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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Eddie Mannix (Brolin) di mestiere risolve problemi (e sappiamo quale sarà per tutti i cinefili l'ovvio paragone): lo fa per la Capitol pictures in un film dov'è il centro attorno al quale ruotano una serie non indifferente di ostacoli da superare nel minor tempo possibile. E a Hollywood, si sa, non passa giorno senza che qualcosa impedisca il normale corso produttivo di una pellicola. Oggi come negli Anni Cinquanta, in cui Mannix agisce innanzitutto per capire dove sia finito l'attore protagonista (Clooney) dell'imminente “Hail, Caesar!”. Ma bisogna capire anche come chiudere la questione del figlio che sta per nascere di una diva (Johansson)...Leggi tutto a dir poco libertina, nient'affatto certa del “responsabile”. O di un attoruncolo western sulla cresta dell'onda, Hobie Doyle (Ehrenreich), chiamato a interpretare un film d'autore il cui regista (Fiennes) fatica proprio ad accettarlo. Mannix gioca su campi diversi e questo garantisce una struttura a episodi intrecciati piuttosto ben studiata, in cui però la prolissità delle singole scene appesantisce decisamente il fluire della narrazione. Clooney “rapito”, ad esempio, si ritrova ostaggio di un gruppo di sceneggiatori di idee comuniste: una gag simpatica, stiracchiata però oltremodo fino a farsi minuto dopo minuto decisamente sfiancante. I Coen non hanno comunque perso il loro gradevole sense of humour (spesso legato al personaggio di Hobie Doyle, ma tutta la disputa teologica con gli esponenti religiosi chiamati per accertarsi che il film sul Nazareno sia “politically correct” è notevole, così come la parentesi dalla montatrice) né il gusto per la presa in giro ai confini del demenziale, sposata a una consapevolezza – anche formale – che è loro trade-mark da anni. Quindi spesso si ride, è indubbio, e la qualità di un cast al solito fittissimo di volti noti garantisce la massima riuscita possibile. In aggiunta l'omaggio alla Hollywood dei Cinquanta è ricco di momenti visivamente accattivanti (la danza acquatica orchestrata dalla “sirena” Johansson) o di rievocazioni perfette (il tip tap del marinaretti guidato da Channing Tatum). Costumi, fotografia, invenzioni registiche testimoniano la qualità “alta” dell'operazione, con un finale spassoso che riassume perfettamente la cifra dell'umorismo disincantato dei Coen. Purtroppo le parti in cui si avverte la mancanza di dialoghi serrati o di un numero minimo di trovate che giustifichino lo scarso senso di tante scene frena l'impatto del film, destinato a dissolversi insieme a molte altre prove dei fratelli, da sempre altalenanti e inclini a una frequente quanto deleteria autoindulgenza. Come se le idee fossero spesso troppo poche per riempire film che a quel punto si aggrappano a un'interpretazione, a uno stile sperimentato, un'atmosfera nel vano tentativo di colpire l'immaginazione mascherando nel contempo la povertà di senso e contenuti. Qui saltuariamente il trucco funziona, grazie anche a un Brolin impeccabile (Clooney è invece prigioniero d'un ruolo meno incisivo), ma di riflessioni su un personaggio simile al suo il cinema ce ne ha regalate di ben migliori.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 11/03/16 DAL BENEMERITO KINODROP POI DAVINOTTATO IL GIORNO 14/03/16
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Kinodrop 11/03/16 23:09 - 2950 commenti

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Omaggio alla grande stagione del cinema hollywoodiano per una commedia che rievoca i generi allora in voga, dal western alla commedia musicale, dal peplum allo spionistico ecc. Il tema non è nuovo, ma è condotto con uno spirito insieme appassionato e nostalgicamente ironico, con mezzi tecnici che esaltano la magia di quelle produzioni, mostrandone la continuità col presente. La "fauna" di divi, dive, produttori, affaristi, sceneggiatori, trame politiche e affari più o meno loschi si dipana agile grazie anche alla duttilità del grande cast presente.
MEMORABILE: Il centurione Baird nel covo dei comunisti; Il cowboy alle prese con le battute; Le scene acquatiche; Il tip tap dei marinai; Il monologo del centurione.

Saintgifts 13/03/16 12:07 - 4098 commenti

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I fratelli Coen riescono nell'impresa di raccontare Hollywood, anzi di celebrare la Hollywood degli anni '50, le produzioni di una nota casa, i suoi studios, ma soprattutto i personaggi che ci gravitano dentro e attorno. Impresa non nuova, ma riuscita perché riesce a far spettacolo (durante i vari ciak sui set), a dipingere i diversi caratteri fino a introdurre una storia che è un diretto confronto tra il mondo comunista e quello capitalista. A "controllare" tutto c'è il fixer Eddie (Brolin), figura che esce da ogni standard preconfezionato.
MEMORABILE: Il ballo dei marinai; Il lazos di Hobie Doyle (Alden Ehrenreich).

