Prodotto dall'immaginifico Takashi Shimizu e diretto dal poliedrico Juno Mak questo film vuole essere un omaggio alla celebre saga di Mr Vampire. Infatti il protagonista, che da quella saga viene, è un attore in crisi che medita il suicidio; il luogo scelto è una palazzina che subito mostra la sua natura malvagia. La storia, un horror-comico hongkonghese, presenta effetti speciali di gran livello e buone idee a livello registico. Il vampiro risorto e le sorelle sono spaventosissime, peccato sian poco sfruttati. Personaggi di contorno gustosi.
MEMORABILE: Il bambino divorato dal vampiro; Le sorelle che escono dall'armadio.
Ex attore in crisi va a vivere in un condominio fatiscente con l'intento di suicidarsi, ma...I fantasmi orientali di fanciulle lungo/nero crinite mi mettono uggia e qui ce ne sono addirittura due. Però il film, pur penalizzato da una sceneggiatura confusa che mal amalgama i vari registri utilizzati (horror puro, grottesco, omaggio cinefilo), oltre ad essere visivamente suggestivo, contiene uno splendido personaggio, interpretato in modo toccante: è la figura dell'anziana donna disposta a tutto per di riavere accanto a sé il marito defunto che eleva il film sopra la media del genere.
MEMORABILE: Il combattimento nel fango; "Amore, è l'ora di andarsene... insieme"
Difficile realizzare qualcosa di originale in campo vampiresco. Qui è stato possibile, sia per la classe del regista, che propone momenti visivamente accattivanti, che per lo sviluppo della storia, supportata da personaggi interessanti e indubbiamente singolari, che abitano un condominio perfetto per narrare una tale, sinistra vicenda. Il rapporto moglie-marito, che lei non vuole spezzare neanche davanti all'inevitabile (il vero colpevole è però un altro), è il motore di tutto; e in un crescendo di morte, a causa di irruzioni ultraterrene, si giungerà all'epilogo, con inaspettata conclusione.
MEMORABILE: Le gemelle entrano in scena; La maschera; Due frasi da non pronunciare in presenza di lei "Dov'è Tung?". "Devo fare la pipì"; Il braccio ritorto.
È il 2013, il cat III è specie ormai estinta, ma Mak, da grande bon vivant, ne eredita e reinveste il gusto per l'eccesso visivo formale tecnico grafico segnico tematico narrativo (schifando il cavolo a merenda comico ma onorando il sesso estremo), e riversandolo su una trucidissima metaghost-vampire story di brutale allucinativo lirismo ultrasplatter la cui maestosa violenza falcidia anche i più piccoli, in una frastagliata trama la cui quasi impercettibilità fa da potenziometro al notevole portato visionario. Alla faccia del titolo, cinema tutt'altro che cadavericamente irrigidito.
MEMORABILE: Sventato (?) stupro; Combattimento dei 4 elementi (con braccio avvitato e spezzato).
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