Tutti dicono I Love You - Film (1996)

Tutti dicono I Love You
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Anche un Woody Allen un po' stanco e dalle idee confuse è sufficiente a ripagarci del prezzo del biglietto. È questa la sintesi del film. EVERYBODY SAYS I LOVE YOU doveva essere (e in parte lo è) la parodia dei vecchi musical americani. Tentare di rilanciare un genere tanto desueto è stata per Woody una grande sfida, nella quale comunque deve aver considerato che una buona fetta degli spettatori che abitualmente seguono i suoi film non è poi così giovane da non conoscere il musical hollywoodiano. Così TUTTI DICONO I LOVE YOU chiarisce subito le intenzioni con un melenso duetto tra due giovani in apertura. Purtroppo Allen questa volta ha esagerato: qualche balletto poteva starci all'interno del...Leggi tutto film, ma se anche sono giustificabili e dopotutto accettabili le performance vocali supportate da coreografie assurde in cui il corpo di ballo è rappresentato dai personaggi più incredibili (da ingessati gioiellieri a ingessati pazienti d’ospedale fino ad arrivare a veri e propri ectoplasmi), lo stesso non si può dire dei siparietti vocali di Woody Allen e Julia Roberts. E’ strano che uno dei più grandi teorici del “tempo comico” come Allen (che raramente supera l’ora e mezza di film per paura di stancare lo spettatore, che calibra alla perfezione le battute inserendole sempre al momento giusto) non si accorga di distruggere, con scialbe canzonette, il ritmo. Ed è un vero peccato, perché la storia è in tipico stile alleniano e funziona. Il suo personaggio non si distanzia di molto da ciò che meglio sa fare (fin dai tempi del lontano PROVACI ANCORA, SAM in cui il regista Russell codificò e incanalò la schizopatia alleniana) e quindi, dal momento che la sua presenza come attore è garanzia di risate assicurate e quella di Alan Alda di professionalità estrema, è chiaro che TUTTI DICONO I LOVE YOU avrebbe funzionato meglio senza inserti musicali. Ma Woody ama essere considerato un genio, un innovatore, perciò tenta la difficile parodia del musical col preciso intento di stupire, di spiazzare chi lo credeva appiattito (dopo MISTERIOSO OMICIDIO A MANHATTAN e LA DEA DELL’AMORE) su cliché poco coraggiosi e troppo “facili”. La qualità delle canzoni è però molto bassa e finisce per annoiare inevitabilmente anche gli irriducibili. Aggiungeteci poi un finale da melodramma interminabile e capirete perché TUTTI DICONO I LOVE YOU lasci più di un motivo di insoddisfazione. Eppure, nonostante tutto, film come questo riconciliano comunque col cinema comico grazie a momenti di grande divertimento. Nota di merito ancora una volta per Oreste Lionello, che caratterizza la voce di Woody con immutata bravura, vero punto di forza del doppiaggio italiano.

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Il Gobbo 6/08/07 09:47 - 3015 commenti

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Woody goes to Broadway. Potersi togliere degli sfizi è una gran bella cosa, ma non se altri devono pagarne il prezzo. In questo caso gli "altri" sono i bischeri che sono andati a sorbirsi le svenevolezze del film, solo in parte alleviate da qualche buona trovata (esilarante la parte di Alan Alda, nei suoi duetti col figlio repubblicano e nel suo linguaggio orwelliano da adepto del politically correct). Ma la sublime frivolezza del musical richiede, per essere raggiunta, ben altri sforzi, che infatti altri faranno di lì a poco.

Galbo 31/10/07 05:52 - 12398 commenti

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Insolita incursione di Woody Allen nel genere musical, va preso per quello che è: un omaggio del regista americano ad uno dei generi cardine della cinematografia, girato con molta partecipazione, ma un po' troppo freddo. Non del tutto riuscita appare ad esempio la scelta degli attori. Alcuni, come la Roberts, non sembrano molto affini al mondo del regista; lo spostare inoltre la vicenda in diverse località toglie un po' di continuità all'azione. Buona invece la scelta delle musiche, omaggio del regista agli Anni Trenta e Quaranta.

B. Legnani 16/02/08 23:11 - 5533 commenti

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Deludente oltre ogni immaginazione. Adoro il primo Woody Allen. Da tempo i suoi film non mi paiono più all’altezza del genio che aveva fino a vent’anni fa. Per quanto temessi di essere ancora una volta deluso, però, non potevo pensare che mi sarei imbattuto in un disastro del genere. Con Allen in scena qualche sorriso arriva, ma più che altro non si affonda. Senza di lui il film crolla nello svenevole e nel grottesco e, alla fine, sprofonda pure lui. Aridateci Bananas e Sam. Nel cast gli italiani Seganti e Piedimonte.