Nancy 13/03/16 20:43 - 774 commenti

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Il film è un bel divertissement sui generi della Hollywood degli anni d'oro: musical, western, peplum, che i Coen citano mischiando il loro gusto particolare per l'inquadratura con la fotografia sgargiante da Technicolor e le coreografie alla Busby Berkeley (già citato in Lebowski...). Un Effetto notte hollywoodiano e non europeo: infatti qui il protagonista è produttore (Brolin) e non regista e tutto gira intorno ai divi e ai soldi che da loro si possono ricavare, lasciando intendere che il cinema è solo intrattenimento e affatto "cosa seria".
MEMORABILE: La scena di danza subacquea di Scarlett Johansson e quella "marinaresca" del mitico Channing Tatum (qui il migliore).

Didda23 14/03/16 10:03 - 2426 commenti

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Deludentissima operazione dei Coen, che girano un'opera insipida che si accortoccia spesso su stessa senza fornire scene davvero memorabili. Per carità, per quanto concerne la qualità registica e tecnica c'è poco da dire visto che la ricostruzione degli ambienti è notevole e qualche scheggia è più che riuscita (la danza delle sirene, il tip-tap di Tatum). E' proprio la sceneggiatura, stanca e con pochissime idee, che non permette al film di prendere il volo inchiodando spesso i personaggi in momenti dallo scarso valore. Brolin ha il personaggio migliore e salva la baracca.
MEMORABILE: La riunione con le autorità religiose; Fiennes che cerca di motivare un inadatto Ehrenreich.

Taxius 15/03/16 14:40 - 1656 commenti

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Un po' deludente l'ultima fatica dei fratelli Coen, almeno per le grandi aspettative che si erano create intorno al film. E' un omaggio a tutto il cinema anni 50 con l'aggiunta del sano complottismo comunista, tipica paura dell'epoca. La storia è simpatica ma insipida, troppo superficiale e poteva essere approfondita meglio; stesso discorso vale per i personaggi, che sono molti ma poco caratterizzati (tanto da sembrare messi lì a caso). Per carità, il film non è male, è anche divertente a tratti, solo poteva essere gestito meglio.

Rambo90 16/03/16 21:28 - 7697 commenti

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Glorificazione e satira allo stesso tempo della Hollywood anni '50, molto divertente, con battute simpatiche e dialoghi molto brillanti, ma fondamentalmente fine a sé stessa. La trama è un pretesto per descrivere l'ambiente e i modi produttivi di quel periodo, il tutto con acuto sarcasmo ma che nel finale frettoloso rivela la sua natura di gioco per intenditori. Belle ambientazioni e scenografie, simpatici numeri musicali e cast all star impiegato a volte anche per brevissime sequenze ma in parte. Divertente, ma solo per cinefili.

Belfagor 23/03/16 20:51 - 2690 commenti

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In una sterzata a 180 gradi rispetto alle loro opere di nichilismo prêt-à-porter, i Coen tentano di fondere la Hollywood anni '50 con una bizzarra forma di Provvidenza incarnata dal serafico (serafino?) Mannix, sempre pronto a risolvere gli infiniti problemi fuori dal set. La mancanza di coesione e una certa pigrizia narrativa fanno capire presto che la somma è inferiore rispetto agli addendi, esercizi di stile ora adorabili (l'omaggio ai generi che furono è incantevole) ora mal sfruttati (il complotto degli sceneggiatori).
MEMORABILE: La riunione con i rappresentanti religiosi; Le coreografie; "Vorrei fosse così semplice"; Doyle e i suoi lazos.

Xamini 24/03/16 21:47 - 1252 commenti

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Parte con il tono di noir, con tanto di voice-over, notte, pioggia, impermeabile, sigaretta e poi si apre per abbracciare gli altri generi (e i sapori) della Hollywood anni '50, ripresa con l'ironia utile a risaltarne le contraddizioni. Fil rouge dell'operazione è il Wolf Brolin, che ci traghetta attraverso una serie di sotto trame molto ben disposte. Il tutto funziona benone come divertissment, ma proprio non prova a spingersi oltre. Verrebbe da chiedersi come sarebbe stato, se fosse stato arricchito del degno livello di profondità ma non lo sapremo mai. Ci limitiamo a salutare Cesare con un sorriso.
MEMORABILE: Fiennes e il suo attorucolo; il tip tap

Cotola 24/03/16 16:37 - 9044 commenti

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Divertente e delizioso omaggio dei Coen al mondo del cinema di una volta (anni '50) per cui i due fratelli dimostrano di avere una forte nostalgia ed una grande passione che trasuda in molte scene. Si omaggiano i generi "forti" di una volta: western, peplum, melodramma ma soprattutto il musical . C'è anche tanta ironia e satira nei confronti di un mondo dominato dall'apparenza, dalla finzione, dal denaro e anche da paranoie anticomuniste: (interessante ma non del tutto riuscita la gag con gli sceneggiatori "rossi"). Finale in cui si ribadiscono le due anime della pellicola.
MEMORABILE: La scena acquatica omaggiante Burkley; Il tip tap con un grande Tatum; Le scene "melodrammatiche" con l'attore cow-boy e la disperazione di Fiennes.

