10514#p10514

    2010
    26 novembre 2010 - LA SCOMPARSA: Yara Gambirasio, 13 anni, esce alle 17.15 dalla sua casa di via Rampinelli a Brembate Sopra e va al centro sportivo in via Locatelli, a 700m di distanza, per consegnare alle istruttrici lo stereo da utilizzare in una gara di ginnastica ritmica in programma la domenica successiva. Alle 18.15 riceve un sms dall'amica Martina. Alle 18.30 circa esce dal centro. Alle 18.44 parte un messaggio dal cellulare di Yara, agganciato alla cella che copre Brembate. Alle 18.49 il suo cellulare riceve un altro sms dall'amica: questa volta il telefono aggancia la cella in via Natta a Mapello. Quando alle 19.11 la madre Maura la chiama, il cellulare è spento. Alle 20 la madre contatta i carabinieri.

    27 novembre 2010 - INIZIANO LE RICERCHE: Fulvio Gambirasio, alle 9.28, denuncia formalmente ai carabinieri di Ponte San Pietro la scomparsa di Yara. Considerato il carattere tranquillo della ragazza, viene scartata l'ipotesi della fuga. Iniziano le ricerche e si indaga per sequestro. La prima ipotesi del pubblico ministero Letizia Ruggeri è che Yara abbia accettato un passaggio da qualcuno che conosce o sia stata costretta a salire su un mezzo.

    28 novembre 2010 - LE FALSE PISTE: Un vicino di casa, Enrico Tironi, sostiene di aver visto Yara con due uomini vicino a un'auto rossa: gli inquirenti non prendono in considerazione il racconto perchè all'ora in cui Yara è uscita dalla palestra, il ragazzo era a casa di un amico. Nei giorni successivi, altri due testimoni dicono di aver notato due sconosciuti in via Rampinelli, dove abitano i Gambirasio, la sera della scomparsa: queste piste però non portano a nulla.

    29 novembre 2010 - I CANI PORTANO AD UN CANTIERE: Arrivano i cani molecolari del soccorso alpino. Il loro fiuto conduce a un cantiere di Mapello, dove si sta costruendo un centro commerciale. I lavori vengono bloccati e l'area viene perquisita. Controllati gli operai nel cantiere.

    30 novembre 2010 - IL MESSAGGIO DEL PAPA': Fulvio Gambirasio lascia un messaggio nella segreteria del cellulare di Yara: "Dove sei? Dove siete? Mi devo preoccupare? Fatevi sentire".

    4 dicembre 2010 - L'ARRESTO DI FIKRI: Su una nave salpata da Genova per il Marocco viene fermato, al largo di Nizza, Mohammed Fikri, marocchino di 22 anni, che abita a Montebelluna, in Veneto, operaio al cantiere di Mapello. Gli inquirenti si erano insospettiti per la sua partenza e soprattutto per un'intercettazione telefonica in cui sembrava affermare "Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io". La traduzione si rileverà poi sbagliata (e reinterpretata come "Allah ti prego, fa che risponda"). Fikri dimostra che il viaggio in Marocco era stato programmato da rtempo e non stava fuggendo.

    7 dicembre 2010 - FIKRI VIENE LIBERATO: Anche su richiesta del pubblico ministero Letizia Ruggeri, il gip scarcera Mohammed Fikri.

    12 dicembre 2010 - PARLA LA MAMMA DI YARA: La madre di Yara parla per la prima volta e in un'intervista dice di sentire "un grande affetto attorno alla sua famiglia". Nello stesso giorno, i volontari perlustrano un campo di Chignolo d'Isola, dove in seguito verrà ritrovato il corpo della piccola Yara: non lo notano però, forse perchè occultato dalla nevicata caduta proprio in quella zona qualche giorno prima.

    16 dicembre 2010 - LE RICERCHE SI ALLARGANO: Viene ritrovata una felpa che sembra quella di Yara: ma si rivela una falsa pista. Nel frattempo emerge che alle forze dell'ordine sono arrivate centinaia di segnalazioni anche anonime. Le ricerche continuano. Ma Yara non si trova.

    21 dicembre 2010 - ALTRI ADESCAMENTI?: A Brembate Sopra, nei mesi precedenti la scomparsa della piccola Yara, alcune ragazzine sono state avvicinate e molestate da alcune persone a bordo di un furgone bianco. Non si troveranno mai riscontri.

    28 dicembre 2010 - L'APPELLO DEI GENITORI: I genitori di Yara convocano la prima conferenza stampa e per la prima volta parlano insieme e rivolgono un appello ai presunti rapitori. Dicono "noi vi preghiamo:ridateci nostra figlia. Aiutateci a ricostruire la via della nostra normalità. Noi imploriamo la pietà di quelle persone che trattengono Yara, chiediamo loro di rispolverare nella loro coscienza un sentimento d'amore e dopo averla guardata negli occhi, aprano quella porta o quel cancello che la separa dalla sua libertà". Pochi giorni dopo, la famiglia chiede il silenzio stampa "per dar modo agli inquirenti e alle forze dell'ordine di svolgere l'attività investigativa con maggior serenità e tranquillità".

