The sacrament - Film (2013)

The sacrament
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The Sacrament
Anno: 2013
Genere: horror (colore)
Regia: Ti West
Note: Liberamente ispirato al massacro di Jonestown, nella Guiana, dove nel 1978 oltre 900 persone appartenenti ad una comunità religiosa si suicidarono in massa ingerendo cianuro.
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La cupa storia del reverendo Jones (un caso che l'attore che ne interpreta il personaggio “parallelo” si chiami davvero Gene... Jones?) e della sua setta continuano ad affascinare, a distanza di anni; a colpire, per l'illuminante sintesi che focalizza il limite a cui può arrivare un essere umano quando si mette nelle mani di chi ha il potere di condizionare le menti più deboli. Inevitabile quindi che il cinema ciclicamente torni sul punto rievocando, con l'introduzione di figure carismatiche, quei cupi giorni di fine Settanta. In questo caso Ti West, sotto l'ala di Eli Roth, dirige un film che a una storia dichiaratamente ispirata al massacro della Guyana aggiunge...Leggi tutto l'idea del falso reportage seguendo la moda che permette di velocizzare l'azione - almeno in apparenza - attraverso le riprese "a mano". A portare con sé la telecamera di rito si ritrovano un paio di giornalisti della rivista "Vice" contattati da un fotografo la cui sorella si è autoconfinata in una comunità assai misteriosa nel verde. Il ragazzo (Audley) riesce a convincerli che in quello strano mondo c'è qualcosa di molto singolare su cui vale la pena indagare e i due accettano di accompagnarlo fin lì, atterrando in una radura con l'elicottero come nei vecchi cannibal di casa nostra e facendosi dare dal pilota un appuntamento preciso per risalire a bordo e tornare. La comunità, chiamata Eden Parish, è sorvegliata da uomini con fucili così e già questo lascerebbe da pensare; una volta dentro, tuttavia, pare davvero di entrare nel Paradiso promesso, dove ci si ama e non c'è spazio per l'arrivismo, l'ingordigia, la cupidigia e i troppi peccati dell'era moderna. I tre visitatori si ambientano facilmente e chiedono quanto prima un'intervista al gran capo che tutti chiamano Padre (Jones), il quale la sera accetta di buon grado presentandosi come uomo assolutamente assennato e di grande comprensione, anche se qualche piccola crepa nei suoi discorsi il giornalista che conduce l'intervista comincia a notarla. Vuoi vedere che non è tutto oro quel che luccica? West giostra bene le riprese concitate fregandosene delle regole che imporrebbero di riprendere solo dal punto di vista dei protagonisti: è evidente come la trovata della camera a mano sia solo un espediente per movimentare l'azione, penalizzata da una sceneggiatura che poco offre a livello di dialoghi o di invenzioni, poco inclini a fornire variazioni stimolanti a sviluppi risaputi. Ciononostante la recitazione complessiva riesce a rendere sufficientemente credibile la situazione ed è indubbio che Jones possegga il carisma necessario a interpretare quello che è il ruolo cardine. Già, perché i due giornalisti col fotografo diventano maschere necessariamente anonime, testimoni appartenenti a un mondo che deve rappresentare il massimo della normalità per solcare il distacco; con gli ospiti di Eden Parish trasformati in una voluminosa massa amorfa, poco più che robot pronti a sorridere e ripetere concetti elementari ispirati dal loro burattinaio. E poi, come in un imbuto che raccoglie tutto per travasarlo in un altrove imprevisto, la svolta. Che cambia marcia ma nemmeno troppo, lasciando irrompere il sangue ma continuando a seguire una narrazione piuttosto piatta, in cui si avverte la mancanza di una vera idea registica che sorregga la pochezza di una storia cui difettano i personaggi, condotta come un'indagine fin troppo esterna i cui protagonisti riprendono e poco altro fanno. Ad ogni modo l'atmosfera inquietante è ben resa e non ci si annoia; e in film così, in cui il rischio di ripetersi è sempre ben presente, non è qualità da sottovalutare.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/05/14 DAL BENEMERITO DANIELA POI DAVINOTTATO IL GIORNO 4/08/20
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Daniela 17/05/14 09:54 - 12622 commenti

