Un docu-fiction per celebrare i 20000 giorni sulla terra dell’icona internazionale Nick Cave. Girato tra la piovosa Brighton e lo studio di Londra, con incursioni live, testimonianze dei colleghi musicisti e sedute psicanalitiche. Ne esce fuori un artista che in questa fase della vita si impone regole e riflette sul suo passato tra gli eccessi della prima fase e un ritorno all’ordine più meditato e più profondo. Di rilievo fotografia, montaggio e sceneggiatura, anche se ne risulta un ritratto troppo celebrativo e un po’ in anticipo sui tempi.
Chi cerca un sunto artistico ha sbagliato strada; o meglio, Cave indica gli spazi dove si può fruire del musicista, del paziente dallo psicologo, dell’amico. Questa miscellanea ha un amalgama imperfetta dove si possono perdonare anche vezzi di vanità e chiacchere non memorabili, ma è sul lato musicale che occorre approfondire. La trasformazione nell’essere rocker ai confini tra l’oscuro personale e l’audience acclamante svela il segreto di chi nasce col dono, chi ha la luce e può scagliarla come una tempesta su Brighton. I talent? No, grazie.
MEMORABILE: Assolo al piano; Vecchie fotografie a Berlino; Jubilee Street live.
Più che un documentario sulla vita dell'artista, un'opera di revisione che mira a ridefinirne l'immagine ricollocandola su nuove coordinate e reinterpretando il passato alla luce di una compiaciuta ironia glam. Nick Cave è soggetto attivo di tutta l'operazione - che interpreta, scrive, documenta con raffinato, irresistibile egocentrismo. Certo, gli irriducibili delle derive anni '80 storceranno il naso, ma per acume e perizia tecnica - montaggio e fotografia sono di altissimo livello - è un film che conquista.
In genere le agiografie si scrivono dopo che qualcuno ha abbandonato questa valle di lacrime, magari lasciandosi dietro un monastero, un vaccino, un atto eroico: con tutto che apprezzo l'artista, direi che Nick Cave non rientra in una delle sopracitate categorie. L'impostazione "centro del mondo" l'ho quindi trovata fuori luogo. Emerge comunque il suo essere artista a tutto tondo e va dato atto all'australiano di aver creato un suo universo artistico di sicuro non banale. A livello puramente tecnico c'è poi poco da dire. Per chi apprezza le teogonie.
Una giornata tipo di Nick Cave: dal risveglio accanto alla moglie alla serata coi figli, passando per prove in studio, sedute con lo psicanalista e gite in macchina. Discutibile auto-celebrazione, tanto formalmente impeccabile quanto sostanzialmente sconcertante: più Cave insiste a farsi spiare nella sua intimità più la sua credibilità ci lascia perplessi, specie a fronte di macroscopiche omissioni (totale damnatio memoriae su Mick e P. J. Harvey); ma forse a tratti il gioco gli sfugge di mano e brandelli di verità emergono fuori controllo.
MEMORABILE: Il pranzo a casa di Warren Ellis, con i due compagni di lavoro che ritornano puri fan nella rievocazione di concerti altrui.
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Vedo che su Imbd e sulla locandina originale viene usata la virgola, ma in effetti per gli avventori sarebbe utile inserire 20.000 e pure 20000, visti i tempi che corrono :)
Rebis ebbe a dire: Vedo che su Imbd e sulla locandina originale viene usata la virgola, ma in effetti per gli avventori sarebbe utile inserire 20.000 e pure 20000, visti i tempi che corrono :)
Nota di colore.
Ricordo un momento surreale, durante una riunione manageriale, in cui alcune tabelle di dati erano scritte con il punto/migliaia, altre con la virgola/migliaia. A un certo punto apparve una tabella nella quale era assolutamente arduo capire se il significato della virgola era quello di separatore di migliaia o di decimali. La logica voleva che fosse il separatore di migliaia, ma l'entità dei numeri meglio si sposava con "virgola più tre decimali". Nessuno osò chiedere lumi.