Night of 1,000 sexes - Film (1984)

Night of 1,000 sexes
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Titolo originale: Mil sexos tiene la noche
Anno: 1984
Genere: thriller (colore)
Note: Aka "Night has a thousand desires"

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/07/15 DAL BENEMERITO CIAVAZZARO
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Ciavazzaro 9/07/15 23:15 - 4770 commenti

I gusti di Ciavazzaro

Il buon Franco dirige praticamente il remake del suo Nightmares come at night con la fidata Romay nei panni della sfortunata protagonista, pedina di un gioco più grande di lei. Sono realtà i terribili omicidi che la nostra compie? Franco si autocita parecchio, vedi le assonanze con Un caldo corpo di femmina (la protagonista si chiama Irina e anche la voce ossessiva che la chiama), ma vi sono pure reminiscenze di Delirium. Ottima la Romay, benissimo anche il resto del cast (nota per la Carriòn). Notevole l'atmosfera da sogno/incubo. Ipnotico.
MEMORABILE: L'omicidio di fronte al vetro; La piccola orgietta; La Romay si lava del sangue; Franco nei panni dello psichiatra!

Buiomega71 11/08/18 00:41 - 2910 commenti

I gusti di Buiomega71

Franco ritorna alle atmosfere e agli onirismi di Un caldo corpo di femmina, con la Romay che da vampira passa al ruolo di Cesare del Gabinetto del dottor Caligari, armata di pugnale e lussuria indotta. Immerso nel tipico surrealismo franchiano tra immensi giardini, ville esotichegianti, vetrate ecclesiastiche e la Romay che si aggira sospesa tra il sonno e la veglia. L'erotismo è meno accentuato e più soft (un principio orgiastico, lievi stoccate lesbo) e Franco dona sprazzi visivi notevoli. Peccato per il bruttissimo finale, come se a Franco fosse finita la pellicola.
MEMORABILE: L'incipit con la Romay chiaroveggente e bendata (con indosso la stessa vestaglia di Macumba Sexual); La Romay, nuda, prende in mano il Necronomicon.

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  • Discussione Buiomega71 • 11/08/18 09:39
    Consigliere - 25999 interventi
    Sadisterotica-L'estate torbida dello tio Jess

    Franco torna sui passi di Un caldo corpo di femmina, con la Romay che si aggira per tutto il film in uno stato allucinato tra il sogno e la veglia (splendida-anche se un pò più in "ciccia"-pedina usata come strumento di morte e di piacere), che , in trance, attraversa immensi giardini, ville esoticheggianti, cupe stanze oscure con vetrate ecclesiastiche, in campo lungo in una costruzione quasi argentiana , che avanza seducente verso la MDP.

    Non per nulla si chiama Irina (mentre la Carriòn, sacerdotessa intrisa di sintomatico mistero, è Lorna, in un continuo rimando autocitazionistico franchiano, dove si raggiunge il culmine con la vestizione-marchio di fabbrica ritualistico del regista madrileno-della Romay seduta davanti allo specchio), che da "vampira" passa al ruolo di Cesare del Gabinetto del dottor Caligari.

    La Romay deliquia nuda a letto, freme, ansima, si contorce, sempre preda degli incubi lussuriosi orchestrati dal suo pigmalione

    Succube di un marito che non la ama e che la usa per i suoi turpi scopi, mentre lei è disposta a fare tutto per lui (non dissimile dalla Martine de Bressac di Sinfonia erotica, altro squisito eco franchiano)

    Franco riutilizza anche pezzi dello score composto da Daniel White per Un caldo corpo di femmina, e da Un caldo corpo di femmina vengono anche eros e thanatos, l'accoppiamento prima della morte, e la figura irreale e trasognata della Romay, che appare alle sue vittime come una creatura onirica e carica di desiderio.