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Roth produttore dovrebbe garantire carne e sangue, da Ti West: sarebbe lecito attendersi una discreta cottura, invece non c'è nulla da salvare in questo ennesimo arrosto fake-doc girato volutamente da cani epilettici, interpretato da dilettanti allo sbaraglio, sceneggiato da sbadiglio, tranne la suggestione a latere derivante dal richiamare un noto fatto di cronaca. Perché mai sorbirsi un altro film girato per sembrare un brutto documentario quando ci sono tanti documentari veri fatti come Dio comanda ed appassionanti quanto film? Per quanto riguarda il tema, meglio Smith con Red State

Greymouser 18/05/14 12:12 - 1458 commenti

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Non sono mai stato un fan di West, che anzi risulta essere per me l'esatto opposto di ogni mia idea di cinema. Siccome cerco di non farmi affliggere da pregiudizi, continuo a dargli ulteriori possibilità di farmi ricredere. Ma, in questo caso, il suo ultimo lavoro non solo mi conferma nel giudizio negativo, ma mi porta oltre ogni più profonda depressione. Qualsiasi amatore avrebbe fatto di meglio, piuttosto che questa insopportabile accozzaglia di riprese in soggettiva e tradizionali, senza capo nè coda, e - soprattutto - senza alcun interesse.

Schramm 25/10/14 17:16 - 3490 commenti

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A West monta il brillo di ribambare l’epopea di Jim Jones su cartacarbone blairiana, facendo di pedissequità virtù, e montando un film-caso sul nulla, adottando un modus filmandi tutto esagitazione che dà l'impressione che stia accadendo di tutto laddove non accade niente (e viceversa) a parte il farsi falsamente forte sulla risonanza cronachistica con un uso del pov rilevante un'ignoranza sintattica abnorme e una vis exploitativa che da immanente non diviene mai immane, disinfettato com'è un corpus filmico che dovrebbe trasudare pus. Resta la gigioneria di Jones, ma è poca, pochissima cosa.

Jena 9/01/16 19:04 - 1550 commenti

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Ti West era considerato una delle promesse dell'asfittico horror attuale... Appunto, era. Difficile capire perché decida di girare l'ennesimo mocumentary su un fatto che interessa ormai poco. Il risultato è comunque deludentissimo: non succede praticamente nulla fino a 2/3 di film e poi succede quel che si sa già, rappresentato male e svogliatamente. Gli attori sono pessimi (a parte il santone Gene Jones) ma a stupire è la sciattezza e la povertà (anche economica) del tutto. Ennesima delusione.

Corinne 28/06/16 00:37 - 420 commenti

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Il giudizio "inaccettabile vaccata" sembra coniato apposta per questo filmaccio privo di qualsivoglia attrattiva. Non succede nulla fino alla fine, che chi conosce il fatto a cui si ispira già conosce; non è un documentario e chiamarlo versione romanzata sarebbe eccessivo, vista la pochissima cura nella descrizione dei personaggi e delle loro dinamiche interpersonali. Noioso e insignificante.

Myvincent 10/07/16 07:16 - 3726 commenti

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Ispirato alla triste, maledetta storia di Jonestown, il film ne traccia le gesta con abbastanza realismo, sotto forma di pseudo-film-docu, dove si "vedono" le ultime vicissitudini della celebre comunità maledetta. Nonostante alcune variazioni dalla verità, colpisce la sensazione di ineluttabile destino che, nelle mani di una mente diabolica, si lascia precipitare giù a causa di un clamoroso plagio collettivo. Un po' troppo veloce nel racconto a volte, lascia addosso un appiccicoso senso di ansia.

Pumpkh75 4/08/16 15:28 - 1740 commenti

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Il vero “Sacrament” di un certo rilievo è quello che vien da tirare a fine visione a mo' di imprecazione, tanto questa specie di finto report è presuntuoso e bruttarello. Il vezzeggiativo lo premia inoltre oltremodo visto che, tra un cast svogliato e amorfo e una marea di premesse completamente disattese, la visione si spreca nell’attesa di una sola scena madre (tipico di West) che risulta tra l’atro priva di emozione. Unico plauso per il viscido Gene Jones, un'interpretazione la sua che mette realmente brividi e disagio. Comunque male.

Taxius 10/12/16 14:56 - 1656 commenti

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Pseudo documentario cha racconta ciò che avvenne nella famosa strage di Jonestown in cui persero la vita quasi 1000 persone. Bisogna ammettere che non è un capolavoro, però ha alcuni spunti interessanti: innanzitutto il basso livello recitativo dei protagonisti si rivela un'arma vincente in quanto dà un senso di verità al tutto (si parla di "documentario" e non di film) e stesso discorso vale per il ritmo, piuttosto lento. West riesce a infondere una buona dose di inquietudine nello spettatore reggendo piuttosto bene fino alla fine.

