Évolution - Film (2015)

Évolution

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 29/11/15 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 29/11/15 20:35 - 9043 commenti

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Basta poco per immergersi in un clima misterioso e che si fa sempre più inquietante col passare dei minuti. La regista sa il fatto suo e ci regala immagini di grande bellezza e fascino che rapiscono ed intrigano notevolmente anche per la curiosità di capire le ragioni dei personaggi e gli sviluppi narrativi. E anche se alla fine la sceneggiatura non scioglie tutti i nodi narrativi, la pellicola appaga sia l'occhio che la mente. Con qualche riserva che forse si può eliminare con una seconda visione.

Daniela 19/02/17 10:27 - 12662 commenti

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In un villaggio costiero, dove vivono solo donne con i loro figli maschi, il piccolo Nicolas viene sottoposto, come i suoi coetanei, ad un'operazione misteriosa... Dopo il bellissimo Innocence, H. dirige un'altra fiaba nera sui riti di passaggio dall'infanzia all'adolescenza, anche questa immersa in liquidi amniotici ma più virata verso i territori dell'horror: sono spaventose queste donne tutte simili, pallide e quasi prive di sopracciglia, e questo ancor prima che ne venga rivelata la vera natura, come repellenti sono le "cure" a cui sono sottoposti i ragazzi. Film criptico, affascinante.
MEMORABILE: Le riprese sottomarine; Nella notte, le donne escono dalle case bianche, ciascuna con una lanterna; L'ospedale dai muri grondanti

Puppigallo 20/02/17 19:34 - 5273 commenti

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Quando nel panorama cinematografico compare qualcosa di, se non altro originale, ecco che la pellicola si eleva già automaticamente al di sopra di quei meri prodotti filmici, che ormai sembrano uscire dalla stessa fabbrica. Detto ciò, bisogna fare un grosso sforzo per adeguarsi ai non ritmi di una narrazione che basa tutto sulla strana, sinistra situazione acuita dal luogo isolato e da donne, che sembrano quasi un unico organismo, lì per dare vita a qualcosa...E il fatto che ci siano dei bambini di mezzo, non può che rendere tutto più sgradevole. Peccato però che l'epilogo non sia all'altezza.
MEMORABILE: "Morirò?"; I contenitori con formaldeide e...; Al chiaro di Luna con lei.

Rebis 10/03/17 10:51 - 2337 commenti

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Un'isola dal paesaggio lunare in cui vige un matriarcato anaffettivo; solo bimbi maschi generati nottetempo sulla battigia, in conciliaboli orgiastici; esperimenti biogenetici sui quei giovani corpi. Speculare a Innocence, un dittico sull'avvento dell'individuo nella società degli uomini. Hadzihalilovic accoglie l'ermetismo come scelta stilistica consapevole: da un lato rimarca l'algore emozionale, dall'altro lascia inani davanti a un rebus insolubile. Seduce la messa in quadro - luci amniotiche, sonoro immersivo, apnee silenziose - ma l'infanzia al maschile rimane un pianeta sconosciuto.

Capannelle 23/12/17 00:30 - 4411 commenti

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Hadzihalilovic si conferma regista non banale ma anche difficile da seguire. In questo Evolution l'atmosfera solare del paese di mare vira rapidamente verso scenari più bui, angosciosi e affascinanti al tempo stesso grazie anche a un bel lavoro di fotografia. Coesistono mutazioni genetiche e due categorie di protagonisti le cui relazioni non vengono chiarite del tutto. Aggiungiamo che il ritmo non è proprio frenetico ma conserva un suo perché.

Kinodrop 24/02/19 18:07 - 2948 commenti

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Un misterioso e inaccessibile "horror" ambientato lungo una tempestosa costa vulcanica, in cui convivono figure femminili e maschi adolescenti senza ombra di uomini all'orizzonte. Sembra che questi infelici ragazzi siano nello stesso tempo "figli" e "padri" attraverso crudeli esperimenti manovrati da inquietanti e algide dottoresse. Il ritmo catatonico e malato di certo non aiuta ad accettare una realtà terribile quanto inauspicabile; resta una cura eccellente per le immagini esterne e subacquee, ma il contenuto sembra materia da psicanalisi.

