Green room - Film (2015)

Green room
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/07/16 DAL BENEMERITO DANIELA
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Daniela 9/07/16 23:24 - 12621 commenti

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Dopo un'esibizione in un locale rurale, i componenti di una banda hard rock si trovano nei guai in quanto testimoni di un delitto... Survival poco originale ma ansiogeno, quasi interamente ambientato al chiuso: se è scontato che sopravviveranno in pochi, colpisce la violenza senza fronzoli di certi passaggi, già mostrata in Blue Ruin. Nel ruolo del capo della piccola comunità nazi, Stewart ha sempre lo stesso aspetto pacato del professor Xavier, e questo crea un bel contrasto con la sua determinazione criminale. Buona prova anche del resto del cast, ed anche i cani danno il loro contributo.
MEMORABILE: Mai sporgere un braccio fuori da una porta se dietro di essa ci sono dei tipi poco raccomandabili

Kinodrop 18/07/16 18:52 - 2921 commenti

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Una band hardcore americana si ritrova, dopo un concerto, prigioniera di un gruppo di naziskin gestori di un locale scalcinato e fuori dal mondo. Rinchiusi in un camerino, cercano di difendersi e sfuggire alla violenza di figuri tanto spietati quanto rintronati. Trama confusa che perde mordente proprio quando la tensione dovrebbe essere all'apice; la musica purtroppo rimane quasi un pretesto e non è rilevante nella narrazione. Si apprezzano qualche intuizione nella sceneggiatura e la scelta "underground" dei protagonisti. Comunque cose già viste.
MEMORABILE: La scelta provocatoria di cantare "Nazi punks fuck off"; Il feroce mastino reso innocuo dagli ultrasuoni.

Il ferrini 16/03/17 15:39 - 2345 commenti

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Spinto da numerose recensioni entusiastiche forse ne ho affrontato la visione con aspettative troppo elevate; sta di fatto che non mi ha emozionato in nessuna circostanza. La vicenda è confusa, o almeno io l'ho percepita come tale; non si comprende mai a pieno quale fosse il "piano" degli aggressori né si riesce a giustificarne razionalmente origine e sviluppi. Restano alcune scene meritevoli e una discreta tensione, ma anche l'impressione che il tutto sia pretestuoso. Intrattiene.

Pumpkh75 12/05/17 14:14 - 1740 commenti

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L’acquolina è data da due potenziali ordigni come il gruppo punk spiantato e le adunate neo-nazi, ma la bocca si asciuga ben presto perché passato lo scoppio l’assedio si dipana senza chissà quali ganci palesi ai marchi delle due combriccole. Fortuna vuole che Saulnier giri al netto della delusione un bel thriller serrato, alla bisogna perfidamente cruento e popolato da personaggi ambigui e talvolta paradossali: qualche ceffo suscita i brividi ma le strategie ordite dai nazisti sono nebulose e scombinate. Morbida e un pò picchiata la chiusura.

Taxius 16/08/17 20:10 - 1656 commenti

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Una band si ritrova a suonare in un locale sperduto nella foresta zeppo di skinhead: tutto va bene fino a quando si ritrova testimone di un omicidio; da qui comincia un gioco al massacro. Siamo davanti a un film d'assedio in cui i nostri dovranno difendersi dagli attacchi degli skinhead. La trama è molto semplice, ma il tutto è costruito bene grazie anche a una fantastica location, a una bella fotografia e ovviamente all'ottimo cast. Cala un po' verso il finale, ma non in modo drammatico.

Galbo 14/10/17 06:23 - 12380 commenti

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Una piacevole sorpresa questo thriller di Jeremy Saulnier. Una vicenda apparentemente poco originale, ben orchestrata da un regista che fa emergere il proprio talento, rappresentando efficacemente le dinamiche tra i personaggi e incrementando progressivamente la tensione in un crescendo appena smorzato da un finale piuttosto scontato. Tra gli interpreti si segnala la prova di Patrick Stewart luciferino neonazista. Un buon film.

