Aracnosisma - Film (2012)

Aracnosisma
MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Arachnoquake
Anno: 2012
Genere: animali assassini (colore)
Note: E non "Aracnoquake" o "Arachno quake".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Uno di quei film che evocano già nel titolo crossover impossibili tra tematiche care agli amanti dell'exploitation. Arachnoquake suggerisce terremoti ragneschi che però di fatto si riducono a una o due spaccature nel terreno verso l'inizio che rilasciano orrendi ragnoni rosa la cui natura digitale è talmente evidente da avvicinarli più che altro a cartoni animati. Siccome poi per attirare un minimo di attenzione c'è bisogno di inventare qualcosa che colpisca, ecco che i mostroni scivolano sull'acqua delle paludi della Louisiana come hovercraft, rendendosi (ma l'obiettivo in fondo è quello) decisamente ridicoli. A combatterli due gruppi di persone imparentate, partite con l'autobus turistico in...Leggi tutto un caso e con quello della squadra di baseball in un altro. Di quest'ultimo fa parte la star di turno, ovvero un Edward Furlong ormai sovrappeso e in caduta libera, lontano parente del promettente ragazzino che stupì la critica in TERMINATOR 2 IL GIORNO DEL GIUDIZIO. Oltretutto, rispetto agli altri resta pure in ombra. Almeno il pubblico maschile si può consolare con la sventolona texana Olivia Hardt... Per il resto cosa mai ci si può aspettare se non ragni rosa che spuntano un po' dappertutto, di svariate dimensioni e che - altro colpo inatteso - sputano fuoco dalla bocca incendiando chi capita sotto tiro? Ben poco. Diciamo niente, dal momento che la sceneggiatura è riprovevole e non infila un dialogo decente manco per sbaglio. Buona parte del lavoro deve farlo in questi casi il regista, che con mezzi scarsi ha l'ingrato obbligo di tenere desta l'attenzione per un'ora e mezza. Incredibilmente quasi ci riesce e gliene va dato atto, ma è davvero l'unico merito di un film che ormai, seguendo una formula stracodificata soprattutto dalle tv via cavo statunitensi, non stupiscono più nessuno. Visto uno visti tutti, verrebbe da dire. Eppure la curiosità di capire fin dove si spinga l'inventiva di questi incrociatori di generi (soprattutto grandi ideatori di titoli) a volte ha il sopravvento e si finisce per ricascarci. La scalata del grattacielo finale è la celebrazione della scontatezza, ennesima emulazione povera dell'epocale KING KONG.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/12/14 DAL DAVINOTTI
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