Irrational man - Film (2015)

Irrational man
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ancora Dostoevskij come nume tutelare, ancora Delitto e castigo, ancora cinema morale e agganci filosofici per un film al solito studiato bene e scritto meglio, con Joaquin Phoenix eccentrico professore di filosofia in un college dove incontra la bella Emma Stone. Studentessa modello, radiosa come il sole, affascinata da quel tipo con la fama dello sballato sciupafemmine ma che sembra malinconico e preda di una depressione ineludibile. A mollare il ragazzo non ci pensa due volte, Jill, ma è Abe a non lasciarsi trascinare in un rapporto che non cerca. Ha bisogno di qualcosa di più, e ascoltando furtivamente dei vicini di tavola parlare della squallida perfidia di un giudice compromesso capisce che...Leggi tutto può fare qualcosa per migliorare il mondo. Dapprima si diverte a immaginare con Jill come l'eliminazione di quel losco individuo non potrebbe che fare bene al mondo, poi passa all'azione decidendo in solitudine: si procura del cianuro, studia le abitudini dell'uomo... Allen sceglie la via del doppio narratore per equiparare fino in fondo i due protagonisti, moltiplicando l'ottica narrativa senza tuttavia mai perdere di vista la coerenza stilistica; accenna a qualche elemento di filosofia giusto per dare una dimensione vagamente credibile a Abe, lascia qualche spazio al difficile rapporto tra Jill e il suo ragazzo per non dare l'impressione che il troncamento della relazione avvenga in modo troppo semplicistico e ricama sui dialoghi dimostrando una volta di più quanto il suo cinema sia fatto soprattutto di parole e pensieri, di riflessioni non banali anche quando la storia da raccontare lo potrebbe invece sembrare. Architetta bene l'intreccio, trova la chiave per accendere in chi segue la curiosità, denota una certa originalità nella struttura della fase centrale (quella più interessante), dirige il cast in modo ammirevole e se per Phoenix il ruolo non era particolarmente complicato, la Stone si conferma perfetta musa alleniana per il periodo post-Johansson: espressiva, genuina nel mostrare un animo combattuto ma retto da una dirittura morale matura, artista nell'animo (suona il piano) ma non al punto da lasciare che questo influisca sul suo comportamento. Phoenix al contrario è un professore di filosofia più prevedibile nella sua caratterizzazione, con tanto di problemi d'impotenza e crisi vacue condotto passo passo verso una soluzione finale un po' maldestra che in qualcuno potrebbe forse far riecheggiare quell'immortale chiusa sordiana: "ma che fa marchese... spinge?"

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/12/15 DAL BENEMERITO KINODROP POI DAVINOTTATO IL GIORNO 13/06/16
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124c 7/01/16 13:31 - 2918 commenti

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Lezione su come un rapporto romantico fra un professore di filosofia e una studentessa universitaria improvvisamente diventi un buon thriller poliziesco. Woody Allen, stavolta, si fa sostituire da un Joaquin Phoenix ingrassato ma bravissimo nel ruolo di prof in crisi. Geniale come gli nasce l'idea dell'omicidio di un giudice; geniale come questo professore organizzi tutto a puntino per dare uno scopo alla vita. Brava anche Emma Stone nel ruolo della studentessa sempre in hot pants e scarpe da ginnastica. Nel cast anche Parker Posey.

Kinodrop 18/12/15 17:56 - 2950 commenti

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Preceduto da un’ottima fama, il prof. Lucas nella sua nuova cattedra in un campus di provincia si rivela uomo in crisi, filosofo scettico e sulla strada della misantropia. Un inizio legnoso e didascalico prelude a una svolta legata alla casualità che innesca il vero nodo e il vero interesse del film. In qualche modo Allen ricalca la filosofia di Match point, restandone però molto al di sotto anche per la debolezza dei presupposti. Cast senza grande appeal (un gradino sopra, la Stone) ma sceneggiatura degna dell'autore. Comunque da vedere.
MEMORABILE: La filosofia ridotta in pillole "bignamesche"; L'improbabile svolta nel fast food; Il finale.

