Romero (che non è il mitico regista di
Zombi) è un possente toro che ha "incornacchiato" il giovane torero nell'arena. Viene così macellato (il toro, non il torero) e i suoi pezzi vagheranno per l'europa (dalla Spagna, alla Francia fino al Belgio) finendo nelle mani di varia umanità, in un gioco a incastri dalla narrazione alla Inarritu (ma senza spocchia autoriale), tra surrealismo, cinismo, grottesco e humor macabro, coi terribili e paradossali giochi del destino
Le ossa finiranno in mano a Chiara Mastroianni, svampita siciliana in terra francofona, che si fà operare ossessivamente dai nei sulla pelle, attrice a tempo perso e frequentatrice di assurde terapie in piscina
Le corna sono destinate a un giovane e disadattato tassidermista, che vive in una zozza roulotte (zeppa di animali squartati e imbalsamati coperti di mosche) con l'anziana, petulane e cinica madre
Gli occhi vengono indirizzati a un medico fredifrago, con moglie instabile in attesa di 5 gemelline!
L'osso (venduto dalla Mastroianni)và ad una famiglia per il loro cagnolone (che schiatterà appena mette l'osso tra le fauci), di cui la figlia piccola soffre di epilessia , sempre attaccata alla tv a vedersi corride e sogna di avere un paio di corna
La carne verrà mangiata da Angela Molina, che ha alle spalle un terribile passato, che si e appena ricongiunta con la figlia maestra, e il suo destino sarà agghiacciante quanto imprevedibile
Di mezzo un giovane filosofo aspirante suicida
Cinema livido, corale, denso come il sangue, vite che si sfiorano, si amalgamano, in un gioco travolgente e satiro, feroce e surreale
Pezzi di vita quotidiana, stravolti dall'anima del toro, che entra nelle vite dei protagonisti (per un motivo o per l'altro) e ne sconvolge le esistenze
Di assoluto talento registico e grande narratrice, la bella e bravissima Delphine Gleize gioca con il cinema degli Ozon e degli Almodovar, passando per reminiscenze bunueliane e follie del primo Bigas Luna (anche quello dell'
Angoscia), in un continuo e febbrile andirivieni di nonsense, cattiveria, amarezze, pugni nello stomaco inaspettati, assurdità, di destini bizzarri e coincidenze paradossali
Impreziosito dallo score musicale di Eric Neveux e dalla bellissima e avvolgente fotografia di Crystel Fournier con momenti di grandissimo cinema, ora teneri, ora beffardi, ora feroci
Il coro degli ustionati (da pelle d'oca), la scelta estrema della Molina (che arriva come una fucilata), la morte del cane, la macellazione del toro (mi ha ricordato i mattatoi di
La Chiamavano Bilbao), il trapianto di fegato, le crisi epilettiche della bambina, il "lavoro" del giovane tassidermista sotto la direzione della "terribile" mammina sguercia, la ragazza incinta che si mette ad abbiare al cagnolino sull'uscio di casa, le surreali terapie nella piscina con gli iscritti tutti nudi, matrici raccontati in televisione con disarmante e inquietante normalità, il disegno d'infanzia "fittizio", gli squilibri mentali della Molina (che sfoggia ancora, dietro una camicia da notte trasparente rossa, un gran bel paio di tette), le pantomime dell'aspirante suicida, i folli dialoghi spesso sopra le righe, l'inseguimento notturno in auto alla Mastroianni (davvero intensa), la melodica canzone portoghese con sonorità simili a
Poster di Baglioni, le assurde telefonate "
C'è Brigitte?", la bambina con le corna luminescenti a intermittenza
La Gleize ha davvero un talento non comune , mette forse troppa carne al fuoco, ma il suo è cinema vitale, sanguigno, isterico, convulso, fatto di passione, di morte, di rinascita, di solitudine, di speranza...
Meritatissimo il premio della giuria al Festival di Cannes del 2002 come miglior opera prima (condivisibilissimo)
Sottostimato e assolutamente da recuperare (da noi è uscito criminosamente solo in dvd) questa bizzarra specie di europeo
America Oggi in freakland
Puro cinema viscerale e intenso. Altro che Inarritu!