L'uomo della porta accanto - Film (1991)

L'uomo della porta accanto
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Titolo originale: Der Mann nebenan
Anno: 1991
Genere: drammatico (colore)
Note: Aka "A demon in my view". Tratto dal romanzo di Ruth Rendell "Il demonio della porta accanto".

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/08/14 DAL BENEMERITO BUIOMEGA71
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Buiomega71 8/08/14 00:47 - 2912 commenti

I gusti di Buiomega71

Curioso "psychothriller" dove Perkins rifà in tutto e per tutto Norman Bates (dai tic alle nevrosi, fino alle visioni) soggiogato non più da mammà ma da una zia virago e castratrice e che si gingilla coi manichini come il Frank Zito di Maniac. La Haffter, però, evita grandguignol ed efferratezze intercalando la tensione con pezzi di vita quotidiana (storie d'amore, amicizie, matrimoni) dei sobborghi inglesi che rende il tutto anomalo (forse troppo) e un po' noiosetto. Chiusa finale alquanto bizzarra e paradossale. Orrendo lo score di Pino Donaggio. Strampalato.
MEMORABILE: Perkins che si trastulla col manichino in cantina: lo veste, lo venera, lo strangola e ci fa l'amore; I crudeli e visionari flashback con Perkins bambino.

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  • Discussione Buiomega71 • 8/08/14 10:25
    Consigliere - 25997 interventi
    Rassegna estiva: Le Regine del B-Movie

    Curioso "psycho thriller" tedesco (ma girato in inghilterra ), dove Perkins rifà in tutto e per tutto la figura di Norman Bates (tic, nevrosi e visioni), e non più soggiogato da mammà, ma da una zia virago e castratrice, in più (al posto della tassidermia) ha una fissa feticistica per i manichini femminili (proprio come il Frank Zito di Maniac), che tiene nascosti in cantina, e di notte và a gingillarsi, vestendoli, carezzandoli, idolatrandoli, poi , preso da istinto omicida represso, li strangola, li deforma e ci fà l'amore...

    Kenbourne (inghilterra), periferia squallida, abitata da comunità interraziali, palazzina anonima, in uno di questi appartamenti vive Arthur (Anthony Perkins), glaciale e irreprensibile (e un pò rompi coglioni) scapolo di mezza età, con alle spalle un infanzia non proprio felice (adottato da una zia ferrea e despota, che la Gestapo le fà un baffo), che cova pulsioni omicide (ha già ucciso, in passato, strangolandole, una prostituta e un infermiera) e che ora frena spupazzandosi un manichino che tiene nascosto in cantina (e che, nella sua follia, prende le sembianze delle sue vittime) e conduce una vita grigia e miserella (ufficio, casa, casa, ufficio) divorato dalla solitudine e da visioni della sua infanzia che irrompono prepotentemente nella sua squallida vita quotidiana

    Tutto andrebbe per il meglio (più o meno), se non fosse che arriva un nuovo inquilino, un ragazzotto che ha una storia d'amore tormentata con una ragazza sposata

    La paranoia perkinsiana esplode, prima aprendo le lettere d'amore indirizzate al nuovo vicino e intrufolandosi nella sua vita privata, poi, quando per uno scherzo del destino alcuni ragazzini (per la festa del 5 Novembre) hanno libero accesso alla sua cantina e le bruciano (in un falò) il suo amato manichino stile Wicker Man, il cervello dell'uomo , già sonoramente bacato, fà flippaut del tutto e ricomincia a uccidere, fino all'assurdo e inaspettato finale

    Anomalo e davvero bizzarro, dove la regista Petra Haffter guarda sì a Hitchcock (e non solo per Psycho) e allo "psycho thriller" americano (vedere l'omicidio-in flashback-dell'infermiera, con reminiscenze lustighiane), ma tratta la materia ormai classica, con uno stile molto personale e alquanto ben poco convenzionale

    Prima di tutto evita efferratezze e grandguignol come il genere richiederebbe, racconta sì di uno psicopatico feticista e strangolatore, ma nella narrazione ci infila pezzi di vita quotidiana (storie d'amore, amicizie di quartiere, matrimoni, la cinesina che fà la troietta) che rendono la visione piuttosto anomala (forse troppo) che però, alla lunga, sà un pò di tirata per le lunghe e un tantino noiosetta

