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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

E’ il film più "strano" di Lynch proprio perché è il meno strano. Per una volta l'autore di TWIN PEAKS abbandona le sue visioni dark, le dimensioni parallele, il sangue e i primi piani forzati, le donne conturbanti e le domande senza risposta. Sotto l'egida della Walt Disney Pictures Lynch si trasforma (non completamente, sarebbe impensabile per un autore del suo calibro) e sforna il più lento road-movie della storia, in cui un settantatreenne piuttosto malridotto parte dall'lowa e arriva in Wisconsin a bordo di un tagliaerba (non ha la patente e non sopporta di far guidare un...Leggi tutto altro): deve raggiungere il fratello Lyle (Harry Dean Stanton) che ha appena avuto un infarto. Il viaggio di Alvin Straight (un Richard Farnsworth perfetto) è quello di un uomo senza fretta, che si gode i paesaggi delle sue terre offrendo allo spettatore la sua ottica contemplativa, fermandosi ad osservare e conoscere i personaggi più disparati (da un gruppo di giovani ciclisti alla donna che investe un cervo), sedendosi a riflettere e regalando ai suoi interlocutori perle di saggezza elementare. THE STRAIGHT STORY (Straight indica il cognome del protagonista, realmente esistito e al quale il film è dedicato, ma anche la semplice linearità della narrazione) è uno di quei film contro cui la critica non sparerà mai contro, e che anzi porterà sempre come esempio di buon cinema: una regia impeccabile, grandi spazi, nessuna ansia per un montaggio frenetico, paesaggi fotografati (da Freddie Francis) con stile, una solarità a tutto tondo. Ogni cosa al giusto posto. E da Lynch (che infatti non scrive la sceneggiatura, di John Roach e Mary Sweeney) non te lo aspetti. Però ammettiamolo: ci si annoia parecchio, e non bastano le belle musiche di Badalamenti a farci passare indenni per un viaggio tanto monotono…

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Milanoodia 1/03/07 11:47 - 10 commenti

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E se fosse questo il miglior Lynch?! La maggioranza delle critiche che piovono addosso al regista lo accusano di non essere attaccato alla realtà precisando poi quanto sia facile essere un regista visionario, che non ha mai bisogno di dare spiegazioni. Straight Story ugualmente non necessita di spiegazioni, tanto è reale, vivo, pulsante. Il paradosso di Alvin è vissuto anche dallo spettatore, che per quasi due ore "vive" un tagliaerbe in mezzo al nulla. Non annoia perchè il niente di Lynch è denso di dolore, amore e nostalgia.

Deepred89 25/05/07 23:17 - 3704 commenti

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Grande film. Il ritmo lento (almeno quanto il tagliaerba del protagonista) per una volta non è un difetto bensì un pregio. Un road movie poetico, commovente e pieno di significati: una storia tanto semplice quanto affascinante che coinvolge come difficilmente accade. Grandissima l'interpretazione di Richard Farnsworth (morto suicida l'anno successivo) e stupefacente anche Sissy Spacek, che interpreta un piccolo personaggio davvero indimenticabile. Stupenda la fotografia di Freddie Francis e bellissime le musiche di Badalamenti.

Renato 31/07/08 23:05 - 1648 commenti

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Forse il miglior Lynch, insieme a The Elephant Man. L'emozione purissima che riesce ad esprimersi in questo racconto di una semplicità quasi imbarazzante è fuori da ogni logica; e non era facile rendere la dignità ferita di questo vecchio uomo. Anche la struttura tipica del road movie viene negata (durante il percorso Alvin non modifica nulla della sua visione della vita), a favore di una linearità esplicita fin dal titolo. Forse Lynch dovrebbe scrivere meno sceneggiature e dedicarsi solo alla regìa.
MEMORABILE: L'apparizione di uno spettrale Harry Dean Stanton mi commuove tutte le volte.

