Un giornalista indaga su un'esplosione nucleare avvenuta in Groenlandia nel 1968 e tenuta nascosta dal governo danese. Gran bel film ispirato a fatti realmente accaduti (che nessuno conosce) che sa unire egregiamente impegno civile e robusto spettacolo. La regia è di stampo classico ed il ritmo si mantiene alto per tutta la sua (non breve) durata: 120 minuti che scorrono via veloci e non annoiano mai un momento. Avercene di film così: dovesse uscire in Italia, o vi capitasse sotto mano, il consiglio è di non farselo scappare.
Un episodio poco conosciuto della Guerra Fredda (anzi, gelata, visto dove hanno origine gli eventi) viene raccontato con buon ritmo e validi interpreti, anche se pecca quanto a disegno dei personaggi (alcuni troppo manichei tipo l'ambasciatore o pavidi rispetto al protagonista) e rischia di far passare in secondo piano la complessità del periodo. Raggiunge comunque lo scopo di far riflettere sulle verità di facciata.
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essendo il gran reame dell'atomica una mia ossessione sempiterna, questo va in taccuino per direttissima. coty mi è parso di capire che è stato in linea di massima un festival abbastanza deludente, a parte qualche sporadico tripalla gli altri son tutti bi o meno. comunque m'inchino e ti invidio.
Fai bene a segnartelo: è un buon film. Per il resto in effetti cose da non perdere ne ho viste poche, forse nessuna. Al massimo Evolution. In ogni caso è
sempre bello girare per il festival.
non vedo un festival eterogeneo dai primi del 2000, quando kumakiri presentò a pesaro (alle 7 del mattino, peraltro) la sua seconda opera. di tutto quel che vidi in quell'occasione ce ne fu d'enorme avanzo per farmi decidere di tenermi alla larga dai festival per un bel pezzo. l'unica pellicola che mi piacque da morire e che valse l'intera via crucis non sono mai più riuscito a trovarla.