Sotto il cielo delle Hawaii - Film (2015)

Terribile pastrocchio che getta nel calderone mille spunti diversi finendo solo con l'annacquarli tutti disperdendoli in mille rivoli che finiscono in nulla. Al tutto s'aggiunge una certa difficoltà nell'esporre i fatti che poco aiuta alla godibilità del film. Da subito entra in scena un personaggio la cui professione s'intreccia con gli obiettivi dell'esercito. Siamo alle Hawaii ed è lui il protagonista, Brian Gilcrest (Bradley Cooper), contractor le cui mire sembrano quelle di convincere alcuni nativi a cedere le loro zone per permettere un'installazione militare che ha lo scopo di lanciare nello spazio una misteriosa sonda satellite. Ad aiutarlo e a garantire il corretto svolgimento delle operazioni...Leggi tutto è chiamata una militare piuttosto anipatica (Stone), con la quale tuttavia Gilcrest trova subito un'intesa, grazie anche al savoir-faire che nel frattempo turba pure una sua ex fiamma (McAdams) stabilitasi alle Hawaii col marito e i due figli. Deve insomma dividersi tra le due donne e il lavoro, il buon Gilcrest, senza perdere d'occhio il suo principale, l'eccentrico miliardario Carson Welch (Murray), finanziatore di tutta l'operazione. Nel gran cast, che rappresenta senz'ombra di dubbio la qualità maggiore di un film per il resto tedioso e inconcludente, fanno capolino tra le file dell'esercito pure Alec Baldwin (l'unico che sembra metterci la giusta convinzione, come spesso gli accade) e Danny McBride. Emma Stone è un susseguirsi di smorfie ed espressioni da furbetta: sgrana gli occhioni, si strugge quando è il momento, soffre e - perché no? - finisce pure a letto con Cooper. La McAdams sposata a un uomo a sua volta assai misterioso, che con lei non parla ma pare sia un padre perfetto per i loro figli, non vedrebbe l'ora di riassaporare con Gilcrest le emozioni di un tempo ma è combattuta (esattamente come lui) e il loro rapporto quasi riallacciato porterà a un colpo di scena degno d'una telenovela, modello narrativo a cui Cameron Crowe pare rifarsi in più di un'occasione. Con tanta carne al fuoco, cucinata sotto un cielo hawaiano e qualche scorcio locale in bella vista (ma al di là di qualche ovvia panoramica la bellezza delle Hawaii emerge faticosamente), il rischio era quello di bruciarsi e Crowe l'ha fatto, tentando pure qualche puerile tocco d'autore nel dialogo muto (ma sottotitolato) condotto con lo sguardo tra Gilcrest e il marito della sua ex fiamma. Murray si vede tre o quattro volte senza mai incidere (e non per colpa sua), dimostrando quanto gli sia facile capitare in film sbagaliati in cui la sua altrove ammirata arte poco può fare per salvare la baracca. Inconsistente, presuntuoso, caotico, mal condotto... In due parole da dimenticare.

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