Flazich 2/08/08 23:01 - 667 commenti

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Sicuramente "Una storia vera" è tra le migliori creazioni di David Lynch. Al contempo è il film meno lynchiano che abbia mai visto. La pellicola è pervasa da una tranquillità, da una pace quasi irreale. I tempi sono dilatati come se il tempo del film fosse il tempo percepito dal protagonista. Il viaggio, la sua preparazione, gli inconvenienti tutto è poesia alla stato puro. Per non parlare della magnifica fotografia. Stupendo.

Galbo 6/08/08 14:50 - 12380 commenti

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Da David Lynch il film che non ti aspetti, il più improbabile considerata la sua filmografia ma probabilmente l'opera più intensa ed ispirata. La storia dell'agricoltore che percorre un lungo tragitto in trattore per recarsi dal fratello è un viaggio nella provincia americana più profonda ma anche nelle emozioni individuali di personaggi tratteggiati con grande sensibilità. Molto intensa la prova del protagonista Richard Farnsworth e suggestiva la fotografia. Commovente.

Matalo! 7/08/08 19:38 - 1378 commenti

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Il miglior Lynch di sempre; questo regista assai discutibile, tra genio e furbizia, doloroso sguardo spalancato sull'orrore della realtà e disonesto rimescolare di carte per sembrare artista, riesce con un film all'apparenza piano (straight, appunto) a disseminare di piccoli sussulti d'inquietudine un racconto paradossale e normalissimo, un viaggio innocente e puro in un mondo circondato da falciatrici sinistre. Che il film si apra con un cielo stellato e la scritta "Walt Disney presenta" è massima ironia e bisogno d'amore e di pace.

Brainiac 18/01/09 17:53 - 1083 commenti

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La sua filmografia è visionaria e claustrofobica. Questo film invece è lineare ed emozionalmente trasparente, tanto da non sembrare un Lynch. Lo stile sembra quello pacato e rigoroso dei grandi narratori americani, su tutti Cormac McCarthy. Per una volta Lynch asciuga la sceneggiatura, dilata il tempo ma non lo piega a favore delle sue allucinazioni, puntando (lento) verso temi classici. Anche la scena della discesa senza freni, la più "veloce" del film, è descritta dal punto di vista "lento" di alcune persone che si rilassano sul prato. Capolavoro agreste.
MEMORABILE: Il protagonista rompe i freni del suo originale mezzo di trasporto e affronta una ripidissima discesa.

Tomslick 24/01/09 11:59 - 205 commenti

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Storia molto particolare, raccontata da un regista particolarissimo in modo normalissimo. E splendidamente. Pellicole come queste ogni tanto ci vogliono: riconciliano con il cinema (ed ultimamente ce n'è sempre più bisogno) e con molto altro. Placido ma mai lento (ha sempre qualcosa d'interessante da far vedere o da dire), il film scorre via attraverso straordinari paesaggi, personaggi di contorno azzeccati, preziosissime pillole di saggezza buttate lì dal protagonista come niente fosse. Sissy Spacek, come sempre, bravissima. Corroborante.
MEMORABILE: La discesa senza controllo: lenta, calma, pura adrenalina.

Sabryna 7/04/09 21:33 - 225 commenti

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La bravura di David Lynch sta nel fare film visionari belli tanto quanto film realistici e "con i piedi per terra". "Una Storia Vera" fa parte di questa seconda categoria e rappresenta un ottimo film. Il protagonista, ormai 73enne, decide di far visita al fratello vittima di un infarto per appianare divergenze passate. Non ha la patente ma non vuol farsi aiutare da nessuno e si mette in viaggio su un tagliaerba a motore. Ciò che resta impresso di Alvin è una gran saggezza. Toccanti i dialoghi. La lentezza non penalizza affatto il film. Bello.

B.wildest 22/01/10 18:30 - 33 commenti

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"Una storia vera" è il film che mi sento di consigliare senza riserve a tutti. Lynchano anche se molti non lo direbbero: sono sempre in agguato le sue citazioni sulla mitologia americana (il west, gli animali selvaggi) e i suoi elementi come il fuoco (l'incendio che causa l'allontanemento dei bambini) e i fulmini. Stupendo, di respiro universale, uno dei capisaldi del cinema americano vero. Monumento a Richard Farnsworth e Sissy Spacek (e a Badalamenti che compone una colonna sonora da commozione istantanea).