    2011

    8 gennaio 2011 - LA LETTERA ANONIMA: Arriva al quotidiano L'Eco di Bergamo una lettera anonima che annuncia che il corpo di Yara è nel cantiere di Mapello. Gli inquirenti ritengono che il posto sia stato già abbondantemente controllato. Ma la proprietà, nelle settimane successive, dispone comunque la rimozione della pavimentazione appena posata per fugare ogni dubbio rimasto sul cantiere di Mapello.

    26 febbraio 2011 - IL CORPO VIENE RITROVATO: A tre mesi dalla scomparsa, il corpo di Yara viene ritrovato in un campo di sterpaglie nella zona industriale di Chignolo d'Isola, a una decina di km da Brembate di Sopra. E' in avanzato stato di decomposizione. L'allarme viene dato intorno alle 16 da un appassionato di aeromodellismo: il suo velivolo plana proprio accanto al corpo. Vengono ritrovate le chiavi di casa, l'mp3, la scheda e la batteria del telefonino LG nero di Yara, ma non il resto del cellulare. Vicino al campo di trova il parcheggio della discoteca "Sabbie Mobili Evolution":qui il 16 gennaio era stato ritrovato il cadavere di Eddt Manuel Barone Castillo, domenicano di 27 anni, uccido per le ferite riportate in un pestaggio.

    Marzo - Maggio 2011 - ABBANDONATA FERITA: L'autopsia sul corpo di Yara esclude la violenza sessuale: si ipotizza che la ragazzina, sulla quale sono stati riscontrati diversi segni di arma da taglio, sia stata abbandonata gravemente ferita nel campo di Chignolo e sia morta, poche ore dopo la scomparsa, per il freddo e le conseguenze delle numerose lesioni su tutto il corpo.

    28 maggio 2011 - IL GIORNO DEI FUNERALI: A Brembate di Sopra è lutto cittadino per i funerali di Yara: in migliaia si ritrovano al palazzetto dello sport. La bara bianca è ricopera di rose. Tra tantissimi messaggi di cordoglio, arriva anche quello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, "il mio auspicio è che si riesca a far luce sull'atroce delitto e a rendere giustizia alla memoria di Yara, per quanto talvolta il cammino per giungere a tali risultati sia difficile". Il prete, don Corinno, si rivolge all'assassino e dice " l'orco è tra noi. Si penta e confessi". Un altro appello che cadrà nel vuoto.

    15 giugno 2011 - SPUNTA IL DNA DI IGNOTO 1: Gli investigatori isolano una traccia di DNA maschile sugli slip della ragazza che, a differenza di altre tracce già esaminate, non è suscettibile di contaminazione casuale e quindi appartiene proprio al suo assassino o a un complice del delitto. E' la prima vera svolta nelle indagini sull'efferato omicidio della povera ginnasta. La pm Letizia Ruggeri decide di raccogliere più DNA possibile per compararli a questa traccia che viene chiamata Ignoto Uno.

    3 novembre 2011 - MIGLIAIA DI PRELIEVI: Il pubblico ministero Letizia Ruggeri, che coordina le indagini, chiarisce che i prelievi di DNA per risalire all'assassino di Yara continuano perchè al momento non sono state trovate "corrispondenze genetiche in grado di ridurre in modo decisivo il campo delle indagini". Ignoto 1 è ancora uno sconosciuto ma il DNA viene chiesto a chiunque abbia avuto a che fare con Yara.

    28 febbraio 2012 - LA PISTA DI GUERINONI: Il PM Letizia Ruggeri spiega che "le forze dell'ordine continuano a raccogliere campioni di DNA e ad ascoltare persone: verifichiamo segnalazioni strampalate, indicazioni fornite da alcuni sensitivi e riceviamo ancora lettere con informazioni destituite ad ogni fondamento". Vengono controllati anche tutti i frequentatori della discoteca "Sabbie Mobili Evolution" di Chignolo, vicino al campo dov'è morta Yara: sono 33 mila. Tra i vari DNA dei frequentatori, uno si rivela molto interessante: è quello di un certo Damiano Guerinoni. IL suo DNA lo esclude come responsabile dell'omicidio, non coincide con quello di Ignoto 1, ma condivide con lui il ceppo familiare per via paterna. Si apre una nuova,clamorosa strada: l'assassino è sicuramente un suo parente. Vengono prelevati i DNA a tutta la sua famiglia. Si trovano due suoi cugini con un DNA ancora più simile a quello di Ignoto 1. Si arriva così al loro padre, lo zio di Damiano. Si chiama Giuseppe Guerinoni, faceva l'autista di autobus di Gorno, Valle Seriana, Bergamo, ma è morto a 60 anni nel 1999. La scientifica si fa dare dalla vedova, Laura, il francobollo di una cartolina oer estrarre comunque del DNA. I risultati sono strabilianti: è molto probabilmente il padre dell'assassino, Ignoto 1. Ma i suoi due figli sono sicuramente estranei ai fatti, il loro DNA non combacia. Quindi deve aver avuto un figlio illegittimo. Scatta allora la caccia a tutte le fonne che lo hanno frequentato.

