Note: Serie televisiva statunitense creata per il servizio di streaming Netflix, basata sull'omonima miniserie televisiva britannica. David Fincher ha diretto l'episodio pilota e molti altri.
Quando il neoeletto Presidente non mantiene la promessa di nominarlo Segretario di Stato, un potente deputato democratico mette in atto un complesso piano per vendicarsi... In una Washington sede di intrighi di palazzo, il luciferino Spacey si muove come un Riccardo III senza gobba, manipolatore senza scrupoli, rivolgendosi spesso direttamente allo spettatore: è il polo di una storia dai toni cupissimi narrata con grande classe, grazie ad una confezione impeccabile ed un cast perfetto.
Rappresentati più volte al cinema, gli intrighi e le dinamiche della politica americana tornano in questa serie prodotta oltreoceano (e non da una rete televisiva tradizionale). L'elevata qualità della produzione parte dall'ottimo livello della sceneggiatura e dalla messa in scena generale (coinvolto, e si vede anche Fincher), ma è sublimata dalla presenza del sempre più magnetico e bravo Kevin Spacey in un personaggio luciferino e ricco di sfumature che l'attore interpreta al meglio. Ottimi anche gli altri attori. Da non perdere.
L'odore dei mefitici meandri della politica a stelle e strisce ormai è conosciuto: zolfo e ipocrisia. Stavolta ci si trova a osservare il sempre bravo Spacey (che però, diciamocelo, fa sempre la stessa faccia dal 1995), che si barcamena a maggior gloria di se stesso piuttosto che della nazione che dovrebbe servire. Tutto fatto in maniera molto professionale, solido, ben scritto e interpretato onestamente; tuttavia lo svolgersi delle vicende è non troppo trascinante ma anzi un po' scontato. Manca quel di più che rendeva Boss molto più profondo e avvincente.
Mah. Per carità, pensiamo del potere tutto il male possibile e siamo per la realpolitik, ma qui l'effetto-accumulo delle nequizie perpetrate oltrepassa l'esagerazione e sconfina nel grottesco o nel macchiettistico. Continuiamo a preferire, pur con la sua retorica, l'ottima produzione di Sorkin. Robin Wright però è bella e bravissima, e negli ultimi tempi fa tutto, regia compresa
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DiscussioneZender • 14/06/17 07:39 Capo scrivano - 47698 interventi
Grazie Daniela, inserita.
DiscussioneDaniela • 15/06/17 02:52 Gran Burattinaio - 5925 interventi
House of Cards (4 stagione - 2016)
***!
Se la terza stagione si era conclusa con una crepa nella diga che minacciava di mettere in pericolo il regno di Frank, moderno Riccardo III shakespeariano senza gobba ma con tanto pelo sullo stomaco, questa segna la nascita di una nuova temibile creatura con due teste e nessuno scrupolo. Misurata la propria debolezza fisica (l'attentato), Frank trova in Claire un'alleata in perfetta sintonia, avendo compreso di non poterla relegare ancora nel ruolo per lei scomodo di sola "moglie". Insieme si preparano ad affrontare il terrore, creandolo loro stessi e trasmettendo una sensazione di invulnerabilità che, se da un lato ne aumenta il perverso fascino, dall'altro impoverisce le dinamiche degli altri personaggi, ridotti tutti a pedine più o meno utili, il che si può ripercuotere sulla capacità della serie di continuare a tener desto l'interesse. (Daniela).
DiscussioneZender • 15/06/17 07:20 Capo scrivano - 47698 interventi
Grazie Daniela, inserita.
DiscussioneDaniela • 19/06/17 22:09 Gran Burattinaio - 5925 interventi
House of Cards (5 stagione - 2017)
***
I segni di cedimento ravvisati nella stagione precedente si confermano in questa. Tutta la prima parte, con l'estenuante tira e molla dell'elezione presidenziale in cui Underwood sfrutta tutti i trucchi per ribaltare il pronostico annunciato, risulta farraginosa, oltre che penalizzata da un antagonista risibile (Joel Kinnaman). Le cose migliorano quando, negli ultimi episodi, acquistano spazio due personaggi ambigui, interpretati con scaltrezza da Patricia Clarkson e Campbell Scott. La fine della stagione segna l'emancipazione definitiva dalla tutela del marito da parte di Claire, dopo che essa ha infranto le ultime barriere sia morali che metalinguistiche. "Dio salvi la regina" quindi, in attesa dell'auspicabile rovina di entrambi nella prossima ed ultima stagione, sempre che ci sia un poco di giustizia in questo mondo (televisivo). (Daniela).
Capannelle ebbe a dire: Ad un fan della Robin Wright quale stagione consigliereste?
Tenete conto che causa scarsità di tempo penso di riuscire a vederne al massimo due.
Io ho visto solo le prime due. Da quello che ho letto sono anche le
migliori....
DiscussioneDaniela • 5/11/18 17:00 Gran Burattinaio - 5925 interventi
Capannelle ebbe a dire: Ad un fan della Robin Wright quale stagione consigliereste?
Tenete conto che causa scarsità di tempo penso di riuscire a vederne al massimo due.
La storia è conseguenziale, non puoi vedere una stagione nel mezzo senza aver visto le precedenti perché sono presenti troppi collegamenti, quindi la scelta è obbligata.
(Stagione 1) *** L'ipocrisia e l'ambizione sfrenata si insinuano negli uffici più alti della politica americana. Interessante e ben interpretato ma anche esagerato in certi momenti di autodistruzione o di invincibilità dei protagonisti. Parte bene, ripetitivi gli episodi centrali, riprende vigore negli ultimi quattro.
DiscussioneZender • 26/11/18 07:33 Capo scrivano - 47698 interventi