I spit on your grave 3: Vengeance is mine - Film (2015)

I spit on your grave 3: Vengeance is mine
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Titolo originale: I Spit on Your Grave III: Vengeance Is Mine
Anno: 2015
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "I Spit on Your Grave III", "I Spit on Your Grave: Vengeance is Mine", "I Spit on Your Grave III: Vengeance is Mine". Sequel di "I spit on your grave" (2010).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/10/15 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 1/10/15 01:24 - 8112 commenti

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Ignorando il secondo capitolo si ritorna alla storia del primo recuperando la protagonista Sarah Butler e di fatto creandone un sequel diretto. Questa volta siamo più dalle parti di Dirty weekend (a cui assomiglia molto, anche per certo humour grottesco) e L'angelo della vendetta; la Butler si trasforma in una sorta di dark-lady vendicatrice dei torti altrui, lambendo territori bronsoniani nel suo giustizialismo senza limiti. Nulla di nuovo, ma qualche notevole scena di violenza (piuttosto esplicita) e una buona prova dell'attrice. Gustoso.
MEMORABILE: Il blow-job mortale.

Schramm 18/11/15 12:38 - 3495 commenti

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Angela prepara armi e bagagli per Ferrara, e impara che l’unione fa la fossa, finché la smania di assurgere a paladina di tutte le violate d’America non le scappa un bel po’ di mano. In attesa di un #4 che elevi il filone allo stato di Lustig / Teague, (leggi: rip-off di A gun For Jennifer - appunto) o che sbrocchi al 100% nel black humour demenziale, Zarchi e consociato regista riescono nel miracolo produttivo di un terzo paragrafo uguale e contrario ai precedenti, capace di riguadagnare anche quel po’ di spessore tematico motivazionale, sebbene infradiciato di plasma e furore reazionario.

Buiomega71 17/04/17 01:22 - 2910 commenti

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Manca del tutto la visceralità e la brutalità selvaggia del capostipite. Braudstein omaggia il rape and revenge urbano e notturno con un occhio a Michael Winner, uno a Ferrara (Jennifer si veste da mignotta come Tana per uccidere o da scolaretta miikiana) e l'altro a Savage streets. Regia un po' televisiva e sapore di convenzionalità, riscattata però da schegge di furente violenza splatter (il pene squarciato durante una fellatio oltre i limiti dell'hard), dalla devastante misandria della Butler e da un finale rabbioso e sanguinario di pura pazzia femminea. Sapori vendicativi ottantiani.
MEMORABILE: Il tubo infilato nel sedere a martellate; Nel reparto ferramenta a spaccare la testa a martellate al commesso; La furiosa zuffa finale con detenute.

Lupus73 5/04/21 15:59 - 1494 commenti

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Dopo il precedente sequel scollegato arriva questo sequel diretto del primo, con la stessa protagonista ormai traumatizzata in cura, diventata psicotica e violenta. Si alternano scene che lei immagina ad altre che la vedono trasformata in un'oscura e notturna vendicatrice seriale per storie che non la riguardano in prima persona. La brutalità nei confronti del sesso "forte" cresce ulteriormente con sodomizzazioni-impalanti, falli squarciati, e così via. Può essere curioso da vedere per chi ha apprezzato il primo, ma dei tre è il meno interessante (per un soggetto blando).

Pumpkh75 6/11/23 15:34 - 1749 commenti

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Senza dover disquisire sulla morale (se si riesce a trovarla) ed evitando di commentare talune dissertazioni a dir poco radicali ed eticamente discutibili, dei novanta minuti restano due cose: una penetrazione con tubo metallico di discreto diametro e un blow-job mordace capaci di raggomitolare l’intestino a tutto il pubblico di maschietti. Non che ci aspettasse tanto di diverso, eppure al terzo capitolo, al netto dellle esigenze di cassetta, un contesto meno pretestuoso andava trovato. E’ tornata la Butler del capostipite, ma non sembra ne fosse convintissima. Crudo ma superfluo.

Anthonyvm 23/01/24 01:05 - 5689 commenti

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Torna la Jennifer Hills del primo episodio (con un altro nome) e la scopriamo non sorprendentemente tormentata da incubi e fobie; dopo la morte di una sua amica, uccisa dal suo ex-ragazzo, si trasforma in una sorta di giustiziera ferrariana tout-court. La svolta vigilantesca della saga pare la soluzione più logica, ma la storia impiega troppo tempo a ingranare, mentre le fiumane di ciarle contro maschilismo e burocrazia asfissiano a suon di banalità un sequel poco significativo che, alla fine, si fa ricordare solo per i numeri di violenza (pochi ma espliciti). Conclusione deludente.
MEMORABILE: Il danno "fellatiale" a colpi di denti e coltello; La spranga nel deretano dello stupratore di minorenni; L'ingresso del padre alla John Doe di Seven.

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  • Discussione Buiomega71 • 17/04/17 10:14
    Consigliere - 25999 interventi
    Viene a mancare del tutto la zozzeria e la brutalità selvaggia del capostipite (resa ancora più disturbante dalle location boschive della Louisiana) e la regia televisiva di Braunstein appiattisce un pò le efferatezze e la dimensione sporca e laida che marcava il remake.