Fedeerra 15/09/17 08:01 - 770 commenti

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Un film dal clima ansiogeno e sospettoso, ambientato in una specie di (The green) inferno new age dal sapore vagamente esotico. Il Padre, interpretato da Gene Jones, è un personaggio losco e davvero inquietante. Una pellicola interessante ma che è stata appannata del retaggio di snobismo che imperversa nel circuito dei found- footage; uno snobismo dilagante, prevenuto e del tutto ingiustificato.

Buiomega71 16/09/17 02:08 - 2901 commenti

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West rigira l'arrosto cardoniano e lenziano e vince in tensione sparsa a piene mani (già subito, all'arrivo nella paradisiaca comune), dove l'inquietudine e l'angoscia del "c'è qualcosa che non torna" attanaglia come una morsa. Poi la stazza magnetica, carismatica e sordida del "padre" di dimensione terrifica, sino agli sconvolgenti suicidi di massa, di rara ferocia, così agghiaccianti, resi devastanti come se fosse una splendida festa di morte. Madri che sgozzano le figlie, autocombustioni, massacri, disperazione. L'inferno verde di West picchia duro, dove fa più male.
MEMORABILE: L'intervista al "padre"; La piccola Savannah; Il bigliettino d'aiuto; La melmosa pozioni mortifera; Le convulsioni con la bava alla bocca; "Bevete".

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Pinhead80 18/06/18 13:48 - 4719 commenti

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La storia di per sé è di quelle che fa rabbrividire anche solo a sentirla raccontare. West riesce nell'impresa di azzerare le emozioni imbastendo un finto found footage di cui non si sentiva il bisogno. Pensare che qualcuno possa continuare a filmare nonostante la propria vita sia in pericolo è qualcosa che va al di là di ogni logica. Il vero orrore del film è proprio questo. Inutile.

Anthonyvm 17/05/22 15:36 - 5637 commenti

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Vista da una certa prospettiva, la tragica storia di Jonestown resta uno degli horror più agghiaccianti dell'era contemporanea. West, conscio del fatto, ne trae un thriller solido e avvincente, ma commette l'errore madornale di sfruttare l'abusata tecnica del found-footage. Gli interventi in sede di editing e le forzature dettate dal format (scelta peraltro immotivata, giacché l'uso del POV è quasi impercettibile in gran parte del girato), anziché far leva su un realismo di fatto velleitario, sviliscono la cupezza della materia. Il concept funziona, il mezzo di espressione non molto.
MEMORABILE: L'intervista al Padre (un Jim Jones con qualche anno e chilo di più); Effetti della pozione; La madre e la bambina; Sparo in bocca alla Budd Dwyer.

Lupus73 30/05/22 12:14 - 1487 commenti

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Un "quasi mockumentary" che nella sua finzione parla comunque di una storia vera: l'eclatante suicidio/omicidio collettivo in Guyana nel '78 ad opera della setta del reverendo Jim Jones (ricordato anche in "Guyana" dei Manowar). Il metodo è sempre quello che conosciamo: riprese pseudo amatoriali, stile da documentario, camera instabile, quindi il compito della regia è quello di riuscire a trasmettere la tragicità di un soggetto simile in questa veste e bisogna dire che l'obbiettivo viene centrato e che la scelta della tecnica si addice allo scopo. Non il miglior Ti West ma va bene.

Rebis 10/07/22 11:26 - 2332 commenti

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Un reportage per il format tv di Vice, rivista specializzata in servizi di attualità shock in stile immersivo: ovvero come portare i nostri bulbi oculari nel cuore di tenebra della foresta amazzonica, in seno alla comunità di Padre Jones. POV di livello, conradiano nell'anima, metamediatico e ben ragionato nella costruzione narrativa centellinata al minuto, monta un'angoscia insolubile e irretisce senza scampo, pur nella consapevole attesa dell'esito apocalittico della vicenda. Pervasiva l'interpretazione di Gene Jones; funzionali all'immersione sinestetica gli altri personaggi.
MEMORABILE: L'insostenibile inquadratura fissa sull'omicidio del fratello.

Teddy 16/07/22 04:52 - 811 commenti

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Da un fatto di cronaca nera un mockumentary teso e irrequieto, affidato all’occhio nostalgico ma ultra-moderno di Ti West. La figura del “Padre”, per quanto vincolata nelle classiche spoglie del villain,  sovrasta la semplicità della narrazione imponendosi non solo come simbolo negativo ma anche come immagine primigenia. Agghiacciante la resa emotiva; bravissimo Gene Jones.