Deepred89 21/12/15 12:04 - 3706 commenti

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Peccato per quel finale deludente e tremendamente tirato via, perché il resto è degno del miglior Allen. Nei primissimi minuti il tratteggio del bukowskiano insegnante di filosofia ex-playboy depresso e neo-impotente olezza di già visto, ma un'improvvisa svolta porta gli spiriti di Yagami Light e del conte Tiepolo a impossessarsi del nostro eroe facendo decollare il film, finalmente libero di sguazzare tra dilemmi filosofico-giustizialisti e dinamiche da giallo hitchcockiano. Emma Stone, bella quanto si vuole, forse non all'altezza del ruolo.
MEMORABILE: Per motivi prettamente sensoriali (forse déjà-vu di situazioni personalmente vissute) il rapido concerto serale in piazza col violoncello bachiano.

Saintgifts 21/12/15 18:45 - 4098 commenti

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Il grande Woody sembra pescare nel grande stagno della commedia all'italiana (quella d'autore) per un finale preparato con cura lungo tutto il film. Film che è la summa di tutti gli allenismi conosciuti, a partire dal quell'uomo irrazionale che è il protagonista, cui dà forma (un po' arrotondata) un Phoenix che fa ancora colpo, nonostante tutto, sulle donne; due sono quelle che volontariamente si buttano tra le sue braccia (Emma Stone, Parker Posey) ma lui, da bravo professore di filosofia, ha scopi più importanti nella vita. Struttura rigida.

Lou 26/12/15 23:28 - 1121 commenti

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Ci sono molti dei temi cari a Allen in questa sua 45^ regia, riproposti in una storia che inizia in modo soft ma che progressivamente cresce nei risvolti tragici. Certi meccanismi sono forse semplificati, ma la follia e lo spregio per la vita del professore di filosofia (un Phoenix convincente) e l'esuberanza intellettuale ed emotiva di Jill (un'ottima Stone) sono ben descritti e funzionali all'ennesima dimostrazione di Allen sul ruolo predominante del caso e sui risvolti assurdi dell'esistenza umana. Woody è ancora un grande.

Manrico 21/12/15 14:14 - 95 commenti

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La formula Dostojevskij + riflessione sul fato già presente in Match point si fonde qui con un altro topos del mondo Alleniano, la confidenza carpita per caso. Si aggiungano al solito un'ambientazione fascinosa quanto artificiale, un cast di attori ben azzeccato (bene Phoenix e Parker Posey, ottima la Stone), un po' di "voce off", una sceneggiatura semplice con qualche colpetto di banalità filosofica ed eccovi serviti questo ennesimo Woody, certo non il peggiore, alla fine godibile come un buon film tv.
MEMORABILE: La roulette russa; La bibita al cianuro.

Cotola 26/12/15 23:59 - 9043 commenti

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Allen torna ai temi (il caso, il destino, la fortuna), agli ambienti ed alle atmosfere di Match Point ma lo fa in modo meno ficcante e riuscito. Per carità il film è piacevole e si lascia guardare grazie ad un buon ritmo che risulta scorrevole per tutta la sua durata. Tuttavia dietro a dei dialoghi che sembrano profondi ed interessanti, mi è sembrato che ci fosse troppa faciloneria e banalità, come spesso accade quando gli americani vogliono parlare di filosofia. Ed anche dal punto di vista narrativo le sorprese, soprattutto a partire da un certo punto, non ce ne sono molte. Non male.

Puppigallo 30/12/15 14:01 - 5275 commenti

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Un ormai disincantato e forse un po' deluso Woody realizza una pellicola che ha nel crepuscolare e a dir poco contraddittorio protagonista il suo vero e unico punto di forza, visto che il resto della compagnia attorica, Stone compresa, è lì più che altro per dare maggiore consistenza all'insegnante "alternativo". Il caso, o destino che dir si voglia, la farà comunque da padrone, tra scambi verbali più o meno interessanti e modi di intendere felicità e realizzazione alquanto differenti; basti pensare a ciò che dà al protagonista una ragione di vita. Nel complesso, non male, anche se il finale...
MEMORABILE: "Ma che diavolo è la speranza!? Una puttanata!",

Macbeth55 31/12/15 19:17 - 34 commenti

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Il film presenta una differenza sostanziale fra la tematica palesemente ripetitiva e una mano registica comunque sapiente e scorrevole. In fondo momenti superflui non ve ne sono e il cast è buono (sia pur senza picchi recitativi). Rimane l'amaro in bocca per un'occasione comunque persa, in quanto alla fine del film non rimane un granché e da Woody Allen ci si aspetterebbe ben altro. Da apprezzare, cosa rara, la cura dei costumi.

