Chiesa, sesso e carcere.
Ovvero della Via Crucis di un Licantropo "esistenziale".
Tre sono i punti sui quali ruota la sceneggiatura di questo eccentrico horror storico.
1) L'aspetto
sessuale predomina, pur sotteso, in quest'horror licantropesco particolarmente apprezzato dai fans "storici" del genere.
L'istinto scatenante, in grado di far emergere la natura bestiale del licantropo è dato, infatti, dalla presenza di ragazze facili; ancora: antidoto alla trasformazione si rivela essere la ragazza amata, in grado di azzerare l'influsso della Luna piena sul protagonista;
2) altro emblematico "motivo",
circolarmente analizzato da Fisher, è quello
religioso:
L'implacabile condanna si apre, e si chiude, nei paraggi di una chiesa, con impresso a sottofondo il suono di campane. Pure l'uomo-lupo è tratteggiato con parametri pseudo-religiosi: è nato la notte di Natale e l'intera sua esistenza è attraversata da elementi e circostanze cattoliche;
3) il tema della
prigionia percorre, ossessivamente, l'intero film: le sbarre assumono una valenza parabolica, da un lato l'uomo prigioniero di una natura "doppia"; dall'altro il carcere accompagna l'intera esistenza del protagonista, a cominciare dall'infanzia, per finire con l'imprigionamento finale.
Fisher definì in varie interviste tale coercitiva situazione esistenziale "
prigione di carne" e alcuni critici, rilevarono giustamente l'aspetto profondo della psicologia del protagonista, al punto di definire il mendicante protagonista de
L'implacabile condanna come "
primo licantropo esistenziale" nella storia del cinema.