    Pezzi jazz (la passione franchiana per antonomasia), la Romay che indossa la stessa vestaglia bianca di Macumba Sexual, la Romay preda a crisi isteriche sul letto con le mani lorde di sangue chiusa in un body trasparente nero che ne accentua le abbondanti grazie

    Sicaria mortifera in sandali d'orati con il tacco alto, vestita da deliziosa e succulenta mignotta franchiana (o nuda, a letto, con indosso zoccoloni neri a tacco 12), che appare e scompare davanti ad una vetrata di un hotel prima di carpire sessualmente (eppoi delittuosamente) il vecchiazzo, sgrana gli occhioni durante un blow job (questa volta simulato e parecchio softizzato, come quello fatto all'anziano jazzista, molto simile, come stile di ripresa a quello analogo di Una spirale di nebbia), e si appoggia ad un tavolino con lo sguardo perso nel vuoto, mentre una musica ipnotica invade l'atmosfera.

    Il sesso è meno incisivo rispetto ad altri prodotti franchiani (un principio di orgia nella stanza "psichedelica" dove si passano lo spinello un uomo e due donne, qualche stoccata lesbo tra la Romay, la Prìncipe e la Nieto), se non adirittura ammantato da squarci poetico/surrel/romantici (la scena d'amore contro la vetrata abbagliata da un bianco quasi celestiale che manco Stridulum, mentre, fuori, un elicottero solca i cieli, per poi essere lordata con uno schizzo di sangue che ne imbratta la purezza). Da antologia le morbidose chiappone della Romay che si pressano contro la vetrata.

    L'incipit con Irina chiaroveggente bendata nel locale, il libro con la copertina che raffigura una bocca da donna che tiene tra i denti un pugnale( una sequenza analoga verrà riproposta da Anthony Perkins, tre anni dopo, in Psycho III) lo stesso pugnale esotico usato da Irina dopo gli amplessi per uccidere i suoi amanti occasionali, la Romay sotto la doccia che si lava via il sangue, i primi piani stretti sulla sua bocca e sul suo sguardo, una cacofonia di voci, suoni e rumori mentre si prodiga in amplessi ritualistici prima della morte dei partner.

    Altro momento autoreferenziale franchiano (ancora debitore a Un caldo corpo di femmina), e nella seducente sequenza di Lina Romay e il giovanotto (prossima vittima ventura) seduti ai tavolini di un bar deserto

    Vedere la Romay nuda, sul lettone, che prende in mano il Necronomicon non ha prezzo per i puristi dello tio Jess

    Franco appare come ruolo dello psichiatra che ha in cura la Romay

    Uno degli opus franchiani più sobri nella narrazione (alla fine i meccanismi thriller vengono rispettati), meno febbrile che in altri contesti, e tecnicamente ammirevole.

    Peccato solo per il bruttissimo e sciapo finale, come se allo tio Jess, improvvisamente, fosse finita la pellicola.
    Ultima modifica: 11/08/18 14:39 da Buiomega71
  • Curiosità Buiomega71 • 11/08/18 09:54
    Consigliere - 25999 interventi
    * Franco scrive, dirige, monta, fotografa e ha il ruolo dello psichiatra e ricicla parte della OST di Un caldo corpo di femmina.

    * Secondo Franco questo suo film (come Sinfonia erotica) è costruito su basi musicali, suddiviso in tre fasi.

    * Titolo che fa parte del "nuovo" periodo spagnolo franchiano, quello più libero da ogni costrizione produttiva, sotto l'ala di Emilio Larraga e la sua Golden Films.

    * Secondo Franco Mil sexos tiene la noche è una nuova rilettura del suo Les cauchemars naissent la nuit

    Fonte: Succubus - Guida al cinema di Jess Franco, nocturno book 2007
  • Homevideo Buiomega71 • 11/08/18 10:10
    Consigliere - 25999 interventi
    Piuttosto spartano il dvd spagnolo della Video Mercury/Edider 88 (edito per la collana Cine erotico espanol)

    Il film si presenta nella sua versione integrale

    Formato: 1.85:1

    Audio (mono) solo lo spagnolo senza nessun sottotitolo

    Nessun extra, solo il menù con i capitoli

    Qualità video comunque non disprezzabile

    Durata effettiva: 1h, 27m e 55s


    Immagine al minuto 00, 41, 33, Irina (Lina Romay) si perde in uno sguardo assente, prima di agire sessualmente e delittuosamente

    Ultima modifica: 18/08/18 12:00 da Buiomega71