Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Una giornata al sexy shop; ma non c'è molto da ridere, al di là di quello che si potrebbe pensare. Il film è tratto dall'omonimo romanzo di Vincenzo Marega, che qui nel ruolo di Giorgio recita il ruolo del compagno di liceo del protagonista cui dà invece il volto Andrea Chimenti, leader negli Ottanta dei toscani Moda (niente a che vedere coi Modà celebri oggi). Questi, nel film musicista senza troppe speranze, ha trovato un posto come commesso nel sexy shop di un terzo compagno di liceo, Uberto (Kovacevich) e passa la giornata maledicendo sommessamente la vita e seguendo senza troppa voglia i clienti che entrano (sostenuto in questo da Giorgio, arrivato al negozio in cerca di una spalla su cui...Leggi tutto piangere). Dato il carattere singolare dell'opera, indipendente e legata alla musica degli Ottanta, tra i clienti si riconoscono vecchie glorie del tempo come Johnson Righeira del gruppo omonimo o il Garbo di “Radioclima”, mentre la gang che rifornisce di bambole gonfiabili il negozio è capitanata da Ivan Cattaneo e composta anche da Sir Oliver Skardy dei Pitura Freska e Nevruz di Xfactor. Forse però la presenza più curiosa è quella dell'indimenticabile Gazebo di “I like Chopin”: nel ruolo del medico che dimette Giorgio dopo l'incidente in auto ha un paio di minuti (lo si rivedrà nel finale coi soccorritori) in cui ben figura. Chimenti gioca invece un po' troppo a fare il divo: non sarebbe nemmeno così male come attore e la sua voce, suadente e sussurrata, colpisce quando fa da narratore, ma sale troppo spesso sopra le righe inutilmente, difetto che una regia e un montaggio “moderni” nella peggiore accezione del termine accentuano pericolosamente. Al di là di un cast “cult” notevole, quindi (c'è anche l'Elisabetta Viviani di HEIDI, nel finale in concerto), non si può dire che il film riesca a divertire; le battute latitano e visto l'andazzo sembra soprattutto che si cerchi di affrontare il problema del disagio generazionale, con le vite dei protagonisti che scivolano sempre più alla deriva: Luca (Chimenti) oltre a sentirsi un fallito non riesce a ricucire con la sua ex, Giorgio viene tradito da sua moglie, Uberto va avanti a sniffate di coca e finisce nel panico quando dal sexy shop telefonano che è arrivata la finanza. Tra una cosa e l'altra (e in una scenografia misera che è una saletta rivestita di nero con qualche dvd appoggiato a una mensola) s'infilano le visite dei clienti, le cui richieste sono però meno stravaganti di quanto ci si potrebbe aspettare, col risultato di comunicare davvero tutto il grigiore del quotidiano di un sexy shop di periferia. Mancando una sceneggiatura decente si prova a vivacizzare il tutto con espedienti registici di scarsa efficacia, e il risultato è quello di accentuare ulteriormente l'ipertrofia visiva, l'invadenza non richiesta della forma, tentando di cambiare le coordinate di un film che aveva piuttosto bisogno – forse – della semplicità di un CLERKS (modello ovviamente inarrivabile).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/08/14 DAL DAVINOTTI
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Redeyes 15/01/16 18:22 - 2449 commenti

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Fin dalle prime battute si ha l'impressione che la recitazione sia drammatica distruggendo ogni parvenza di veridicità del racconto e annichilendo persino una parvenza di lettura in chiave grottesca. La sceneggiatura ha gravose lacune, ma va di pari passo con un cast svogliato o non adeguato o mal diretto e una regia che, per quanto doppia, ha ben poca qualità. La nota positiva, se la si vuol cercare, è in una colonna sonora che quanto meno regala qualche soddisfazione. Deludente.

Kinodrop 7/11/16 23:01 - 2950 commenti

I gusti di Kinodrop

Un esempio di commedia che può essere un manuale di come non si gira un film. E' strano che dopo cent’anni di cinematografia si sia potuto partorire questo concentrato di banalità e insensatezze, con una "navigazione" senza bussola, tra il serioso e il sentimental anni ’80, con sprazzi assortiti di pseudo comicità irritante. Psicologie grossolane e una sceneggiatura velleitaria e pretenziosa. Il commesso Luca, pensa e si muove come fosse "Mirko dei Beehive", Uberto ci fa rimpiangere il "periodo d’oro" di Bombolo. Si resta annichiliti.
MEMORABILE: Le comparsate in stile Festivalbar fuori tempo massimo.

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