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Caesars 29/03/10 11:41 - 3778 commenti

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Il meno lynchiano tra tutti i film di Lynch; malgrado ciò (o forse proprio per questo) uno dei suoi più belli. Oltre ad essere vera la storia è anche molto semplice ed umana; proprio questo dà forza e vigore ad una pellicola con ritmi blandi ma che avvince, grazie anche all'ottima interpretazione di Richard Fansworth. Il lento viaggio del protagonista, che si svolge con una mezzo di locomozione incredibile, ci permette di catturare l'anima di un'America più vera di quella mostrataci da molti altri film. Non perfetto ma bello.

Cotola 30/04/10 23:50 - 9009 commenti

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Il Lynch che non ti aspetti. Toccante ed emozionante film che tocca temi importanti come la morte, la famiglia, la memoria, il viaggio e lo fa con rara leggerezza dando ampio spazio ad un paesaggio placido che è metafora della personalità del vecchio Alvin che se ne va in giro tranquillamente sulla sua motofalciatrice incontrando un’umanità “vera”, calorosa ed in alcuni casi un po’ dolente ma aperta alla speranza così come il finale. Il protagonista Fansworth è magnifico e ha unastupenda faccia da cinema d’altri tempi. Tratto da una storia vera

Ford 31/05/10 21:41 - 582 commenti

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Questo Easy rider in babbucce poteva essere davvero un capolavoro ma non mi ha convinto; sarà che alla meraviglia dei paesaggi, alla fotografia bellissima, alla storia semplice ma incisiva, alla regia pulita e alla grande prova di Farnsworthsi sia voluto attaccare un po' forzosamente un qualcosa di più poetico e profondo che a mio avviso cozza con la semplicità di tutto il resto: certe perle di saggezza un po' banali non possono uscire da un personaggio così e alcuni personaggi di contorno (come la donna che investe il cervo) erano evitabili.

Luchi78 4/08/10 14:26 - 1521 commenti

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Romantico e commovente con poco. Il finale con Harry Dean Stanton è da Oscar. La storia è talmente semplice e lineare che sembra impossibile averci costruito sopra un così bel film. In fondo la magia del cinema è anche questa e con una regia come quella di Lynch, che abbandona i suoi virtuosismi paranoici senza sbagliare un'inquadratura, c'è solo da rimanerne appagati.
MEMORABILE: Il finale: l'interpretazione di Harry Dean Stanton è superba.

Pinhead80 25/12/10 02:43 - 4719 commenti

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Un vecchio agricoltore affronta un lunghissimo viaggio a bordo di una falciatrice per andare a trovare il fratello malato. Certamente non è il classico film che ci aspetteremmo di vedere con Lynch alla regia. La storia è buona sia come intensità che come spessore e sfrutta l'idea del road-movie come crescita con semplicità. La stessa semplicità che rende il protagonista eccezionale nell'interpretazione. Un Lynch inedito e da scoprire.

Domino86 14/04/11 19:16 - 607 commenti

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Sicuramente non è il genere di film che ci si aspetta di vedere se la firma è di David Lynch, ma bisogna ammettere che questa versione, inaspettata, del regista colpisce parecchio. La pellicola si basa su una storia realmente accaduta (valore aggiunto direi): miglia e miglia percorse con un tagliaerba. Un road-movie sicuramente azzeccato, mostra come la semplicità di un uomo possa condurlo a tanto, non dal punto di vista materiale ma piuttosto interiore e affettivo. Da vedere!

Mickes2 3/06/11 12:58 - 1670 commenti

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Questo è il Lynch che adoro! Un unico grande respiro questo spaccato di vita del vecchio Alvin Straight. Una delicatezza del racconto che da Lynch non ti aspetti, ogni sequenza ti pacifica il cuore: le musiche che si mescolano con le immagini, gli occhi, lo sguardo intenso e le parole di Alvin, creano qualcosa di inevitabilmente poetico. Il regista scava a fondo nell’Io del protagonista e ci regala una storia intima, portando a galla i valori più importanti e mette un accento al profondo senso delle cose. Splendido il commovente finale!
MEMORABILE: L'interpretazione di Richard Farnsworth.