Puppigallo 5/03/18 16:02 - 5258 commenti

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Non sono molte le frecce all’arco di questa pellicola; e il raggio d’azione non aiuta. Ma nonostante questo, non manca una certa tensione, soprattutto nella prima metà. Poi, si inizia un po’ a esagerare, guardando più all’aspetto violento, spinto all’eccesso; e l’intera vicenda perde colpi dal punto di vista della credibilità. Comunque, è girato con discreto mestiere e si lascia vedere. Non male, dopotutto.
MEMORABILE: "Il mio ultimo spettacolo non è andato molto bene...un mucchio di vomito"; Il braccio "piuttosto" malridotto; Il cane incarognito audiotraumatizzato.

Schramm 5/01/19 20:00 - 3490 commenti

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Verde, come l'immortale speranza. Che qua invece si smentisce allegramente scodellando morti da perderci il conto. Quale felicissima scelta, far traslocare il survival in asfittico ambito indie-nazi-oi! declinandolo con modi e tempi del paintball. Sommiamoci Stewart nelle vesti di un villain che per soma, indole e acting diventa Walter White supremacist, e iniziamo a chiederci se non sia irriconoscente chiedere oltre a chi fa del rosolarci allo spiedo un impegno agonistico, ricorrendo ad arguti do-ut-des offensivo-difensivi in poco confortevoli temperie filmiche ove non è facile acclimatarsi.

Tomastich 2/12/19 20:56 - 1255 commenti

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Green Room ha tanti pregi, qualche difetto, ma sicuramente il merito di tenere lo spettatore totalmente incollato allo schermo gli va riconosciuto! Con un cast di giovani attori e qualche volto storico (Stewart) il buon Saulnier assembla un thriller-horror punk-splatter-anzi-nazi molto originale come soggetto e tematiche, ma meno per sviluppo. Rimane in mente l'assoluta glacialità di alcuni sguardi e situazioni.

Anthonyvm 21/12/19 19:07 - 5637 commenti

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Thriller claustrofobico particolarmente efficace sotto il profilo della tensione che tuttavia non lesina nella violenza grafica. Il sangue, infatti, scorre a volontà e il realismo degli effetti speciali è talvolta sorprendente. Doloroso e adrenalinico, diretto con cruda spontaneità, cosa rara nel cinema americano (specie di questo genere), da Jeremy Saulnier. Non convincono sempre i dialoghi, spesso enfatici o non particolarmente coinvolgenti, ma le scene d'azione tengono col fiato sospeso. Molto lineare, non un capolavoro, ma da provare.
MEMORABILE: L'estrazione del coltello dal cranio della vittima; Il taglio della mano oltre la porta; Lo sventramento del nazista con un cutter; L'attacco canino.

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Lupus73 6/02/20 02:22 - 1487 commenti

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Una giovane band hardcore/punk suona in un locale di nazi-skin, ma c'è "un imprevisto" e le cose degenerano in una caccia al topo all'interno del luogo. Thriller-sociologico (controculture giovanili) ben diretto e dai risvolti brutali e sanguinari che lo avvicinano all'horror; sa tenere alta la tensione, la confezione è buona con una fotografia prevalentemente su toni freddi/verdastri. Ottimo cast, forse prevedebile la direzione nelle linee generali ma funziona e intrattiene.
MEMORABILE: Le citazioni delle band; L'aneddoto sulla strategia di pintball; Le ultime due-tre battute.

Jdelarge 26/03/20 10:24 - 1000 commenti

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Ottimo esempio di cinema di genere, capace d'intrattenere senza perdersi in chiacchiere o spiegazioni che in film di questo tipo, il più delle volte, risultano superflue. La vicenda entra subito nel vivo e, grazie a un buon montaggio, riesce a mantenere un ritmo sostenuto per tutta la sua durata. Molto bella la fotografia, con una palese prevalenza di colore verde che rende l'atmosfera torbida e surreale.

