Amores perros - Film (1999)

Amores perros
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

A giudicare dalle prime scene non si direbbe, ma il film del messicano Alejandro González Iñárritu è molto più ambizioso di un qualsiasi pulp pseudo-tarantiniano al quale si tenderebbe inizialmente ad associarlo. La dispersione cronologica, che attorno a un grave incidente stradale vede svilupparsi i tre episodi, è solo un espediente per adeguare il film al linguaggio giovanile; ma il referente principe è semmai l’Altman di AMERICA OGGI, con gli episodi che si intrecciano casualmente appena sfiorandosi e venendo intervallati solo da brevi flash riguardanti le altre storie. L'unitarietà...Leggi tutto degli stessi è intatta ed essi si aprono e chiudono sostanzialmente all'interno del terzo di film loro dedicato. Il primo riguarda la vita di un ragazzo (Gael Garcia Bernal) innamorato della moglie del fratello e capace per lei di portare il proprio cane a combattere sanguinosamente per denaro. Il secondo racconta di una modella pubblicitaria che va a vivere con un uomo sposato ma resta vittima dell'incidente cardine. Il terzo presenta un sicario sui generis (Emilio Echevarria, il più bravo del gruppo) cui viene affidato il compito di uccidere un uomo d'affari. Tre film in uno, diretti con stile differente (nervoso il primo, riflessivo il secondo, sadico e sporco il terzo) e non sempre in grado di farci sostenere l'estrema prolissità dell'insieme (quasi due ore e mezza!). A tratti si scorgono comunque lampi di grande cinema, con un progetto complessivo curato nei dettagli e molto moralisticheggiante. La presenza dei cani, in tutti e tre gli episodi e nel titolo, è un tocco originale. Ben congegnato ma altalenante. Esagerata la messe infinita di premi raccolti.

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Galbo 15/07/07 08:54 - 12392 commenti

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Esordio dietro la macchina da presa per uno dei registi più interessanti del continente americano. AG Inarritu non è (almeno non solo) un allievo di Tarantino; i suoi film sono qualcosa di diverso. L'obiettivo è il racconto delle esistenze umane che si sfiorano tra loro e poi continuano il loro percorso. Da questo punto di vista Amores Perros, ambientato nel caos metropolitano messicano (e le strade sono un personaggio a sé nel film) è il lavoro più equilibrato, forte di un'ottima sceneggiatura e di interpreti estremamente credibili.

Kolly 17/08/08 23:13 - 34 commenti

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Un film innovativo sia per le inquadrature sia per la storia. Totalmente macchina a mano che rende la pellicola più grezza e più intima della classica inquadratuta fissa con cavaletto. La chitarra che veloce accompagna i passaggi della storia molto interessante. Film ben strutturato che riesce ad incrociare destini di persone totalmente diverse ma che si uniscono in un solo avvenimento. Un Gael Garcia Bernal al dir poco eccezionale, un ottimo attore. Film sicuramente da non perdere.

Supercruel 1/03/09 23:54 - 498 commenti

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Buon film, ben confezionato dal punto di vista registico e interessante a livello narrativo. Echi pulp-tarantiniani si fondono ad una ricerca linguistica più drammatica, più umana che rivolge la propria attenzione ai personaggi e alle loro esistenze interiori. L'incastro delle storie è ben gestito, ma in taluni punti Inarritu pecca di prolissità quando una bella snellita avrebbe giovato a ritmo e tenuta del film. Pur se difettoso è un bel vedere.

Pinhead80 20/09/09 13:13 - 4760 commenti

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Questo film del messicano Inarritu gioca sull'intreccio di tre storie che si sfiorano a vicenda, dove in ognuna di essa la fanno da padrone l'amore per i cani e più in generale tutte le sfumature dell'animo umano. La redenzione per ogni personaggio passa attraverso un percorso doloroso e crudele. Crudo sin dalle prime scene e allo stesso tempo spietato nel suo evolversi, il film convince sia per originalità, che per il ritmo che alterna momenti di azione serrata ad altri di profonda riflessione.