Mickes2 15/05/20 00:21 - 1670 commenti

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Suggestivo e alienante, il lato orrorifico di Innocence si palesa nel contesto di un villaggio con spiagge vulcaniche dove le donne, unici esseri adulti presenti sulla Terra, possono fare a meno dell’uomo nella procreazione. Hadzihalilovic sfocia nell’horror fantascientifico costruendo a suon d’immagini evocative e terrifiche un’evoluzione trasformata in fredda e selettiva operazione chirurgica. Idea fascinosa ma poco empatica e con messa a punto dispersiva e impenetrabile, tanto da rimanere in superficie.

Bubobubo 7/06/20 10:53 - 1847 commenti

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Criptico horror metaforico che, tra espliciti richiami paleomatriarcali e allusioni antinataliste, mette in scena una vicenda tutto sommato risibile, lineamenti di una storia fantastica che nell'assoluta bellezza delle immagini (stupefacenti, a tal proposito, gli ultimi 10', quasi al limite della videoarte) e non nella sua solidità narrativa trova il suo vero punto di forza. Operetta originale, suggestiva, estremamente comunicativa sebbene parlata pochissimo, ma allo stesso tempo densa e non sempre felicemente simbolica. Vale una visione (con cautela). 
MEMORABILE: Gli ultimi 10'.

Buiomega71 26/06/21 00:47 - 2910 commenti

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Tanto criptico quanto ipnotico e cupamente suggestivo. Ancora l'adolescenza di Innocence (al maschile), questa volta prestata al servizio di oscuri innesti "ittici" alla dottor Moreau, di misteriose isole di donne pesce, di orge femminee dal puzzo di sabba, di ventose dagoniane che ricoprono la schiena nuda, di mostruosi neonati amniotici stile Horror baby, di tagli cesarei e chirurgia sperimentale. A volte assume i tratti di un documentario subacqueo e l'antispettacolarità si dilata a incubo acquoso e favola raccapricciante. La regista si riconferma dotata di talento non comune.
MEMORABILE: Il ragazzino nella teca amniotica; Il "baby killer" che boccheggia; La stella marina presa a sassate; Le donne tutte simil Tilda Swinton.

Deepred89 4/08/22 15:10 - 3706 commenti

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Livida e quasi incomprensibile mattonata allegorica che, se nella prima mezz'ora poteva pure far sperare in qualcosa di interessante grazie a qualche esterno suggestivo e all'iniziale impatto straniante, in seguito consolida il suo andamento catatonico e sonnambolico, il suo continuo girare a vuoto, la sua cripticità studiata a tavolino, peraltro con troppe scene girate in anonimi interni (quel poco di soggetto approda in zona "esperimenti e cavie umane") che fanno ulteriormente calare il già limitato interesse. Con qualche soluzione non male, ma irrimediabilmente narcolettico.

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  • Discussione Buiomega71 • 26/06/21 10:06
    Consigliere - 25998 interventi
    E' difficile non restare ammaliati e rapiti dalla suggestione ipnotica che emana questa seconda pellicola della compagna di Gaspar Noè, dove il ritmo dilatato (dai più chiamato lentezza) va di pari passo con il mistero (sempre più fitto), l'inquietudine e un'atmosfera disturbante che avvolge tra le sue spire acquose e umidiccie.

    Ancora l'adolescenza di Innocence (questa volta virata al maschile), ancora una specie di prigione che tiene con sè l'impossibilità di crescere, ancora il lato oscuro e spesso agghiacciante della favola nera (quì nerissima), ancora derive nella pedofilia e ancora una chiusa nella città dei balocchi (questa volta vista come un fuoco da lontano).

    Più criptico e astruso della sua versione di "Mine-haha", dove assume i tratti di un documentario subacqueo (se si rischia l'abbiocco vengono incontro le stupefacenti immagini di Manu Dacosse), dove gli uomini adulti sono banditi dalla faccia della terra  e le donne (gelide e inquietanti figlie di Nettuno) assomigliano tutte a Tilda Swinton.

