Uomini in guerra - Film (1957)

Uomini in guerra
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Titolo originale: Men in War
Anno: 1957
Genere: drammatico (bianco e nero)
Note: Soggetto dal romanzo "Day Without End" di Van Van Praag pubblicato nel 1949.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/05/14 DAL BENEMERITO MICKES2
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Mickes2 5/05/14 13:53 - 1670 commenti

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Corea, 1950. Un gruppo di soldati americani rimane isolato dal resto della divisione; per salvarsi deve raggiungere la collina 465, ma di mezzo ci sono i nemici. Capolavoro rarefatto (gli oggetti, i passi, la natura ostile), iperrealistico e antibellicista sulla guerra filtrata dal punto di vista raziocinante del tenente Benson e quello rabbioso e impulsivo del sergente Montana. Lo sguardo antieroico di Mann osserva partecipe e con l'umiltà dei forti dolore e dignità di semplici uomini costretti a eseguire degli ordini oltre il loro volere.
MEMORABILE: Benson: “In guerra le cose sono due: o stai bene, o stai morto”; “Che Dio ci fulmini se ci vuole gente come lei per vincere la guerra!”; Il finale.

Cotola 31/12/14 12:37 - 9043 commenti

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Splendido war-movie firmato da un Mann in grandissima forma. La storia (di una ritirata) parte piano ma si fa progressivamente sempre più coinvolgente grazie ad una tensione narrativa che si mantiene costante e ad una serie di scene che restano nella memoria. Cominciano anche ad esserci i primi tocchi antibellici (il soldato di colore ed i fiori) pur non essendo un film "contro" la guerra, anche se traspare in maniera palpabile la follia e l'inutilità dei conflitti bellici oltre che il fardello di drammi che essi causano all'umanità. Visti i tempi per nulla scontato. Grande esempio di cinema.
MEMORABILE: Tre colpi e poi di corsa. Il campo minato.

Daniela 15/04/17 00:18 - 12660 commenti

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Durante la guerra di Corea, una pattuglia di fanteria resta isolata dal resto delle truppe e, per raggiungere le proprie linee, deve attraversare un territorio che pupula di nemici... Nell'unica regia nel genere bellico, Mann adotta uno stile simile da quello di alcuni suoi capolavori western, concentrandosi sulle dinamiche interpersonali di un pugno di uomini messi alla prova dagli avvenimenti, ma con una messa in scena più spoglia ed essenziale, quasi astratta. Un film realistico, antiretorico, il cui messaggio pacifista, affidato a piccoli segni più che alle parole, è comunque chiaro.
MEMORABILE: Le margherite nell'elmetto; il confronto fra le due fotografie; L'"assegnazione" delle medaglie

Rocchiola 12/08/19 08:48 - 965 commenti

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Durante la guerra in Corea un tenente deve condurre in salvo il suo plotone rimasto isolato dietro le linee nemiche. Nel filone “pattuglia-sperduta” il westerner Mann firma un’opera per l’epoca abbastanza secca e antieroica, coniugando l’essenzialità di Hawks con il realismo di Fuller. Gli bastano una jeep, una dozzina di uomini e un nemico perlopiù invisibile per creare una discreta tensione narrativa nell’attesa dello scontro finale per il possesso di una collina in mano al nemico. Interessanti e non solo decorative le musiche di Bernstein.
MEMORABILE: Il colonnello in stato di shock; I fiori sull’elmetto del soldato di colore; L’attraversamento del campo minato.

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  • Curiosità Daniela • 15/04/17 01:35
    Gran Burattinaio - 5926 interventi
    Il film non ricevette la collaborazione del Pentagono, come riportata Wikipedia in lingua inglese: "The Pentagon refused any cooperation with the producer and condemned the film for its depicition of a US Army unit without discipline."

    https://en.wikipedia.org/wiki/Men_in_War
  • Homevideo Rocchiola • 12/08/19 08:57
    Call center Davinotti - 1254 interventi
    Film che non ha mai goduto di un'adeguata edizione home-video. Nel 2012 escono ben due edizioni in DVD marchiate 30 Holding e A&R. Entrambe pessime presentano un video piuttosto rovinato in 4:3. Nel 2015 la A&R torna come al solito sui suoi passi pubblicando una nuova edizione rimasterizzata. La buona notizia e che il video è finalmente presentato in 16:9 nel corretto formato panoramico di 1.85 o giù di lì (la copertina indica 1.78, la visione si attesta sul canonico 1.85). Purtroppo la rimasterizzazione non è coincisa con un adeguato restauro e l'immagine rimane piuttosto sporca con abbondanza di puntinature, macchie e graffi vari. Sinceramente a questo punto, viste le abitudini della A&R, sarebbe plausibile un'ulteriore riedizione in HD "scippando" il master del bluray americano pubblicato dalla Olive nel 2014.