La spia - A most wanted man - Film (2014)

La spia - A most wanted man
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

L'addio al cinema (e alla vita) di Philip Seymour Hoffman si celebra con questo non troppo rilevante film spionistico in cui l'enorme statura dell'attore ha comunque (e anzi forse proprio per questo) modo di emergere. E' infatti lui uno dei pochi veri motivi d'interesse di questa piatta trasposizione dall'ennesimo romanzo di John Le Carrè, che punta tutto sulla psicologia dei personaggi e sull'intricato intreccio azzerando completamente l'azione. Non che questo sia un male, in un mondo in cui pare che dall'action non si possa prescindere per confezionare un film in grado di garantire un minimo di successo commerciale; certo che se poi tale assenza si unisce a una regia tanto compassata e standardizzata,...Leggi tutto elegante come può esserlo chiunque si industri con un buon budget nel replicare un certo tipo di formula estetica che Hollywood offre uguale da anni... L'agente segreto interpretato da Hoffman è una figura tormentata: beve, fuma senza sosta, non alza mai la voce, è malinconicamente preda di un disagio esistenziale che lo identifica fin da subito come una vittima predestinata, per quanto sia convinto (e noi con lui) di una sua superiore capacità di gestire l'affare capitatogli per le mani. E' sulle tracce di un professore arabo i cui capitali raccolti per fondi benefici sembra siano in realtà destinati a sovvenzionare il terrorismo internazionale ed è nel contempo attento a seguire con vari mezzi un giovane islamico giunto ad Amburgo (dove si svolge la vicenda) con l'intenzione di riscuotere in banca l'ingente eredità paterna. Ma queste sono solo due delle pedine che si muovono sul complesso scacchiere del film, in cui intervengono agenti segreti americani e tedeschi, attraenti avvocatesse (Rachel McAdams) e banchieri ambigui (Dafoe). Lo stile è un po' quello di opere "criptiche" come LA TALPA o SYRIANA, in cui non tutto è così chiaro e la storia prevede contorni sfumati nonché frasi e comportamenti a prima analisi enigmatici; film da amare o odiare, quasi sempre accompagnati da una lentezza narrativa ideale per poterli classificare come prodotti di non facile consumo ma di alta qualità. In LA SPIA, in cui se non altro è più semplice afferrare la traccia del soggetto, va detto che a difettare è anche il disegno dei personaggi, davvero banale. Se non fosse per il quid aggiunto dal compianto Hoffman, pure il protagonista non avrebbe granché modo di brillare... Non si può imputare al film di Corbijn di essere girato male, piuttosto di non aggiungere nulla a quanto già esistente in materia, con l'aggravante di una forte ruffianeria di fondo che ottiene d'inserire il tutto nel grande, anonimo calderone delle coproduzioni internazionali ambiziose ma sbiadite.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 1/11/14 DAL BENEMERITO PUPPIGALLO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 24/03/15
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Puppigallo 1/11/14 00:46 - 5279 commenti

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Il classico film che dice quello che deve dire e lo fa con una certa freddezza, data anche dal protagonista (un bravo Hoffman: perennemente imbronciato, malinconico, riflessivo, quasi assente nello sguardo). In realtà, sprazzi di genuina umanità si paleseranno anche in chi non dovrebbe manifestarli, mentre il resto dei "buoni" provvederà a far restare lo spettatore coi piedi ben piantati per terra. Non ci sono particolari guizzi registici, ma il tutto è girato con professionalità, consentendo di sopportare una certa pesantezza dell'impianto.
MEMORABILE: "Perchè lo facciamo?". "Per rendere il mondo un po' più sicuro"; Il finale, dove si torna alla realtà.

Rambo90 2/11/14 17:16 - 7702 commenti

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Thriller lento, tutto costruito sulla psicologia dei protagonisti e sul loro stato d'animo, le loro aspettative e le loro promesse. L'intreccio spionistico è basilare, lineare e già visto, ma quello che importa è la figura di un bravissimo Hoffman, spia disillusa dal proprio mestiere eppure ancora ligia al dovere e incastrata nella routine di un lavoro senza soddisfazioni. Finale amarissimo ma azzeccatissimo.