Cotola 27/04/10 19:17 - 9052 commenti

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Woody Allen si dà alla commedia musicale e confeziona una delle troppe pellicole del periodo dai risultati tra il medio ed il deludente. Non brutto ma nemmeno pienamente soddisfacente. Alterna cose riuscite e divertenti ad altre che lo sono molto meno. Non male dal punto di vista musicale mentre lo è molto meno per ciò che riguarda il mero intrattenimento.

Pigro 15/05/10 09:29 - 9671 commenti

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Allen si diverte (e ci diverte) calando i tanti intrecci amorosi di una famiglia altoborghese in un'atmosfera da musical, giocando con i cliché stessi di quel genere (finanche la romantica triangolazione urbana New York-Venezia-Parigi). Le parti migliori sono ancora una volta i dialoghi nonché la deriva assurda dei vari micro-plot che si accavallano, mentre delle parti musicali funziona più l'idea di un ironico omaggio che non la bontà della realizzazione (ma del resto la precarietà canora e la povertà coreografica erano certo messe in conto).

Rambo90 12/09/10 18:04 - 7700 commenti

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Sicuramente non è il miglior Woody Allen, le canzoni rallentano continuamente il ritmo e risultano grottesche il più delle volte. Però i dialoghi conservano la brillantezza del miglior Woody e il cast corale è davvero straordinario: Allen è il solito nevrotico bugiardo e falso, Alan Alda è spassosissimo, Norton è un po' più in disparte così come pure la Hawn ma sono comunque bravi. Forse la Roberts appare più esornativa ed inutile; senza le canzoni continue sarebbe stato un gioiello. Eccezionale partecipazione di Tim Roth.

Ford 15/12/10 21:48 - 582 commenti

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Personalmente lo trovo un Allen in grandissima forma: gli intrecci sono quelli dei tempi d'oro, le battute funzionano e il film appassiona e nonostante abbia una certa idiosincrasia per il musical non trovo fastidiosi gli inserti musicali, forse grazie a coreografie piuttosto divertenti; stupendo il ballo finale nella notte parigina, magico, a reggere un finale sospeso dannatamente Alleniano.

Harrys 12/05/11 20:31 - 687 commenti

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Parigi dischiude un lato alleniano inedito: la passione per il musical. Col palpabile rischio di cadere nel ridicolo, Allen assembla una gustosa sit-com impegnata più ad omaggiare il genere che a rimpolpare la poetica dell'autore. Sul fronte della sostanza nulla di particolarmente rilevante: gli scompensi di un'agiata famiglia (allargata) di NY sono corollati dal consueto (ma pur sempre eccezionale) humor sardonico. Sul piano prettamente estetico, invece, il film riserva sorprese: le coreografie sono piuttosto affascinanti (su tutte il duetto finale). ***

Luchi78 12/07/12 16:57 - 1521 commenti

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Come musical può anche funzionare, peccato che siamo abituati a vedere un Woody Allen in panni diversi, sicuramente più pungente e sarcastico di quanto un balletto con associata canzone possa offrire. Una sorta di ibrido che alla fine rischia di lasciare scontenti un po' tutti; e poi qualcuno mi spieghi Julia Roberts ed Edward Norton cosa c'entrano coi tipici personaggi dei film di Allen...

Ziovania 20/11/12 14:33 - 337 commenti

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Allen è Joe Berlin, ossia come il celebre compositore di Tin Pan Alley. Ed è tutto un programma, perchè la tipica commedia alleniana si intreccia qui con quella musicale, come a trasportarci indietro nel tempo di alcuni decenni e la cosa funziona talmente bene da non accorgersi del dilettantismo canoro e danzereccio dei protagonisti. La leggerezza di Allen nel trattare i sentimenti unita a quella del musical fa così lievitare il film in un limbo tutto suo dove riporre le cose belle da conservare per i nipotini. Solo un filo troppo narcisita.
MEMORABILE: La Barrymore ingoia l'anello nascosto nel dessert.

