Exodus - Dei e re - Film (2015)

In età matura Scott affronta con coraggio il mito di Mosè, rinnovandone il personaggio epico: non solo un condottiero ma, cosa probabile (dato il fatto di essere cresciuto in una famiglia di faraoni), un guerriero. Siamo ai livelli de Il gladiatore: un'opera destinata a far storcere il naso ai cattolici conformisti e che la storia del cinema son certo relegherà tra i classici immortali. Ricostruzione scenica perfetta, 3D grandioso che trova il suo clou nella sequenza del passaggio nel Mar Rosso. Provocatorio, di incommensurabile fascino visivo. Cult.

Ennesima cine-versione della fuga del profeta Mosé e degli israeliti dal paese d'Egitto. Christian Bale è un profeta guerriero sia prima che dopo la conversione, Joel Edgorton un Ramses che dopo un po' che lo vedi ti fa pena, perché è un tiranno solo che nessuno ascolta (soldati a parte). Ridley Scott mescola Il principe d'Egitto, I dieci comandamenti e Il gladiatore, ma il risultato ricorda Arnold Schwarzenegger che "recita" l'Amleto in Last action hero. Belle le scene delle piaghe e del mar Rosso, ma qui nessuno si salva, neanche Iddio.

Mediocre polpettonaction Hollywoodiano non dissimile da altre produzioni del genere, dove si punta sull'effetto (il pasto dei coccodrilli, le piaghe, la fuga e l'attraversamento del mare), dimenticandosi di dare giusto spessore e credibilità ai personaggi (non bastano i nomi noti). Scivola via senza lasciare particolari tracce registiche (essendoci Scott di mezzo, è una colpa piuttosto grave); e dei numerosi scambi verbali, si tende a ricordare solo quelli tra Mosè e il saggio Faraone. Si può anche vedere, ma evitarlo non è certo un dramma.

Degno erede dei classici biblici hollywoodiani ma nello stesso tempo portatore di novità stilistiche non semplicemente affidate agli effetti speciali, Exodus è il kolossal secondo Ridley Scott. La storia di Mosè è sontuosa nelle scene di massa senza dimenticare momenti maggiormente intimistici. Il regista come pochi sa confezionare un kolosssal, ma non trascura di curare gli attori, trovando in Christian Bale un ottimo protagonista. Buona anche la scelta degli altri interpreti. Forse poco compreso, un film che rimarrà.

Scelta dal gusto discutibile quella di rappresentare uno dei capitoli più importanti della bibbia facendo a meno di tutti i connotati "fantasy". Dio è una visione di Mosè con le sembianze di un bambino (?). Le piaghe d'Egitto e la divisione del Mar Rosso hanno tutte una spiegazione veritiera e sono assenti i miracoli dell'acqua e della manna dal cielo. Spesso piatto, seppur maestoso nello sfarzo delle scenografie. Pochi i momenti emozionanti e Bale da solo non basta a tenere alto il livello. Ruoli sprecati per Turturro e la Weaver.

Sulla stessa scia del già pessimo film su Noè, un altro ex-grande regista si cimenta col tema biblico confezionando un kolossal sì, ma di banalità imbarazzante. Tutta la vicenda diventa un pretesto per esporre un po' di scene di massa canoniche e di ordinaria CGI. Approfondimenti dei personaggi, nessuno; dinamiche frettolose e schematiche tra i personaggi stessi; assenza di ogni plausibilità storica nei dialoghi e negli atteggiamenti. La trovata di Dio nei panni di un bambino petulante è l'emblema più evidente di tanta pochezza.

Diciamola tutta, questo film con Mosè ha ben poco a che vedere, ma senza il "brand" biblico l'interesse per un'opera simile sarebbe stato minimo. Intendiamoci, il film in sé non è malvagio, ma siamo di fronte a un semplice spettacolo di intrattenimento, che svanisce dopo un paio d'ore e che beneficia del fatto che tutti conoscono la storia (così i buchi della trama vengono coperti automaticamente). Buona prova di Bale, molto debole e di poco impatto la trasposizione di Dio in un bambino. **! stirato.

Ennesimo passo falso di un Ridley Scott che sembra ormai aver smarrito la buona mano dei tempi andati. L'omaggio ai kolossal degli anni 60-70 è evidente e fin qui nulla di male, il problema è quando Scott cerca di innestarci elementi di modernità: non solo perde di credibilità ma crea un pasticcio ibrido che alla fine non sarà né carne né pesce. Cast buono sulla carta ma irriconoscibile alla performance, con un Bale che non convince come dovrebbe. Qualche buona scena in CG e quasi nulla di più. Turturro, Weaver e Kingsley non pervenuti.

