Summer school - Una vacanza da ripetenti - Film (1987)

Una delle troppe commedie americane di stampo giovanilistico con la solita classe indisciplinata da educare; contiene quindi un chiaro messaggio positivo di fondo e prova a far sorridere puntando sul carattere singolare degli alunni: ci sono i due amiconi fanatici dell'horror (di NON APRITE QUELLA PORTA in particolare, tanto che uno di loro si fa chiamare Motosega), quella con problemi di distrazione cronica (un difetto di cui ci accorgiamo solo all'appello la prima volta, a dire il vero), la dislessica che deve prendere la patente ma non sa nemmeno innestare la frizione, il belloccio che dorme sempre perché - si scopre - di notte...Leggi tutto si esibisce come spogliarellista al night, la ragazza-madre e perfino un'italiana (milanese) arrivata buona ultima per integrarsi al gruppo (non le ci vuole molto, con un fisico simile): un campionario usurato di giovani che come da copione si affeziona al professore di ginnastica (Mark Harmon) chiamato per far loro da insegnante (nessun altro collega si era reso disponibile) a un corso di recupero estivo. Il gruppo inizialmente non è certo felice di passare l'estate sui banchi di scuola, ma la misurata verve e la simpatia che il buon professor Shoot saprà dimostrargli si rivelerà contagiosa. E nello specifico va detto che Harmon è la faccia giusta: tenero, ingenuo ma dall'occhio furbo (saprà conquistare anche la bella collega Kirstie Alley, che sfoggia spesso completini tremendi) si dimostra ideale per un ruolo non certo esaltante. Gli spetta di far da educatore sui generis, come sempre in questi casi: permetterà di proiettare in classe NON APRITE QUELLA PORTA (per chi conosce il film è divertente notare come le scene si susseguano in ordine del tutto casuale e illogico), porterà tutti in spiaggia e a divertirsi sui go-kart, dovrà gestire la bella alunna innamoratasi di lui e gli capiterà persino di finire in prigione per salvare i suoi pupilli. Considerato che il regista è Carl Reiner francamente ci si aspettava di più: certo, il risultato è figlio di una sceneggiatura perlopiù infelice, in cui le battute di basso livello si sprecano e i personaggi antipatici o insipidi pure, ma qualcosa di più era lecito aspettarsi. Peccato perché invece l'ultima parte si rivela insospettabilmente articolata e nel suo piccolo originale, mentre l'inatteso splattershow in classe lascia sorpresi per la qualità dei divertenti effetti sanguinari (non a caso Motosega cita come suo idolo personale il grande Rick Baker). C'è garbo, piacevole complicità tra Harmon e la Alley, ma anche troppo spazio dedicato alle squallide bizze degli scolari. Notevole, per com'è girata, la romantica ultima scena in spiaggia con cane (il quale campeggia in locandina ma si vede ben poco).

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