Wild women of Wongo - Film (1958)

Madre Natura (che come tale si presenta all'inizio del film, con voce fuori campo!) racconta di essersi divertita a giocare con suo padre, il Tempo, e di aver creato il nostro mondo non senza incorrere in esperimenti ed errori. Uno di questi fu l'aver dato vita a un villaggio – Wongo per l'appunto - dove vivevano donne tuttebelle con uomini tuttibrutti. Comincia così la storia vera e propria: le poverette sono ovviamente rassegnate all'infausta condizione non avendo conosciuto altri esseri umani, ma quando sulla loro isola giunge in canoa un fustaccione biondo cominciano a farsi delle domande... Questi, giunto lì in pace per avvertire Wongo dell'imminente arrivo dei pericolosi uomini scimmia, proviene...Leggi tutto da Goona, un'isola in cui al contrario le donne son brutte e gli uomini belli... Eccitatissima, la figlia del capo del villaggio decide di farsi il ragazzotto e senza pensarci troppo la sera stessa agisce, mentre gli uomini di Wongo, che han ben visto come le loro mogli si mangino il biondino con gli occhi, decidono di farlo fuori la mattina dopo. Verranno fermati proprio dalle belle fanciulle coalizzate per salvare il visitatore, che così se ne potrà ripartire e tornarsene a Goona illeso. Decise a non voler più vivere con quegli orrori d'uomini toccati loro in sorte, le belle wonghesi s'imbarcheranno quindi di nascosto per Goona con l'intenzione di andare a procacciarsi “quelli belli”. Una storia delirante che tra paesaggi caraibici (siamo in Florida) e giovani ragazze in vestitini sexy offre dialoghi elementari all'interno di una vicenda già di per sé ben poco allettante. Diverte l'idea di due villaggi “a bellezze alterne”, destinata a confluire in un epilogo ovvio concluso però con una lunga scena da lasciare a bocca aperta: i maschi di Goona, finalmente felici, guardano in macchina e, a turno, con aria da perfetti idioti, fanno l'occhiolino a noi spettatori. Roba da annali del trash! Ma d'altra parte è un po' l'intero film a rendersi conto della propria ridicolaggine.. Jean Hawkshaw, in costumino leopardato nella parte di Omoo, figlia del capo e dall'indole guerriera, guida le altre più arrendevoli mogli arrivando a prodursi sott'acqua in una prolungata scena di lotta selvaggia (e di un certo fascino) con un coccdrillo, mentre sulla spiaggia assisteremo invece a più tradizionali (e coreograficamente penose) zuffe al femminile. Gli uomini tendono a stare sullo sfondo: brutti, un po' scemi, non ne combinano una giusta. Non che i loro vicini su Goona si comportino molto meglio. Anzi, ogni anno se ne stanno un mese senza armi nella foresta per poi, al ritorno, partecipare tutt'insieme alla non esattamente invitante festa dell'accoppiamento, dove dovranno soddisfare le loro orride mogli... Qualche danza al tempio (anch'essa tirata avanti per un'eternità, a conferma di un film che cerca di guadagnare minuti appena può), ovvi equivoci e battibecchi tra i vicini di isola e una semplificazione estrema di ogni situazione e sentimento. Dello stesso spessore di tanti film simili girati nell'America dei Cinquanta, insomma, ma con l'aggravante di una confezione miserrima e di una povertà d'idee (tolta quella iniziale) da farcelo dimenticare subito. Dire ingenuo è un complimento...

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