Capannelle 4/11/14 16:00 - 4412 commenti

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Spy-story presa da Le Carrè riuscendo a non infilarci nemmeno uno sparo. E in effetti la strada intrapresa da Corbijn si rivela vincente creando sufficiente tensione e ambiguità (quest'ultime non tutte dissipate alla fine), anche se non mancano delle pause nella parte centrale (specie nel loft) e un paio di personaggi sembrano subire troppo gli eventi (l'avvocato in bicicletta esageratamente remissivo e lo "smorfioso" Dafoe).

Xamini 6/11/14 18:39 - 1253 commenti

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Ho trovato Hoffman meraviglioso; da solo alza il valore del film di ben mezzo pallino. Una spy story atipica (per chi non conosce Le Carrè): niente spari, momenti action ridotti al lumicino, tensione che tiene bene, per un merito che dividerei tra protagonista e regista. Perché, magari lo sviluppo della vicenda o la bravura di Hoofman possono nasconderlo, ma ho riscontrato un buon numero di ottime inquadrature, un uso funzionale e non disturbante della camera a mano e in generale un buon mestiere. Consigliato.

Galbo 12/11/14 19:29 - 12399 commenti

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La spia di Philip Seymour Hoffman (grande interpretazione la sua, ma tutto il cast è su alti livelli) è l'antitesi del personaggio "bondiamo" e in generale il film fa del realismo la sua cifra narrativa. Nonostante il ritmo sia cadenzato, si avverte eccome la tensione di un lavoro fatto di attese e parecchio "dietro le quinte". Funziona l'ambientazione metropolitana volutamente anonima, e in genere il film appare la prosecuzione stilistica del precedente lavoro di Anton Corbijn ma è artisticamente più riuscito. Un buon film.

Furetto60 7/01/15 08:45 - 1196 commenti

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Un apparentemente affaticato Seymour è protagonista antidivo di una spy story che si segue con sofferenza. I dialoghi sono infatti costruiti abbastanza bene, ma l’aver voluto riproporre il reale lavoro degli agenti, fatto soprattutto di snervanti attese, rende il film tanto interessante quanto di non facile commestibilità.

Jandileida 8/02/15 11:30 - 1567 commenti

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Detto che il libro di Le Carré è decisamente di altro livello, la storia di spie lontane dai falsi lustrini bondiani riesce comunque a mantenere parte del suo fascino. Merito anche del solito Seymour Hoffman, che impersona con la consueta classe il ruolo dell'agente schiacciato dagli ingranaggi del cinico e spietato mondo dello spionaggio. Corbijn ha buone intuizioni a livello visivo ma il ritmo non è proprio il massimo; inoltre, il resto dei personaggi non sono né disegnati con sufficiente profondità né interpretati troppo convincentemente.

Daniela 23/02/15 08:39 - 12671 commenti

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Quando un clandestino russo/ceceno arriva ad Amburgo, una cellula dei servizi segreti inizia a pedinare i suoi movimenti, con l'obiettivo di incastrare un ricco uomo d'affari sospettato di finanziare gruppi terroristici.. Spionistico del sotto-genere impiegatizio, di quelli che mettono in primo piano la routine rispetto all'azione, qui arricchito da un'insolita cura nel ritratto dei personaggi in gioco, in primo luogo quello interpretato magistralmente da Hoffman, segnato da una goffaggine fisica specchio di disagio esistenziale. Bello il finale, così secco ed amaro nella sua irrimediabilità.

Didda23 4/03/15 17:02 - 2426 commenti

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Una sussurata e intima spy-story quella messa in scena da Corbijn, che sfrutta egregiamente la location tedesca per raccontare le vicende di spie invisibili dalle caratteristiche molto umane. Il vago sapore wendersiano riscontrabile nel ritmo lento e inesorabile dona alla pellicola un sapore poetico e amaro suggellato da un finale carico di amarezza e ineluttabilità. Hoffman (con il senno di poi) non recita ma vive il personaggio come raramente accade. Un validissimo affresco poco "spettacolare" e molto suggestivo che ti entra dentro.
MEMORABILE: L'eccelsa prova del compianto Hoffman.