Maxx g 3/01/16 15:23 - 635 commenti

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Film di Woody Allen ma che fa sentire poco la sua presenza, a mio avviso. Non si ride particolarmente, sembra un film che fa riflettere, ma nemmeno più di tanto. Qualche sorpresa c'è, ma non troppe. Per fortuna dura poco. Merita una visione ma sicuramente i suoi primissimi film sono tutt'altra cosa. Phoenix all'inizio incuriosisce ma poi il suo personaggio si perde. Molto fuori parte Emma Stone, il resto è puro contorno. Nulla di che.

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Xamini 7/01/16 22:55 - 1252 commenti

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Dostojevskij, la nuova prediletta Stone e l'immancabile caso ci riportano ai tempi di Match point, quanto meno nelle apparenze. Perché qui la riflessione non verte tanto sull'elemento colpa, quanto sul fare/non fare, sulla scintilla dell'agire che getta luce nell'arco di una vita. Incidentalmente l'ironia di Allen consente un incontro/scontro con Hitchcock e tutti i dialoghi, finanche tutti i personaggi ruotano attorno all'irrazionalità di Phoenix, finalizzati a questo scopo (filmico) nello scopo.
MEMORABILE: Il momento dell'illuminazione

Daniela 23/01/16 23:05 - 12662 commenti

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Professore di filosofia depresso in tutti i sensi ritrova voglia di vivere progettando l'omicidio di uno sconosciuto, atto gratuito ma a fin di bene... Questo Allen 2016 è un'annata così così, non imbevibile come il 2012 o d'un frizzantino svaporato come il 2014 ma neppure buona come il 2013. Condito da chiacchere filosofiche che lasciano il tempo che trovano (ma magari era proprio questo lo scopo), un thriller con buoni momenti ma troppo poco incisivo per lasciare il segno, che pesa inoltre tutto sulle spalle di Phoenix, data la prestazione modesta di Stone, graziosa ma inconsistente.
MEMORABILE: La torcia non vale l'anello, anche se ha la stessa valenza di intervento determinante del caso

Il ferrini 25/01/16 23:22 - 2358 commenti

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Ancora un buon film. Stavolta siamo decisamente più dalle parti del drammatico (con sfumature thriller) che della commedia. Phoenix, imbolsito per l'occasione, è assai credibile nel ruolo del professore depresso che gioca perfino alla roulette russa e forse un po' meno in quella dello psicopatico assassino della seconda parte ma nel complesso offre un'ottima prova, così come la Stone, che con i suoi occhi vivaci e gli abitini floreali crea il necessario contrasto con l'anima scura del protagonista. Nel complesso gradevole.

Galbo 9/04/16 06:45 - 12393 commenti

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Già in passato Allen si era occupato di crimini commessi da persone normali, prive di senso morale. In Irrational man il regista torna su suoi passi, ma il suo sguardo è privo della forza di altre occasioni e il racconto è meno originale e più fiacco. Il professore di filosofia, così radicato nelle sue convinzioni presenta una metamorfosi morale poco credibile, benché l'interpretazione di Joaquin Phoenix (bravo come la sua partner) si sforzi di dargli spessore. In definitiva, un lavoro routinario e poco approfondito.

Capannelle 24/04/16 00:17 - 4411 commenti

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Non male questo Allen grottesco ma non pesante che trova nel personaggio di Phoenix un bel protagonista, ben caratterizzato e tragicomico quanto basta. Brillanti l'ambientazione e il ritmo sbarazzino, meno convincente la solidità della parte thriller (troppe coincidenze) e la spalla della Stone, cui avrei augurato una sorte diversa nel finale del film.
MEMORABILE: La cena con i genitori di lei quando parlano della morte del giudice.

