Maciste gladiatore di Sparta - Film (1964)

Tardo peplum con protagonista l'italo-americano Mark Forest, il quale fa sicuramente la sua degna figura a fronte invece di un film un po' banale con la solita formula già vista (ma d'altronde il genere aveva già dato tutto quello che c'era da dare). Le scene nell'arena sono le più significative (quella con il gorilla su tutte). Ferruccio Amendola in versione platinata fa una piccola parte. Bellissima Marilù Tolo nei panni di Olimpia.

Dopo essere stato l'anno prima tra i fondatori del western all'italiana, Caiano dirige uno degli ultimi peplum, lavorando su una storia molto semplice e chiara nella suddivisione dei personaggi e scuotendola vigorosamente con diverse scene di duello e lotta, l'ultima delle quali conclusa nel segno dell'accidentalità. Ferruccio Amendola si fa carico di qualche dialogo comico. Quando si viene a sapere che il nome di uno dei cristiani è Efialte, ricordando la battaglia delle Termopoli non si avranno dubbi sul suo ruolo nella vicenda...

Siamo al tramonto del peplum e Caiano dirige questo film dopo che lui e Claudio Undari avevano già vestito i panni del western. Ma la storia funziona perché molto ritmata e incurante di inverosimiglianze evidenti (Maciste re dei gladiatori). Epico lo scontro tra Maciste e il gorilla, bellissima come sempre Marilù Tolo. E' il penultimo Maciste interpretato da Mark Forest.

Caiano raschia il fondo del barile del peplum e regala all'aitante Forest il suo penultimo Maciste. Fra prove di forza e scene di massa si procede in barba ai manuali di storia e si dipana una storia uguale a mille altre. Caiano è però regista di talento e supplisce con un buon ritmo alla mancanza di originalità facendo fruttare ogni centesimo del risicato budget e riesce così a garantire una buona dose di spettacolo. Il discreto cast presenta molti nomi noti del cinema bis con Amendola e la Tolo in versione bionda. Non fra i peggiori esempi del genere, gli appassionati gradiranno.