Discussione Rebis • 29/11/14 15:15
Compilatore d’emergenza - 4422 interventi Secondo me la produzione di Godard ha uno spartiacque negli anni '70: i film precedenti lavorano ancora sui generi, sulla messa in scena cinematografica e riescono ad essere emozionanti aldilà dell'aspetto teorico (
Fino all'ultimo respiro, Bandé a part, Il Disprezzo, La donna è donna, Il bandito delle ore 11 sono tutti film affascinanti quando non proprio bellissimi); nei film successivi invece Godard ha cominciato a lavorare sul linguaggio e la sua decostruzione con una valenza direi politica, essenzialmente comunicativa, e inevitabilmente si è fatto concettuale, filosofico; è un cinema che richiede un approccio intellettuale, a volte anche erudito (e
Adieu au langage l'ho inteso proprio come il culmine di un'iperbole). Non amo molto la seconda parte della sua produzione perché è meno cinefila, meno narrativa, disinteressata ai personaggi e all'emozione, però l'accetto perché è frutto di un interrogarsi sul mezzo e sulle sue possibilità comunicative, è uno sviluppo coerente insomma, ostico e respingente anche, ma animato da un senso della ricerca profondo, sincero, appassionato, che non è facile trovare in altri registi, e per me rimane qualcosa di unico, di irriducibile.
X Deep: certo caro, riemergo ora da un periodo denso e impegnativo, in cui dovevo pianificare anche la colazione. Sentiamoci al più presto ;)
Ultima modifica: 29/11/14 15:16 da
Rebis