Erede del film omonimo, ma molto più complesso, è basato su una sceneggiatura granitica circa i salti temporali e approfondisce i caratteri dei personaggi - alcuni dei quali interpretati in modo davvero notevole (Jennifer e "l'uomo alto" in particolare). A differenza dell'opera di Gilliam però non ci troviamo di fronte a una "fine" vera e propria come sarebbe legittimo aspettarsi dopo tanto lavoro: considerati i punti lasciati in sospeso, che si pensi a una seconda stagione? Resta comunque un ottimo prodotto di ingegneria televisiva, da consigliare.
Uno splendido uroboro lungo quattro stagioni che muove i passi dalla pellicola ispiratrice, la nega, la supera e a questa finisce per avvinghiarsi di nuovo coi denti ben serrati. L’esplosione di viaggi e paradossi può stancare chi si approccia a questo eccellente sci-fi con gli occhi e la mente poco volitiva obbligando lo spettatore ad addentrarsi nei meandri del tempo. Forse poco edibile, ma se si ha voglia di perdersi non si può escluderne la visione. Cast molto in parte e sceneggiatura con pochissime falle. Promosso a pieni voti.
MEMORABILE: L'uomo alto; La signorina Goines.
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*** 1/2
Repetita iuvant sine limine. Il pregio sta nel difetto, ed allora il perpetuo ripetersi dei viaggi che c'accattiva a volte sembra quasi tendere al puro dilatare i tempi. Rispetto al film si esasperano gli squarci temporali, i collassi, e come fossimo in una palla di vetro veniamo continuamente sbalzati da un anno all'altro. C'è una buona attenzione a non cadere in eccessivi paradossi, ed una fotografia curata, così com'è buono il cast. L'unica preoccupazione è che si finisca per perdersi e non vedere mai la fine. Per fortuna, intanto, la terza arriverà!
(redeyes)
DiscussioneZender • 2/11/16 08:01 Capo scrivano - 47698 interventi
*** 1/2
Lo squarcio sul velo del tempo è oramai talmente vasto da non poter esser riparato, a poco servono i piccoli rammendi, e le corse per le epoche. I nostri intrecciano i loro destini con un Testimone non più mero "medico della peste" ma Messia, predestinato, sacrificato. Ancora una volta si apprezza la capacità di destabilizzarci, di shakerarci, ma tenerci sul pezzo. A 10 episodi dalla fine si respira una buona tensione e si attende la resa dei conti.
(redeyes)
DiscussioneZender • 11/07/17 07:59 Capo scrivano - 47698 interventi
**** Al giro di boa voltiamo lo sguardo e siamo di nuovo all’inizio. Il nostro uroboro mangia deliziosamente la sua coda senza un demone che lo salvi da se stesso e confondendoci per l’ennesima volta. Quando la matassa par dipanarsi ecco che tutto si riannoda e man mano che scorrono gli episodi cresce il nostro terrore di finire in un cul de sac. Sballottati dal nazismo al medioevo torniamo ai giorni nostri in un indistruttibile Titano che dà vita al paradosso finale. L’atmosfera così futuristica eppur tangibile ci tiene sulle spine fino a liberare il serpente e mostrarci che in fin dei conti l’ancestrale uroboro altro non era che un malinconico odi et amo.
(Redeyes)
DiscussioneZender • 15/10/18 09:09 Capo scrivano - 47698 interventi