Dead or alive - Film (1999)

Dead or alive
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Dead or Alive: Hanzaisha
Anno: 1999
Genere: gangster/noir (colore)

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'action noir secondo Takashi Miike, regista giapponese stimato tra i più importanti autori della sua generazione. Dimentichiamoci pure l'azione concitata stile Hong Kong (anche se qualche bella sparatoria tesa, coreografata con classe, non poteva mancare), perché Mike è molto più interessato al clima generale, messo in scena con il consueto mix di raffinatezza e follia. E proprio in direzione della follia pura è lanciato lo splendido finale, con una resa dei conti esplosiva che chiude il film con un'immagine impensabile, degna di una Terza Guerra Mondiale, dopo aver deviato inaspettatamente verso il... fantasy! Miike è così, prendere o lasciare....Leggi tutto Può uscirsene con scene assurde in ogni momento del film (non per niente si trova più a suo agio nel drammatico-horror, se consideriamo AUDITION come una delle sue opere migliori). Grande padronanza della fotografia e delle location (basta soffermarsi sullo splendore delle sequenze al cimitero nel fango...), un certo imbarazzo nel gestire l'intreccio (a volte, anche per colpa dei visi simili dei personaggi, si rischia di precipitare nel caos) e un ritmo rallentato dal quale Miike non riesce ad affrancarsi nemmeno quando ha a che fare con un genere per definizione votato all'azione (anche se in patria c'è un certo Kitano che ha gli stessi "problemi"...). Sono storie di vita e (soprattutto) di malavila in terra giapponese, con intrecci tra yakuza e cinesi emigrati (come il protagonista Ruychi e il suo fratello minore appena rientrato dagli States). Bizzarro.

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Il Gobbo 19/05/07 17:01 - 3015 commenti

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Takashi Miike è un pazzo, ma che farsene di tanti sani quando uno ti propina dieci minuti come quelli del'incredibile inzio di Dead or alive? Poi un simulacro di plot continuamente sabotato dale follie o dagli squarci visionari di Miike fino al pazzesco finale su cui gli aspiranti esegeti di allegorie si affaticheranno per anni, e magari è solo un altro sberleffo. Non il suo migliore, ma da vedere.

Tromeo 27/05/08 12:17 - 52 commenti

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Grande film action. Un incipit incredibilmente travolgente: dieci minuti di musica, violenza e sesso che sembrano un videoclip girato da Marilyn Manson. Una storia di yakuza che, se girata da un regista medio, sarebbe stata una delle tante ma che in mano a Miike diventa qualcosa di straordinariamente perverso, fino ad un finale cartoonesco ed esagerato (forse troppo...). Da vedere assolutamente.
MEMORABILE: L'incipit e il finale.

Flazich 19/06/08 20:14 - 668 commenti

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Takashi Miike mostra, con questa sua pellicola, quanto sia coraggioso come regista e sceneggiatore. L'ottima trama del film stride fortemente con il finale veramente spiazzante. Il tema della Yakuza viene ancora una volta ripreso dal regista giapponese ma tutto risulta più leggero per l'eccesso generale che viene messo in mostra. Assoluto.

Blutarsky 5/08/09 11:27 - 360 commenti

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Il film inizia spingendo sull'acceleratore regalandoci un incipit adrenalinico e magistrale per montaggio e regia, dopo il quale Miike si riallinea ai ritmi e ai canoni del genere yakuza, dipingendo un mondo nichilista e privo di speranza in cui disillusione e violenza sono il quotidiano. La sceneggiatura è semplice, ma la regia è ispirata e il film risulta coinvolgente; Miike come d'abitudine non manca di assestarci con un paio di scene dei discreti pugni nello stomaco. Finale anarchico e sorprendente, in linea con lo spirito del regista.

Greymouser 19/05/10 21:34 - 1458 commenti

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Pronti, via, e Miike ci mette subito sulla giostra impazzita del suo cinema-luna park, con un incipit pazzesco che sfiora i limiti dello shock visivo, e ci manda più volte in cortocircuito con trovate e sequenze deraglianti, fino al neurodelirante finale. Un film folle? senza dubbio, ma solo nella misura in cui genio e follia si dimostrano complementari all'essenza di una vera arte cinematografica come quella dell'irriverente Takashi.