Saintgifts 22/10/09 22:47 - 4098 commenti

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Primo film della cosidetta "trilogia della morte" del messicano Inarritu. Sono tre storie diverse con personaggi diversi che hanno però un loro punto di contatto casuale e in comune hanno anche il cane come protagonista. Originale idea di montaggio che va a falsare la cronologia delle storie disorientando all'inizio lo spettatore (poi si comincia a seguire le trame senza difficoltà). Notevoli la fotografia, gli interpreti e le scenografie. L'episodio con la fotomodella risulta il più debole e stanca per la inutile lunghezza e la poca credibilità. Interessante.

Luchi78 24/03/10 12:41 - 1521 commenti

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Il migliore della Trilogia della Morte di Inarritu, il più crudo ed il più reale, ambientato in una caotica Città del Messico che incastona perfettamente i 3 episodi. I cani sono il filo conduttore di tre storie che lasciano il segno; notevole la fotografia nel primo episodio ed ottime le interpretazioni soprattutto quella di Echevarria nel ruolo de "El Chivo". L'intreccio delle storie è lieve e non complicato e culmina nell'incidente che sconvolge la vita dei protagonisti. Da non perdere.

Redeyes 16/05/10 15:59 - 2449 commenti

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L'Inarritu che ci donerà il pregevole 21 grammi, qui, al suo esordio, dirige un crudo film che trasuda la povera disperazione di un certo Messico. Una pellicola che non ha battute d'arresto evidenti ma che, specie in certi momenti, scricchiola un po' tendendo al banale. Bella l'idea di usare i cani come trait d'union tra le tre storie, un po' più scontata nel loro itrecciarsi. Il secondo episodio non mi ha entusiasmato, più immediato il primo, più incompleto il terzo. È un film ancora acerbo. Comunque niente male.

Rebis 1/07/10 16:16 - 2337 commenti

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Strade incrociate, intersezione fra due mondi che collassano; anzi tre, perché c'è sempre qualcuno che li osserva. Tre episodi per un campionario di umanità volto all'autodistruzione, in un quadro di cui sceneggiatore e regista dovranno spartire meriti e limiti. L'atrocità sanguigna e carnale persuade, mentre avviliscono gli scivoloni nel guano patetico. Sfugge il senso profondo dell'avvincente incastro che va definendosi perlopiù come elaborato esercizio narrativo piuttosto che come compiuto specchio dell'esistere. L'intelligente uso del flash forward farà scuola in molti telefilm americani.

Pigro 4/10/10 09:45 - 9666 commenti

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Un esordio magnifico! Tre storie contigue, imperniate sulla comune presenza determinante dei cani, che ci portano in un mondo dove l'impeto sincero d'amore fallisce e dove tutto è regolato dal denaro, dal tradimento e dalla violenza. Un film cruento e doloroso, con storie tanto concrete quanto altamente simboliche (dall'appartamento col parquet disfatto e col corpo mutilato della donna all'evoluzione biblica del finale), raccontate con straordinaria potenza espressiva e ritmo stringente. Un'opera necessaria. Da ingoiare come una medicina amara.

Didda23 22/10/10 16:56 - 2426 commenti

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Primo capitolo della "trilogia della morte" del binomio Inarritu-Arriaga. Il film gode infatti di un'ottima sceneggiatura: Arriaga riesce a comporre un intreccio molto interessante, mai banale ed efficace. La regia di Inarritu è godibile e l'utilizzo di ricorrenti flashback è molto funzionale alla storia. Davvero un debutto coi fiocchi. La scelta di ambientare il film a Città del Messico è davvero azzeccata. Film crudo, violento, ma decisamente buono.

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Capannelle 29/04/11 08:42 - 4411 commenti

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Amori e cani si intrecciano con notevole empatia e una capacità di ripresa non banale. Grazie anche a tanti attori coralmente bravi e diretti da Inarritu con mano felice. Può apparire pretestuosa, ma la complementarietà delle storie e dei personaggi (che abbracciano un ampio spettro di situazioni) funziona e rende interessante un film per tutte le sue due ore e mezzo. 3 e mezzo.

