Adieu au langage - Addio al linguaggio - Film (2014)

Adieu au langage - Addio al linguaggio
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/11/14 DAL BENEMERITO DEEPRED89
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Deepred89 26/11/14 19:41 - 3709 commenti

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Come un bambino dispettoso Godard tortura lo spettatore con un 3D atto a fastidire o, ancora meglio, nauseare (tramite tecniche come i due fotogrammi differenti sparati simutaneamente nelle rispettive lenti), con una filosofia degna della cura Ludovico: intenti futili e vecchi (Debord faceva lo stesso nel 1952!) almeno quanto estetica e contenuti, con sperimentalismi da scuola elementare, parole al vento come ai tempi del Groupe Dziga Vertov, nudi che fanno molto regia di terza età e attori pessimi. Adieu Jean-Luc.

Rebis 27/11/14 22:26 - 2339 commenti

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Uomo e Donna. Natura e Cultura. Politica e Ideologia. Tutto è scisso in Adieu au langage, polarizzato, inconciliabile; il mondo non trova sintesi dialettica neppure nella stereoscopia (folgorante la dissolvenza incrociata in 3D) anch'essa spaccata, irrisolta, urticante. Solo un cane fa da legame, collante ipotetico di continuità concettuale. Adieu au langage è un assalto acustico e visivo, un'infrazione alla percezione del pubblico; perché in fondo quella di Godard è una piccola rivoluzione, un urlo solitario, persino effimero, nell'oceano immaginifico della rappresentazione.

Bizzu 10/12/14 22:03 - 217 commenti

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Cani elevati a protagonisti nemmeno fossimo a paperissima sprint, 3D frastornante, nudi con folto pelo pubico (da vero cinema alternativo!), il marito che fa la cacca mentre la moglie lo guarda, sproloqui sul nazismo (!), lo schermo paragonato a una gabbia, audio e video fuori sync un tanto al chilo. Non c'è nient'altro da dire. Mezzo pallino in piu solo per la bella idea delle due scene divise una per occhio.

Bubobubo 16/04/20 21:07 - 1847 commenti

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Due uomini, una donna, un cagnolino: liti furiose, colpi di pistola in aria, francese e tedesco mescolati in un'Entente ostile. Una nave che salpa, una dissertazione coprofila. Il 3D come arma di offesa di massa: un linguaggio finto-binario impazzito, o quasi. Si rimane impotenti sotto un fuoco nemico di citazioni, controcitazioni, stacchi di montaggio, riprese anarrative, filosofemi che vogliono dirsi criptici ma che sono solamente vuoti. Lo sperimentalismo fa un giro attorno a sé stesso, ed ecco: è il vecchio reazionario al cantiere. Pessimo.

Thedude94 24/08/22 23:19 - 1097 commenti

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Per quanto possa essere stato uno degli uomini più importanti e innovativi del cinema mondiale, in questo film Godard sembra essere rimasto incastrato in una ricerca ossessiva della straordinarietà e dello straniamento che non porta a nessun tipo di riflessione, né di emozione. Tutto è freddo, troppo provocatorio dal punto di vista tecnico, forse eccessivo nelle scene allungate e, nonostante la brevità, sembra durare ore. Anche un maestro può realizzare un film mediocre e poco comunicativo, non c'è nulla di male.

Jean-Luc Godard HA DIRETTO ANCHE...

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  • Discussione Panza • 28/11/14 19:17
    Contratto a progetto - 5198 interventi
    E pensare che volevo vedermelo con alte aspettative, menomale che ci siete...

    Comunque lo vedrò lo stesso, da impavido.
  • Discussione Didda23 • 28/11/14 21:53
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    Grazie Rebis, gentilissimo come sempre.
  • Discussione Deepred89 • 29/11/14 14:11
    Comunicazione esterna - 1601 interventi
    Rebis ebbe a dire:

    Lo si accetta perchè lo ha fatto Godard che ha una tale statura intellettuale da scansare qualsiasi sospetto di esercizio fine a se stesso o di provocazione gratuita.


    Su di me invece ha suscitato l'effetto contrario, nel senso che è riuscito a farmi rivalutare in negativo tutti gli altri Godard da me visionati (cosa che mi succede ora per la prima volta: nemmeno Antonioni con Oberwald e Argento con Dracula 3D c'erano riusciti).
    Dopo Addio al linguaggio tutto il suo cinema mi appare come un continuo tentativo, sempre gratuito e forse mai originale (in quest'ultimo l'unica novità mi è parsa l'uso del 3D, ma lo scopo è lo stesso di un Hurlements, di 60 anni prima; non ho però visto tutti i lavori di Godard), di sovvertire il linguaggio dominante, senza altre idee che vadano oltre qualche casuale copia-incolla da fonti letterarie e cinematografiche (queste ultime in genere undeground o sperimentali) sparse. E a rivedere i miei vecchi gradimenti, noto che questi si collocano quasi tutti tra i Godard con alla base un robusto comparto tecnico e attoriale. Temo che non sia un caso...