Romanzata vicenda biblica che vede protagonista Bale nei panni di un intenso Mosè. Grandiose ricostruzioni da autentico blockbuster mondiale e scene di massa impressionanti. Probabilmente troppo stereotipati i personaggi a cominciare dal cattivo faraone interpretato da Edgerton. Coinvolgenti la piaghe d'Egitto nella ricostruzione scenografica ed emotiva.

Spettacolare blockbuster biblico in cui si narrano le vicende di Mosè e dell'esodo del popolo ebreo verso la terra promessa. Scott è un gaglioffo cineasta che sa cosa vuole il pubblico, ma qui è attento a evitare l'egocentrismo narrativo che si nota in Il gladiatore o ne Le crociate, evitando errori storici pacchiani e incentrando la storia sui due conflitti del protagonista, con il faraone Ramses e con Dio sotto forma di bambino. Bale non è Heston e gli effetti speciali sono un po' freddi, ma gli scenari sono ben curati. Da vedere.

Ridley Scott dedica questo film al fratello Tony e forse per questo, per rendergli omaggio, ne ricalca le caratteristiche registiche. Visto che la storia bene o male è conosciuta, si dedica principalmente agli effetti visivi - ormai i limiti sono pochissimi, nel campo - per rappresentare movimenti di acque e di cieli, piaghe bibliche e corse sfrenate di bighe su angusti sentieri. Ma conclude anche frettolosamente tralasciando altre opportunità, forse fuori badget. I personaggi escono da una visione biblico-mitologica e questa è l'unica nota di merito.

Pur migliore del quasi contemporaneo Noah, anche quest'altro kolossal biblico si rivela fallimentare sotto il profilo della sceneggiatura e della definizione dei caratteri: i tentativi di "modernizzare" il testo sortiscono l'effetto opposto e le relative libertà risultano imbarazzanti. E cosa dire di Dio nelle vesti di un bambino bizzoso che appena apre bocca viene voglia di tirargli uno sculaccione? Funziona invece bene come catastrofico, soprattutto nel settore piaghifero, quindi lo spettacolone c'è, anche se piuttosto inerte e talvolta involontariamente comico.

Dopo Robin Rambo, Scott si sostituisce al famoso cespuglio fiammeggiante e riscrive la Bibbia con per protagonista Mosè Norris: l'intento di "modernizzare"a tutti i costi qualsiasi cosa ha dei risvolti tragici. Ma siccome a volte la tragedia assume i caratteri della farsa, anche qui capita di farsi due risate con una storia tronfia e tirata per le lunghe in cui si salvano giusto alcune scene spettacolari e un Bale che, pur dovendo interpretare un personaggio implausibile, ci mette comunque esperienza e carisma. Turturro faraone miscasting del secolo.

Mega polpettone biblico in salsa hollywoodiana con protagonista Christian Bale nei panni di Noè. La bravura di Ridley Scott in regia c'è e si vede, ma non basta a salvare un film che si rivela particolarmente mediocre. Belli gli effetti speciali e passabile la prima mezz'ora, poi il resto è noia; persino il bravissimo Bale non è particolarmente a suo agio nel personaggio. Alla fine Exodus è il classico "tutto uomo e niente arrosto". Visto e cestinato.

Kolossal biblico che narra la fuga degli ebrei, guidati da Mosè, dall'Egitto. Ridley Scott ritorna al genere storico, e lo fa in modo alquanto sfarzoso, zeppo di effetti speciali e con una buona dose di azione (più che belle sono le scene di combattimento). Bale così, così. Joel Edgerton davvero fuori ruolo: per nulla convincente (così come Paul). La durata, di due ore e mezza, paradossalmente non sembra eccessiva.

Faraonico in tutti i sensi, esibisce buone musiche, validi effetti speciali e scene d'azione ben girate (ma del resto già si conosceva lo stile di Scott in materia). Tanta imponenza, però, non basta; impossibile fare paragoni col monumentale I dieci comandamenti, con Il principe d'Egitto sì però, e a sorpresa quel ben più corto ed economico cartone animato stravince la sfida. Perché mostrare Dio come antipatico infante? Perché sminuire la natura prodigiosa delle piaghe (che sono comunque la parte migliore)? Insoddisfacente, anche perché talvolta risulta involontariamente umoristico.