Metuant 5/06/11 20:32 - 456 commenti

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Un tipo di film come questo non te l'aspetti da Lynch, eppure eccolo qui: una storia delicata, leggera e molto commovente, superbamente interpretata dall'ex stuntman Richard Farnsworth, al suo ultimo film. Non ci sono momenti tesi o cose simili, solo una serie di sequenze dal taglio lieve che compongono il viaggio di un vecchio, forse l'ultimo, per riunirsi al fratello che non vedeva più da anni. Il classico film che rimette in pace col mondo. Eccellente.
MEMORABILE: Lo struggente e poetico finale sulla veranda.

Rullo 12/07/11 23:06 - 388 commenti

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Lynch si cinementa per la prima volta in un film diverso dai suoi standard. Il risultato è una pellicola di grandissimo valore. Essa riuscirà a trasmettere calore e sentimenti allo spettatore attraverso il bizzarro viaggio del protagonista a bordo di un mezzo piuttosto singolare. La fotografia, insieme alla colonna sonora, sono una cosa meravigliosa ed unica, sanno amalgamarsi con la regia di David che di esperienza ne ha tanta.

Fabbiu 23/08/12 18:55 - 2136 commenti

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Perché continuare a ribadire che è il film di Lynch che non ti aspetti, quando è evidente che la sceneggiatura non è sua? Anzi, direi che la "profondità" tangibile della rappresentazione emotiva c'è; ad essere diversi qui sono i contenuti: non piu angoscia, panico e smarrimento; ma ritrovamento, serenità dell'anima; una storia on the road (atipica ma non certo come Strade perdute) tratta, come suggerisce il titolo, da una storia vera, è lineare e lenta come un viaggio su un tagliaerba. Badalamenti al solito aiuta non poco.

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Ryo 9/01/13 21:31 - 2169 commenti

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Un film apatico, insolitamente lineare e onesto, perlomeno per lo stile a cui ci ha abituati il maestro Lynch (che comunque semina qua e là un paio di marchi di fabbrica). Tratta realmente da una storia vera, la crociata di Alvin Straight è un viaggio non solo fisico, ma anche psicologico. Accompagnato da stupende composizioni del Badalamenti che musicizza i film di Lynch ormai dai tempi di Vellutoblu, il viaggio e le situazioni hanno un che di tenero e commovente.
MEMORABILE: Alvin che spara al vecchio tosaerba; "La cosa peggiore di essere vecchi è ricordare di essere giovani"; La contrattazione con i gemelli meccanici.

Belfagor 21/03/13 12:45 - 2689 commenti

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Il binomio Disney/Lynch pare blasfemo, eppure ha dato vita ad uno dei migliori film degli anni '90. La piccola odissea di cento miglia che Alvin Straight affrontò davvero a bordo di un tosaerba per far visita al fratello malato, è narrata nel modo più lineare possibile, in un'atmosfera bucolica segnata dai tempi dilatati e dalle musiche di Badalamenti. Fra i colori dell'autunno, la gentilezza degli stranieri e i curiosi incontri fatti lungo il viaggio, è uno di quei film che fanno riacquistare la fiducia nell'umanità.
MEMORABILE: La discesa senza freni; La donna che continua ad investire cervi; "Hai fatto tanta strada con quel coso per venire da me?"

Saintgifts 3/04/14 15:54 - 4098 commenti

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The straight story, a straight film. Non prende tante curve Lynch per raccontare questa storia vera, è questo il grande pregio. Lineare come gli infiniti rettilinei tra Iowa e Wisconsin; si viaggia a passo d'uomo sulla superficie, ma si va velocemente in grande profondità. Alvin ha due scopi: il primo quello di rivedere il fratello malato e rinsaldare un affetto interrotto per troppo tempo, il secondo quello di dimostrare a se stesso di essere ancora in grado di realizzare un progetto, nonostante l'età e gli acciacchi. Esaltante, commovente.