Dupea 11/05/16 21:07 - 28 commenti

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Il Woody Allen che ci piace di più. Drammi pieni di riferimenti colti e dialoghi gustosi che arricchiscono trame basate soprattutto su personaggi tormentati che compiono peccati da espiare (o no). Altrove il protagonista l'aveva fatta franca, qui è proprio il finale il punto debole. Troppo debitore di Match point, anche se in un'ottica totalmente invertita; più originalità ci avrebbe donato un film perfetto. Comunque godibile e intelligente.
MEMORABILE: La studentessa che si trasforma da ninfa seducente a borghese bigotta.

Didda23 3/02/17 10:05 - 2426 commenti

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Nonostante ci sia un ritorno di elementi tipici della poetica alleniana (il fato, Dostoevskij, la giustizia), non si ha la sensazione di déjà vu perché il nostro sa mantenere una certa originalità di fondo e soprattutto sa gestire registri narrativi diversi fra loro (l'inizio sembra una commedia, ma da metà in poi si trasforma in drammatico con venature thriller notevoli). La regia è su ottimi livelli - come la fotografia del fido Khondji - e la direzione degli attori impeccabile. Phoenix è attore di commuovente bravura. Un bel film.
MEMORABILE: Il rapporto fra la Stone e Phoenix; Il piano per avvelenare il giudice; Il finale

Minitina80 5/03/17 08:59 - 2984 commenti

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Commedia per certi versi inappuntabile, mentre in alcuni frangenti appare troppo cinematografica, almeno in senso stretto. La criticità sta nella credibilità del movente, un po’ tirato per i capelli, che spacca in due tronconi il film. Il resto funziona, anche se non raggiunge picchi elevati, divertendosi a giocare con la filosofia senza mai dare l’impressione di fare sul serio. Difetta qualcosa in personalità, sebbene Allen dimostri di saper maneggiare con disinvoltura generi differenti e di saper tessere le trame con la precisione di sempre.

Elduende 4/08/18 19:01 - 20 commenti

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Piacevole; la psicologia dei due personaggi principali è ben delineata, mentre i personaggi di contorno appaiono invece un po' stereotipati. La storia presenta buoni spunti, ma il film sembra povero di tensione drammatica, come se Allen stentasse a dargli profondità. In conclusione possiamo dirlo un buon film, ma gli manca qualcosa per essere notevole.
MEMORABILE: Il momento in cui Lucas concepisce il delitto.

Rocchiola 30/08/18 10:39 - 968 commenti

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Allen torna ai dostoevskijani dubbi morali già alla base di Crimini e misfatti e Match point con l’aggiunta di un tocco di Delitto perfetto. Il rischio è quello di ripetersi ma interpreti e confezione sono sempre di prim’ordine e pertanto, pur senza raggiungere le vette del passato, confeziona un discreto dramma morale sul caso e sul cinismo quali elementi dominanti dell’esistenza umana. Il finale inverte comunque gli esiti dei precedenti. Irresistibile il leitmotiv di The In Crowd del Ramsey Lewis Trio che accompagna incessantemente l’azione.
MEMORABILE: "Non mi ricordavo il motivo per vivere e quando me lo ricordavo non era convincente”; Il finale in ascensore quasi degno del Il vedovo di Risi.

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Giùan 28/04/20 11:56 - 4559 commenti

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L'impressione secca è che il titolo sia stato appioppato ad hoc a posteriori per giustificare uno script la cui precipitevole incongruenza nella seconda parte sprofonda il buon prof. Lucas (e la stessa performance del malcapitato Phoenix) in un abisso a dir poco pilotato. Non che i primi 30' del film promettessero nulla di originalmente buono ma almeno le smorfiette casual della Stone e la ninfo prof della Posey (nel subplot nichilista con Lucas) tenevano desta l'attenzione. Poi la gratuità del crimine produce solo un misfatto cinematografico.