Bubobubo 29/09/22 20:39 - 1847 commenti

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Si è costruito un'inespugnabile fortezza-utopia all'altro capo del mondo, il reverendo Reed (Jones - nomen omen!), da dove guidare con pugno di ferro la sua banda di reietti contro l'irreversibile decadenza del mondo civilizzato. Un segreto di Pulcinella, che la solita troup di giovinastri liberal (a libro paga di Vice, nientemeno!) rivangherà a caro prezzo... Anche quei pochi che non conoscessero l'assurda vicenda alla base dello script sarebbero in grado di captare da subito la malparata; non un biglietto da visita ideale per un horror che traccheggia tra uno stereotipo e l'altro.
MEMORABILE: Primo tentativo di fuga in elicottero.

Leandrino 30/09/22 19:06 - 511 commenti

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Un found footage valido, ma con diversi limiti, su un trio di reporter di Vice alla ricerca della sorella di uno di loro nel villaggio isolato di Eden Parish. La storia segue dinamiche già viste - sia al cinema che nella cronaca - ma il ritmo tiene incollati. Se la struttura è collaudata e si mantiene solida per tutta la durata, meno si può dire per la scrittura, che talvolta sembra mancare di logica interna o perfino di senso. Tutto sommato un film divertente, apprezzabile per le poche pretese (al contrario dell'ultimo X) e la velocità, ma anche per l'atmosfera.

Cotola 29/01/24 19:00 - 9009 commenti

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Finto documentario che ricostruisce, cambiando un po' di cose, uno dei suicidi di massa più terribili della storia. Il pregio principale del film è quello, che si conosca o meno la storia vera, di saper costruire un buon crescendo di tensione, nonostante non ci siano dubbi su come andranno le cose. Sa anche far capire bene come la mente umana possa essere manipolata, non riuscendo così a capire ciò che palese; e ciò fa provare rabbia nei confronti dei miopi abitanti della comunità. Lo stile però, forse volutamente, è abbastanza piatto e tutto prosegue senza particolari scossoni.
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  • Discussione Greymouser • 19/05/14 12:49
    Call center Davinotti - 561 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Ho l'impressione Grey che anche a te non sia garbato per nulla ;o)
    Del regista ho visto solo The Innkeepers, niente di che come ennesima variante della casa (qui hotel) infestata, però ben girato e con una cura nella descrizione dei personaggi non usuale in film del genere. Qui invece non ho trovato proprio nulla di valido, anzi: è riuscito a rendere diabolicamente noiosa una storia che, in se stessa, pare fatta apposta per suscitare inquietudine, compassione, sdegno, ira, insomma emozioni vere e forti.


    Impressione esatta. Per me, questo regista racconta sempre storie già viste, e le racconta male (forse, sempre per me, The innkeepers è effettivamente il meno peggio della sua produzione). Ho anche l'impressione che la sua principale carta da giocare sia l'ombrello protettivo di Eli Roth, altro regista che non rientra nel mio elenco dei preferiti.
    Comunque, il mio commento di prossima uscita a questo film fugherà ogni tuo dubbio ;)
  • Discussione Brainiac • 23/05/14 18:39
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Il film è ben poca cosa per ritmo, innovazione e thrilling ma vanta una suggestiva location, qualche bel dialogo e soprattutto un laidissimo Gene "Mario-Mattioli" Jones, che almeno lui un mezzo punticino in più lo faceva meritare a questo passo-falso d'un regista altrimenti solido (House of the devil e The innkeepers sono due fra i migliori horror semi-indie del decennio). Greymouser ebbe a dire:
    Ho anche l'impressione che la sua principale carta da giocare sia l'ombrello protettivo di Eli Roth
    Su questo carissimo Grey non ti seguo, passiamo anni a dire che (un esempio-random!) il cinema italiano fa ribrezzo perchè mancano le sinergie fra produttori scrittori e registi, poi se un gruppo di amici (West, R.L.Katz, Wingard e non unicamente Roth, quindi) si spalleggia per scambiarsi idee, attori e fondi diamo a questo scaltro modus-operandi un'accezione negativa? Poi sul gusto personale non si cavilla, ci sta che non ti piacciano entrambi (e difatti 'sti due non sono Carpenter né Romero -per inciso), è ovvio, ma gli "ombrelli protettivi artistici" (pensa agli Age/ Scarpelli/ Monicelli) hanno fatto la fortuna d'intere cinematografie.
    Ultima modifica: 23/05/14 18:42 da Brainiac
  • Discussione Schramm • 24/10/14 23:39
    Scrivano - 7694 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Ti West mette in scena un massacro che differisce da quello di Jonestown per nomi, luogo, numero di persone coinvolte, però ci sono riferimenti piuttosto espliciti a quel terribile fatto di cronaca, primo fra tutti la modalità scelta per il suicidio, ossia l'ingestione, più o meno volontaria, di una bevanda contenente cianuro.

