Da un romanzo (senza Maigret) di Simenon, un dramma-thriller-giudiziario con più di una venatura erotico-passionale. Amalric dirige bene, con misura e senza fronzoli, riuscendo a coinvolgere ed appassionare lo spettatore per tutta la durata (breve: 90 minuti circa) della pellicola. Si resta pian piano invischiati nella storia e la curiosità cresce col passare dei minuti. Sconcertante, narrativamente e poliziescamente parlando, il finale. Buon film, consigliato a simenoniani e non.
Due corpi nudi abbracciati in un camera d'albergo. Lei domanda: "Vivresti sempre con me?" Lui risponde distrattamente: "Ma certo..." E' inizio di una spirale avvolgente che trasforma una banale per quanto focosa passione adulterina in una trappola in cui ogni parola ed ogni gesto acquistano un peso schiacciante. Da un bellissimo romanzo breve di Simenon, Amalric dirige con grande eleganza formale un thriller destrutturato sempre sul filo dell'ambiguità , in quanto le stesse parole e gli stessi gesti, riportati minuziosamente nei verbali, non offrono certezze su quanto realmente accaduto.
MEMORABILE: I due corpi nudi abbracciati in piedi contro la finestra della camera azzurra
Da un romanzo di Simenon, una bella trasposizione diretta (bene) ed interpretata (meglio) da Mathieu Amalric. Il genere è quello del thriller sentimentale che si dipana da un inizio ad alto tasso di erotismo fino alla conclusione processuale ben sviluppata e con un finale meravigliosamente ambiguo, che coglie i protagonisti quasi in preda ad una dicotomia emotiva. Ambientazione provinciale volutamente anonima. Un buon film.
Una coppia adulterina e passionale si troverà ad affrontare difficoltà e dubbi fino a quando essi prenderanno il sopravvento. Un noir simenoniano, che grazie anche all'abilità del montaggio segue da vicino le micro trasformazioni tra detto e non detto, tra accadimenti e interpretazioni, sia tra i due che contro i due. Da sottolineare l'ambientazione defilata, la ciclicità delle location avvolte da un'aura di sottile erotismo e la classe dei due protagonisti nell'adeguarsi alla strettoia degli eventi. Molto bella la colonna sonora da Hetzel a Bach.
Azzurra è la stanza dove la relazione comincia e azzurra è la sala dove la passione verrà stroncata per sempre. Un film raffinato e semplice (sebbene molto curato), ben diretto e ottimamente interpretato da Amalric (la cui mimica facciale è sorprendentemente naturale). Senza ricorrere a chissà quali espedienti bizzarri e poco credibili tanto amati a Hollywood, la trama avvince comunque ed è in grado di insinuare molti dubbi e poche certezze, catturando l'attenzione in modo costante.
Da un romanzo intenso di Simenon la storia di un adulterio fatale che stringerà gli amanti in un abbraccio davvero molto serrato. Sulle promesse di amore eterno si imbriglia una storia che pare non districarsi mai, mescolando insieme intenzioni e ambiguità narrative che poi vengono rimandate allo spettatore. Peccato per la scarsa espressività di Mathieu Amalric, che toglie profondità a un racconto più spostato verso il dramma che addentrato nel mistero.
Due amanti, un interrogatorio di polizia, ma il motivo si capisce solo dopo molto tempo. Perché questo non è un thriller di cronaca nera, ma un thriller di sentimenti: la passione erotica, l’amore folle, l’inadeguatezza e lo stordimento del protagonista di fronte agli eventi. Non solo una bella storia, ma soprattutto una notevole narrazione che procede per frammenti indecifrabili, o meglio insignificanti, e dettagli (anche visivi, in una ricercatezza formale che non è mai forzata) come un puzzle da ricostruire. Un’insidiosa ragnatela vischiosa.
Non molto riuscita questa trasposizione sul grande schermo di un bel romanzo di Simenon. La messa in scena risulta troppo fredda e piatta e anche la scelta di trasporre gli avvenimenti narrati al giorno d'oggi si non rivela troppo efficace. Gli attori poi non convincono particolarmente, soprattutto Stéphanie Cléau (non che reciti male, ma non pare essere adattissima per il ruolo). Sicuramente la storia rimane interessante, però la pellicola poteva risultare più incisiva.
Coppia adultera viene processata per omicidio. Quello che dovrebbe essere un thriller giudiziario diviene un enfatico esercizio di stile per adulti (che si fanno ancora i succhiotti). Melense le promesse amorose e biglietti sparsi poco credibili, per chi progetta un'uccisione. Amalric come regista è teatrale nel descrivere il rapporto a due e in qualche inquadratura ricercata. Musiche che accentuano il pathos emotivo, sovrabbondanti negli asettici interrogatori dei pubblici ministeri.
MEMORABILE: La goccia di sangue; Il classico piatto a terra; L'aggressione davanti al giudice.