Mickes2 11/08/11 17:06 - 1670 commenti

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Tre storie che si intrecciano sfiorandosi nella megalopoli di Città del Messico. La sceneggiatura di Arriaga è abile nell’addentrarsi tra le derive di strada e non, raccontate da Inarritu. L’amore e i cani al centro di una storia cruda, piena di egoismo, cattiveria, speranza e tradimento. Ma anche le contraddizioni e l’avidità, su come quest’ultima possa essere fortemente deleteria e annientare ogni sentimento umano, trasformando l’uomo in un essere ancora più famelico dei loro compagni a quattro zampe che combattono.
MEMORABILE: L'incipit; i flash forward.

Cotola 15/04/12 22:57 - 9043 commenti

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Tre storie in apparenza parallele, finiranno poi con l'intrecciarsi tra loro a causa di un incidente che porterà con se un fardello gravido di conseguenze. Il meccanismo narrativo non è certo originale, ma il film regge bene le sue due ore e mezza grazie alla sceneggiatura di Arriaga ed alla bravura del regista, qui al suo esordio. Si segue con interesse, nonostante una durata che avrebbe potuto essere un ostacolo. Inarritu mostra già il suo profondo pessimismo che diventerà ancor più marcato nelle opere successive.

Fabbiu 28/05/13 20:41 - 2145 commenti

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Tre storie incentrate sull'amore per i cani (come suggerisce il titolo) e unite da diversi fili conduttori (uno principale, l'incidente), scelta che strizza l'occhio a Tarantino ma che in realtà è ormai diventata a suo modo uno stile di far film con più storie. Nel primo racconto, fin troppo giovanile, la sceneggiatura si lascia prendere troppo la mano quando vuole insistere sul degrado ambientale del contesto, ricorrendo anche a qualche stereotipo di troppo; sono meglio gli ultimi due, con momenti davvero originali. Certo la durata si fa sentire...

Deepred89 17/04/14 11:44 - 3706 commenti

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Notevole esempio di noir contemporaneo: tre episodi tra loro concatenati, secchi, nervosi, coinvolgenti, scritti da Dio. Fotografia grezza e sgranata, montaggio serrato, personaggi ben caratterizzati, attori azzeccati, un eccellente gioco di rimandi e rimpalli, con i cani a fare da collante. Forse troppo netto il rallentamento "intimista" della parte centrale, o troppo "per tirare le somme" il terzo episodio, ma sono peccati veniali in un film assolutamente imperdibile, che sfiora le due ore e mezzo di durata senza che si avvertano minimamente.

Giùan 10/03/15 22:21 - 4559 commenti

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Ovvero dove tutto (il cinema di Iñárritu e Arriaga) ebbe inizio: una Città del Messico brulicante di destini incrociati come in un fantasioso ma crudo racconto di Calvino, prima che quel cinema si facesse tonitruantemente babelico, insensatamente tronfio. Qui siamo già di fronte a un turgido melò, eccessivamente "scritto", al quale tuttavia non si può negare la vitale "freschezza" di chi ha creduto di trovar l'alchemica formula del perfetto mosaico dell'umano dolore. A tener più desta l'attenzione è il viso da allucinato ex combattente di Echevarria.

Lythops 30/09/15 16:49 - 1019 commenti

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Vero progenitore di Babel col quale condivide, ampliandoli con nobile dolore, i contenuti e qualche attore. Il degrado sociale te lo ritrovi lì, reale e senza alcun giudizio: vite senza alternative, con prospettive che svaniscono in colpe tali solo in apparenza perché non c'è mai la possibilità di una scelta. Girato con una tecnica impeccabile, assolutamente asservita all'immagine e ai personaggi, bellissimo nella sua conclusione, è lì a ricordare che, come da titoli di coda, siamo sempre quello che abbiamo perduto.

Bizzu 14/04/15 21:29 - 217 commenti

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Film degli esordi per Iñárritu, con tutti i pregi e i difetti del caso. Fra i pregi sicuramente la spontaneità, l'essere sanguigno (i migliori passaggi sono quelli piu cittadini, sporchi, violenti) e un Bernal che sembra nato per queste parti. Bello anche il ruolo degli animali, quasi una presenza spirituale. Quello che fa leggermente storcere il naso magari è il fatto che si sia voluto mettere forse troppa carne al fuoco, con alcuni passaggi decisamente non riusciti (uno su tutti l'intero episodio della modella, completamente sbagliato il registro usato).

