Storia del sito internet WikiLeaks e dei suoi due fondatori, Assange e Berg. Il film si innesta nella tradizione delle pellicole dedicate ai mezzi di informazione ma non raggiunge il livello di profondità dei classici del genere. L'impressione è che gli autori si siano dedicati più all'analisi delle complessa personalità di Assange (che ha disconosciuto il film) piuttosto che al significato e alla portata dei fatti raccontati. Per il tema trattato tuttavia il film (che annovera ottime interpretazioni) merita la visione.
Il film si focalizza principalmente sulla figura di Julian Assange facendolo apparire un egocentrico a caccia di notorietà, piuttosto che un individuo che in un qualche modo voglia rendere un servizio all'umanità intera. Interessante come ricostruzione storica di Wikileaks, ma sembra ci sia la volontà di sottovalutare, o di far apparire che alla fine la diffusione di documenti riservati non porti a nulla. La forza del sistema travolge tutto e tutto fagocita, un quinto potere che potere non ha.
Difficile esprimere un giudizio davvero obiettivo sul personaggio Assange (un bravo Cumberbatch), stirneriana sibilla dell'era (post-)tecnologica il cui nobile anelito al diritto di accesso universale ad un'informazione libera (ma libera veramente) viene mediata da una personalità bizzosa e accentratrice (o forse, più semplicemente, solitaria). Chi cercasse risposte ai grandi dilemmi rimarrà deluso: quello di Condon è una classica, per quanto solida, ricostruzione biografica che, nel suo analizzare il rapporto di Assange col socio Daniel Berg (Brühl), sceglie di non sbilanciarsi mai.
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Deludente sia sul piano cinematografico (considerati gli standard dei biopic o dei film di inchiesta del cinema americano), sia per ciò che riguarda la "restituzione" di una vicenda piena di implicazioni quale quella di Assange. Condon si rivela particolarmente inadatto a mettere in scena le sfumature etico-politiche che la vicenda propone e riduce i conflitti in maniera draconiana dietro il paravento della personalità del fondatore di Wikileaks e del rapporto contrastato col "socio" Daniel, una dialettica che nonostante la buona volontà di Cumberbach e Bruhl mai convince.
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DiscussioneRaremirko • 6/06/19 00:04 Call center Davinotti - 3862 interventi
Un pò prolisso, ma sostenuto da buone interpretazioni (bene Cumberbatch, pure somigliante ad Assange).
Bene il soffermarsi sui vari scoop fatti dall'associazione (tra i quali Scientology), poca superficialità; da vedere in coppia con Snowden di Stone, comunque superiore.