Daniela 16/09/14 15:28 - 12622 commenti

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Un anziano contadino intraprende un lungo viaggio alla guida di un piccolo trattore per andare a trovare il fratello malato con cui non parla da molti anni... Per molti, me compresa, è il film più bello ed intenso del regista, paradossalmente in quanto è anche quello meno lynchiano: non ci sono enigmi da risolvere se non quello, insolubile, del significato della nostra esistenza. Il protagonista, interpretato da uno splendido Farnsworth già minato dal cancro, si prende il suo tempo e ci induce a fare altrettanto. Riflessivo, commovente.
MEMORABILE: Il breve scambio di battute fra i due fratelli

Almicione 27/09/14 01:45 - 764 commenti

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Non ho mai apprezzato i road movie perché sono lenti e raccontano di incontri che è improbabile si possano verificare nella realtà. Lynch si avventura in questo genere conducendo, però, non male: la regia è ottima, esperta e regala qualche inquadratura spettacolare. Tuttavia la narrazione è un po' lenta e non basta un vecchio intraprendente a bordo di un trattorino per rendere avvincente la visione. Con qualche accorgimento in più poteva essere un bel film. Deludente il finale: me lo immaginavo più importante. Bravo Farnsworth!
MEMORABILE: La toccante sequenza in cui i due vecchi seduti al bar ricordano le dolorose memorie della seconda guerra mondiale.

Zio bacco 3/11/14 16:34 - 240 commenti

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Bellissimo. Forse per assurdo il miglior film di Lynch, che qui sembra tutt'altro regista rispetto al consolidato repertorio. La fotografia è stupenda, le musiche riuscite e di sicuro effetto, tanto che valorizzano non poco le spettacolari inquadrature che a tratti fanno capolino. Il ritmo all'apparenza blando fa del film un road movie flemmatico e ricco di fascino, complice anche la recitazione molto buona di Farnsworth. Per una volta mancano enigmi da decifrare e il risultato è appagante e forse inaspettato. Degno di lode il finale.

Xamini 27/01/15 01:02 - 1247 commenti

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Non saprei se definirlo più atipico come road movie o come opera di Lynch. Costruito sulla magistrale interpretazione di un Richard Farnsworth che ci mostra tutto il suo affaticamento, su un'ottima fotografia e su una colonna sonora che cattura a firma Badalamenti, è un film che si lascia contemplare, ma che non manca di annoiare. Privo di battute particolarmente incisive, suona più come un omaggio all'impresa fuori dai tempi di un uomo, l'Alvin Straight che presta il nome al gioco di parole del titolo.
MEMORABILE: Il volto di Farnsworth, il momento finale.

Paulaster 19/11/15 10:15 - 4389 commenti

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Discesa nella provincia americana e nel senso trascendente dei sentimenti familiari che legano. Musiche emozionali e immagini sfumate che accompagnano il lento viaggiare e ci portano lontano dal chiasso cittadino, tra le distese dei campi e le chiacchere attorno al fuoco. Intenso Farnsworth nelle sue parole contate a interpretare il saggio cocciuto e comprimari adatti nei loro abiti contadini (nota per la Spacek). Si rievocano anche ricordi di guerra come a sottolineare una cicatrice di cui è rimasto il segno.

Giacomovie 24/01/17 13:30 - 1397 commenti

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Non sembra il tipo di film a cui David Lynch ci ha abituati: è meno iperbolico, risultando meno fantasioso e più concreto. Grazie a un ritmo distillato (ma non lento) viene favorita la riflessione su alcuni insegnamenti sottintesi: l’animo che rimane giovane nonostante il passare degli anni; la tenacia interiore che aiuta a realizzare i progetti che stanno a cuore, anche se rischiosi e la grande forza che possono conservare i legami di sangue. Ottima prova di Richard Farnsworth nel ruolo dell’eccentrico personaggio dell’arzillo vecchietto.

