Il diritto di uccidere - Film (2015)

Il diritto di uccidere
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Aggiornamento dei film ambientati nelle stanze del potere politico e militare, fondamentalmente girati tra quattro mura magari con qualche timida sortita sul teatro d'azione, rappresentato in questo caso dalle strade di Nairobi intorno alla casa dove si stanno incontrando pedine chiave dello scacchiere terroristico arabo. L'obiettivo dei servizi inglesi, in collaborazione con quelli americani, è quello di catturare i pericolosi individui, ritrovatisi nell'edificio per organizzare l'ennesimo attentato. Valutata l'impossibilità della prevista cattura in loco, si passa all'opzione più dura: il bombardamento della casa attraverso un drone che tutto osserva dall'alto (l'EYE IN THE SKY del titolo originale)...Leggi tutto e che invia immagini precise della zona da integrare a quelle fornite da altri oggetti con telecamere nascoste lì in movimento (un uccellino e uno scarabeo, nello specifico). Sotto il comando del colonnello Katherine Powell (Mirren) tutto sembra pronto e le lunghe discussioni sull'opportunità di una simile azione superate. Senonché all'ultimo momento, proprio davanti al bersaglio, si siede una bambina a vendere il pane. La cosa cambia d'improvviso le carte in tavola, perché il coinvolgimento di una bimba innocente nel calcolo dei danni collaterali esige un completo riesame probabilistico e una nuova richiesta di autorizzazione al ministro degli Esteri; il quale di conseguenza coinvolgerà il premier, il Segretario di Stato e un'intera catena politica i cui esponenti non risultano sempre facili da rintracciare telefonicamente. Il tema sul quale il film porta a riflettere è evidente: la morte pressoché certa di una bimba può essere trascurata di fronte al rischio di trovarsi in seguito a contare decine e decine di altre vittime causate dal non-intervento che avrebbe impedito agli attentatori di agire? E' attorno a questo fondamentale interrogativo che il film ruota, con una suspense nutrita intelligentemente attraverso le costanti titubanze che nella scala gerarchica sembrano coinvolgere più persone. C'è chi non può dare il via libera senza il permesso di chi in quel momento è quasi impossibile contattare, chi cerca in ogni modo di scaricare su altri la pesante responsabilità, chi al contrario mostra cinico decisionismo... Per quanto ingrani con una certa fatica, il film di Gavin Hood scritto da Guy Hibbert arriva dopo una ventina di minuti a individuare la linea di galleggiamento, che non abbandona mai fino all'ultima scena mantenendo un clima di tensione costante al quale contribuisce l'ignaro comportamento della povera bimba. Studiato con attenzione anche nelle divagazioni che riguardano il contatto somalo sul campo, il film si rivela coinvolgente e piacevole da seguire, correttamente recitato e chiaramente poggiato sulla solida base di una sceneggiatura di qualità.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/07/16 DAL BENEMERITO CAPANNELLE POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/11/18
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Capannelle 5/07/16 14:54 - 4399 commenti

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Gli assunti morali e alcuni giocattoli tecnologici possono apparire "gonfiati", però l'escalation messa a punto da Hood non è affatto male e riesce a coinvolgere, trovando un giusto equilibrio tra le stanze asettiche di comando e l'azione sul campo, tra le riflessioni generali e gli imprevisti pratici. I personaggi trovano la loro collocazione, anche se la Mirren appare sprecata e nel finale si sparge qualche lacrima di troppo e le loro interazioni danno forza a un film meno banale di quanto sembri.

Daniela 6/07/16 01:04 - 12626 commenti

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Tema analogo a quello del mediocre Good Kill uscito nel 2014 - la guerra ai tempi della playstation con droni comandati a distanza grazie ad una tecnologia da grande fratello - ma resa nettamente superiore per merito di una trama più problematica, che non offre facili scappatoie neppure nel finale: è lecito sacrificare una vita innocente per evitare il rischio che ne vengano uccise molte altre? Regia funzionale ad una sceneggiatura articolata, ricca di dialoghi caustici (lo scaricabarile intercontinentale) e momenti di coinvolgente tensione, ben servita da un cast all'altezza. Da vedere.

Myvincent 10/09/16 21:39 - 3727 commenti

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La scelta decisionale di silurare con un drone un obiettivo terroristico raggiunto e perseguito da tempo a Nairobi deve sottostare e scalare una immensa gerarchia di poteri e, soprattutto, i valori morali. Tutto politicamente corretto, se non fosse che in guerra non succede esattamente come viene qui "artificialmente" riprodotto a tavolino per suscitare facili lacrime. Insomma, il film gronda di retorica a più non posso e per di più con una Helen Mirren fuori fuoco e poco convincente nel ruolo di comandante di ferro. Deludente americanata.

Galbo 2/02/17 05:52 - 12380 commenti

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Parecchie spanne sopra rispetto al simile Good kill, il film di Gavin Hood propone un tema etico importante e attuale (i danni collaterali di un conflitto bellico) che viene ben sviluppato illustrando le posizioni delle varie parti in causa e non sottacendo i dilemmi morali che si presentano. Messa in scena rigorosa e molto realistica; ottima prova corale di un gruppo di attori ben scelti e ben diretti, Helen Mirren in testa. Da vedere.