    ma anche i discorsi di Jones: alcuni stralci sono praticamente pedissequi da quelli reali udibili anche nella jonestown death tape
  • Homevideo Pumpkh75 • 30/04/16 13:32
    Addetto riparazione hardware - 432 interventi
    In arrivo per la Midnight Factory:

    http://www.amazon.it/Sacrament-Ltd-Blu-Ray-Booklet/dp/B01E5MN0QY/ref=sr_1_5?s=dvd&ie=UTF8&qid=1462015908&sr=1-5
  • Discussione Buiomega71 • 16/09/17 09:49
    Consigliere - 25934 interventi
    West rigira la frittura lenziano/cardoniana e già, dai primi minuti di film, una morsa di inquietudine e dannata tensione avvinghia e non molla più la presa

    Subito, all'arrivo della ben poco paradisiaca comune , si annusa nell'aria che "c'è qualcosa che non và", e quel "qualcosa" di intangibile, di strisciante, ma sempre presente, monta come un cancro, sino a sfociare in uno dei momenti più terribili, agghiaccianti, insostenibili e spaventosi che il (de)genere ricordi

    West piglia un pezzo di foresta sperduto in mezzo al nulla, in un non luogo perduto nel tempo e nello spazio, una comune simil "mansoniana", paradiso infernale che puzza lontano un miglio di costrizioni e lavaggi del cervello, che nulla e come sembra, che dietro tanta bontà e fratellanza si nasconde follia, esaltazione, disperazione

    West usa il mockumentary come cartina di torna sole (niente riprese amatoriali o da mal di testa) per scendere negli inferi di fanatismi religiosi, menti malate e "padri padroni", raccontando attraverso gli occhi (e la telecamera) di due giornalisti che toccheranno l'inferno della presunta salvezza con mano

    E dopo un intervista al possente, magnetico, laido e mellifluo "padre" (un Gene Jones-nome omen-di impressionante stazza attoriale) falso profeta di grande carisma, la festa e i primi segnali che qualcosa non torna (la piccola Savannah), l'orrore matura e la follia dilaga, fino alle estreme e raccapriccianti conseguenze.

    ATTENZIONE SPOILER

    Uno dei suicidi di massa più impressionanti e insostenibili che il cinema settario ricordi, tra "splendide feste di morte" , con melmosi cocktail mortiferi (che ricordano quello schifoso di Cabin Fever 2) serviti in bicchierini di carta , inni al signore per donarle la propria vita (BEVETE), convulsioni, bave alla bocca, autocombustioni, madri che sgozzano le proprie figliolette per venire, poi, falciate a colpi di mitra, cervelli fatti saltare sparandosi in bocca in un massacro apocalittico che non ha eguali (chissà perchè mi veniva alla mente quello di Soldato Blu), che ghiaccia il sangue per il suo realismo e come West lo filmi freddamente e senza enfasi, come se quello che vedi sullo schermo stesse succedendo davvero

    FINE SPOILER

    Bistrattato, detestato, criticato, il film della maturità del regista di The Roost è un pugno nello stomaco, forse la miglior rappresentazione del suicidio di massa più tristemente famoso

    Di grande impatto la location nature, le musiche di Tyler Bates e la minaccia costante che non lascia un attimo di respiro.

    Riduttivo definirlo "horror" perchè assolutamente non lo e, ma un dramma freddo, sconvolgente, la telecronaca di un eccidio senza precedenti, l'accoglienza della morte nel suo aspetto più terrificante. Un credo cieco e assoluto, una follia collettiva che va al di là della comprensione umana, oltre i confini della morte.