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Schramm 7/08/13 12:24 - 3495 commenti

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Quando si libera dai suoi tipici e topici paramenti e si deloca dai suoi archetipi e stereotipi british-jewish, quando sfronda psicologismi e apre all'emozione più elementare e alla giocosità più gratuita, e quando l'amore per il cinema surclassa quello per il culto di se e occhio e ombelico non son più tutt'uno, Allen funziona a tutto campo: abbandonato alla lusinga dell'ovatta, coccola, rassicura, fa diventare il sorriso un'espressione lunga 90', è così simpatico che gli si perdona il fallo tecnico più madornale. L'apologia della legeresse scorre sincera, senza il sospetto di forzatura.(***)

Daniela 22/03/14 11:21 - 12668 commenti

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Una ricca famiglia allargata agli ex, fra New YorK e Parigi con una puntata a Venezia: Woody corteggia con successo Roberts, approfittando del fatto di conoscerne i segreti desideri, mentre attorno a loro fioriscono nuovi amori oppure rischiano di saltare matrimoni giù decisi... Anche se la colonna sonora ha sempre avuto un ruolo di rilievo nelle sue opere, questo è l'unico musical vero e proprio nella filmografia di Allen: disimpegnato, a tratti pure spassoso, leggero anche se di quella leggerezza inconsistente che rischia di farlo scivolare via senza lasciare troppe tracce. Prescindibile.
MEMORABILE: Roth, ex detenuto dalle maniere spicce, che tampina la fidanzatissima Barrymore ed il loro successivo incontro nel bosco, dagli esiti imprevisti

Thedude94 23/02/17 01:30 - 1097 commenti

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Si colloca a metà tra il musical parodistico e la commedia classica alleniana, che vede come protagonisti (oltre al grande Woody) le giovani Barrymore, Roberts e (ancor più giovane) Portman. La storia è come al solito divertente e coinvolgente, ma le parti musicali rimangono poco godibili e non adatte agli attori e alle situazioni. Questa volta ne esce fuori un mix non molto soddisfacente, anche se quando la trama scorre non si può far a meno di ridere, in particolar modo nelle scene più bizzare e assurde (vedi quella con Roth).

Minitina80 28/02/17 14:26 - 2984 commenti

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E fu così che il buon Woody si cimentò nel musical ottenendo discreti risultati e senza tradire le radici della sua poetica di autore. La sfera affettiva dei personaggi è priva di identità e persa in un continuo turbinio di emozioni incontrollate e instabili, il ritratto della famiglia borghese non è esattamente il massimo e il tormentato rapporto con la morte stupendamente rappresentato in un balletto tutto da vedere. È il solito Allen, perso tra mille citazioni cinematografiche, nevrosi e manie che esce ancora vincitore da un genere non facile.
MEMORABILE: Woody Allen e Goldie Hawn che ballano lungo l’argine del fiume.

Didda23 23/08/18 20:58 - 2426 commenti

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Coraggiosa la scelta di puntare su un genere pericoloso come il musical per rappresentare l'esistenza "travagliata" di una famiglia borghese newyorchese. Le location sono cartolinesche (soprattutto Venezia), ma il tocco di Allen si avverte soprattutto nelle fasi da commedia brillante con dialoghi e situazioni che lasciano letteralmente il segno. I numeri musicali non sono nulla di trascendentale, ma risultano piacevoli. Buono il comparto attoriale (con il fido Alda sugli scudi). Un Allen minore, ma un'occhiatina la merita sempre.
MEMORABILE: La famiglia allargata; Le sedute spiate della Roberts; I consigli della figlia al padre.

Paulaster 10/02/20 16:32 - 4423 commenti

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Storie sentimentali dei componenti di una famiglia allargata. Commedia musicale in cui Allen si mostra meno caustico verso la vita e, anzi, punta a una certa leggerezza. Venezia e Parigi servono come sfondo di indiscutibile bellezza, anche se gli scorci di Central Park sembrano più adatti alla storia. La evidente differenza d'età tra il regista e la Roberts rende poco credibile la loro storiella e risultano più divertenti i cambiamenti di boyfriend della Barrymore. Azzeccato il piccolo ruolo di Roth.
MEMORABILE: L'olio al pacemaker; Il balletto dei Groucho Marx; Sulla Senna con la Hawn che svolazza; La rapina di Roth; Davanti al Tintoretto.

Enzus79 26/04/22 22:30 - 2900 commenti

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Primo (e finora unico) musical diretto e scritto da Woody Allen. Brioso, effervescente ma che coinvolge fino ad un certo punto. Pur apprezzando lo scopo del film, omaggio ai musical e soprattutto a New York, non si percepisce appieno l'anima della storia. Da evidenziare in positivo i dialoghi del padre di sinistra col figlio conservatore. Forse come giudizio avrà una tendenza a risalire nel tempo.
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