Nando 17/06/17 07:08 - 3810 commenti

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La battaglia contro il terrorismo internazionale è affidata oramai all'utilizzo dei droni che talvolta generano dubbi etici e morali coinvolgendo le intelligence di vari stati. Pellicola discretamente realizzata, interessante lo scaricabarile, ma nel finale si sfocia, ahimè, in una retorica spicciola tendente al pietismo. Cast ben assortito e sorprendenti le telecamere volanti.

Hackett 10/06/17 11:48 - 1865 commenti

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Film teso e ben recitato, nel quale l'azione lascia posto all'attesa, alla snervante sensazione che l'inevitabile sia in agguato da un momento all'altro. Pellicola sulla guerra, sul freddo calcolo di percentuali che è diventata solo apparentemente meno cruenta e barbara delle guerre tra eserciti convenzionali. Buono il cast, con l'intenso Rickman che ci regala un'ultima efficace interpretazione.

Pigro 8/10/18 08:15 - 9636 commenti

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Voi cosa avreste fatto? Quasi un dibattito sul grande tema etico dei “danni collaterali”, ossia la morte di civili sacrificati per il presunto bene comune. Partito come classico film d’azione spettacolare sulla lotta al terrorismo, ci si ritrova in mezzo alla decisione attorno alla quale si sviluppa quasi teatralmente una complessità di punti di vista che coinvolge militari, politici e giuristi: si può provocare una strage di terroristi sapendo di poter uccidere bambini innocenti? Tiene incollati, non dà risposte, si insinua nel pensiero.

Decimamusa 18/01/19 16:35 - 102 commenti

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Film ben condotto sul piano narrativo, con il livello dell’azione che ben si integra con il livello del dialogo. Ma il suo pregio principale è quello di essere ideologicamente onesto. Vengono confrontate, in un incastro serrato, le varie ottiche di valutazione a fronte di una situazione di guerra ai terroristi: l’ottica politica, quella militare e quella morale. Lo spettatore ha tutti gli elementi per costruirsi una propria idea e un proprio punto di vista, perché il regista gioca pulito, rifuggendo da derive retoriche o logiche consolatorie.
MEMORABILE: Il generale, verso la fine: “Mai dire a un soldato che non sa quanto può essere disumana una guerra”.

Kinodrop 16/12/20 19:27 - 2922 commenti

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Un'azione antiterrorismo a tavolino, "disturbata" dalla presenza di effetti collaterali simboleggiati da una piccola venditrice di pane lungo la strada prossima all'obbiettivo da colpire. Non si tratta di guerra ma di scelte che intaccano più livelli di eticità e riguardano le priorità emozionali di quando decidiamo. Un dramma tutto teatrale e mediato dall'ipertecnologia e dalla lontananza tra il fulcro decisionale e la terribile realtà di fatto, con una buona sceneggiatura (anche se un tantino retorica) che instaura la giusta tensione. Si fa fatica ad accettare la Mirren/iron woman.

Giùan 10/09/21 10:06 - 4540 commenti

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Inquieto eppure linearmente freddo, "dilemmatico" epperò stilisticamente (f)rigido, inflessibile, insomma un film molto english. Gavin Hood, senza fronzoli visionari ma con bell'acume registico, ci pone di fronte al quotidiano estremismo delle operazioni antiterroristiche focalizzando l'attenzione dello spettatore non sui massimi sistemi (di difesa) o su allegorie belliche (del nemico fuori) bensì su un'azione specifica, un determinato calcolo dei rischi, una bambina che vende il pane nel perimetro di tiro. Splendida resa degli attori, fondamentali nell'umanizzare senza banalizzare.
MEMORABILE: La Mirren chiede il ricalcolo dei rischi collaterali; I volti di Aaron Paul e Phoebe Fox; La tirata finale del Generale interpretato da Rickman.

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  • Discussione Daniela • 7/07/16 17:21
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    Con un soverchio sforzo di fantasia, il titolista italiano non ha trovato di meglio che ribattezzare il film con lo stesso titolo di una vecchia pellicola diretta da Ray con Bogart. Eppure quell'Eye in the Sky dell'originale - tradotto o meno letteralmente - rendeva bene l'idea...

    Nel film si vedono due diversi tipi di micro-telecamere volanti. Almeno il primo è effettivamente in produzione:
    http://phys.org/news/2011-02-robot-hummingbird-flight-video.html

    non ho trovato notizie sull'altro modello, ancora più minuscolo. Capannelle, tu ne sai qualcosa?
    Ultima modifica: 7/07/16 17:22 da Daniela
  • Discussione Capannelle • 7/07/16 21:54
    Scrivano - 3487 interventi
    Io avevo letto che entrambi i marchingegni erano in progettazione ma che dovevano risolvere il problema della durata delle batterie.

    Il titolo italiano è vero che è banale ma esprime bene l'essenza del film, cioè il dilemma etico-giuridico che i protagonisti dovranno affrontare in base al proprio vissuto e ai propri obiettivi.

    E sono d'accordo con la tua valutazione e con l'invito a vederlo, trama intuibile ma ben fatto.
    Ultima modifica: 7/07/16 21:55 da Capannelle
  • Discussione Capannelle • 23/10/17 21:41
    Scrivano - 3487 interventi
    Tre pallini pieni, lo confermo dopo la seconda visione. Uno di quei film che sembrano banali e tipicamente mainstream ma che sono fatti bene.