Treni strettamente sorvegliati - Film (1966)

Treni strettamente sorvegliati
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Titolo originale: Ostre sledované vlaky
Anno: 1966
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Dall'omonino romanzo di Bohumil Hrabal. Oscar 1968 al miglior film straniero. Il film uscì in Italia con altri due titoli: "Quando l'amore va a scuola..." e "Presto, datemi una donna!"

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/10/15 DAL BENEMERITO SAINTGIFTS
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Saintgifts 1/10/15 21:15 - 4098 commenti

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Per il giovane Milos è la completa iniziazione, sul lavoro e nella vita. 1945, tutto si svolge in una piccola stazione nella Cecoslovacchia occupata dai nazisti dove Milos, nella sua fiammante divisa, inizia l'apprendistato come aiuto operatore. La regia impeccabile di Menzel, una sceneggiatura perfetta e una speciale fotografia ne fanno un piccolo gioiello, impreziosito da buone interpretazioni. Il ruolo femminile, da cui l'uomo dipende, è coniugato nel giusto modo, dalla malizia delle giovani alla consapevolezza delle più mature.
MEMORABILE: Victoria Freie, dal nome evocativo, determinante nella vita di Milos; Milos si confida con la moglie del capo stazione che sta ingozzando un'oca.

Lythops 12/02/16 13:46 - 1019 commenti

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Prodotto cecoslovacco poco conosciuto, attento ai minimi dettagli dell'inquadratura. Nonostante una recitazione non sempre all'altezza di attori e generici, per le situazioni rappresentate e soprattutto l'ambiente può rientrare in quel tipo di cinema vero, quello che lascia ciascuno libero di trarre le proprie conclusioni senza essere influenzato, più o meno subliminalmente, dal commento musicale o effetti vari. Storia di resistenza e di amore dove eroe è chi, a volte inconsapevolmente, dà. E la vita, semplicemente, scorre o si ferma.
MEMORABILE: La storia della famiglia prima dei titoli di testa.

Cotola 15/07/16 23:05 - 9052 commenti

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Delizioso film di Menzel che dietro la patina sorridente, spensierata e divertente, nasconde un profondo pessimismo di fondo che si intravede dietro molte situazioni e personaggi. E vengono affrontate tematiche serie come quella resistenziale, ma con toni meritoriamente antieroici, antiretorici e sarcastici. Molto bello il finale dolente. Notevole la fotografia di Jaromir Sofr. Una piccola chicca che merita la visione ed il recupero.
MEMORABILE: Il finale.

Magi94 20/07/18 10:51 - 954 commenti

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Curiosa pellicola cecoslovacca che vinse l'Oscar per il miglior film straniero. Il punto di forza è un'intrigante atmosfera umoristica in cui si muovono piccole persone con buffi problemi privati, all'interno di una storia più grande e arcigna che quasi interessa solo per gioco. Ci sono varie scene notevoli (l'incipit, i timbri, i problemi sessuali del giovane e il bellissimo finale) anche se la narrazione è un po' farraginosa e il film nel suo complesso non è un capolavoro. Da vedere anche per esplorare il mondo della nuova onda cecoslovacca.

Rufus68 20/11/18 18:56 - 3845 commenti

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La guerra è riassunta da Menzel con toni quasi lunari. Il protagonista, attorniato da una corte dei miracoli umana (l'amico donnaiolo, la famiglia eccentrica), attraversa il film come trasognato: amore, delusione, ribellione, morte sono vissuti come attore di un teatrino bislacco, ma che non risparmia la tragedia. Una visione mai gioiosa, però e che mal cela un profondo pessimismo sulle sorti dell'uomo (il finale drammatico, sia pur sommesso).

Giufox 22/04/21 11:25 - 324 commenti

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L'educazione sentimentale di Milos, che tra moderne figure femminili (controllori, infermiere e telegrafiste) si spoglia dei vecchi costumi e benedetto da una partigiana sconfigge impotenza e nazisti. Guerra e sessualità cuciti nella torbida cornice di una piccola stazione ferroviaria boéma. Un attacco dolce-amaro a conformismo e burocrazie liberticide passate e presenti, muovendsi in una spirale di pulsioni erotiche circolari. Film saggio sulla libertà, che ha l'intelligenza delle strutture narrative classiche e la poesia della "Nova vlna": magico e scevro di retorica nei dettagli.
MEMORABILE: Il bacio mancato di Masa e Milos mentre il treno parte; I timbri sulle cosce e la madre di Zdenicka; Lo zio che ride dopo i bombardamenti.

Pigro 23/10/22 09:31 - 9672 commenti

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Apprendistato di un adolescente in tempo di guerra, tra il microcosmo della stazione ferroviaria dove lavora e i sentimenti nascenti bloccati dall’eiaculazione precoce. Una graziosa e scanzonata opera prima, che mette in rotta di collisione i grandi destini dell’Europa con i piccoli disguidi sessual-esistenziali di un ingenuo Sc’vejk, in un crocevia narrativo e di genere, spiritoso e dolente, allusivamente anti-regime (manca poco alla Primavera di Praga), sostenuto da una nitida fotografia in b/n. Trasognato, favolistico, sottile, piacevole.

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