    X Rebis: quanto hai un'oretta libera chiamami che ci si becca e se ne parla a voce! (anche perché ho qualche problema con internet ultimamente...)
    Ultima modifica: 29/11/14 14:13 da Deepred89
  • Discussione Rebis • 29/11/14 15:15
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Secondo me la produzione di Godard ha uno spartiacque negli anni '70: i film precedenti lavorano ancora sui generi, sulla messa in scena cinematografica e riescono ad essere emozionanti aldilà dell'aspetto teorico (Fino all'ultimo respiro, Bandé a part, Il Disprezzo, La donna è donna, Il bandito delle ore 11 sono tutti film affascinanti quando non proprio bellissimi); nei film successivi invece Godard ha cominciato a lavorare sul linguaggio e la sua decostruzione con una valenza direi politica, essenzialmente comunicativa, e inevitabilmente si è fatto concettuale, filosofico; è un cinema che richiede un approccio intellettuale, a volte anche erudito (e Adieu au langage l'ho inteso proprio come il culmine di un'iperbole). Non amo molto la seconda parte della sua produzione perché è meno cinefila, meno narrativa, disinteressata ai personaggi e all'emozione, però l'accetto perché è frutto di un interrogarsi sul mezzo e sulle sue possibilità comunicative, è uno sviluppo coerente insomma, ostico e respingente anche, ma animato da un senso della ricerca profondo, sincero, appassionato, che non è facile trovare in altri registi, e per me rimane qualcosa di unico, di irriducibile.

    X Deep: certo caro, riemergo ora da un periodo denso e impegnativo, in cui dovevo pianificare anche la colazione. Sentiamoci al più presto ;)
    Ultima modifica: 29/11/14 15:16 da Rebis
  • Discussione Matalo! • 15/12/14 20:03
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Da me, Venezia, sembra non essere uscito. O forse mi è sfuggito (dubito ma mi informerò). Che Godard sia un autore importante non lo nego, anzi. Più importante che grande, però. Ho sempre trovato in lui u "disprezzo" generale: per il cinema e per l'essere umano. E' possibile che i suoi film siano invecchiati. Non so, dovrei rivederli. Certi sono a me ancora molto cari: A bout de souffle, Pierrot le fou (la scena finale da ragazzino mi sconvolse): Il disprezzo lo vidi in tarda età (anche perchè la copia circolante era quella italiana) e non fatico ad ammettere che sia un gran film. Anche l'analisi della società in film come "Due o tre cose che so di lei" è molto suggestiva e seminale. "Weekend" mi sembra di una confusione totale, tolta la scena dell'ingorgo che è tutt'ora validissima. E' imprescindibile come teorico del linguaggio cinematografico. Destruttura il cinema, riflette sull'impatto che ha nella società dei costumi e riflette sulla società stessa. Ma trovo che sia un grande snob, uno di quei vecchi intellettuali sibillini che spesso si accompagnano a splendide fanciulle. Per umanità e amore verso la settima arte io sono pro Truffaut, tutta la vita. E credo che Truffaut regga meglio la prova del tempo.Comunque cercherò di vederlo, e so che uscirò idalla sala con lo stesso senso di aridità che provo anche nei suoi film maggiori.
    Ultima modifica: 15/12/14 20:05 da Matalo!
  • Discussione Rebis • 16/12/14 11:44
    Compilatore d’emergenza - 4422 interventi
    Condivido la tua prospettiva, Matalo, e anch'io per quanto cerchi di difendere e giustificare il cinema di Godard (la seconda maniera, diciamo, perchè la prima credo si difenda da sé...) mi ritrovo sempre più truffautiano, proprio nell'approccio e nella concezione del cinema come mezzo di narrazione ed emozione. Sono curioso di leggere le tue impressioni su questo film comunque.
  • Discussione Matalo! • 17/12/14 08:56
    Call center Davinotti - 614 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Condivido la tua prospettiva, Matalo, e anch'io per quanto cerchi di difendere e giustificare il cinema di Godard (la seconda maniera, diciamo, perchè la prima credo si difenda da sé...) mi ritrovo sempre più truffautiano, proprio nell'approccio e nella concezione del cinema come mezzo di narrazione ed emozione. Sono curioso di leggere le tue impressioni su questo film comunque.

    Ciao Rebis, grazie: ahimè forse sono un ingenuo ma credo che il "disprezzo" che prova Godard per il pianeta terra e anche il disamore per il cinema sia il prezzo che lui da anni deve pagare. Diciamolo, forse è un regista parzialmente invecchiato. Se lo scardinamento del linguaggio porta ancora oggi dei segni sul cinema dei nostri giorni (Tarantino chiama la sua casa "Band Apart"..., restando sul piano meramente lessicale le cose fatalmente vengon superate. Truffaut era interessato al mondo e ama il cinema in una manera che forse Godard avrebbe potuto giudicare "idiota" ma ci è ancor oggi caro e vicino, vitale e "parlante". Parer mio discutibilissimo. Buona giornata. p.s.: appena recupero questo film lo vedrò e ti saprò dire.
  • Discussione Matalo! • 17/12/14 08:57
    Call center Davinotti - 614 interventi
    p.s.: scusate il mio italiano di stamattina.... ;-)
  • Discussione Bubobubo • 16/04/20 20:00
    Archivista in seconda - 271 interventi
    Non arriva nemmeno a 70', mi sono sembrati il triplo. Per me bocciatissimo.
  • Discussione Deepred89 • 16/04/20 20:12
    Comunicazione esterna - 1601 interventi
    A distanza di anni, resta una delle visioni più intollerabili della mia vita, una repulsione vissuta prima visceralmente e poi riconfermata razionalmente. Un'esperienza che porterò per sempre con me e che mi ha aiutato a delineare con maggior consapevolezza ciò che veramente odio nella settima arte.