Redeyes 3/02/20 07:20 - 2449 commenti

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Immediato il parallelo tra il professor Lukas, depresso per una filosofia poco attenta a cambiare realmente il mondo circostante, e la stessa pellicola, gradevole ma che niente aggiunge al mondo alleniano. I thriller londinesi erano validi, qui al contrario niente spicca nonostante un ottimo Phoenix e la scivolata sulla torcia ricorda con nostalgia il bell'anello che come una pallina rimbalzava sul filo della rete, ma senza averne il fascino.

Thedude94 17/04/20 23:58 - 1097 commenti

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Omicidio, filosofia, Dostoevskij: c'è tutto ciò che si può desiderare dell'Allen che conosciamo in questo film che vede un perfetto Phoenix e una brava Stone alle prese con i loro problemi umani e sentimentali. Il ritmo è alto sin dalle prime battute, i colpi di scena non mancano e i dialoghi serrati rendono interessante il prosieguo della storia. Anche i coprotagonisti fanno la loro parte e nell'ottica del finale giocano un ruolo importante. Nonostante il passare degli anni e il protrarsi della sua assenza dallo schermo, Woody si sente ancora vivo più che mai.

Pinhead80 22/04/20 11:38 - 4760 commenti

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Un professore di filosofia alcolizzato e in profonda crisi esistenziale trova conforto e ragione di vivere in un piano diabolico ai danni di uno sconosciuto. Allen spesso dà il meglio di sé quando le storie s'intorbidiscono al punto da mettere in discussione il concetto di bene e di male. Nonostante il film sia zeppo di dialoghi impegnati di gente colta e in teoria realizzata, si percepisce un senso generale d'insoddisfazione che non si riesce ad appagare se non attraverso la fuga. Ben recitato dai protagonisti e con un finale interessante.

Enzus79 14/05/20 19:38 - 2896 commenti

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Storia di un professore esistenzialista che dà un senso alla propria vita con un gesto estremo: l'assassinio. Woody Allen ripercorre quello che già aveva fatto nel bel Match point, ma con un risultato diverso. Indubbiamente la trama è interessante e coinvolgente, ma un finale abbastanza deludente fa in parte scemare il giudizio. Ottimo Joaquin Phoenix: il personaggio sembra scritto apposta per lui.

Paulaster 10/07/20 09:10 - 4419 commenti

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Professore di filosofia esce dalla sua crisi personale quando decide di commettere un delitto. Prima parte tipica del cinema di Allen, descrive bene il ruolo di Phoenix, beone e affascinante, profondo e nichilista. Il virare nel noir incupisce la sceneggiatura ripresentando il caso e la vendetta come codici morali. Prefinale ben congegnato, anche se con poca costruzione. Phoenix adatto al ruolo, la Stone è brava anche se offre poche varianti al personaggio. Divertente all'inizio la collega professoressa determinata al sesso fedifrago.
MEMORABILE: "I romantici pensano che il suicidio sia romantico"; Lo scambio di spremute; L'inciampo fatale.

Rambo90 20/11/21 23:59 - 7697 commenti

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Un Woody Allen in linea con l'ultimo decennio della sua produzione: una prima mezz'ora noiosa sfocia in una seconda parte più intrigante e finemente intrecciata. Quando la storia decolla si trovano finalmente scampoli dell'eccellente autore, supportato dalla buona prova dei due protagonisti. Si avverte la filosofica matrice di "Delitto e castigo", con un finale beffardo probabilmente "rubato" da Dino Risi (Allen è un noto fruitore del cinema italiano che fu) che non stona con il resto dell'operazione. Non male.
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  • Homevideo Rocchiola • 30/08/18 10:44
    Call center Davinotti - 1255 interventi
    Il Bluray della Warner è praticamente perfetto a livello di immagine e l'audio italiano DTS 5.1 è ottimo anche se non molto potente. Tra l'altro come il precedente Magic in moonlight, è uno dei pochi film di Allen girati nel formato superpanoramico di 2.40:1 (utilizzato in precedenza solo per Manhattan che era un 2.35).