    E le foto sui titoli di coda (come in Martyrs) straziano il cuore

    L'inferno verde di West non fà sconti (madri e bambini compresi), e picchia dove fà più male

    Per riflettere su religioni fittizie e santoni manipolatori

    BEVETE!
    Ultima modifica: 16/09/17 14:32 da Buiomega71
  • Homevideo Buiomega71 • 16/09/17 09:56
    Consigliere - 25934 interventi
    Ottimo il Blu-Ray della Midnight Factory

    Formato: 1.78:1

    Audio: italiano (5.1) DTS-HD, inglese (5.1) DTS-HD

    Sottotitoli: italiano

    Come extra solo il trailer

    Booklet di 11 pagine curato da Davide Pulici e Manlio Gomarasca

    Durata effettiva del film in blu-ray 1h, 39m e 29s
  • Discussione Marcorampa • 17/09/17 01:18
    Galoppino - 18 interventi
    un buon film tutto sommato, ma con piu' di un difetto in fase di sceneggiatura. da molti è stato salutato come un capolavoro, e francamente è stato troppo sopravvalutato. pero' forse è il migliore film che hanno fatto sull'argomento
  • Discussione Buiomega71 • 17/09/17 11:21
    Consigliere - 25934 interventi
    Marcorampa ebbe a dire:
    un buon film tutto sommato, ma con piu' di un difetto in fase di sceneggiatura. da molti è stato salutato come un capolavoro, e francamente è stato troppo sopravvalutato. pero' forse è il migliore film che hanno fatto sull'argomento

    Secondo me proprio l'opposto, cioè fin troppo villipeso e sottovalutato (almeno, leggendo un pò in giro e tenendo conto delle monopalle davinottiche)

    Film che mi resterà dentro per un pò, comunque sia...
    Ultima modifica: 17/09/17 11:37 da Buiomega71
  • Discussione Brainiac • 17/09/17 14:30
    Call center Davinotti - 1465 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Marcorampa ebbe a dire:
    un buon film tutto sommato, ma con piu' di un difetto in fase di sceneggiatura. da molti è stato salutato come un capolavoro, e francamente è stato troppo sopravvalutato. pero' forse è il migliore film che hanno fatto sull'argomento

    Secondo me proprio l'opposto, cioè fin troppo villipeso e sottovalutato (almeno, leggendo un pò in giro e tenendo conto delle monopalle davinottiche)

    Film che mi resterà dentro per un pò, comunque sia...

    Concordo: l'opposto. A difenderne anche solo dei tratti nei forum si veniva sbertucciati. Io sono un fan di Ti West, quindi alla prima visione restai deluso, ma con qualcosa dentro, una sensazione, di non perfettamente chiaro. La seconda visione fu chiarificatrice: il film aveva i suoi punti forti. Ad oggi è un tassello importante nella manciata dei suoi film. Apprezzo molto l'approccio non "enfatizzante" della sceneggiatura, che non spinge l'accelleratore sul cruento. Ottimo film.
  • Discussione Buiomega71 • 17/09/17 14:41
    Consigliere - 25934 interventi
    Brainiac ebbe a dire:
    Buiomega71 ebbe a dire:
    Marcorampa ebbe a dire:
    un buon film tutto sommato, ma con piu' di un difetto in fase di sceneggiatura. da molti è stato salutato come un capolavoro, e francamente è stato troppo sopravvalutato. pero' forse è il migliore film che hanno fatto sull'argomento

    Secondo me proprio l'opposto, cioè fin troppo villipeso e sottovalutato (almeno, leggendo un pò in giro e tenendo conto delle monopalle davinottiche)

    Film che mi resterà dentro per un pò, comunque sia...

    Concordo: l'opposto. A difenderne anche solo dei tratti nei forum si veniva sbertucciati. Io sono un fan di Ti West, quindi alla prima visione restai deluso, ma con qualcosa dentro, una sensazione, di non perfettamente chiaro. La seconda visione fu chiarificatrice: il film aveva i suoi punti forti. Ad oggi è un tassello importante nella manciata dei suoi film. Apprezzo molto l'approccio non "enfatizzante" della sceneggiatura, che non spinge l'accelleratore sul cruento. Ottimo film.


    E cosa più importante e che West non condanna e non assolve

    La figura del "padre", seppur coi suoi lati oscuri e con la sua follia pregna di fanatismo, aveva qualcosa di "cristologico" (la fede cieca in quel che faceva, e non mero scopo di lucro o per il proprio tornaconto)

    Basti vedere il momento clou dell'intervista, quando al reporter sbatte in faccia l'amore che prova per sua moglie e per il futuro nascituro, proprio come lui ama la sua "family"

    Condannabile senza dubbio, ma il pregio di West e quello di non dipingerlo come un "mostro", altro tassello da non sottovalutare per la riuscita del film
    Ultima modifica: 17/09/17 14:46 da Buiomega71