Bubobubo 8/04/20 18:49 - 1847 commenti

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In un'America dimenticata da tutti dove convivono skinhead e anarchici, assume connotati più chiari l'associazione fra "neonazi" e "crimine": letteralmente, visto che gli squattrinati punksters chiamati a suonare nel circolo di turno sono scomodi testimoni di un omicidio. Film di dissonanze, non certo quelle del thrash e dell'hc che cola tra le fenditure della O.S.T.: la costruzione della tensione è ottima, la violenza fisica e psicologica non meno che brutale, ma i personaggi sono a tratti raffazzonati e il finale un po' approssimativo.
MEMORABILE: La muta dei cani e il feedback; Fucilata al bancone.

Hackett 3/05/20 11:24 - 1865 commenti

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Teso, serrato e convincente. Questo thriller riesce a trasportare lo spettatore nell'incubo a occhi aperti dei giovani protagonisti immersi da un momento all'altro in una realtà da incubo, topi in gabbia senza via d'uscita alla mercé di uno spietato gruppo di assalitori. Il film è scritto e girato per capitalizzare al meglio le location limitate, riuscendo a far percepire il pericolo imminente anche a chi guarda. Emozionante.

Enzus79 22/11/22 22:29 - 2873 commenti

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Una band punk, dopo aver assistito a un omicidio, dovrà vedersela con una gang di nazisti. Inizia bene la storia, ma da quando succede il patatrac l'evolversi prende una piega piuttosto mediocre, che fa lievitare un po' la noia. Tensione e suspense comunque ben dosate. Patrick Stewart totalmente fuori ruolo, non convince. Regia piuttosto efficace di Jeremy Saulnier. Consigliabile.

Jena 4/09/23 12:12 - 1550 commenti

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Film d'assedio ma parecchio diverso dagli assalti frenetici carpenteriani. Qui è un gioco al massacro lento e studiato, ma con una tensione costante e improvvisi scoppi di ferocia splatter (un tipo viene sventrato con una lametta, altri sbranati dai cani). Lo stile è secco, realistico, senza concessioni alla facile spettacolarità. Meglio la prima parte, meno bene la solita vendetta finale con qualche incongruenza di troppo. Yelchin e soci appena sufficienti, colpisce invece il sempre bravissimo Patrick Stewart che qui per una volta fa il cattivo.
MEMORABILE: Il tipo azzannato alla gola dal pittbull; Il neonazi traditore sparato in testa; Stewart con la calma da Mister Wolf che risolve i problemi.

Buiomega71 7/10/23 00:31 - 2901 commenti

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L'assedio carpenteriano diventa pura mattanza. Come già in Blue ruin, Saulnier immerge il tutto in rese dei conti sanguigne, feroci e para-peckinpahniane (anche se quì con un finale meno pessimista) tra fazioni opposte e antieroi perdenti che si buttano nella mischia di sangue. Colpisce la ferina brutalità (mani spezzate a penzoloni, pitbull che fanno a brandelli giugulari, facce disintegrate a fucilate, gole squarciate, sventramenti al taglierino) e la claustrofobia dell'angusto stanzino. Pregevoli le tinte autunnali degli esterni e goduriosi gli sxf gory "saviniani" di Mike Marino.
MEMORABILE: I due skin che si accoltellano stile Scream; Il pitbull che si accuccia accanto al padrone morto; Il placcaggio "wrestling" di Reece a Big Justin.

Diamond 29/11/23 10:08 - 150 commenti

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Ottima idea di base, tensione costante grazie a una regia adeguata al caso, il film funziona bene malgrado qualche comportamento non completamente sensato. Esplosioni di violenza e trovate interessanti e ben gestite (i cani per esempio), buono il cast, Stewart sembra divertirsi e si vede. Le ultime battute rendono azzeccato un finale abbastanza telefonato.
MEMORABILE: Le battute finali.
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  • Musiche Schramm • 1/01/19 19:05
    Scrivano - 7694 interventi
    tra i ringraziati negli end credits, figurano slayer, minor threat, absent minds, morbid angel, napalm death, jello biafra, obituary e fugazi.
  • Musiche Brainiac • 1/01/19 19:35
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    tra i ringraziati negli end credits, figurano slayer, minor threat, absent minds, morbid angel, napalm death, jello biafra, obituary e fugazi.
    Dei Fugazi è presente anche uno sticker sul finestrino del van utilizzato dalla band. La cosa è particolare visto che i quattro di Washington DC -rigidamente affiliati ai dettami straight-edge- erano contrari a qualsiasi forma di Merchandise (proprio Merchandise è un titolo di un loro pezzo dal seminale album Repeater). Non esistono infatti in commercio t-shirt o memorabilia varie autorizzate da questa band post-punk.