Luchi78 24/09/12 17:31 - 1521 commenti

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Il film si fa guardare principalmente per l'inizio e la fine. L'incipit fa sperare in qualcosa di schizofrenico, però il tutto si esaurisce in fretta, rallentando il ritmo della storia che a tratti diventa anche noiosa, riproponendo i classici cliché della faida tra yakuza e mafia cinese. Il finale completamente spiazzante può suscitare opinioni contrastanti; nulla da dire però sullo stile del regista che con quest'atto conclusivo si conferma unico.

Daniela 26/09/14 09:35 - 12660 commenti

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I boss di yakuza e mafia cinese stanno per accordarsi per spartirsi la città, ma un poliziotto ed un killer, ciascuno per proprie ragioni, non sono disposti a stare a guardare... Tre film al prezzo di uno: quello intermedio, più corposo, è un ordinario gangster movie con protagonisti di non travolgente carisma, in cui c'è da segnare solo una sequenza di ributtante crudeltà, mentre l'epilogo è tanto esplosivo da risultare incongruamente demenziale. Tutto il bello sta nell'incipit: una manciata di minuti travolgenti, l'equivalente di un tiro di coca cinematografica che da solo merita la visione.

Schramm 7/11/14 18:35 - 3495 commenti

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Sarà fatica sisifica tracciare una toponomastica dell'omnia di Takashi, tanto questa è ipertrofica: lui solo può aprire uno yakuza-movie con un gavettone di dopamina di 8'30'' che vorresti vedere insegnati in tutte le scuole di cinema; lui solo può dipanarlo ibridando disinvoltamente molteplici stili e trame come se niente fosse e come se si trattasse di semplici multipli e sottomultipli, fregandosene del rischio di tediare; lui solo può terminarlo tra insospettabili contraddizioni formali e inattesi contrasti narrativi creanti quid che fanno urlare al capolavoro. Cinema non facile, ma felice.

Pinhead80 6/06/16 18:31 - 4758 commenti

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Parte come una scarica di adrenalina per arrivare a uno dei finali più incredibili che io ricordi. Nel mezzo una classica storia noir con gangster affiliati alla yakuza e alla triade che cercano di allearsi per gestire meglio alcuni traffici illeciti. Una delle cose che mi affascina maggiormente di questo regista è l'imprevedibilità che contraddistingue le sue opere. Non fa eccezione questa, che si sviluppa su diversi livelli per poi deflagrare in un'orgia di violenza inaudita che prima cancella e poi ridefinisce ogni cosa.

Alex1988 27/05/18 18:21 - 728 commenti

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Uno dei titoli più noti del prolifico regista nipponico Takashi Miike. La storia è molto simile a quella dell'americano Heat - La sfida: un poliziotto a caccia di un rapinatore. Si incontrano poco durante il film fino alla resa dei conti finale. Ma la peculiarità del cinema di Miike non è soltanto quella di scioccare lo spettatore attraverso la grande dose di violenza messa in scena, ma l'essere capace di andare oltre, anche concludendo un film in maniera assurda... Chiaramente non tutti apprezzeranno!
MEMORABILE: L'incipit; Il finale.

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Leandrino 11/07/21 14:43 - 513 commenti

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Una gang di teppisti prova a fare le scarpe ai padroni della città, in questo delirante action movie di Takashi Miike. L'eccesso sembra infatti la cifra stilistica prediletta dall'autore giapponese. Il tutto però è aderente alle necessità della trama, e la coerenza è un valore aggiunto non proprio scontato. In effetti, è per questo che stupisce il modo in cui viene sacrificata totalmente nel finale, in cui il senso dell'umorismo nipponico e quello del bizzarro si uniscono in un colpo di scena talmente sopra le righe da sfiorare la parodia. Sicuramente da vedere.
MEMORABILE: La sequenza iniziale; Il bagno nelle feci; La strage dei mafiosi; Lo scontro finale.
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