    Si passa ad ambienti urbani e notturni, si omaggia il "rape and revenge" ottantiano (sparso a piene mani) immerso nell'inferno delle metropoli (ben resa Los Angeles coi suoi vicoli e i suoi quartieri meno turistici), dove il regista guarda a certo cinema winneriano (i giustizieri bronsoniani, Sporco Week-End), agli angeli della vendetta ferrariani (Jennifer cambia il nome in Angela-e un motivo ci sarà-agghingandosi da mignotta per eliminare il maschio -nessun uomo si salverà-, proprio come faceva la muta Tana nel capolavoro di Abel), con spizzichi e bocconi di Angel Killer e Savage Streets e non ultimo il Neil Jordan del Buio nell'anima.

    La comunità di terapia di gruppo di donne abusate (tra cui una ragazzina stuprata continuamente dal padre e un uomo di cui la figlia si è suicidata dopo uno stupro) dà al film una certa originalità (nel gruppo c'è anche Marla, una pazza sciroccata, violata dal brutale compagno, che trasporta Jennifer in una delirante crociata antiuomo-l'umiliazione del vecchio che si piscia sotto, l'avvertimento al padre stupratore nel garage sotterraneo-in un sodalizio femmineo malsano che ricorda quello della Morte non sa leggere (o del Buio della mente)

    Jennifer/Angela , quì, viene solo molestata o avvicinata da maschi ingrifati, ma mai toccata (la parte rape e solo nei racconti delle vittime in terapia)

    Solo quando passerà all'azione (per colpa di una giustizia inefficente e impotente) ci saranno barlumi della sua ferocia primigenia

    Prima con sogni ad occhi aperti (far saltare teste a chi la blocca nel parco, sfondare il cranio a martellate al commesso del reparto ferramenta che le sfiora il sedere, lotte corpo a corpo che manco Cynthia Rothrock per finire a piantare coltelli negli occhi degli aggressori), per poi concretizzare la sua crociata punitiva antimaschio.

    Una furia di pura misandria che porta Jennifer/Angela a uscire di notte per compiere le sue bibliche vendette

    Coltello da cucina messo nelle calze autoreggenti, vestita da mignottone per uccidere, o da scolaretta miikiana per seviziare.

    La ferocia e più contenuta rispetto al capostipite monroeniano, anche se schegge di grafica violenza splatter inondano lo schermo (su tutti una fellazio oltre i limiti del porno, con tanto di pene squarciato e aperto come un tacchino)

    Il tubo di ferro piantato nel sedere a martellate al padre stupratore, e una variazione di quella del fucile che subiva lo sceriffo nel primo I spit, che comunque fà il suo (doloroso) effetto.

    Non tutti i raid punitivi, però, le riescono (lo scontro con il bestione nel vicolo) e la polizia la sgama (anche se "protetta" da un detective che segue le indagini sui morti ammazzati)

    Alla fine Jennifer sbrocca, e la sua diventa una pura missione di morte.

    Il prefinale fà storcere il naso, ma la sorpendente chiusa di ferina violenza femminea che scivola nella follia (zuffa con detenute) lascia il segno.

    Come sequel ha un suo perchè (ci sono anche flashback del primo, in cui Jennifer resta imprigionata nel trauma indellebile delle violenze subite) che azzera il numero 2 (che era uno spin off), ricollegandosi direttamente al remake.

    Un film che sembra uscito dai focosi anni 80 e che sposta l'asse dalle location nature ad una Los Angeles squallida e da girone dantesco

    Sempre brava la Butler che regala pezzi di inusale (e letale) sensualità omicida.

    Nel marasma dei sequel straight to video uno dei più riusciti senza dubbio

    Jason Collins (il nuovo Tom Savini) ancora sugli scudi tra membri squartati, gole recise, e teste che esplodono.

    Penalizza un pò una prima parte sonnacchiosa e la regia televisiva e anonima e non c'è più quella tensione costante che caratterizzava il primo. Ma a conti fatti, un degno sequel con momenti notevoli e una rabbia femminea che non fà sconti.

    Il personaggio di Oskar (la sua scelta "cristologica" alla stazione di polizia lascia il segno) una spanna sopra tutti.


    Casey può starne certa, suo padre non l'abuserà più...
    Ultima modifica: 17/04/17 19:19 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 17/04/17 10:18
    Consigliere - 25999 interventi
    Buono il Blu-Ray inglese della Platform (da noi , il film, e ancora inedito)

    Formato: 2.40:1

    Audio: inglese (2.0), inglese (5.1) DTS-HD

    Sottotitoli: nessuno

    Risoluzione 1080p

    Extra: nessuno

    Versione unrated, durata effettiva del film in Blu-Ray 1h, 32m e 26s
    Ultima modifica: 17/04/17 13:58 da Buiomega71
  • Discussione Raremirko • 18/04/17 01:39
    Call center Davinotti - 3862 interventi
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  • Discussione Buiomega71 • 18/04/17 19:42
    Consigliere - 25999 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
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    Ho il dvd, ma lo lasciato fuori perchè esula dal contesto "caso Jennifer Hills"
  • Discussione Raremirko • 20/04/17 03:37
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Raremirko ebbe a dire:
    Dai un'occhiata anche al 2...

    Ho il dvd, ma lo lasciato fuori perchè esula dal contesto "caso Jennifer Hills"



    Ripeto, a me piacque molto, sarei curioso di sapere anche la tua, tutto qui.