    Ci infila anche (ma sarà sensibilità femminile?) qualche momento surreale non richiesto (il ragazzo fa a pezzetti la missiva dell'amata-in realtà scritta dal diabolico Perkins per vendicarsi della perdita dolorosa del suo manichino-) poi, una volta gettandoli in aria, i fogliettini di carta cominciano a scendere come neve per tutto l'appartamento

    Le scene da "psycho thriller" (tre strangolamenti e uno tentato-eh sì, perchè da dietro anche i fricchettoni cappelloni possono sembrare delle donne) sono nello standar del genere

    Ma è in alcuni momenti davvero morbosi e macabri che la Haffter dà il meglio di sè e si denota una certa cura registica (i flashback con Perkins bambino-il primo e visivamente ottimo con la palazzina diroccata- tra topi nascosti nella cassettiera, sevizie a un neonato, la zia che appare come una megera che le danno un certo retrogusto macabro/fiabesco), l'inquietante manichino femminile amato e occultato da Perkins nella cantina (che nella sua tara mentale dovrebbe impersonare la despota zia morta) ,e che nella sua mente prende, a volte, le forme delle due ragazze che ha ucciso in passato (e la scena che lo deforma e poi lo rimette in sesto e davvero disturbante), per poi vederlo bruciare tra le fiamme di un falò (il volto del manichino che brucia tornerà più volte nella mente distorta dell'uomo), le visioni quotidiane di Perkins (le vittime, la zia) in ogni luogo e situazione che ne amplificano la follia

    Manifesti pubblicitari femminei e ingannevoli, stradine notturne invase dalla nebbia, sino a un finale davvero paradossale e alquanto strampalato, tra scambi di persona e gelosia, quasi da rimanare basiti

    Orrendo e totalmente anonimo lo score di Pino Donaggio, e l'uscire dalle righe del racconto (anche con sprazzi di humor grottesco) non e stata una scelta azzeccatissima

    Comunque curioso, merita una visione almeno per vedere (malgrado una durata non proprio canonica) Perkins annegare ancora nel personaggio di Norman Bates e per qualche tocco originale nella regia della Haffter.
    Ultima modifica: 8/08/14 13:23 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 8/08/14 10:35
    Consigliere - 25997 interventi
    Direttamente dalla collezione privata di Buiomega71, la vhs Eden Video

    Video ottimale (anche nelle scene buie della cantina), con colori vividi nella fotografia e buona resa nell'audio

    Davvero insensato il vm 18

    Durata effettiva: 1h, 47m e 19s

    Ultima modifica: 8/08/14 15:54 da Zender
  • Discussione Buiomega71 • 8/08/14 10:59
    Consigliere - 25997 interventi
    Petra Haffter, reginetta tedesca dei b-movie: da Ruth Rendell, ai film tv, sino ai documentari

    http://new.heimat.de/hpg/media/33786.jpg
  • Discussione Buiomega71 • 8/08/14 12:44
    Consigliere - 25997 interventi
    Su una recensione riportata da IMDB (Classic-Horror.com, che alla fine sbotta con un :"Bruciarne tutte le copie esistenti", esagerato!), leggo che il film inizia con Perkins che strangola una donna e poi passa alla scena in cui Sophie Ward e Uwe Bohm amoreggiano nel letto

    Non so se sia stata tagliata dalla versione italiana la suddetta sequenza iniziale, ma il film (nell'edizione italiana e nella vhs della Eden Video) inizia con la Ward e Bohm che amoreggiano a letto, e non c'è traccia del prologo descritto dal recensore.
    Ultima modifica: 8/08/14 12:49 da Buiomega71
  • Discussione Mco • 8/08/14 15:14
    Risorse umane - 9970 interventi
    Bella, appassionata ed incentivante alla visione: tre aggettivi che ben si addicono alla tua recensione del film.
    Bravissimo Buio!!!
  • Discussione Buiomega71 • 8/08/14 17:17
    Consigliere - 25997 interventi
    Mco ebbe a dire:
    Bella, appassionata ed incentivante alla visione: tre aggettivi che ben si addicono alla tua recensione del film.
    Bravissimo Buio!!!


    Grazie Mco...Comunque consigliato, soprattutto a te che ami i reperti bizzarri e anomali

    Da recuperare...