    27 luglio 20012 - IL TEST A ESTER ARZUFFI: Una signora di nome Ester Arzuffi si sottopone al prelievo di campione salivare insieme con altre 539 donne che in passato avevano abitato vicino a Giuseppe Guerinoni e si erano poi trasferite nella zona dell'Isola , dove cioè si trova Brembate Sopra. L'esame che la rileverà come madre di Ignoto 1 si fara però solo il 13 giugno 2014.

    18 settembre 2012 - TROVATO IL PAPA' DI IGNOTO 1: Il risultato è ora ufficiale: il DNA ricavato dal francobollo di una cartolina di Guerinoni è proprio quello del padre di Ignoto 1. Ma gli scienziati vogliono una prova ulteriore. Serve un suo osso.

    2013

    7 marzo 2013 - IL CORPO VIENE RIESCUMATO: Al cimitero di Gorno viene riesumato Giuseppe Guerinoni, in modo da avere la certezza assoluta che sia proprio lui il padre biologico del presunto assassino. Gli esperti dovranno analizzare un osso della sua gamba per fugare ogni dubbio

    12 agosto 2013 - FIKRI ESCE DALL'INCHIESTA: Il fasciolo di Mohammd Fikri viene definitivamente archiviato su disposizione del giudice Patrizia Ingrasci. A presentare la richiesta di archiviazione era stata la stessa Procura. Effettivamente il marocchino non c'entra niente con la scomparsa e la morte di Yara.

    30 novembre 2013 - PARLA LA MAMMA DI YARA: Maura Panarese, la madre di Yara, romper il silenzio. "Io e mio marito viviamo sospesi con la paura che quello che è successo a Yara possa ripetersi per opera della stessa mano. Viviamo nella speranza che, anche dopo tre anni, chi ha visto, ha sentito o è a conoscenza di qualcosa, anche un dettaglio, si faccia avanti senza paura. Abbiamo fiducia nella giustizia umana e in quella divina". Ennesimo appello inascoltato.

    2014

    10 aprile 2014 - L'OSSO CONFERMA: Le analisi sull'osso di Giuseppe Guerinoni confermano che è proprio lui il padre di Ignoto 1 al 99.99999987%. Non ci sono praticamente più dubbi che l'autista di Gorno sia il padre dell'assassino di Yara. Continuano allora le ricerche per individuare la madre, ma è un lavoro complicato.

    13 giugno 2014 - LA MADRE E' ESTER!: L'Università di Pavia trova tra tanti DNA delle donne che conoscevano Guerinoni, quello giusto. Appartiene a Ester Arzuffi, che abitava a Ponte Selva di Parre prima di trasferirsi a Terno d'Isola: è lei la madre di Ignoto 1. Gli inquirenti puntano l'attenzione sui suoi due figli maschi, cioè Massimo Giuseppe Bossetti, 43 anni, e suo fratello minore Fabio, di quattro anni più piccolo.

    15 giugno 2014 - IGNOTO 1 E' BOSSETTI: Massimo Giuseppe Bossetti, figlio di Ester Arzuffi, viene fermato per un controllo stradale e sottoposto a un finto etilometro: così si riesce a ottenere un prelievo di saliva per la verifica del DNA. La comparazione viene effettuata all'Università di Pavia, nella notte. Non c'è dubbio, coincidono 21 marcatori su 21: è Ignoto 1.

    16 giugno 2014 - BOSSETTI VIENE ARRESTATO: Intorno alle 17 Massimo Giuseppe Bossetti viene prelevato dal cantiere di Seriale, dove sta lavorando, e viene condotto alla caserma di Bergamo dove viene interrogato: si avvale della facoltà di non rispondere. Verso le 21.20 viene portato in carcere in regime di isolamento e sorvegliato a vista. Tutta la sua famiglia viene convocata in caserma e interrogata per tutta la notte. Ester Arzuffi ammette di aver conosciuto, in gioventù, Giuseppe Guerinoni ma nega che Massimo sia figlio suo. Dice "il DNA sbaglia".

