Stasera mi vedo un thriller con indagine come piacciono a me, caspita
Crimini sul fiume Hudson (c'è pure Kevin Dillon che mi garba, e sicuramente interpreterà il detective in un fosco caso di omicidio nella più solida tradizione americana), d'altronde il dvd italiano c'ha una cover accattivante e sembra promettere bene (anche se preso, credo, in edicola a pochi spicci).
Il sospetto della sonora fregatura non mi aveva minimamente sfiorato, e al posto di un noir sudaticcio e afoso che credevo di godermi mi trovo davanti un pasticcio inclassificabile (la puzza di boiata arriva a pochi minuti dall'inizio), una sottospecie di
Rain Man dagli slanci fastidiosamente buonisti, la storia (a flashback) di un sudato e goffo ciccione ritardato a cui frega niente a nessuno.
Spocchia autoriale da film Sundance, sottotrame che non portano da nessuna parte e sminuiscono l'interesse per la già non esaltante vicenda (il poliziotto alcolizzato, le beghe con l'ex moglie, il teppistello di provincia, il vedovo che dedica alla moglie morta una croce luminosa, l'infanzia di Hap, l'incontro con il padre, un fallito pieno di debiti che si impegola con la mafia e scommette alle corse dei cavalli che manco Charles Bukowski, un farlocco, inutile e ridicolo incontro di wrestling da vederlo per crederci), che prende di mezzo, maldestramente, commedia, grottesco dramma e un pizzico di giallo, fallendo su tutti i fronti, volendo essere profondo e commovente (Hap e il papà nel flashback d'infanzia) ma sprofondando nel patetismo d'accatto da quattro soldi.
Kevin Dillon non fa il detective, non c'è praticamente nessun mistero da dipanare e il thriller è solo mero e truffaldino specchietto per le allodole per attirare fessi come me.
C'è una lieve atmosfera autunnale malinconica e desolante alla
Ragazzi del fiume e qualche timido riverbero kinghiano in mezzo a un mare di paccottiglia noiosa e irritante e ambizioni d'autore da strapazzo (dialoghi su dialoghi, asfittici, sterili, scritti-male- da un regista sceneggiatore che si crede, boriosamente e inutilmente, David Mamet).
Cosa abbia spinto Kevin Spacey a credere in questo loffio progetto rimane un mistero.
Sprecatissima la suggestiva fotografia di Horacio Marquinez.
E per non farsi mancare nulla terribile pure il doppiaggio italiano.
Chiusa alla "vogliamoci tutti bene" da bestemmie reiterate.
La cover americana del film recita la delirante e assurda frase di lancio "Memento meets X Files", probabilmente, durante la visione, mi sono perso qualcosa a questo punto...
Domanda per i nostri ineffabili traduttori, i CRIMINI sul fiume Hudson quali sarebbero?