Minitina80 29/11/17 08:53 - 2980 commenti

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Da vivere senza fretta, un fotogramma alla volta, lasciandosi il fiato per entrare in sintonia con il viaggio che vale il senso di una vita. A suo modo lascia qualcosa, in ogni incontro lungo il tragitto, nelle parole del protagonista, ma anche nei paesaggi sconfinati pieni di mais e nelle note suadenti di Badalamenti. Harry Dean Stanton appare per una manciata di secondi e sugella insieme con Richard Farnsworth una storia intensa, oltre che realmente accaduta. Non è il Lynch più ricercato e personale, ma è a ogni modo eccellente.
MEMORABILE: Hai fatto tanta strada con quel coso per venire da me?

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Magi94 22/04/18 19:46 - 944 commenti

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Il fatto che io non sia un lynchiano viene confermato da questo film, finora il mio favorito in assoluto di Lynch e allo stesso tempo il meno lynchiano che lui abbia mai girato (anche se i suoi tocchi registici si sentono, si veda la carrellata iniziale...). E' una storia "dritta", leggera leggera e colma di tenerezza per l'anzianità, avanza senza fretta e senza annoiare, senza far perdere l'interesse ma allo stesso tempo senza introdurre elementi sconvolgenti. Colpiscono la gentilezza della regia e la bravura di tutto il cast.

Lou 8/06/18 17:08 - 1119 commenti

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Come recita il titolo, si tratta di una storia vera, semplice, diretta e sincera, che scorre lenta come il trattore tosaerba che l'anziano Alvin Straight (l'ottimo Farnworth) utilizza per attraversare un pezzo di America rurale tra Iowa e Wisconsin per raggiungere il fratello malato col quale non ha rapporti da anni. Lynch stavolta stupisce al contrario: niente morbosità né mistero, solo tanta commovente naturalezza, tra splendidi e desolanti paesaggi americani.

Bubobubo 27/12/18 17:34 - 1847 commenti

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Un uomo solo, vinto dal destino (anche nella vita reale: le smorfie di Farnsworth, allora malato terminale di cancro, sono di vero dolore), che fa ritorno alla propria Itaca cercando di restituire significato alla propria esistenza. Film semplicissimo, lineare ("straight"), fatto di immensi paesaggi (bellezza accentuata dall'appropriata soundtrack di Badalamenti) e giustapposizioni di piccoli incontri, sussunti nel banale eppure metafisico scambio finale di battute che prelude all'immersione nella volta stellata. Emozionante è dir poco.
MEMORABILE: "Did you ride that thing all the way here to see me?" "I did, Lyle".

Rocchiola 17/11/19 11:17 - 953 commenti

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A 73 anni Alvin Straight decide di attraversare l’America su di un singolare mezzo di trasporto per rivedere il fratello malato. Il film più semplice e lineare di Lynch, che abbandona i suoi incubi noir post-moderni per un road-movie dal sapore quasi fordiano nel tratteggio di un’affettuosa galleria umana e nell’esaltazione dello sterminato paesaggio americano. Una saggia e commovente meditazione sulla vecchiaia che offre finalmente un meritato ruolo da protagonista per il vecchio Farnsworth. Splendide le musiche. Semplicemente un capolavoro.
MEMORABILE: La discesa senza freni; Gli sterminati campi di grano; I due gemelli meccanici; La metafora del mazzo di rametti che non si spezza coma la famiglia.

Jdelarge 17/08/20 11:41 - 1000 commenti

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Oltre a essere vera, come da titolo, la storia è anche bella per la sua semplicità e onestà, attraverso le quali viene offerta un'interpretazione della vita assolutamente essenziale che è il frutto dell'esperienza di un anziano americano. Pur essendo un film insolito per Lynch, si può scorgere la sua mano in ogni inquadratura e nella purezza dei dialoghi. Eccezionale la prova di Richard Farnsworth. Riconciliante.

Silvestro 21/04/21 23:34 - 358 commenti

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Un film semplice e che proprio nella sua semplicità trae la sua forza. Attraverso gli occhi di uno strepitoso Farnsworth David Lynch ci presenta uno spaccato di umanità ricca di sentimenti e bontà. Un film positivo incentrato sulla generosità e sul perdono che riesce a fare emozionare pur non scadendo mai nella retorica. I grandi paesaggi americani sono un valore aggiunto.

