Essì, a me questa nuova icona dello "slasher", col costumone di Bugs Bunny che per le desolate province americane fatte di polvere, boschi, fetidi cimiteri delle auto e puzzosi ranch, se ne và in giro a fare a tocchetti (motosega, machete) le sgallettate escursioniste, mi fà impazzire (trovo geniale e irresistibile la simpatica pupazzosità del costume "disneyano" , contrapposta al sangue che lo imbratta e alla sua furia sanguinaria che non si ferma davanti a nulla)
Torna il "Bugs Bunny" tritacarne quindi, in uno dei sequel più godibili degli ultimi anni
Lindbergh (che ancora scrive, dirige, monta e produce) dà il continuo alle avventure sanguinosissime di Bunny Man
L'incipit parte in quarta, dove vediamo Bunnyman fare una mattanza alla motosega su uno scuolabus zeppo di ragazzini (momento che mica ti aspetti, di ferocia e cattiveria, con lo scuolabus ridotto a schizzi di sangue e bambini maciullati), altro che
Jeepers Creepers 2!
Poi, Bunnyman, in perfetto stile Jason, si incammina tra i boschi , dove in una tenda una popputissima sventolona se là fà col suo boy
Evvai, Bunnyman si sbizzarrisce a colpi di fucile e di machete, tra
Jason va all'inferno,
Jason x e il settimo
Venerdì 13 (il massacro in tenda del primo, lo sbattacchiare il sacco a pelo-con dentro la vittima-su di un masso degli altri due)
Bunnyman, però, non e solo, si e alleato con Joe (che se non ho capito male, dovrebbe essere suo fratello), un unto e bisunto, laido e fetente, redneck "sputacchioso" modellato sul sadico serial killer alla
Wolf Creek(impersonato dal bravo David Scott, che nel primo capitolo era sulla veranda a minacciare, con un fucile a pompa, i ragazzi che si erano persi nei boschi)
Lindbergh dà più spazio a Joe che non a Bunnyman , sottolineando la sua misoginia (le ragazze le chiama "troie"), la sua passione per la selvaggina umana e del gioco della caccia, tormentando le ragazze rapite, proponendo loro giochi di sopravvivenza-che di sopravvivenza hanno ben poco- e barattando la vita di due di loro in cambio di quella delle altre (Sarah costretta a "cacciare" campeggiatrici per aver salva la vita), e che, quando non sà che fare, appende scheletri insanguinati davanti al suo puzzoso ranch, spara agli sceriffi e pare, abbia tendenze pedofile (i suoi apprezzamenti alle due figlie minorenni di una famiglia che passava da quelle parti-che poi sparisce dal film, ma pare una costante del cinema lindberghiano-il primo capitolo ne era zeppo di personaggi che apparivano e , poi, non si vedevano più-)
Quindi Bunnyman viene messo un pò da parte (ma irresistibili i duetti , a cena, dei due, con il coniglietto in gabbia e Joe che insulta e sfotte Bunnyman), concentrandosi su Joe che si diverte a "seviziare" (ma niente stupri o atrocità) le ragazze rapite e legate nel suo capanno, per poi "giocare" alla caccia con loro (e se non arriva lui, arriva Bunnyman)
Occhi perforati da trapani, ragazze arpionate, motoseghe all'opera, macheti jasoniani, frullato di ragazzini, Bunnyman si toglie il capoccione da coniglione dal sorriso ebete, rivelando il suo volto deforme, ammasso di carne morta tra il look nature di Jason (ancora) e il dottor Phibes, giochi "divertenti" col bidone alla
2000 Maniacs (anche se, come nel primo, gli SFX splatter sono ancora rozzi e grossolani, per di più con gli sprizzi di sangue in CG che tutto imbrattano)
Pre finale boschivo , con il duello stile western tra Joe e lo sceriffo (con occhi pressati e fuoriuscita di "purea" stile
La Casa) e la scelta drastica (e davvero inaspettata) dell'ultima vittima rimasta (Sarah)
Chiude, poi, come nel primo, con Bunnyman che si allontana al tramonto con la sua motosega tra le mani, con in testa la voce della madre
Il primo capitolo (pur nei suoi evidenti difetti) mi sembrava più ruspante, ma anche questo simpatico sequel ha i suoi numeri (i bellissimi filmati d'epoca che aprono il film, tra strani pranzi, allevamenti di conigli e la comunità rurale-forse la famiglia di Bunnyman-degli anni '20, ancora il filmino in super8 sui titoli di coda, con Bunnyman piccino e sua madre che lo tiene tra le braccia, la puzza, il caldo, le mosche, il cimitero dei camper, il pre finale con la scelta di Sarah, Sarah costretta a cacciare campeggiatrici per Joe e per Bunnyman , in cambio di aver salva la vita, il cadavere della ragazza alla fermata del bus all'inizio)
Poi, vabbè, alla lunga (ragazze che scappano nel nulla, arriva alle spalle Bunnyman, e zack...) un pò sfianca
Ma Bunnyman e forse uno dei "boogeyman" più geniali del nuovo slasher e Lindbergh (con un budget più elevato rispetto al primo) sà il fatto suo
Gradevoli i tramonti e le velocizzazioni alla
Koyaanisqatsi nella fotografia di Soraya Sélène (l'aspetto visivo e molto più curato che nel capostipite)
Insomma, una doppietta horror che mi ha divertito, eppoi, C'è niente da fare, Bunnyman e davvero cool!
Lo sceriffo, sulla targhetta, porta il nome di C.Lindbergh (!)
Foto di gruppo: a destra il Bunnyman con machete palesemente fittizzio, a sinistra la popputa ragazza presa a machetate dopo il sesso in tenda, e nel mezzo-con sogghigno soddisfatto- Carl Lindbergh
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