    Fonte:

    https://www.washingtonian.com/2016/09/02/justin-bieber-guitarist-fugazi-shirt/
  • Discussione Buiomega71 • 7/10/23 09:50
    Consigliere - 25933 interventi
    Saulnier continua la sua personale (e viscerale) rivisitazione dei (de) generi, in Blue ruin era il noir misto a revenge movie, quì il cinema d'assedio e della sopravvivenza.

    Parecchi punti in comune tra le due opere (l'antieroe perdente e impacciato che si butta, suo malgrado, nella mischia di sangue, le opposte fazioni che si combattono in maniera feroce e ferina, le sparatorie splatter e quel mood primitivo e violento così para-peckinpahniano e dai riverberi rurali).

    Rispetto a Blue ruin (che era più autoriale e meno sfacciatamente di "genere") c'è più convenzionalità e un finale molto meno nero e pessimista, ma quel che conta è la tensione (che non manca assolutamente), la claustrofobia (l'angusto stanzino che da il titolo al film) e un'esplosione di violenza grafica davvero notevole tra mani spezzate a penzoloni, sventramenti al taglierino, gole squarciate, facce devastate a fucilate, ferocissimi pitbull che fanno a brani giugulari, colpi in arrivo devastanti e braccia fratturate.

    Ma Saulnier non si trincera dietro lo splatter fine a sè stesso, perchè sa giostrare abilmente la suspence, non da un attimo di tregua e soprattutto i suoi neonazisti (capitanati da un luciferino Patrick Stewart, che sfoggia una finta diplomazia da antologia ) non sono solo ombre indefinite (come . per esempio, gli assalitori carpenteriani del Distretto 13), ma un gruppo di esaltati non propriamente organizzati e soprattutto disagiati (la morte per overdose, guardando la tv in stato catatonico con il cucchiaio di minestrina colante in mano).

    Notevoli le tinte autunnali e spoglie degli esterni (che mi hanno ricordato quelle decadenti e malinconiche un pò I Ragazzi del fiume, e un pò  I guerrieri della palude silenziosa) e il gusto melomane del suo regista (qual'è la band o il/la cantante che ti porteresti sull'isola deserta? Senza dimenticare che Saulnier, da giovine, ha militato in una band punk, suonando in postacci non dissimili da quelli che si vedono nel film), nonchè quell'aurea settantiana senza speranza che già si respirava a pieni polmoni in Blue ruin.

    E tra un massacro e l'altro fanno capolino i due giovani skin gemelli che si accoltellano in stile Scream, Pat che si rade come Tommy Jarvis nel quarto Venerdì 13 e imbraccia il machete passando ad un goffo e isterico attacco, il girovagare, sulla strada, del pitbull che va ad accucciarsi sul cadavere del suo padrone e la resa dei conti finale/boschiva.

    Non proprio simpaticissima la band musicale (da antologia il rovinoso debutto simil The Blues Brothers sul palco, tra sputi e insulti da parte del manipolo di poco raffinate- e raccomandabili- teste rasate) e davvero degni di nota gli SXF gory "saviniani" di Mike Marino, alcuni di impressionante iperrealismo.

    Sconta una chiusa più rassicurante e meno cinica del precedente (e ottimo) lavoro del regista, ma la defribillazione, la cattiveria e la bestialità umana colgono nel segno.

    Sempre ottimo Macon Blair (con quella faccia un pò così, che non nasconde il suo disappunto sull'eccidio ordito dal suo capo), looser saulneriano per eccellenza.
    Ultima modifica: 7/10/23 20:00 da Buiomega71