Gottardi 22/04/21 13:13 - 395 commenti

I gusti di Gottardi

Anziano malandato intraprende un viaggio di settimane dallo Iowa al Wisconsin a bordo di un trattorino con rimorchio per andare dal fratello che non vede da anni. Fingiamo non sia un film di Lynch: come lo classificheremmo? Eccessivamente lento, a tratti noioso, privo di spunti originali? E così è. Poi battute banali, riprese patinate di tramonti e campi imbionditi dalle messi che si ripetono col copia-incolla. Lodevole il tema del coraggio al crepuscolo della vita, si apprezza il protagonista e si sorride a volte, ma rimane un senso di poetica incompiuta, nonostante i bravi attori.
MEMORABILE: I fratelli meccanici quando presentano il conto della riparazione del trattorino (tra l'altro sono fratelli anche nella vita reale).

Sonoalcine 27/08/23 19:48 - 184 commenti

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È un Lynch che si trasforma, non tradendo mai però la propria poetica cinematografica, delineando uno dei suoi lavori più profondi e poetici di sempre. È un road movie in cui lo spirito gioca un ruolo centrale e il protagonista ha come scopo l'incontro con quel fratello con il quale aveva litigato diversi anni prima. Come si sa, dinanzi all'avvicinarsi della morte tutti i dissidi e i battibecchi passano in secondo piano, lasciando spazio a ciò che conta davvero, ovvero l'affetto verso i propri cari.
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  • Discussione Caesars • 18/01/11 11:31
    Scrivano - 16800 interventi
    Scopro solo ora (da Wikipedia) questa notizia sull'attore Richard Farnsworth:
    "Prima del film, gli venne diagnosticato un cancro alle ossa in fase terminale. Girò questo film soffrendo. Si suicidò nel 2000 un anno dopo l'uscita del film, all'età di 80 anni, sparandosi all'interno del suo ranch in Lincoln, nel Nuovo Messico."
    Non sapevo proprio che si fosse suicidato.
  • Curiosità Columbo • 12/06/11 16:58
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    Attivo nel cinema come comparsa dal 1937, ancora bambino, poi stuntman, Richard Farnsworth passò a parti da caratterista nel 1963, ebbe una nomination all'Oscar per "Arriva un cavaliere libero e selvaggio" (1977) e una per questo film di Lynch. Nel 2000, malato terminale, si è tolto la vita.
  • Curiosità Columbo • 12/06/11 17:00
    Pulizia ai piani - 1098 interventi
    "Straight" (nel titolo originale) sta per dritto, semplice, onesto ed è anche il cognome del protagonista.
  • Discussione Mickes2 • 17/06/13 01:48
    Addetto riparazione hardware - 335 interventi
    chiedo cortesemente una modifica al voto: 5 pallini per questa straordinaria, struggente e intensa parabola sul valore dei legami famigliari, i sentimenti nonchè la capacità di guardare "oltre" imparando dagli sbagli di una vita.
  • Discussione Zender • 17/06/13 08:40
    Capo scrivano - 47726 interventi
    D'accordo, sistemata.
  • Homevideo Zender • 11/10/17 08:02
    Capo scrivano - 47726 interventi
    Esce per la collana INDIMENTICABILI della Eagle il bluray del film.

    Audio: Italiano (Dolby Digital 5.1)
    Sottotitoli: Italiano

    https://www.amazon.it/Una-Storia-Vera-Collana-Indimenticabili/dp/B074MGSP7F/ref=sr_1_40?s=dvd&ie=UTF8&qid=1507701622&sr=1-40
  • Discussione Kaciaro • 11/08/18 16:31
    Galoppino - 506 interventi
    Poesia pura ..........
  • Homevideo Rocchiola • 17/11/19 11:19
    Call center Davinotti - 1238 interventi
    Buon prodotto riconoscibile per la singolare copertina verde, che utilizza il master Studio Canal. Nulla da eccepire sul video presentato nel corretto formato panoramico 2.35. Audio italiano 2.0 un pò basso ma chiaro.