    17 giugno 2014 - LA MOGLIE NON GLI DA L'ALIBI: Bossetti continua ad avvalersi della facoltà di non rispondere. La moglie Marita Comi non fornisce un alibi al marito: dichiara di non ricordare dove fosse il 26 novembre 2010. Giovanni Bossetti quando scopre che Massimo non è suo figlio, è sconvolto e ha un malore. E' malato e dice ai carabinieri " nono stato ingannato per 40 anni da mia moglie. Guerinoni la accompagnava a lavoro in automobile tutti i giorni".

    18 giugno 2014 - BOSSETTI PARLA MA NEGA: Interrogato in carcere, Bossetti nega di essere Ignoto , dice di essere cresciuto credendo di essere figlio di Ester e Giovanni e di avere scoperto solo il giorno prima, da un quotidiano, di essere figlio di Guerinoni. Dice di non sapere perchè il suo DNA si trovasse sui vestiti di Yara e che nel novembre 2010 passava da Brembate di Sopra perchè sulla strada per Palazzago, dove stava lavorando in un cantiere. Ma non si è fermato. Per questo, secondo lui, il suo cellulare alle 17.45 del 26 novembre 2010 ha agganciato la stessa cella dell'ultimo collegamento del telefonino di Yara: è poi rimasto spento fino alla mattina dopo perchè "la batteria si è scaricata". Dice di non conoscere Yara e che a Brembate si fermava a comperare le figurine per i suoi figli.

    19 giugno 2014 - DEVE RESTARE IN PRIGIONE: Il giudice Vincenza Maccora firma l'ordinanza di custodia in carcere per Bossetti. L'uomo deve rimanere in cell. Il magistrato non gli ha creduto. Seguiranno altre dieci richieste. Tutte negate.

    20 giugno 2014 - LE PERQUISIZIONI: Gli uomini del RIS tornano per la terza volta a casa di Bossetti: prelevano oggetti per accertamenti. Il giorno prima hanno sequestrato anche cinque computer e due sacchi di materiale, mettendo i sigilli alla casa. Nel PC verranno trovate ricerche particolari : "ragazzine rasate", "tredicenni per sesso". Sequestrati il furgone, un Daily Iveco e un'auto Volvo.

    22 giugno 2014 - I DUBBI DELLA MOGLIE: La moglie inizia ad avere dubbi: non ricorda dove Massimo fosse la notte in cui Yara è stata uccisa. Ricorda piuttosto che sua madre stava male e ricostruisce che in quel periodo avevano litigato. Infatti non risultano telefonatr tra i due proprio nella settimana dell'omicidio. Marita conferma a Bossetti di avere avuto due amanti in passato. Per lui è un duro colpo. Ma lei non lo abbandona.

    2015

    3 luglio 2015 - INIZIA IL PROCESSO: Bossetti è rinviato a giudizio per omicidio volontario e per calunnia ai danni di un collega. Il processo inizia il 3 luglio 2015. Il pm Letizia Ruggeri chiede l'ergastolo, la difesa l'assoluzione.

    2016
    1 luglio 2016 - LA SENTENZA: Per il giudice Antonella Bertoja e per i sei giudici popolari Massimo Bossetti è colpevole. Viene condannato all'ergastolo. Assolto per la calunnia. Gli viene tolta anche la patria podestà.

    (da Giallo)


    La peculiarità di questa vicenda a mio avviso mai sottolineata abbastanza nemmeno da questo racconto (che pure era stato presentato con squilli di trombe) è l'indagine a tappeto su mezza bergamasca (e oltre) per scovare il responsabile a mezzo dna.
  • Discussione Buiomega71 • 21/07/16 19:24
    Consigliere - 25937 interventi
    Ottimo Gugly, bel lavoro!
  • Discussione Neapolis • 21/07/16 23:32
    Call center Davinotti - 3055 interventi
    Complimenti Gugly per la perfetta sintesi. Aggiungerei che in virtù della assoluta inefficacia nelle ricerche, in questa ma anche in altre inchieste, i cani molecari debbano essere restituiti alla loro vita di cani.
    Ultima modifica: 21/07/16 23:39 da Neapolis
  • Discussione Gugly • 22/07/16 08:59
    Portaborse - 4710 interventi
    Grazie a tutti :)
    Sui cani molecolari non saprei, teniamo presente che in questo caso le tracce della vittima sono state fiutate nel centro commerciale in costruzione a Mapello, guarda caso la persona condannata in primo grado abita a Mapello.
  • Discussione Gugly • 12/03/17 22:41
    Portaborse - 4710 interventi
    Segnalo che stasera sul canale Sky Atlantic è in programmazione la prima delle quattro puntate del documentario BBC dedicato al caso e intitolato Ignoto 1 - Yara, DNA di un'indagine'

    Ho visto il primo segmento e l'ho trovato molto interessante, racconta le emozioni di chi ha partecipato alla vicenda (il pubblico ministero, il medico legale, alcuni giornalisti) e le metodiche dell'indagine.