    L'intelaiatura è praticamente quella di Innocence, ma via le ragazzine in preda ai primi richiami sessuali e dentro bambini "gestanti", fuori dal bosco incantato e dal collegio fatato, questa volta, l'isola che non c'è, un ospedale andato in necrosi che mette i brividi solo a vederlo dal di fuori e ritualità orgiastiche femminee notturne che odorano di sabba e paganità divine lovecraftiane.

    Metaforico (forse anche troppo), incubotico, che congela la dimensione spazio tempo restando in un limbo tanto sonnacchioso quanto terrificante, dove la sua autrice dal cognome impronunciabile oltre che avere un'occhio estetico da mozzare il fiato, si chiude su sè stessa e se ne frega di dettami lineari e del pubblico di bocca buona che vuole essere accompagnato per mano, in questa isola delle donne pesce dove avvengono misteriosi (e disturbanti) innesti "ittici" rirproduttivi alla dottor Moreau (ma sarebbe meglio dire dottoresse), di chirurgia sperimentale sui corpicini inermi dei ragazzini (quasi sempre a torso nudo), dove le donne hanno ventose carnose sulla schiena, come escrescenze tumorali cronenberghiane, come se fossero le creature marine di Dagon, dove si assiste in religioso silenzio a tagli cesarei da mondo movie, dove i ragazzini sono immersi in vasche amniotiche e semi incoscienti, oppure vomitano sangue e nella fiera delle atrocità il delirante risultato della "maternità maschile", disgustosi neonati alla stregua di Horror Baby che si nutrono e bocchecciano nel liquido amniotico.

    I disegnini che Nicolas scarabocchia sul suo piccolo block notes (remasugli di una vita passata? I ragazzini sono stati rapiti da queste sirene malevole che cercano la riproduzione della specie nei corpi non ancora evoluti dei piccoli maschietti?) figure che non esistono sull'isola (una macchinina, una ruota da luna park, una donna dai capelli rossi, una giraffa, un cavallo a dondolo), dove le stelle marine hanno un significato simbolico quasi divino (Nicolas, per rabbia, ne prende una a sassate), dove una coltre di profana religiostà alla The Wicker man si dipana nei freddi non sentimenti stile ultracorpi di queste strane madri anaffettive tutte uguali (così simili a delle streghe), che di notte escono dalle loro casette, lanterna alla mano, per recarsi alla festa di Cthulhu in riva al mar.

    Opera non necessariamente per tutti, prettamente sensoriale, insondabile, di difficile collocazione e di non facile distribuzione (e fruizione), dove la Lucille mischia l'autorialità più estrema al cinema di genere, tocchi delicati a momenti sgradevoli (il mostruoso e yuzniano crostaceo sepolto dai ragazzini, gli aborti sanguinolenti cronenberghiani nella vaschetta di metallo), narrazione di non facile comprensione e l'elemento acqua che avvolge funesta ogni cosa, intingendo il tutto in un acquosa e putrida fiaba fatta di ragazzini cavie, donne mostruose, concepimenti contronatura, analisi e operazioni chrirurgiche, nosocomi ben poco accoglienti, cadaveri in via di decomposizone sul fondo del mare e città dei bambini perduti.

    Da noi la Hadzihalilovic proprio non attecchisce, e come Innocence anche questo non ha visto la luce sul suolo italico.
    Notevole (anche per la qualità dell'immagine) il dvd francese della Potemkine, che, nonostane i dialoghi siano ridotti all'osso, presenta pure i sub francesi per non udenti e include un intervista di 33 minuti alla sua regista e al direttore della fotografia.

    L'evoluzione (o la crescita) secondo Lucille e una diversa rappresentazione sulla maternità e sul mito dei misteri del mare (e delle sue creature) che, a volte, col senno di poi, pare abbia dato qualche scintilla creativa a Robert Eggers per il suo The Lighthouse

    Da maneggiare con cura e da affrontare a mente libera.
    Ultima modifica: 26/06/21 17:04 da Buiomega71