Paulaster 13/03/15 18:03 - 4425 commenti

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La lotta al terrorismo nei suoi dietro le quinte, nelle stanze che ufficialmente non esistono e nei pulmini oscurati. Sembra un viaggio nella DDR del Muro e la fotografia richiama le cromaticità sciatte tedesche settantiane. Altro pregio di Corbijn è nel non far mai perdere il filo, centellinando gli sviluppi senza arzigogolare l’obiettivo. Hoffman introspettivo come ne Le Idi di Marzo aggiunge il tocco da relitto bolso, gli altri del cast al confronto son solo mestieranti con le battute imparate a memoria.

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Tarabas 17/11/15 13:51 - 1878 commenti

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Non c'è posto per i buoni nel mondo delle spie. Lo sa bene il protagonista Gunther Bachmann, esperto di antiterrorismo tedesco alle prese con un misterioso immigrato ceceno di cui deve scoprire le intenzioni. Ultima prova di Hoffman, è un classico low profile spymovie, genere che amo molto perché tralascia i botti e indaga le zone di confine, i limiti mutevoli tra bene e male che ogni giorno vengono attraversati da chi si occupa della nostra sicurezza. Tutti bravi nel cast, con menzione per il dolente personaggio di Dobrygin.

Nando 29/11/15 09:18 - 3816 commenti

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Solido thriller con spiccate venature spionistiche in cui il ritmo rimane sempre elevato e l'intreccio narrativo conduce a un finale amaro ma foriero di molte considerazioni sull'operato di certi servizi segreti. Seymour è monumentale nella sua interpretazione di spia imbolsita ma provvista di grande acume e anche il resto del cast è comunque appropriatissimo.

Almicione 11/07/17 16:32 - 764 commenti

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La sceneggiatura è il punto debole di questa pellicola: una storia non molto intrigante dove mancano quelle sequenze di azione che la avrebbero potuta rendere coinvolgente. Allo spettatore interessa poco di questo giro di soldi, competenza dell'Interpol, mentre rimane affascinato da una regia molto interessante che regala mirabili inquadrature nella magnifica e sottovalutata Amburgo. Anche il clima e l'atmosfera della città sono quelli giusti per il soggetto. Buona prova attoriale.

Nicola81 2/01/20 20:36 - 2862 commenti

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Dimentichiamoci 007, le sue missioni rocambolesche e le sue Bond girl. Nei film tratti da romanzi di Le Carrè il mestiere dell'agente segreto viene ricondotto alla sua vera essenza, fatta di pedinamenti, intercettazioni, attese snervanti e conflitti di competenza. L'assenza di spettacolarità non penalizza neppure troppo la tensione, ma l'amaro realismo del finale può anche lasciare insoddisfatti. Bella ambientazione amburghese e ottimo cast: giustamente elogiata l'ultima interpretazione di Hoffman, ma meritevoli anche Dafoe e la McAdams.

Giùan 16/01/21 10:36 - 4562 commenti

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Canonico esempio di film di scrittura (soprattutto il romanzo di Le Carrè, il cui cinico disincanto resta intellegibile al di là di uno script che ne attenua stratificazione e densità) e attori (tutti, protagonisti e comprimari, particolarmente convinti e convincenti). Manca invece una incisiva idea di regia, risultando la conduzione di Corbijn piatta nello scandaglio dei personaggi (l'agire imperscrutabile dell'avvenente avvocatessa degli immigrati), nell'organizzazione del montaggio e nel fondere dinamismo a un intreccio "telefonato".
MEMORABILE: I confronti tra Seymour Hoffman e il funzionario americano interpretato dalla Wright; Il rapporto tra Hoffman e la Hoss.

Reeves 25/10/23 09:29 - 2226 commenti

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Un bel thriller che predilige lo scavo psicologico rispetto alla pura azione, creando comunque un clima di tensione che rende assai piacevole la visione fino alla fine del film. La ricostruzione di ambiente è notevole e notevoli sono anche tutte le interpretazioni, non solo quella di Hoffman che è comunque perfettamentre a suo agio in un ruolo non urlato ma sapientemente controllato.
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  • Discussione Capannelle • 3/11/14 22:36
    Scrivano - 3521 interventi
    Un buon film, mi ritrovo nel commento del Puppi.
    Ultima modifica: 29/11/14 08:03 da Zender
  • Discussione Didda23 • 18/11/15 19:31
    Compilatore d’emergenza - 5797 interventi
    @ Tarabas

    Non so il perché, ma quando ho visto il tuo commento nel box ero certo al100 % che il film era di tuo gradimento