Ryo 31/03/16 15:24 - 2169 commenti

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Quest'ultima opera dei fratelli Coen rappresenta una sceneggiatura funzionale a una critica feroce (o a una visione nostalgica) del cinema anni 50, con tutte le congetture, lo star system, la paranoia comunista, il tutto alternato a scene di film nel film (girate o proiettate) dallo spirito goliardico. Nulla da dire sulla regia, ma l'impressione che mi ha dato non è stata quella di coinvolgere lo spettatore quanto piuttosto di "mostrare" una visione del cinema che fu.
MEMORABILE: Il tip-tap dei marinai; Il sottomarino russo; Il cowboy che non sa recitare e fa lazzi con gli spaghetti.

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Capannelle 18/04/16 00:05 - 4411 commenti

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Difficile che i Coen smarriscano il mestiere o il gusto di andare oltre il banale e questo gli viene riconosciuto dalla critica, portata spesso ad apprezzare ogni loro rappresentazione. Peccato che nel film queste qualità non vengano supportate da una trama convincente e portino a divertissement ben costruiti ma poco efficaci nell'economia del film, a un'ironia "colta" ma con le polveri bagnate come nei peggiori Allen. Insomma si sorride senza esserne coinvolti e un'alone di noia aleggia pesante. Dopo Monuments men altra tavanata per Clooney.

Daniela 27/05/16 00:55 - 12662 commenti

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Il racconto della giornata di un "fixer" di una grande casa di produzione è il filo rosso che consente ai Coen di omaggiare i generi classici della Hollywood degli anni d'oro, con ironia ma anche tanta nostalgia. Il risultato, pur gradevole a tratti (in particolare negli inserti in chiave musical), è però inferiore alle attese, per colpa di una sceneggiatura sfilacciata che spesso gira a vuoto e di dialoghi poco incisivi, soprattutto nel segmento più debole, quello dedicato al rapimento del divo di un peplum para-religioso. Film minore, nonostante la gran parata di stelle nel cast.

Galbo 13/07/16 05:53 - 12393 commenti

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Una "cavalcata" tra i generi cinematografici su un filo conduttore simil noir. I fratelli Coen "giocano" con il mito di Hollywood, realizzando un film che vive di citazioni da grandi film del passato. L'omaggio è visivamente riuscito, ma freddo e poco personale, con una trama di fondo banale. L'impianto "regge" grazie al mestiere degli attori impiegati, il bravo Brolin in primis, ma si tratta nel complesso di uno dei film meno validi dei due cineasti.

Paulaster 22/09/16 10:20 - 4419 commenti

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Discesa nel mondo degli anni 50 a narrare la storia degli Studios cinematografici. Inizio farraginoso che non cattura e che si salva solo per le performance girate bene, utili a restituire la magìa di quell'epoca. Nella parte centrale il film trova un suo equilibrio ma pecca di presunzione nel ritratto dei comunisti e mostra un Clooney al limite del fastidioso. Confezione curata negli ambienti e per la fotografia, ma manca l'anima che faccia sospirare per un periodo che non c'è più.
MEMORABILE: Il tip-tap; Il lazo fuori dalla macchina; Fiennes regista.

Il ferrini 17/02/17 00:13 - 2358 commenti

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Elegante opera metacinematografica che riporta i Coen nel campo della commedia, riuscendo a divertire lo spettatore (il dialogo su Dio con i vari rappresentanti religiosi è esilarante) ma anche a deliziarlo con una messa in scena di rara bellezza: ci sono il western, il musical, il noir, tutto girato con grande mestiere e con un cast di prim'ordine nel quale spicca oltre al protagonista Brolin uno spassoso Alden Ehrenreich. Forse non è un film che ha moltissimo da dire ma lo dice dannatamente bene.
MEMORABILE: Il "mesto sogghignare" richiesto a Hobie Doyle.

