Croce e delizia - Film (1995)

Croce e delizia

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Luciano De Crescenzo imposta il suo EFFETTO NOTTE scegliendo di non concentrare tutta l'attenzione sui “cinematografari” tradizionali per lasciare spazio alla figura di una disillusa sarta di scena (Confalone), innamorata dell'attore protagonista (Teocoli) della “Traviata” che si sta girando a Parigi. Per sé De Crescenzo riserva il ruolo del consulente storico, perennemente in polemica col produttore (Scarpa) per questioni di budget. Il gioco è sempre lo stesso: i soldi son pochi e bisogna arrangiarsi con quel che c'è, così il regista (Pazzaglia) accetta di sottostare a qualsiasi...Leggi tutto diktat pur di lavorare mentre a far le bizze sono piuttosto l'elettricista (Pannofino), i suoi due amici tecnici (Buglioni e De Silva) e naturalmente il “divo” Alberto Sanna (Teocoli), insofferente come da copione, ritardatario e vanesio. Il film parte in pieno divertito metacinema: De Crescenzo seduto a Cinecittà davanti ai monitor dove si proiettano i titoli di testa spiega al custode (Bernabucci) chi ha partecipato e in quale ruolo. Da lì si abbandonano gli interscambi tra realtà e fiction e ci si immerge nella lavorazione della “Traviata”, sceneggiato in cui Sanna è costretto a recitare lungamente in playback (con polemica annessa visto che non riesce a sincronizzare il labiale: “Non sono un cantante di karaoke, non ho niente a che fare col playback!”). Bizzoso e cinico, Sanna porta sempre con sé la sua sarta che, convinta di essere la reincarnazione di Alphonsine Plessis (la signora delle camelie del romanzo di Dumas figlio alla base della Traviata di Verdi), raggiunge il cimitero dove la giovane venne sepolta ritagliandosi piccole avventure personali con altri personaggi di passaggio (il più importante dei quali è l'attricetta impersonata da una splendida Adriana Volpe, che mostra nuda alla finestra il suo corpo perfetto). Di tanto in tanto racconta in flashback le sue sfortunate storie d'amore, oppure si fa guidare al cimitero da un francese napoletano (Allocca). Il tocco leggero di De Crescenzo, che sa come sempre essere spiritoso e arguto quando filosofeggia sulla coscienza dell'essere o racconta a interlocutori disinteressati le proprie esperienze sul set di altre “traviate”, dà vita a momenti simpatici e divertenti, soprattutto quando in scena sono produttore e regista alle prese cogli imprevisti che sembrano perseguitare l'intera troupe. Non ha però il senso della misura e basta seguire la scena interminabile della seduta spiritica con un'Isabella Rossellini appositamente imbruttita per capirlo. Né si può dire riesca a rendere con gusto – nonostante la bravura della Confalone – il dramma della sarta ignorata e malata di cuore (verrà pure ricoverata). Teocoli non dispiace ma fatica a proporsi come mattatore, le parti cantate son troppe e i dialoghi in romanesco tra Pannofino e gli altri tecnici non vanno oltre un bozzettismo di maniera.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/07/14 DAL BENEMERITO GIEZZ POI DAVINOTTATO IL GIORNO 25/06/19
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Giezz 8/07/14 19:43 - 11 commenti

I gusti di Giezz

Troupe cinematografica italiana a Parigi per realizzare una edizione della Traviata "ristretta" data scarsezza di tempo e fondi a disposizione. La sarta già innamorata del primo attore viene convinta di essere la reincarnazione di Violetta e di doverne pertanto seguire il destino. La coppia De Crescenzo-Pazzaglia mette in scena un esempio di metacinema o per meglio dire di metaopera di buona fattura, capace di restare in equilibrio su toni scherzosi e nello stesso tempo tragici.
MEMORABILE: Il balletto di Teocoli-Alfredo in libera uscita.

Rambo90 20/07/19 17:29 - 7697 commenti

I gusti di Rambo90

Un gradevole film di De Crescenzo, non tanto per la trama portante della sarta che si crede la reincarnazione di Violetta (una comunque brava Confalone) ma per l'umorismo leggero tipico del suo autore che qui e là regala bei sorrisi. In particolare funzionano i momenti sul set disastrato, con parti che sembrano anticipare Boris (con tanto di presenza di Pannofino) con un grande Scarpa e lo stesso De Crescenzo a regalare bei siparietti ironici. Un po' fuori ruolo Teocoli, bello l'inizio metacinematografico.

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