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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Al caos di Roma, ben sintetizzato in apertura dal sovrapporsi di voci, rumori, assembramenti di gente, dal traffico e le grida, si contrappone il silenzio di un convento del centro storico, in cui trovano ristoro spirituale coloro che per tre giorni hanno deciso di riflettere, di pentirsi per comportamenti che hanno capito essere sbagliati; di espiare, in qualche modo, colpe che verremo a conoscere nel corso del film attraverso flashback alternati che ricostruiscono parte del passato dei protagonisti. Ci sono il gretto proprietario di una cereria (Fabrizi), che per vendere le sue candele non si vergogna di ossessionare i possibili compratori; un uomo politico (Marais) che nel suo passato da partigiano...Leggi tutto ha causato un effetto collaterale riprovevole durante un'azione che prevedeva l'esplosione di un ponte; uno scrittore (Villard) accusato in processo di aver ispirato con uno dei suoi libri la morte di un ragazzo durante una squallida asta in cui tra coetanei si volevano vendere gli abiti di una bella giovane (Podestà) appositamente spogliatasi in pubblico; un uomo (Gelin) che non sa come comportarsi dopo che, tornato dalla guerra, aveva ritrovato sua moglie sposata ad un altro. A questi si aggiunge un ladro di mezza tacca (Panelli), infiltratosi - con ancora la refurtiva in tasca - tra gli ospiti esclusivamente per sfuggire alla polizia. Tra tutti, l'episodio che affronta la tematica maggiormente attuale e interessante è quello dello scrittore, in cui si riflette sulla dose di responsabilità attribuibile agli autori di opere di grande diffusione nelle azioni criminose ad esse dichiaratamente ispirate (qui il dramma scaturisce come conseguenza di un "gioco" suggerito dal libro). I ragazzi imputati (l'ultimo dei quali, inquadrato per un attimo, è un giovanissimo Terence Hill) hanno davvero tutte le colpe o sono stati indirettamente spronati ad agire dalla lettura del libro? Il materiale per ragionare su di un tema importante c'è e anche se la messa in scena è discutibile e scarsamente efficace (difetto dell'intero film) ci si distacca dalla banalità degli altri episodi, solo saltuariamente rivitalizzati dalla buona vena del cast italiano, molto più vivace della controparte francese (il film è una coproduzione), probabilmente aiutato dal fatto di... giocare in casa. La figura del religioso che aiuta gli ospiti a comprendere le ragioni del loro malessere, a sua volta tormentato dai dubbi sulla propria fede, appartiene invece al contesto faticosamente digeribile in cui le diverse storie sono immerse, in cui litanie cicliche fanno da sfondo e i silenzi si sprecano senza che molto aggiungano alla profondità delle scene. Il risultato è un micidiale sermone in celluloide talmente serioso da apparire in ultima analisi quasi involontariamente parodistico, con l'ironia di Fabrizi annientata da una sceneggiatura che non gli concede nulla e Panelli che azzarda toni da commedia fuori luogo. La pedanteria insistita e l'approccio intellettualistico finiscono con lo scoraggiare dopo un po' lo spettatore meno avvezzo a certe lungaggini e talvolta è difficile legare i personaggi alle storie senza accorgersi di quanto la cosa si confonda in una fumosa logorrea che tutto travolge. Uno spot della religione cattolica vista come tramite privilegiato di conforto alle anime in tumulto; non disprezzabile per questo naturalmente ma per l'aleatorietà con cui è girato...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/05/16 DAL BENEMERITO RUFUS68 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 26/10/18
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Rufus68 31/05/16 23:20 - 3842 commenti

I gusti di Rufus68

Le diverse storie di un gruppo di partecipanti a un corso di esercizi spirituali. Una serie di apologhi (cristiani) su colpa e redenzione, dalla concezione a tratti scontata, seppur risolta con fluidità e sprazzi d'ottima fattura (il personaggio del partigiano). Notevole il bianco e nero. Stoppa si vede poco, ma è un memorabile avvocato luciferino. Simpatico il ladruncolo Panelli; bellissima la Podestà, protagonista in una scena piuttosto ardita.

Daniela 10/09/21 02:56 - 12662 commenti

I gusti di Daniela

Un uomo politico ex partigiano tormentato dai sensi di colpa, un fabbricante di candele avido, un romanziere in crisi di coscienza, un reduce malmesso ed infine un ladruncolo in fuga dalla polizia: tutti ospiti in un convento per tre giorni di esercizi spirituali... Buono il prologo tra le vie romane ma, una volta dentro le mura del convento, i toni diventano pesantemente edificanti, facendo apparire piuttosto fuori contesto gli spunti da commedia offerti dai personaggi interpreti da Fabrizi e Panelli. Un film di incerta paternità registica, non brutto quanto poco significativo.

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  • Curiosità Zender • 28/10/18 17:18
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Come noto, in una minuscola parte (uno dei giovanissimi imputati al processo) si intravede per pochi attimi anche l'allora tredicenne Terence Hill:

  • Discussione Daniela • 21/09/21 15:07
    Gran Burattinaio - 5927 interventi
    Alcune fonti, tra cui il Dizionario del cinema italiano di Roberto Chiti e  Roberto Poppi  attribuiscono la regia al solo Bruno Paolinelli, che figura tra gli autori della sceneggiatura. 
  • Discussione Zender • 21/09/21 17:55
    Capo scrivano - 47782 interventi
    Mi sa che è il calassico caso di coproduzione in cui compare come regista nell'edizione estera quello straniero e in quella italiana quello italiano... Mettiamoli pure entrambi.
    Ultima modifica: 21/09/21 17:56 da Zender