Giùan 11/04/17 09:54 - 4559 commenti

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Divertente e divertito come solo sa essere un film costruito e creato - ancor prima che pensato e diretto - dai Coen, ma analogamente un'opera seriale e routinaria (sia pur ad altissimo livello s'intende) come capita talora ai due fratelli stakanovisti. Qui ci sono di memorabile il meraviglioso "mensch" risolutore di Brolin e una rievocazione della fabbrica-studios di infallibile cinefilia. Un po' forzato invece l'escamotage del rapimento di Whitlock-Clooney, come il personaggio della Johansson, surclassati dal cowboy Hehenreich e dal fulminante prestanome Hill.

Magi94 1/08/17 22:27 - 952 commenti

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Un godibile film dei fratelli Coen che mostra comunque qualche ingenuità. La descrizione nostalgica della vecchia Hollywood sembra infatti un po' troppo semplicistica e caricaturale: basti pensare che il protagonista (realmente esistito) sembra avesse contatti con la mafia. Questo comunque non toglie scorrevolezza al film (tolte le parti musical che io, ahimè, detesto) e se proprio non si ride si sorride spesso. Divertente la parte degli sceneggiatori comunisti in rivolta, anche se il riferimento al maccartismo è puramente superficiale.

Pigro 3/07/19 19:51 - 9666 commenti

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Garbata immersione nel rutilante mondo hollywoodiano degli anni 50, dove alla brulicante operosità degli studios – tra peplum, musical e western – si affianca un indolente maccartismo: e così il rapimento del divo da parte dei comunisti è l’occasione narrativa per portare in evidenza cliché e meccanismi di quella fabbrica del consenso. In realtà il film, pur ricco di sagacia e ironia, non ha mordente, complice una sceneggiatura fiacca e una regia tutto sommato poco brillante (considerando che si tratta dei Coen!).

Bubobubo 5/07/19 20:51 - 1847 commenti

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Alcune scene di splendido impatto visivo (la coreografia acquatica della Johansson, gli sceneggiatori rossi dispersi nell'oceano in attesa del sottomarino sovietico), delle trovate comiche eccellenti (la sciarpa della proiezionista...) e un genuino amore per il soggetto non bastano ai pestiferi Coen per confezionare un'opera all'altezza dei loro capolavori. Colpa di una sceneggiatura a tratti spuntata e di un cast che, nell'ammonticchiare primedonne, non dà il giusto spazio a tutti (im ombra, oltre a Scarlett, Fiennes, Swinton e Hill). Peccato.

Tarabas 3/12/19 10:10 - 1878 commenti

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Un pastiche-pasticcio di generi della vecchia Hollywood per celebrare il cinema come micromondo, dove executives delle case di produzione, divi, comparse, giornalisti sono in fondo parte di una sola, bizzarra famiglia. L'operazione nostalgia funziona poco, però, anche perché la storia di fatto non c'è e la trama si limita a incastrare momenti diversi senza molta logica. Peccato per il gran cast e per un'idea che forse avrebbe potuto produrre un risultato più graffiante.

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Enzus79 30/12/19 22:49 - 2896 commenti

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Il "fixer" Eddie Mannix (realmente esistito) deve salvare la produzione quando un attore viene rapito da una setta di sceneggiatori comunisti e risolvere i vari gossip di alcune star hollywoodiane. Film tutto sommato divertente che fa anche comprendere bene ciò che accadeva dietro le quinte del cinema di Hollywood. George Clooney e Josh Brolin da applausi.
MEMORABILE: La discussione su Dio.
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  • Discussione Raremirko • 16/03/16 21:47
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Ne ho sentito parlare male ma il cast mi ispira (c'è pure Lambert!).

    A quanto pare c'è pure Lundgren, chissà che diavolo fa...
  • Discussione Didda23 • 16/03/16 22:47
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Lundgren manco si vede e Lambert fa una parte di 20 secondo. I motivi per la visione dovrebbero essere altri.
  • Discussione Raremirko • 16/03/16 22:59
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Didda23 ebbe a dire:
    Lundgren manco si vede e Lambert fa una parte di 20 secondo. I motivi per la visione dovrebbero essere altri.



    Eh, Didda, capirai però che se sento uno dire "Il film è ai livelli dei nostrani Cinepanettoni", come mi è successo oggi, tanta voglia non mi viene...
  • Discussione Capannelle • 18/04/16 13:09
    Scrivano - 3513 interventi
    Confermo che i motivi per apprezzarlo sono altri ma anche che non l'ho apprezzato.

    Mi ha fatto piacere vedere le apparizioni (veloci) di Scarlett Johansson diva, Jonah Hill, il cowboy imbranato ma tutto il resto.. pesante.

    Scrive la critica, spesso portata a masturbarsi sui
    loro film, che con i Coen "non si smette mai di pensare". Aggiungo "ma capita di dormire".
  • Discussione Didda23 • 18/04/16 14:05
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Il mio voto è il piu basso, quindi sono d'accordo con quanto scrivi.