Batte il tamburo lentamente - Film (1973)

Distribuito in Italia in seguito al successo mondiale di De Niro (che compare meno di quanto i fans potrebbero aspettarsi), un prodottino corretto e ben realizzato, in bilico tra sportivo e melodramma (di quelli tristi, col futuro Travis Bickle afflitto da un male incurabile), che se da una parte si perde un po' tra logistica del baseball e inquadrature piattine (anche se l'open matte spietato della versione visionata - con microfoni spesso in bella vista - inficia), dall'altra azzecca i dialoghi e le dinamiche dei personaggi. Un discreto film.

Bella storia, ma mal sfruttata, con un De Niro non ancora all'altezza dei suoi capolavori ma già in grado di dare credibilità al suo personaggio. Valido anche il cast di contorno, Gardenia su tutti (giustamente candidato all'Oscar). Film poco conosciuto in Italia, merita una riscoperta, se non altro per vedere un De Niro ancora alle prime armi.

Sembra un film dedicato al baseball o a un’impresa eroica di qualche atleta, ma la disciplina sportiva resta per fortuna in secondo piano non assumendo mai un ruolo chiave. Questo gli consente di non essere un’opera di nicchia, malgrado non abbia i numeri e la portata di una grande produzione. Non scivola nella lacrima facile e nel pietismo mantenendo per certi versi un cinismo di fondo sulla vita. Merita in ogni caso di essere riscoperto e visionato almeno una volta, nonostante appaia datato e si appiattisca qualche volta di troppo.

Un film dal sapore unico che davvero come pochi sa toccare le corde emotive più profonde dello spettatore. E' forse tra i migliori film americani degli anni '70 ad affrontare temi importanti e non banalizzabili come l'amicizia virile e la morte in gioventù di uno dei due protagonisti, splendidamente resi da Moriarty e De Niro, bravi entrambi nella stessa identica misura. Ma non sono da meno Vincent Gardenia come coach Schnell e Danny Aiello esordiente. Bellissime le scene allo Yankee e allo Shea Stadium.

Giocatore di baseball scopre di avere un linfoma. Film che utilizza il sottofondo sportivo per narrare una storia di amicizia e solidarietà. Qualche spunto è da commedia, soprattutto all’inizio, poi l’approccio diviene malinconico senza esasperare i toni. De Niro sembra più un malato psichiatrico, quindi gli si preferisce Gardenia. Qualche immagine sul diamante ha un fascino retrò, come la vita all’interno dello spogliatoio; la pistola portata in giro da uno dei giocatori appare una scelta eccessiva.