Nando 19/05/15 00:00 - 3814 commenti

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Lo sfolgorante esordio del regista messicano che in tre episodi intrecciati ci racconta storie di disperazione che mostrano una grande morale e un impianto sceneggiativo senza pause. Tre storie memorabili interpretate da attori appropriati e da cani che legano le varie vicende. Ottima la prima con l'esordiente Bernal, crudo e amara la seconda, memorabile la terza, che strappa anche la risata e offre moltissimi spunti di riflessione.

Schramm 13/09/15 17:58 - 3495 commenti

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Non fu Bukowski a dirci che l’amore è un cane che viene dall’inferno? E siccome il solo inferno che conosciamo è la terra, e il cinema è il suo profeta, Inarritu memore di cosa simboleggiasse Anubi, lo adopera come locomotore di una tripartita narrazione che nell’incrociarsi forma un cine-asterisco che quanto a impatto e fascino mostra già le proprie carte vincenti. Ma come il disperso cane del secondo episodio, in sottofondo guaisce un che di sintatticamente irrisolto che toglie scioltezza al film. A metterci sopra una platinata pezza provvede un cast che sa come impreziosire set e schermo.

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Ira72 10/09/18 14:41 - 1313 commenti

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Tragico e cruento. Un film unico nel genere, personale e originale. Tre storie che si sfiorano per un attimo, senza veramente mai incrociarsi che rappresentano le miserie umane senza pietismo, super partes. Gli interpreti sono eccezionali. Nessuno escluso. Si resta incollati allo schermo, per più di due ore, tra inquietudine e vane speranze, tra squallore e tragedia. I cani, massacrati, usati e abusati come i protagonisti, danno quell'incisività finale, il cosiddetto colpo di grazia-se mai ce ne fosse stato bisogno-che lascia attoniti e smarriti. Chapeau!

Paulaster 11/10/18 11:25 - 4419 commenti

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Triplice episodio con diversi tipi di storie urbane in una violenta Città del Messico. Esordio per Iñárritu che si fa notare per uno stile dinamico già riconoscibile e per una piega pessimistica. La prima parte è decisamente accattivante per la crudezza dell'uomo, che non è da meno di un cane da combattimento. La storia della modella è già più inverosimile per via del buco gigante nel parquet (a tratti ricorda La conversazione). Interessante l'ultima parte, che lascia in sospeso fino al termine.
MEMORABILE: La revolverata al cane; La pistola lasciata in mezzo alla stanza.

Daniela 7/03/21 11:42 - 12662 commenti

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Attorno ad un incidente stradale che funge da evento-cardine, si dipanano in modo a-cronologico tre vicende che hanno in comune il ruolo determinate ricoperto dai cani. Storie di vario interesse e dai toni diversi in cui a prevalere è infine un sarcasmo intinto di amarezza per le opportunità perse ed i sogni infranti. Sin dall'esordio, Iñárritu dà prova di una insolita capacità nel dirigere film corali inserendo i personaggi in un contesto ambientale come quello di Città del Messico che diventa personaggio esso stesso. Meritato successo per un film ben diretto e ben interpretato.
MEMORABILE: I combattimenti tra cani; Il buco nel pavimento; La scoperta del barbone al ritorno a casa; I due fratellastri.

Mattatore 25/06/23 19:07 - 81 commenti

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Fondamentale e imprescindibile opera prima di un già abilissimo Iñàrritu capace di presentare la tematica del dolore, della sete di vendetta e della coincidenza con maggior ferocia ma minore astrazione rispetto al capitolo successivo. Articolato in tre devastanti episodi (il primo nevrotico e sanguinario, il secondo più riflessivo e misterioso e il terzo acuto e maggiormente composito), presenta vivaci ossimori e un originale legame per ognuno, arricchito dalla splendida e costante figura del cane, crudo alter ego umano. Apocalittica Città del Messico tra i perfetti interpreti.
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