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MMJ Davinotti jr
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VOLTI ITALIANI NEL CAST
LE LOCATION
L'IMPRESSIONE DI MMJ
Musicista fortunato che s'è fatto i soldi in America (Mannari) torna in Italia per distrarsi insieme al figlio (la moglie è morta) e ritrova la sorella (Brochard) di una sua vecchia fiamma anch'essa defunta. Si installa in villa, comincia a comporre ma una serie di inspiegabili avvenimenti si susseguono: viene assalito da un cane lupo che dopo averlo mezzo sbranato sembra non avergli lasciato alcuna ferita, in casa si sentono voci misteriose e si avvertono presenze ancor più misteriose, il piccolo delira e si direbbe posseduto... L'unico raggio di sole è l'attraente baby sitter (Buchanan), con cui confidarsi per riempire qualche minuto in più. Anche...Leggi tutto perché in effetti tutto pare essere costruito in funzione dell'entrata in scena del medium che avoca giustamente a sé il titolo (Leroy), il quale compare subito con un trucco alla David Copperfield: suona a casa e conosce il protagonista quando ancora risulta essere in aeroporto! Allestirà lui la seduta spiritica chiave (anche se poi sembra appisolarsi e russare nel bel mezzo della stessa!). Amadio gira svogliatamente, senza un minimo di grinta, scivolando ripetutamente (anche colpa del cast) nel ridicolo involontario. Il flashback chiarificatore è buttato lì malamente, il finale al buio è proprio comico. Si salva per la professionalità Leroy, un pesce fuor d'acqua.
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Chiudi TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/11/14 DAL BENEMERITO DEEPRED89 POI DAVINOTTATO IL GIORNO 6/07/15
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- Davvero notevole!:
Fauno - Quello che si dice un buon film:
Claudius - Non male, dopotutto:
Mco, Daidae, Homesick, Ronax - Mediocre, ma con un suo perché:
Lucius, Digital - Scarso, ma qualcosina da salvare c’è:
Marcel MJ Davinotti jr., Deepred89, Dusso
Forse il genere ghost-story non era troppo nelle corde di Amadio (né di Pregadio, che azzecca solo le musiche più distese) e così se da una parte l'atmosfera bis regge, dall'altra gran parte delle scene "di paura" scadono nel ridicolo involontario. Cast mediamente scarso, non aiutato dai un montaggio dai ritmi spesso imprecisi, anche se Leroy risulta sorprendentemente perfetto come medium e la sua entrata in scena (stile L'esorcista) risolleva un minimo il film (che poi ricade col brutto flashback rivelatore, che scava abissi nello script).
Sceneggiatura senza nessuna "trovata" degna di nota (salvo solo la scena del doppio Leroy), un ritmo basso e un cast mediocre a parte la Brochard e Leroy (che si vedono comunque poco) condannano il film all'anonimato più totale; ci si limita a qualche suono e rumore senza ottenere lontanamente momenti un po' inquietanti (non parliamo di paura). Troppo, troppo anomimo.
Per fortuna non è una versione tricolore de L'esorcista... Come storia ci siamo, in più Leroy e la Brochard giocano magistralmente il loro antagonismo e la Buchanan va alla grande nel ruolo della bambinaia. Il neo è dato dal fatto che non si capisce fino a che punto il giocattolo-robot condizioni gli eventi. Eccellente la scena della riproduzione eterea, anche se forse non piacerà a chi ha trovato buffa quella de La terza madre. D'altronde certi poteri li hanno avuti solo certi alchimisti e si contan sulle dita di una mano, ma qualcuno c'è stato...
MEMORABILE: "Il male si ritorce sempre contro chi lo fa": sembra una barzelletta, ma quando funziona è micidiale!
Un trattato di parapsicologia che esibisce le sue pagine più rappresentative soltanto nel finale, complice una seduta medianica di sicuro impatto emotivo. Prima c'è la pars propedeutica, spesso lenta e non troppo efficace, sebbene gli spunti non manchino e gli attori interagiscano nel modo dovuto (soprattutto la dolcissima Buchanan). Cupo e immerso in un microcosmo tutto suo, il film va gustato scevri da prevenzioni di sorta sul tema. Riuscitissimo no, peculiare senza dubbio.
MEMORABILE: La bilocazione di Leroy; Le voci dall'aldilà.
Interessante film di Amadio, ben recitato con una castissima Sherry Buchanan e un valido Mannari (anche se la parte del leone la fa Leroy con il suo medium). Film originale, non proprio teso ma che scorre bene fino all'epilogo. Tra i prodotti minori di "horror" italiano è senza dubbio tra i più interessanti.
MEMORABILE: Il doppio medium; Il robot; Il proiettile.
Nonostante le premesse sulla carta, una buona sceneggiatura e musiche inquietanti, il film manca di atmosfera e latita nella recitazione. Slegato, poco convincente, con un finale ridicolo. Un Amadio da rivedere che lascia il tempo che trova. Più che il basso budget è proprio la prova registica a risultare mediocre.
Non convince pienamente a causa di una sceneggiatura poco elaborata e un senso di povertà fin troppo palese. Spiace, perché le premesse per un horror inquietante c'erano tutte, ma gli spaventi sono quasi del tutto assenti (eccezion fatta per la seduta spiritica finale) e la noia prende prepotentemente quota sin dai primi minuti, tenendo lo spettatore in uno stato semi-catatonico. Sprecato il cast, con il migliore (Leroy) costretto a un ruolo tutto sommato di contorno e una Buchanan inopportunamente vestita. Meriterebbe un remake migliorativo.
Di norma improntata a concretezza e fisicità, la produzione cinematografica di Amadio questa volta si volge invece alle case infestate, seguendo scrupolosamente tutti i passaggi previsti - dipinti inquietanti, rumori, voci ed apparizioni misteriose, sedute medianiche - per giungere infine ad un epilogo personale ed efficace. Mannari ha la giusta faccia sgomenta e lo sguardo della Brochard penetra malefico, ma il vero ammaliatore è Leroy, con la sua somma serietà professionale che gli rende facile e gradita l'interpretazione di qualsiasi ruolo, come questo di impavido guerriero dell'occulto.
MEMORABILE: Il quadro e il regalo della Brochard; La bilocazione; Le due sedute spiritiche in parallelo.
Notoriamente appassionato di spiritismo e ormai giunto al termine della sua carriera registica, Amadio riesce finalmente ad affrontare il tema a lui tanto caro e a realizzare un'opera abbastanza decorosa, lontana mille miglia dalle demenzialità dei Bianchi e dei Pannacciò. Evitando di inseguire gli effetti speciali, per i quali o si hanno i soldi o si cade nel ridicolo, il film può contare su una discreta sceneggiatura e buoni attori, fra cui un Leroy calato nella parte, una dolcissima Sherry Buchanan e una luciferina Martine Brochard.
MEMORABILE: Le due sedute spiritiche contrapposte con lo sparo a sorpresa.
Interessante horror che, pur ricordando film precedenti come Schock, si discosta dalla media del genere grazie a una storia che introduce elementi filosofici (il discorso iniziale) senza rinunciare all'atmosfera (che trasmette più di un brivido se non si è abituati); Amadio, del tutto estraneo al genere, non sfigura nel campo. Variegato il cast in cui, oltre a Leroy, si segnalano la convincente prova di Mannari (vittima degli eventi) e della tenerissima Buchanan. Vale una riscoperta, essendo poco conosciuto.
MEMORABILE: Il quadro e la pistola.
Silvio Amadio HA DIRETTO ANCHE...
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